La fortuna serve. Ma devi essere la persona giusta.

Spesso si pensa che il successo sia dovuto a un colpo di fortuna: ci si è trovati nel posto giusto al momento giusto.
Certo, la fortuna serve. Soprattutto alla nascita. Se nasci in Somalia sei meno fortunato di chi nasce in Italia. Se nasci nei Quartieri Spagnoli di Napoli sei meno fortunato di chi nasce in via Montenapoleone a Milano. Se nasci senza braccia né gambe sei meno fortunato di chi nasce con il corpo integro. Ma credo anche che la nostra fortuna, in larga misura, ce la costruiamo noi. Serve, eccome, trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ma in quel momento devi essere la persona giusta. Una persona che sa vedere e cogliere l’opportunità. E che la le capacità, e la voglia, di svilupparla e farla crescere. Altrimenti puoi trovarti dove vuoi, quando vuoi, ma non serve a niente.

L’imprenditore terremotato

Al tigì un imprenditore emiliano si dispera: “Ho dedicato tutta la mia vita al lavoro. Solo lavoro, nient’altro che il lavoro. Mai un giorno di vacanza, ho trascurato  famiglia e amici. Ora il terremoto ha distrutto la mia fabbrica. E non ho più niente e nessuno”.
Ho profondo rispetto per chi si impegna così tanto sul lavoro. E mi dispiace molto per lui. Credo tuttavia che non abbia saputo bilanciare la vita professionale con quella personale. La vita non può ridursi al solo lavoro. Perché non siamo solo lavoratori. Siamo anche genitori, figli, partner, amici. E chi ti ama ti sostiene nei momenti difficili. Che arrivano sempre. Sotto forma di un terremoto, di una malattia, di una disgrazia. Se quel signore avesse dedicato più spazio agli affetti, forse ora non si ritroverebbe solo e disperato.