Mario Furlan, life coach – Chi s’accontenta… non gode!

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, docente universitario di Motivazione e crescita personale

Chi s’accontenta, gode? Mica vero! Stai facendo l’amore, chiedi al partner se sta godendo e la risposta è “M’accontento”. Come ci rimani?
Certo, non bisogna pretendere l’impossibile. Ma non bisogna nemmeno accontentarsi: troppo spesso è un alibi per non andare oltre il minimo sindacale. E dal momento che ciascuno di noi si sente realizzato solo con la consapevolezza di avere ottenuto tutto il possibile, accontentarsi del minimo è una ricetta sicura per la frustrazione.
Quindi… non accontentarti, e punta al massimo! Forse non lo raggiungerai. Ma se punti molto in alto, è probabile che arriverai abbastanza in alto. Mentre se punti in basso, arriverai rasoterra!

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Mario Furlan, life coach – Si può sempre fare meglio, ma…

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, docente universitario di Comunicazione efficace, leadership e management

Si può sempre fare meglio: è evidente. Ma il meglio è nemico del bene. E il perfezionismo non deve trasformarsi in paura che ci impedisce di fare il primo passo, oppure in scusa per non fare nulla.
Legge sulle unioni civili: si poteva fare meglio. Certo, ma intanto si è cominciato a fare qualcosa. Riforma costituzionale: si poteva fare meglio. Sicuramente, ma intanto si è posto mano alla questione. Vale per la politica come per la nostra vita privata. Ascolta tutti e cerca di fare tutto ciò che puoi, ma non lasciarti scoraggiare da chi alza il ditino perché si poteva fare meglio. Criticare è facile, fare è difficile. E spesso i criticoni, tanto bravi a sottolineare cosa andava cambiato, non hanno mai fatto nulla.

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Raffaele Longo: “Così valorizziamo le unicità di Sant’Ambroeus”

Raffaele Longo, General manager di Sant'Ambroeus

Raffaele Longo, General manager di Sant’Ambroeus

Raffaele Longo, 51 anni, è il General manager di Sant’Ambroeus, storico e prestigioso bar milanese, a due passi da Piazza San Babila. Il prossimo 7 giugno saranno 80 anni che è il crocevia di ghiottoni, gente che conta e innamorati della raffinatezza. “Qui sono di casa la famiglia Moratti e la famiglia Dompé; l’editore Urbano Cairo usa i nostri locali come ufficio; il creatore di Striscia La Notizia, Antonio Ricci, è un habituè” dice con orgoglio.
Longo vanta una straordinaria carriera nel mondo della ristorazione. Ha lavorato per vent’anni all’hotel Principe di Savoia, prima come responsabile delle sale private, poi del food and beverage; e da tre mesi dirige un altro simbolo della Milano dell’alta gastronomia e del lusso, appunto il Sant’Ambroeus. “Mi hanno chiamato i proprietari, la famiglia Festorazzi, per rilanciarlo – spiega. – Allora ho portato qui i migliori fornitori del Principe di Savoia. Abbiamo un’attenzione maniacale per la qualità, anche se si tratta di una michetta di pane. La freschezza innanzitutto, e poi l’unicità del prodotto: pensi che il nostro pasticciere, Luciano Vismara, lavora qui da ben 56 anni, e c’è gente che viene apposta per fotografare le sue torte monumentali!”
Un altro elemento fondamentale è la cura dei dettagli. E il rapporto con il cliente. “Il milanese pretende un servizio di prima classe, anche se vuole spendere poco – dice Longo. – E noi lo facciamo mangiare e bere in uno spazio speciale, una seconda casa. Dobbiamo capirlo al volo: capire se parlargli o no, se fare o no la battuta spiritosa, a seconda del suo stato d’animo. E dobbiamo far sì che ogni minuto che passa con noi sia indimenticabile. Compreso come gli viene servito il caffè”
Secondo Longo “ci sono tanti locali belli, ma a molti manca il cuore. Noi, invece, lo mettiamo tutto. Il cliente lo coccoliamo; da noi trova calore umano e vera tradizione milanese. Ci sono figli che ci frequentano perché qui ci venivano i genitori, e prima ancora i nonni…”
Nel migliore spirito della solidarietà ambrosiana, il Sant’Ambroeus aiuta chi ha bisogno. A Natale dona panettoni ai City Angels, e a Pasqua uova e colombe. Perché anche questo, come sottolinea Longo, significa essere milanesi doc.

 

Mario Furlan, life coach – Come far cambiare opinione

Mario Furlan, life coach - Copertina del libro "Tu puoi!"

“Tu puoi!”, uno dei due best-seller di Mario Furlan (l’altro è “Risveglia il campione in te!”)

Se non sei più un ragazzino, avrai imparato che è quasi impossibile indurre qualcuno a cambiare opinione, qualunque sia l’argomento in discussione: politica, religione, calcio… E avrai imparato che è totalmente impossibile fargli cambiare opinione con uno scontro frontale, attaccando le sue idee. Perché a quel punto entra in gioco l’ego: anche se capisco che tu hai ragione, e io ho torto, non lo ammetto perché ammetterlo significherebbe perdere il match.
Per portare qualcuno dalla tua parte non sfidarlo, ma trova invece punti di contatto. Se ci sono argomenti sui quali la vedete allo stesso modo, sottolinealo. E falli sembrare più importanti di quelli dove invece c’è un contrasto. E se capisci di avere torto, e sei abbastanza coraggioso, ammettilo: lo fanno pochissimi, farai un figurone!

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Mario Furlan, life coach – Ama le sconfitte!

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Mario Furlan, life coach e docente universitario di Motivazione e crescita personale

Amiamo i nostri successi. E odiamo i nostri insuccessi. E’ normale. Ma è sbagliato. Perché i successi sono spesso la conseguenza di fallimenti: grazie a loro abbiamo imparato la lezione.
Le sconfitte sono ben più numerose delle vittorie: sul lavoro, nella vita privata, nello sport. Vergognarci di loro, nasconderle, rinnegarle equivale a celare una parte di noi. A non accettarci per come siamo.
Impariamo, quindi, ad accettare i nostri smacchi. E a non viverli come tragedie, bensì come occasioni di crescita. Perché impariamo più dalle cadute che dai trionfi: nei momenti di gioia esultiamo, in quelli di dolore riflettiamo. Ed è proprio questa riflessione che spesso prepara le vittorie future.

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Muji Italia, una storia di successo

Kenta Horiguchi, Presidente di Muji Italia

Kenta Horiguchi, Presidente di Muji Italia

MUJI è stata fondata nel dicembre 1980 come parte di The Seiyu, Ltd. All’inizio contava solo 40 prodotti, di cui 9 dedicati ad articoli per la casa e 31 al food. Nel 1981 l’azienda inizia a vendere prodotti di vestiario e nel 1989 MUJI passa sotto il controllo del gruppo Ryohin Keikaku Co. Ltd, fondato come società indipendente da The Seiyu, Ltd. In quanto produttore e rivenditore di MUJI, il gruppo progetta, produce e distribuisce i prodotti MUJI, che oggi contano oltre 7,000 articoli per casa, abbigliamento, accessori per l’ufficio e da viaggio, elettronica e skincare.

Dall’apertura del suo primo store MUJI Aoyama nel 1983, MUJI si è espanso in maniera costante ed è ora una realtà con all’attivo 758 punti vendita (56 in più rispetto al 2015) in 26 Paesi.

Scopo di MUJI, infatti, è quello di portare nel mondo la propria filosofia, ben espressa dal nome completo MUJIRUSHI RYOHIN, che significa “no brand, quality products” e che riprende i tre principi cardini su cui si fonda questa realtà: ricerca di materie prime di qualità, controllo dei processi di produzione, utilizzo di packaging semplici.

Questo approccio nasce dalla volontà di creare prodotti che siano semplici e pratici e necessari alla vita quotidiana. MUJI lavora tenendo in considerazione le esigenze dei propri clienti, con l’obiettivo di aiutarli a vivere una vita piacevole, offrendo semplicità, bellezza e armonia in ognuno dei propri articoli.

Per il 2016 MUJI ha deciso di puntare la propria attenzione all’Europa e nello specifico all’Italia, con un programma di ristrutturazioni e rinnovamento che coinvolgerà tutti gli store. La prima tappa di questo percorso ha visto Milano al centro del progetto, con la ristrutturazione dello store di Corso Buenos Aires che, con l’aggiunta di un piano, una superficie totale di 948.56 m2 e un’offerta di 2.500 prodotti, è ora il flagship store MUJI più grande a livello europeo e italiano.

La scelta dell’Italia, e nello specifico di Milano, è stata dettata dal fatto che Milano è una città cosmopolita che attrae più di sei milioni di turisti e businessmen all’anno. Milano è anche la capitale della moda, ma soprattutto del design. Aspetto, quello del design, a cui MUJI tiene particolarmente per lo sviluppo di tutte le proprie linee di prodotti. Inoltre, lo store MUJI di Corso Buenos Aires, inaugurato nel dicembre 2004, è stato il primo store aperto in Italia ed è quindi il primo a presentare il nuovo format degli store MUJI, già presenti in altre città come New York e Shanghai.

Per creare un ambiente unico, dove i clienti possano immergersi completamente nella filosofia MUJI, lo store di Corso Buenos Aires è stato ristrutturato utilizzando diversi materiali per i complementi d’arredo e per l’architettura di ogni piano: legno, vetro, ferro, sabbia e mattoni, con un’attenzione particolare all’impiego di materiali naturali e riciclati e un forte richiamo alla natura e agli elementi base della nostra vita.

Non solo. La filosofia di MUJI si respira in ogni angolo dello store. Appena entrati si viene accolti da un ambiente di urban background di mattoni beige e da un originale “totem” dedicato a uno dei pensieri cardine della filosofia MUJI, “What is MUJI?”; MUJI è scelta di materie prime di qualità; controllo, miglioramento e razionalizzazione dei processi di produzione; studio di un packaging semplice ed essenziale, che sottolinea la naturalezza dei colori e delle forme dei vari prodotti.

Tante sono poi le novità introdotte per la prima volta in Italia: l’Aroma Labo, un’area dove è possibile mixare gli oli essenziali per la casa e creare le proprie fragranze preferite; la zona dedicata ai bambini, con la nuova “piazzetta” realizzata in legno dove potranno giocare mentre i genitori effettuano i propri acquisti; i libri, con una selezione di 200 titoli su temi come la cucina, i viaggi, il design, il giardinaggio, ecc.

Altra new entry è la selezione di prodotti Found MUJI, una linea che comprende oggetti artigianali di uso quotidiano provenienti da tutto il mondo e caratterizzati da una lunga storia di utilizzo nella propria area locale. MUJI seleziona questi prodotti, li adatta in base ai cambiamenti culturali, al modo di vivere e ai costumi attuali, per riproporli sul mercato a prezzi accessibili. Per il lancio dello store, MUJI propone ai clienti oggetti originali della tradizione svedese e cinese, che in futuro potranno essere sostituiti o a cui si potranno aggiungere prodotti provenienti da altri Paesi del mondo. Entro i prossimi due anni sarà invece possibile trovare oggetti dedicati alla tavola italiana.

Un’ampia zona è poi dedicata ai mobili e ai complementi d’arredo. Quest’area ben rappresenta il concetto “Compact Life” di MUJI, cioè la visione di una vita piacevole e senza complicazioni. MUJI desidera mettere a disposizione dei propri clienti prodotti versatili progettati per offrire solo ciò che è davvero necessario, per sistemare i propri oggetti, libri e vestiti all’interno di mobili che li possano accogliere senza spreco di spazio e secondo la propria personalità.

Ma le novità non finiscono qui. A breve sarà possibile trovare anche a Milano gli esclusivi tè MUJI, da gustare per strada e disponibili in cinque varianti. Da giugno partiranno poi una serie di eventi, che saranno di volta in volta dedicati a una delle aree dello store, allo scopo di mantenere una relazione continua con i clienti e di permettergli di provare in prima persona i prodotti MUJI e di conoscere da vicino come ognuno di questi viene realizzato.