Il cambiamento: rischio o opportunità?

Abbiamo paura del cambiamento. Perché temiamo l’ignoto. Pensa all’adagio popolare: “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non quel che trova”. Eppure, se ci pensi, tutto ciò che di buono ti è capitato è scaturito da un cambiamento: un nuovo lavoro, la nascita di un figlio, un amore, un’opportunità…  La vita è piena di cambiamenti. Temerli ci mette sulla difensiva, in posizione di chiusura. E ci impedisce di vederli oggettivamente e coglierli in tutto il loro potenziale positivo. Che spesso esiste. Anche se è difficile notarlo.

Sfrutta al meglio le vacanze

Le vacanze possono essere un momento di bilanci, in cui verificare cosa funziona e cosa no nella nostra vita. Con calma, magari in riva al mare, passa in rassegna i tuoi obiettivi. Verifica quali stanno andando in porto e quali sono rimasti al palo. E decidi quali modifiche apportare. Le decisioni più importanti si devono prendere quando si è tranquilli: perché devono essere ben ponderate. Quindi le ferie sono il periodo ideale. Lo sono anche per introdurre nella tua vita novità positive: come quella di dedicare mezz’ora al giorno per leggere un libro. O per praticare sport. I giorni di vacanza servono per trasformare nuove azioni in abitudini. Di cui, anche tornato alla solita vita, non vorrai più fare a meno.

 

Dedica le tue azioni alla persona che ami

Tutti abbiamo alti e bassi. Momenti in cui spaccheremmo il mondo e altri in cui siamo noi a sentirci a pezzi. Ma tutti abbiamo alcune persone cui teniamo moltissimo. Ci teniamo sempre, indipendentemente dal nostro umore. Possono essere nostro figlio; il nostro partner; nostra madre. Nei momenti di difficoltà possiamo trarre forza e determinazione pensando alla persona amata. Tenendola davanti agli occhi. Dedicandole i nostri sforzi, le nostre azioni. Ci aiuterà a farle meglio. Con più grinta. E con più amore. Se sei credente puoi dedicare il tuo impegno a Dio.

Prenditela solo per le cose importanti

Vale (forse) la pena di prendersela soltanto per le cose davvero importanti. Ma spesso ci arrabbiamo, ci abbattiamo, soffriamo per sciocchezze. Per cose che al momento sembrano gravi, ma che presto ci appaiono per quello che sono: inezie. Come un contrattempo, uno sgarbo, una multa. Chiediamoci: tra sei mesi me ne importerà ancora qualcosa di questo problema? Se la risposta è sì e intanto mi sto rodendo il fegato, poniamoci una seconda domanda: perché aspettare così tanto? Perché non smettere di starci male subito, adesso?