Mario Furlan, life coach – A cosa serve il dolore

Solutidine, la poesia di Ella Wheeler

Solutidine, la poesia di Ella Wheeler

Il dolore: vorremmo evitarlo, ma non possiamo. Fa parte della vita. E, comunque, serve.
Serve a farci riflettere. E maturare. Quando tutto va bene, tendiamo ad essere superficiali: perché prenderci la briga di pensare? Sono le batoste, invece, a farci fermare. Per capire dove stiamo sbagliando. O per spingerci a soffermarci sul significato delle tragedie che ci colpiscono: la morte improvvisa di una persona cara, una malattia, una catastrofe.
Inoltre il dolore serve a stringere legami. Soffrire insieme crea una relazione molto più forte del gioire insieme. Festeggiare insieme genera un’unione superficiale; piangere insieme forgia un legame assai più profondo. Perché è soprattutto attraverso la sofferenza condivisa che si crea empatia tra le persone. E che i popoli si stringono nell’unità. Sono, che piaccia o no, le guerre, le catastrofi, i drammi a rimanere vivi nella coscienza collettiva. E a farci sentire nazione.
Nella sua poesia Solitudine (1883), la poetessa americana Ella Wheeler Wilcox scrive che “quando ridi, l’intero mondo ride con te. Quando piangi, piangi da solo”. E’ vero. E per questo il dolore comune cementa unioni che possono durare per tutta la vita.

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