Mettersi in proprio: si o no?

Clara mi scrive: Sono un mamma sola con bimba di 7 anni. Lavoro in ufficio da ben 23 anni e oggi la mia vita è di una monotonia e ripetitività assurda. Vorrei mettermi in proprio, ma come osare, come mettere in discussione un lavoro sicuro come quello attuale che assicura la pagnotta a mia figlia , in cambio di….
Lei cosa farebbe?
Cara Clara, ti consiglio di valutare bene i pro e i contro. Da una parte l’ebbrezza di mettersi in proprio, la libertà che deriva dal non avere capi, la soddisfazione che provi quando arrivano i risultati. Ma vanno considerati anche i contro. Sei disposta a rischiare? A trascorrere notti in bianco? A scervellarti su come far tornare i conti quando sembra che proprio non vogliano quadrare?
Soppesa tutto: il mercato in cui vuoi operare, il tuo stato psicologico, la tua motivazione. E scegli. Non soltanto con la mente, ma anche con il cuore. E con la pancia. Perchè se una decisione è soltanto intellettuale, razionale, ma il tuo subconscio rema contro, non ce la farai mai. Ma se cervello, pancia e cuore vanno nella stessa direzione, lanciati!

 

 

La lezione di Madre Teresa

A proposito di Il bene fa bene a chi lo fa, Valentina mi scrive: È vero che non si perde niente a essere una persona cui è facile voler bene, ma quando poi si sta male? Come se ne esce? Non sono proprio d’accordo con questa teoria perchè spesso anzi quasi sempre adottando questo comportamento si prendono delle grandissime fregature! Io sono sempre stata così e immancabilmente vengo ripagata con delle delusioni che provengono da persone che reputo amiche, a cui magari dò il cuore e che invece alla fine mi pugnalano alle spalle e quando poi me ne accorgo è troppo tardi , la delusione è talmente grande che per come sono fatta io tendo a reprimere le mie emozioni anche di rabbia. Non tutti ti ricambiano con la stessa moneta purtroppo.
Cara Valentina, non si tratta di essere ingenui o buonisti. Di fidarsi indiscriminatamente di chiunque, di aprire il proprio cuore a chiunque. Chi si comporta così non è una persona illuminata o un mezzo santo: è uno stupido! Lo stesso Vangelo raccomanda di essere candidi come colombe e astuti come serpenti (Matteo 10,16); un’esortazione che vale per tutti, credenti e non.
Non tutti ti ricambiano con la stessa moneta: verissimo. Anzi, gli ingrati sono più dei riconoscenti. Lo sappiamo tutti. Ma comportarsi correttamente, e aiutare quando si può, serve a due cose: 1) Ad essere benvoluti e a procurarci amici. Ci sarà sempre chi ne approfitterà o sarà irriconoscente, d’accordo; ma non è certo con la cattiveria o  l’insensibilità che verremo apprezzati; 2) A sentirci in pace con noi stessi. E questo è per me il punto fondamentale. Sono convinto che fare il bene serva soprattutto a noi stessi. Gli altri non ce lo riconoscono? Fa nulla. Dispiace, ma il bene va fatto fine a se stesso. Perchè ci aiuta a sentirci a posto con la nostra coscienza. Sono poche le persone che riescono a vivere bene sapendo che fanno del male; e sono convinto che anche per loro arriverà il momento del redde rationem. Fosse anche in punto di morte. E tu, Valentina, certamente non fai parte di quella categoria.
Per concludere mi piace ricordare una bella poesia di Madre Teresa di Calcutta, Non importa. La tengo nel mio ufficio. La propongo spesso nei miei corsi di formazione. Ed aiuta a identificare i propositi per il 2009. Eccola:
L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE

 

Raggiungi i tuoi obiettivi a tappe

Chiara mi scrive: I sogni anche se nascosti per lungo tempo rimangono nel nostro intimo, si colorano e mutano come i sentimenti e le emozioni che ci pervadono…per me esistono! e non potrei farne a meno di sentirmi ogni giorno un po’ cenerentola, un po’ pollicino…sono sogni spesso consolatori, ad occhi aperti…mi consentono di sperare e di sentirmi creativa, costruisco qualcosa di illusorio per trovarvi l’energia, la gioia…peccato però che spesso la realtà di ogni giorno è una muraglia insormontabile. Quello che vorrei imparare a gestire al meglio è la paura che il sogno resterà tale e non sarò stata in grado di giungere alla meta…piu’ che una paura è un incubo che di tanto in tanto mi assale.
Ti capisco bene, Chiara. Anch’io per anni ho avuto l’incubo di non riuscire a raggiungere i miei obiettivi. Mi sembravano troppo grandi, e io mi sentivo troppo piccolo. Poi, poco per volta, ho imparato a spezzettarli. A frammentarli in sotto-obiettivi. Piccoli, maneggevoli. Obiettivi da raggiungere mese per mese, settimana per settimana, giorno per giorno. In certi casi ora per ora. Man mano che tagli il traguardo di queste tappe intermedie ti rassereni. Perchè ti senti vittorioso. Acquisisci sicurezza. E la paura si dissolve. Come un fantasma. Provaci, e fammi sapere, Chiara: ponitelo come obiettivo per il 2009.

Il bene fa bene a chi lo fa

A Natale siamo più propensi ad essere cordiali. Pensa come sarebbe più bello, e più utile per te, se tu lo fossi tutto l’anno. Se tutto l’anno tu sorridessi, ti mostrassi gentile e premuroso, ti informassi  sul come stanno le persone con cui hai a che fare e le loro famiglie. Gli altri sono il tuo specchio: se sei cortese e disponibile con loro, sarà più facile che loro lo siano con te. Come spesso accade, un comportamento etico è anche utile per chi lo adotta. Non hai niente da perdere ad essere una persona cui è facile voler bene, e tutto da guadagnare.

Impariamo da Obama

Perché esultiamo per l’elezione di Obama? Perché è una sferzata motivazionale. Perché è la prova che volere è potere. Anche se tutto sembra giocarti contro. Perché, come ha detto Nelson Mandela, un altro uomo cui molti si ispirano, “la sua vittoria ha dimostrato come nessuno al mondo deve avere paura di sognare”.
Loro, Obama e Mandela, hanno trasformato i loro sogni in realtà. E tu, che sogni hai? Li hai ancora, o li hai persi per strada, sotterrandoli sotto il tran tran quotidiano, perché pensi che tanto non ce la farai mai? Rimarranno per sempre sulle nuvole, o hai un progetto chiaro per calarli nella tua vita?

Il coraggio di rischiare

Ti capita di crogiolarti in una situazione – professionale, familiare, sociale – che non ti piace? Di persistere in una condizione che non ti piace, che ti procura sofferenza e disagio, ma da cui ti rifiuti, consciamente o meno, di uscire? Sei in buona (si fa per dire…) compagnia: abbiamo tutti paura del cambiamento. Perché temiamo l’ignoto: “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non quel che trova…” Ma così facendo si resta sempre al palo. Serve il coraggio di rischiare. Un coraggio che non sia incoscienza (le scelte vanno ponderate bene), ma che esprima la tua forza morale.

Fidati del tuo istinto

Ci sforziamo di essere logici, razionali. Ma le nostre decisioni più importanti vengono prese a livello emotivo. Pensaci: quando ti innamori non segui il cervello, bensì il cuore. Ma anche quando scegli una facoltà universitaria, o un lavoro, è spesso l’istinto a farti propendere per una soluzione anziché per l’altra. Ed è giusto che sia così. Gli scienziati (quindi persone razionali…) hanno dimostrato che è più facile sbagliare sforzandosi di essere logici piuttosto che affidandosi all’istinto. Incontri qualcuno per la prima volta: c’è qualcosa in lui che non ti piace, ma ti dici che prima di giudicarlo devi conoscerlo. Quindi accantoni la prima impressione. Salvo poi, col tempo, accorgerti che era quella giusta…

Focalizzati sulla meta, la raggiungerai

Otteniamo ciò su cui ci focalizziamo. Le persone che si piangono addosso si concentrano su sfortune e disgrazie. E ne ottengono altre. Le persone ottimiste non chiudono gli occhi di fronte alle cose che vanno storto: cercano di raddrizzarle. Ma soprattutto non di distraggono dal loro obiettivo. E alla fine lo raggiungono. Perché è come guidare una macchina: se non tieni lo sguardo ben fisso verso la direzione in cui vuoi andare rischi di finire fuori strada. Se vuoi girare a destra o a sinistra, comincia a guardare in quella direzione; se vuoi  fare la retromarcia comincia a guardarti alle spalle. E’ lo stesso nella vita. Non puoi tagliare un traguardo se non lo hai costantemente davanti agli occhi.