Cinque tecniche di difesa personale femminile che ogni donna dovrebbe conoscere

Ecco le migliori soluzioni di autodifesa per le donne

La sicurezza personale è una priorità per tutti, ma per le donne la difesa personale è cruciale. Con l’aumento delle preoccupazioni per la sicurezza, è essenziale che le donne abbiano accesso alle migliori tecniche di autodifesa per proteggersi in situazioni pericolose. Ecco 5 tecniche di difesa personale femminile che ogni donna dovrebbe conoscere, per sentirsi più sicura e fiduciosa nelle proprie capacità di autodifesa.

  1. Wilding: La forza della sicurezza femminile 
    Il Wilding è un sistema di autodifesa sviluppato da Mario Furlan, fondatore dei City Angels. E’ noto per la sua efficacia nelle situazioni reali, dal momento che è stato sperimentato nella realtà della strada.
    Infatti questa disciplina si concentra soprattutto sulla prevenzione e sull’evitare di trovarsi in situazioni pericolose. Inoltre si basa sull’utilizzo efficiente del corpo come strumento di difesa, piuttosto che sulla forza fisica. Pertanto le donne possono imparare rapidamente a difendersi utilizzando le tecniche semplici ma potenti del Wilding, rendendolo un’opzione ideale per la difesa personale femminile.
  2. Jiu-jitsu brasiliano: L’arte della sottomissione 
    Il jiu-jitsu brasiliano è un’arte marziale che si concentra sull’arte della sottomissione e della difesa a terra. Le donne possono trarre benefici da questa forma di autodifesa, poiché molte aggressioni possono finire a terra.
    Con il jiu-jitsu brasiliano, le donne imparano a utilizzare le leve per neutralizzare un avversario più grande e più forte. Questo rende tale arte marziale un’opzione per la difesa personale femminile. Inoltre le donne apprendono a gestire il contatto fisico, che manca in altre discipline.
  3. Pepper spray: Un’arma non letale per la difesa personale femminile 
    Il pepper spray è un’opzione popolare per la difesa personale femminile. Questo spray irritante può temporaneamente accecare e disorientare l’aggressore, fornendo alla vittima preziosi secondi per fuggire o chiedere aiuto.
    È importante, tuttavia, che le donne ricevano la formazione adeguata sull’uso sicuro del pepper spray per massimizzarne l’efficacia.
  4. Consapevolezza situazionale: Il primo passo verso la sicurezza 
    La consapevolezza situazionale è fondamentale per la difesa personale femminile. Essere consapevoli dell’ambiente circostante e riconoscere i potenziali pericoli può aiutare le donne a prevenire situazioni pericolose. E questo prima che si verifichino.
    Le donne dovrebbero quindi imparare a fidarsi dei propri istinti. E ad evitare luoghi o situazioni che sembrano poco sicure.
  5. Formazione continua: Investire nella propria sicurezza 
    La formazione continuativa è essenziale per mantenere le capacità di autodifesa femminile. Proprio per questo le donne dovrebbero considerare la partecipazione a corsi regolari di autodifesa o addestramento fisico per migliorare le proprie abilità nella difesa personale. Infatti mantenere le competenze aggiornate garantisce che le donne siano preparate per affrontare qualsiasi situazione di pericolo.

In conclusione, la difesa personale femminile è una priorità per le donne. Con l’apprendimento dell’autodifesa e la consapevolezza situazionale, le donne possono sentirsi più sicure. Ed essere quindi in grado di proteggersi in qualsiasi situazione. Investire nella propria sicurezza è un passo importante verso l’empowerment personale e la tranquillità mentale.

Con la difesa personale femminile le donne imparano ad evitare e prevenire le aggressioni
La difesa personale femminile deve essere semplice e istintiva. Così aiuta le donne a difendersi in modo efficace, e ad evitare le aggressioni.

Due nuovi membri nel team della Fondazione regionale per la ricerca biomedica

La Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), realtà di spicco nel territorio lombardo che si pone come obiettivo primario quello di valorizzare e promuovere la ricerca scientifica nel settore delle Scienze della Vita, inizia il nuovo anno con una grande novità. Entrando più nel dettaglio, il team operativo si appresta ad accogliere due nuovi membri che andranno ad integrare una squadra già rodata e, soprattutto, in continua crescita. Si tratta di Federica Albanese e Luca Finetti, entrambi di rientro dagli USA dove hanno maturato esperienze, sia universitarie sia lavorative, di grande spessore. Federica, nello specifico, vanta una grande esperienza in campo cellulare, in particolar modo nella manipolazione e differenziamento di colture cellulari staminali (iPSC) e Genome editing.“Tornare in Italia per me significa davvero molto – dichiara Albanese – Mi ritengo fortunata e, allo stesso tempo, sono emozionata, ma non vedo l’ora di mettermi in gioco all’interno di una realtà così stimolante e, soprattutto, ambiziosa come quello offerto dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica. Gli Stati Uniti, e anche il Canada, mi hanno visto crescere come professionista ed ora sono pronta e carica per dimostrare quanto imparato in quella che è e sarà sempre la mia casa, ovvero l’Italia”.

Dall’altra parte, ecco Luca, ricercatore nell’ambito della biologia molecolare e fisiologica applicata all’entomologia: “Rientrare in Italia, considerando tutto quello che è stato in merito al tema fuga di cervelli, fa quasi scalpore. Di FRRB mi ha colpito fin da subito la volontà di emergere e far sentire la propria voce e la propria vocazione, ovvero l’importanza della ricerca a 360°. Dopo anni trascorsi tra Stati Uniti e Canada, che saranno sempre una seconda casa per me, ho avvertito il desiderio di tornare in Italia per mettermi in gioco, ma non solo. Voglio mettere in pratica quanto appreso nel corso degli anni precedenti e aiutare i miei futuri colleghi a far crescere quella che, al giorno d’oggi, è una realtà punto di riferimento nel proprio settore”. A livello di aggiornamenti prettamente corporate, in casa FRRB sono previsti anche ulteriori ingressi in vista delle prossime settimane vista la grande mole di progetti e iniziative in fase di organizzazione e sviluppo nel corso dell’anno corrente.

Federica Albanese e Luca Finetti

Come non essere più schiavi del telefonino

Nel mondo moderno, i telefoni cellulari sono diventati una parte essenziale della nostra vita quotidiana. Tuttavia, questa dipendenza dagli schermi può intrappolarci in un ciclo senza fine di notifiche e distrazioni, impedendoci di godere appieno del momento presente. Se vuoi ritrovare la tua libertà e liberarti dall’assillo del telefono, segui questi 10 consigli pratici.

  1. Imposta dei Limiti di Utilizzo: Usa le funzioni di controllo del tempo sul tuo telefono per impostare limiti giornalieri sull’uso delle app più distrattive. Ciò ti aiuterà a mantenere una relazione più sana con il dispositivo.
  2. Pratica il Digitox: Dedica periodi della tua giornata al “digitox”, spegnendo completamente il telefono per un’ora o più. Questo ti permetterà di riconnetterti con te stesso e con il mondo reale.
  3. Crea Spazi Senza Tecnologia: Stabilisci zone della tua casa o del tuo ufficio dove è proibito l’uso del telefono. Questi spazi liberi da tecnologia favoriranno la concentrazione e la comunicazione faccia a faccia.
  4. Coltiva Interessi Offline: Trova attività che ti appassionano al di fuori del mondo digitale, come lo sport, l’arte o la lettura. Investire il tempo in queste attività ti aiuterà a ridurre l’uso del telefono e ad ampliare i tuoi interessi.
  5. Pratica la Consapevolezza: Quando usi il telefono, fallo in modo consapevole. Focalizzati sull’obiettivo specifico dell’uso e evita di cadere nella trappola delle scorribande senza scopo su internet.
  6. Promuovi la Conversazione Faccia a Faccia: Preferisci incontrare le persone di persona anziché comunicare solo attraverso messaggi di testo o social media. Le conversazioni faccia a faccia sono più significative e soddisfacenti dal punto di vista sociale.
  7. Limita le Notifiche: Riduci al minimo le notifiche sul tuo telefono, mantenendo solo quelle essenziali. Questo ti aiuterà a evitare di essere costantemente distratto da segnali acustici e visivi.
  8. Stabilisci un’ora del Silenzio Digitale: Ogni giorno, dedicati a un’ora di silenzio digitale in cui metti il telefono in modalità aereo o lo spegni completamente. Utilizza questo tempo per la riflessione, la meditazione o la lettura.
  9. Favorisci l’Autocontrollo: Sii consapevole dei tuoi impulsi verso il telefono e pratica il autocontrollo. Resistere alla tentazione di controllare costantemente il telefono ti renderà più padrone della tua vita digitale.
  10. Cerca Supporto: Se ritieni di avere una dipendenza grave dal telefono, non esitare a cercare supporto da parte di amici, familiari o professionisti. Affrontare la dipendenza con l’aiuto degli altri può rendere il processo più efficace e gratificante.

Seguendo questi semplici consigli, puoi liberarti dalla schiavitù del telefono e riscoprire la gioia e la libertà della vita offline. Sii il padrone del tuo dispositivo, non il suo schiavo, e riappropria il controllo della tua vita digitale.

Su Facebook  i consigli del life coach e business coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Il life coach Mario Furlan spiega 10 strategie per liberarsi dalla dipendenza dal telefonino
Segui queste 10 regole per non essere più schiavo del telefonino!

La nuova app di 3B Meteo per leggere meglio le previsioni del tempo

In un’epoca in cui i cambiamenti climatici stanno via via modificando le abitudini della popolazione globale, ad esempio a causa di eventi atmosferici sempre più intensi e brusche variazioni di temperature anche fuori stagione, diventa sempre più importante la corretta interpretazione delle previsioni del tempo per incrementare la consapevolezza delle scelte fatte durante la propria quotidianità nell’ottica di prepararsi al meglio alla variabilità del meteo e ad eventi che possono diventare anche pericolosi. Il livello di confidenza e conoscenza di questi strumenti però non sembra raggiungere livelli adeguati ad affrontare eventuali imprevisti. I dati sono preoccupanti: da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica di meteorologia britannica Meteorological Applications, redatta dall’autorevole Royal Meteorological Society, emerge che gli utenti europei adotterebbero misure preliminari solo a un livello di probabilità della previsione di almeno il 60% e che il 55% dell’utenza non si senta pienamente competente rispetto a questioni quali il contesto delle previsioni e la loro interpretazione. Ma come è possibile affrontare questa problematica? Essendo, sempre secondo la rivista, le applicazioni e i siti web gli strumenti più utilizzati dagli europei per fruire delle previsioni del tempo, gli esperti del settore si stanno mettendo all’opera per migliorare un servizio che può concretamente aiutare le persone a organizzare le proprie giornate evitando situazioni di difficoltà a causa del meteo avverso. In linea con il trend, 3BMeteo ha deciso di rinnovarsi introducendo non solo nuove funzionalità su app e sito, ma anche un nuovo modo di comunicare le previsioni e interfacciarsi con l’utenza, nell’ottica di renderla maggiormente consapevole: il punto di forza dei nuovi servizi della società leader nell’ambito della meteorologia nell’era dei cambiamenti climatici è la valorizzazione del contributo degli esperti. Infatti nel backstage di 3BMeteo non operano solo algoritmi e tecnologie avanzate, ma un team di ben 20 meteorologi che, ogni giorno, sviluppano una previsione e decidono cosa sia meglio mostrare agli utenti.

Questo aspetto è particolarmente importante considerando che, secondo un recente studio condotto da YouGov, il 53% degli americani si prepara agli eventi meteorologici comunicati, ma buona parte dell’utenza non è in grado d’interpretare correttamente le previsioni, soprattutto in caso di maltempo. “Il nostro obiettivo è proprio superare la comunicazione di dati meteo standard, tutti uguali indipendentemente dal giorno di previsione e dalla complessità della situazione meteo – spiega Massimo Bettinelli, CEO di 3BMeteo – Ogni giorno è una storia a sé: ci sono giorni in cui un meteorologo può fornire all’utenza dati dettagliati con alta attendibilità, altri in cui ciò non è possibile, salvo rischiare di dare aspettative poco solide. E così saranno i meteorologi a decidere ogni giorno a quale livello di dettaglio fornire le informazioni meteo, affinché gli utenti possano usarli con consapevolezza per effettuare le proprie scelte”.

Ma nel concreto quali sono le principali novità dell’app e del sito di 3BMeteo? La prima consiste nell’introduzione dell’etichetta “Previsione complicata”. I dettagli della previsione variano a seconda della sua complessità e qualora il meteorologo non sia in grado di fornire con una buona attendibilità il dettaglio della previsione ora per ora non lo farà. Tuttavia, l’utenza potrà beneficiare di un altro servizio di alto livello: infatti, la previsione sarà corredata da un commento del meteorologo che fornirà agli utenti spiegazioni sui possibili scenari e sul perché la previsione risulta soggetta a potenziali criticità. La seconda novità, invece, è legata all’etichetta “Previsione in rielaborazione”. Le previsioni, infatti, si aggiornano in modo rapido, spesso repentino, e tale dicitura comparirà qualora il meteorologo ritenga necessario oscurare una previsione fintanto che il suo aggiornamento non sarà ultimato e validato. Inoltre, verrà indicato l’orario da cui la previsione sarà nuovamente consultabile, contestualmente a un commento del meteorologo che spiegherà all’utente la novità intercorsa che ha reso necessario un riaggiornamento complessivo della previsione. Infine, la terza innovazione riguarda le previsioni oltre i 7 giorni: queste non potranno essere uguali a quelle dei giorni più prossimi, dunque, 3BMeteo ha deciso di eliminare i dettagli orari e fornire una previsione giornaliera con la distribuzione temporale delle eventuali precipitazioni. Inoltre, l’utente troverà una serie di informazioni storiche e statistiche più utili come la temperatura minima e massima media e gli estremi di temperatura registrati negli ultimi 15 anni, periodo in cui i cambiamenti climatici hanno stravolto l’ambiente. Per tenere conto di essi e averne consapevolezza, la società ha aggiunto anche un indicatore che esprime le anomalie di temperatura rispetto al valore medio atteso per il periodo, oltre a diversi dati astronomici come effemeridi e ore di luce. Le nuove funzioni si sommano ad altre già introdotte negli ultimi anni, come l’aver mostrato a tutti gli utenti l’evoluzione radar nella schermata principale delle previsioni con l’obiettivo di educare l’utente alla lettura più corretta dell’informazione meteorologica.

Umberto Gonnella (101 Caffè): ecco la nostra storia di successo

Umberto Gonnella, Ceo di 101 CAFFE’: com’è nato il progetto?

Il progetto 101 CAFFE’ è nato nel 2010, anno in cui stavo studiando il mondo del franchising che ha sempre suscitato in me un certo interesse. In quell’anno osservavo inoltre il fenomeno Nespresso che apriva i suoi negozi monomarca, pur essendo Nestlè votata alla grande distribuzione. Un giorno di quell’anno mia madre, durante una conversazione, sosteneva che Nespresso fosse un marchio italiano. Rimase piuttosto delusa quando dovetti mostrarle che si trattava di un brand svizzero, che con la sua efficacissima pubblicità era riuscito a persuadere milioni di persone  sull’italianità di quel prodotto. Devo dire che questa conversazione con mia madre mi fece riflettere e mi convinse a procedere con quella che da tempo era la mia idea: riappropriarci della maternità italiana dell’espresso, anche quando in capsule. Iniziai ad immaginarmi un negozio in cui i clienti potessero scegliere tra tanti, tantissimi  tipi di caffè per la propria macchina (di qualsiasi marca e modello). Pensavo…vorrei oltre 100 caffè, più quello particolare per quel cliente molto esigente. 101, appunto!

Decisi così di partire con il mio progetto “101 CAFFE’ “ e cominciai  a collaborare con alcune torrefazioni di eccellente qualità (ai tempi pressoché sconosciute al grande pubblico nazionale) vendendo i loro caffè in cialde e capsule nel mio primo negozio pilota. Lanciai così il concept store con insegna 101 CAFFE’ e dopo un paio d’anni decisi di creare anche i prodotti con lo stesso brand (101 CAFFE’ appunto), con il contributo di alcune torrefazioni artigianali di eccellente qualità localizzate in varie zone d’Italia, da nord a sud, che diedero fiducia a me ed al mio progetto. Oggi i negozi 101 CAFFE’ sono conosciuti per l’offerta vastissima di caffè ed altre bevande, da erogare con le macchine da caffè più diffuse sul mercato. Questa è in breve la storia di 101CAFFE’  Mario… Come sempre, tutto nasce dalla mamma…

Cos’è cambiato in questi anni?

Quando 101 CAFFE’ ha esordito eravamo, come si suol dire, “quattro amici al bar”. Nel 2017 ci siamotrasferiti in un capannone di 4000 mq a Buccinasco. Una parte del mio team è cresciuta insieme a 101 CAFFE’, benchè come sai la crescita di un’azienda presenta anche difficoltà ed ostacoli  che talvolta implicano scelte sofferte, per il bene dell’azienda e di tutti coloro che da essa traggono beneficio, primi tra tutti i collaboratori e gli Affiliati in franchising (che oggi sono più di 200 tra Italia ed estero),

Parlando di sostenibilità, quali sono le vostre iniziative in questo ambito?

Oggi il mercato del caffè in cialde e capsule è molto diverso rispetto ad un paio di anni fa ma al tema della sostenibilità noi di 101 CAFFE’ abbiamo iniziato a dedicare attenzione ed investimenti ancora prima del Covid.

Innanzitutto abbiamo ideato, già nel 2015, un sistema di packaging totalmente biodegradabile: sacchetti in carta riciclabile stampati con inchiostri dall’ impatto ambientale simile a quello di un acquerello. Dal 2018 abbiamo iniziato a far produrre le prime capsule biodegradabili 101 CAFFE’, compatibili con le macchine più diffuse sul mercato. Tuttavia i costi di questi materiali erano molto alti rispetto ad oggi ed il pubblico non era pronto a spendere un po’ di più per un caffè per salvaguardare l’ambiente.

Prima della pandemia ci siamo concentrati sulla creazione di un nuovo sistema macchina-capsula completamente compostabile e lo abbiamo chiamato ETHICAP.. In pratica la macchina Ethicap è stata progettata pensando nello specifico all’utilizzo di capsule prodotte con fibre compostabili.

La linea Ethicap è stata lanciata nel 2020 come risposta di 101 Caffè al grande tema della sostenibilità che si è posto in modo deciso in concomitanza con la pandemia.

Si tratta di capsule ad alto dosaggio con cui il consumatore può fare dal caffè espresso a quello molto lungo all’americana, con un’unica capsula, fatta appunto di materia completamente biodegradabile, pertanto una volta usata la capsula Ethicap può essere buttata nell’umido, come una buccia d’arancia.

Per le bevande solubili invece, come cioccolata, ginseng, Nocciolino etc, abbiamo creato capsule Ethicap interamente in plastica (senza parti in alluminio o altro materiale) e possono quindi essere smaltite nella plastica domestica. A parte il tema della sostenibilità ambientale, cerchiamo di contribuire, nel nostro piccolo, alla causa di alcune importanti associazioni di volontariato attive nell’aiuto alle persone più bisognose (in particolare ai senza tetto), tra cui i meravigliosi CITY ANGELS, veri angeli della nostra città, Con i caffè di 101 Caffè cerchiamo di sostenere qualche momento di normalità agli ospiti delle loro strutture, persone che nella loro sventura, hanno avuto la fortuna di incontrare voi.

Quali sono i vostri piani per il futuro di 101 Caffè?

Contiamo molto sul sistema Ethicap per lo sviluppo di 101 Caffè, molto amato dai nostri clienti sia in Italia che all’estero. Con Ethicap proseguiremo lo sviluppo del marchio, sia per quanto riguarda i negozi di caffè sia delle caffetterie, mantenendo sempre alti standard di qualità e sostenibilità e dando sempre più stabilità e benessere a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, giovano del buon andamento della nostra azienda,

Umberto Gonnella, Ceo di 101 Caffè
Umberto Gonnella, Ceo di 101 Caffè

Come superare i momenti di stallo e ritrovare la tua direzione

I momenti di stallo sono parte del percorso di crescita personale, ma possono essere superati con il giusto approccio. Scopri come affrontare i periodi di stagnazione e trovare una nuova direzione nella vita.

Accettare i momenti di stallo è il primo passo verso il cambiamento positivo. Riconoscere i tuoi sentimenti e accettarli senza giudizio ti permette di affrontare il periodo di incertezza con serenità. Rifletti quindi sui tuoi obiettivi e interessi personali per trovare nuove passioni e sfide che possano rinvigorirti. Questo processo di auto-riflessione ti aiuterà a individuare una nuova direzione da seguire.

Mantieni una mentalità aperta e flessibile per esplorare nuove opportunità e cogliere le sfide che si presentano sulla tua strada. Ampliando i tuoi orizzonti, potresti scoprire nuove passioni o interessi che ti ispirano. E non avere paura di cercare sostegno e incoraggiamento da parte degli altri. Parla con amici, familiari o professionisti qualificati: possono offrirti prospettive diverse e supporto emotivo per affrontare i momenti di stallo con fiducia.

Inoltre non trascurare l’autocura durante i momenti di stallo. Prenditi del tempo per praticare attività che ti riempiono di gioia e benessere, come lo yoga, la meditazione o l’arte. L’autocura è essenziale per mantenere l’equilibrio emotivo e mentale.

Sii paziente e persistente nel tuo percorso. Superare un momento di stallo richiede tempo e impegno costante. Continua a lavorare verso i tuoi obiettivi con determinazione, e alla fine troverai una nuova direzione nella vita. Affrontare i momenti di stallo è una sfida, ma anche un’opportunità di crescita personale. Seguendo questi passaggi e mantenendo una mentalità positiva, puoi superare i periodi di stagnazione e ritrovare la tua direzione nella vita.

Su Facebook  i consigli del life coach e business coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Ecco come superare i momenti di stallo e raggiungere i tuoi obiettivi
Voi imparare a superare i momenti di stallo e raggiungere i tuoi obiettivi?

Quella volta che ho fatto una figuraccia

Erano le 22. Ero in aeroporto, sfatto dopo una giornata di seminari, in attesa di prendere il volo per tornare a Milano. Ed ero arrabbiato perché mi ero macchiato la camicia con un succo. Una donna mi guarda, perplessa. Io la guardo, infastidito. Mi chiede: sei Mario Furlan? Sì, rispondo imbarazzato. E lei: Stamattina sono stata al tuo corso di motivazione. Dicevi che dobbiamo sorridere alla vita e cercare di restare positivi qualunque cosa accada; però adesso mi sembri incazzato…

Mi sono vergognato. Mi sentivo colto in castagna: io che predico la positività mi ero fatto sorprendere con le scatole girate. Poi ci ho riflettuto. Ho pensato che siamo fragili. E che la nostra forza non sta nel pretendere di essere perfetti, ma nell’accettare serenamente le nostre imperfezioni. Che stress, cercare di essere sempre al top! Meglio essere noi stessi. E volerci bene così.

Il life coach Mario Furlan racconta di quando fece una figuraccia. E cosa imparò da quella brutta figura.
Il life coach Mario Furlan racconta di quando fece una figuraccia. E cosa imparò da quella brutta figura.

Il nutrizionista Maurizio Fiocca: “Ecco come dimagrire in salute”

Buona sera Dott. Fiocca, secondo lei quali sono le leggende o i falsi miti da sfatare sulla nutrizione?

Bella domanda! La prima leggenda da sfatare è quella di dire che i carboidrati fanno ingrassare! E’ un falso ideologico! I carboidrati sono la primaria fonte di energia per il nostro organismo, in tutto il mondo le popolazioni si sono evolute e vivono felicemente mangiando carboidrati, basti pensare al riso, a quante persone riesce a sfamare, dal medio oriente fino all’estremo oriente, nei paesi mediterranei abbiamo la pasta il farro l’orzo il pane, in africa il sorgo e il teff, nelle Americhe il mais…I carboidrati danno energia, appagano, gratificano, stimolano la produzione di endorfine e di dopamina l’ormone del piacere e della ricompensa. Non cofondiamo però i carboidrati complessi con i carboidrati o zuccheri semplici, questi ultimi hanno invece un effetto deleterio oserei dire quasi nocivo sulla salute.

Se poi ci riferiamo alle scorciatoie per dimagrire allora possiamo dire che esistono vari tipi di diete più o meno chetogeniche, che hanno come fine il mero dimagrimento, senza insegnare nulla nell’organizzazione di un pasto equilibrato idoneo al nostro benessere ed al mantenimento di una vita lunga ed in salute.

Quali sono le basi per ottenere un pasto equilibrato ed ottenere un miglioramento del benessere e del nostro stato di salute?

Come dicevo pocanzi è fondamentale inserire i carboidrati, possibilmente integrali, come pasta, pane ed altri cereali, ricordiamo che anche la frutta è ricca di carboidrati. Questi devono rappresentare circa il 50-55% del nostro fabbisogno energetico. Oltre ai carboidrati abbiamo la necessità di inserire le proteine che possono derivare dalla carne, dal pesce, dai legumi, dalle uova e dai formaggi, questi alimenti devono rappresentare nella dieta il 15-20% del fabbisogno energetico, poi rimangono i grassi, da preferire quelli di origine vegetale come l’olio di oliva, e devono rappresentare il 25-30% del nostro fabbisogno energetico, ma non basta bisogna calcolare la fibra presente nelle verdure e nella frutta e poi tutti quei micro nutrienti come vitamine, sali minerali, polifenoli, anti ossidanti ed altre sostanze fitochimiche, che concorrono e non poco al mantenimento della nostra forma fisica, del nostro benessere e della salute. Dimenticavo fondamentale è un’ottima idratazione, le reazioni all’interno del nostro organismo avvengono, per la maggior parte, in acqua! Come vede il discorso è abbastanza complesso e non può essere liquidato con alimenti si ed alimenti no!

Durante la sua pratica quotidiana lei attua delle strategie?  Ha dei metodi particolari per personalizzare i suoi piani nutrizionali?

La maggior parte delle persone che si presentano nel mio studio chiedendo, a meno che non abbiano delle patologie conclamate, una strategia che li porti a perdere peso. Ho sviluppato negli anni un percorso chiamato “Metodo Fiocca”. Sappiamo tutti che il desiderio comune è quello di dimagrire in poco tempo, il “Metodo Fiocca” ti insegna a fissare obiettivi fattibili e concreti, ti insegna a prenderti le giuste gratificazioni e soddisfazioni, ti insegna a focalizzarti sulla nuova energia ritrovata, sul miglioramento delle capacità fisiche, in una parola, il nuovo ritrovato benessere e migliorata qualità di vita, provate a chiedere ad una persona che ha fatto il percorso “Metodo Fiocca” come si sente.

Vi racconterà che ha riacquistato le energie, le forze anche mentali che pensava appartenessero solo al passato e alla gioventù! Perché il percorso viene studiato, organizzato, personalizzato ed ottimizzato per, se vogliamo definirlo con una citazione, dare vita agli anni e non anni alla vita.

Vista la sua esperienza, può raccontarci qualche suo aneddoto oppure qualche suo caso di successo?

Mi piace raccontare la storia di due miei pazienti, il primo che ha perso 30 kg.  in sei mesi e una signora che ha perso 21kg. in sette anni. Sapreste indicarmi chi dei due è andato meglio?

Vede sono tutti e due sono dei casi di successo quello che cambia è la motivazione ed il tempo impiegato per raggiungere l’obiettivo. Il primo è un ragazzo di 35 anni circa che aveva una fortissima motivazione, voleva tornare a correre sulla sua moto da cross, così ha seguito la dieta in maniera perfetta senza cambiare nulla e senza prendersi neanche delle piccole gratificazioni, quelle piccole cose che ci raccontiamo durante un periodo di dieta, cioè che tanto non incidono sul percorso nutrizionale ed ai fini del dimagrimento, vede questo è un atteggiamento che abbiamo tutti “tanto per questa volta non fa niente” ed invece rallentano la rapidità del dimagrimento e proprio perché non le consideriamo diamo la responsabilità del nostro fallimento alla dieta.

La signora invece, aveva deciso di seguire la dieta gestendo l’organizzazione alimentare per lei e la sua famiglia, in pratica mi raccontava di come preparava le sue gustose ricette cercando di mantenere le porzioni e l’organizzazione della dieta… praticamente non la faceva, ma avendo il protocollo da seguire è riuscita nel tempo ad adattarsi ed a raggiungere un fantastico risultato……teniamo presente che in generale i venti chili in sette anni sono più facili da guadagnare che da perdere.

Ultimamente si sente sempre più parlare di nuove strategie dietetiche, ci sono dei razionali scientifici e nuove scoperte che possano aiutare le persone a perdere peso?

La ricerca scientifica, per fortuna va sempre avanti, e le nuove scoperte ti aiutano ad ottimizzare la scelta di alcuni alimenti con delle caratteristiche nutrizionali particolari, vedi ad esempio l’utilizzo delle mandorle o della frutta secca in generale per la presenza di omega tre, calcio, fibre e vitamine, il ritorno al consumo di alimenti integrali per la presenza di fibra, acidi grassi essenziali ed alcune vitamine del gruppo B. Di particolare rilevanza sono ora gli studi sul microbioma intestinale dove è stata messa la corrispondenza tra l’equilibrio del microbioma e l’insorgenza di alcune malattie, come ad esempio la depressione ed anche di altre patologie. Di recente sono stati proposti nuovi percorsi nutrizionali, vedi ad esempio il digiuno intermittente che, secondo gli studi scientifici, permetterebbe di avere una vita più lunga e sana, ai protocolli chetogenici che prevedono l’utilizzo in alcune patologie neurologiche, come l’epilessia etc. Comunque è importante sottolineare che le diete che hanno un razionale scientifico si basano su studi che effettivamente hanno dimostrato e certificato la validità scientifica, vedi la dieta mediterranea, definita come patrimonio immateriale dell’UNESCO, alcuni protocolli chetogenici sviluppati per alcune patologie, la dieta del digiuno intermittente per migliorare l’aspettativa di vita. Attualmente altri protocolli scientificamente validati non esistono, mi riferisco alla dieta dei gruppi sanguigni, alle diete monotone, fatte cioè da un solo tipo di alimento, oppure le diete che eliminano alcuni gruppi di nutrienti. Ricordatevi di farvi seguire da un serio e certificato professionista che abbia un percorso di studi idoneo e strutturato, non fatevi attrarre dai facili dimagrimenti con percorsi fatti da personale non qualificato o che cerchino di venderti degli integratori dimagranti, basti pensare che se fosse vero avremmo eliminato il problema dell’obesità nel mondo, le conseguenze, a volte si pagano anche con la perdita di salute! Comunque tutto quello che abbiamo raccontato finora, sono solo delle strategie, anche fare l’intervento di chirurgia bariatrica (la chirurgia dell’obesità) non è altro che una strategia per perdere peso, ho visto persone che hanno recuperato tutto il peso perduto magari recuperando anche gli interessi, anche con l’intervento di chirurgia bariatrica. Cosa sta a significare tutto quello che ho spiegato? Sta a significare che l’unica vera rivoluzione la possiamo fare solo noi! Prendendoci cura di noi stessi effettuando scelte alimentari consapevoli che ci regalino bellezza, benessere, salute e vita piena e lunga. Questo è il mio lavoro!

Dopo quello che abbiamo detto quali consigli pratici si sentirebbe di raccomandare ad una persona che desidera migliorare la sua alimentazione e magari perdere anche qualche chiletto di troppo?

Per una persona che non presenta malattie consiglierei di riappropriarsi della cucina, utilizzare cibi semplici da preparare come pasta, carne, pesce, frutta, pane, verdure etc. consiglierei di evitare prodotti pronti ed alimenti raffinati. Il vero problema è che viviamo in una società che ci spinge a consumare di tutto, ci facciamo convincere che gli alimenti in commercio siano ottimi, buoni, appaganti, gratificanti e che in fin dei conti un biscottino non ha mai fatto male a nessuno, tutto questo è assolutamente falso, così nel tempo abbiamo assistito al cambiamento delle abitudini alimentari, aggiungendo via via piccoli cambiamenti di per se di poco conto ma che alla fine hanno prodotto una vera e propria rivoluzione dei gusti, abbiamo inserito cibi raffinati ed eliminato alimenti semplici quali frutta e verdura, barattando la nostra salute e benessere con l’unica attenzione all’appagamento dei nostri sensi ed il cambiamento ha portato ad una vera e propria pandemia di obesità. Questo problema lo possiamo riscontrare nei nostri bambini e nei nostri adolescenti, sottolineo nostri perché i bambini e gli adolescenti italiani sono i più grassi d’Europa, come conseguenza avremo in futuro una popolazione adulta che avrà seri problemi di salute, problemi cardiovascolari, diabete, ipertensione, aumento dei tumori etc. con gravi ripercussioni sul sistema sanitario nazionale, che già adesso ma in futuro ancora di più non potrà garantire l’assistenza sanitaria per tutti. Dobbiamo capire che i prodotti alimentari industriali che mangiamo sono sempre più poveri di nutrienti di qualità e ci ritroviamo ad essere iperalimentati e malnutriti come i polli di batteria, che arrivano a pesare il giusto per la macellazione dopo 35 giorni dalla deposizione delle uova.

Alla luce di ciò che abbiamo ascoltato potrebbe consigliarci dei libri oppure dei siti web che possano, ad una persona con poche conoscenze tecniche, insegnarci come vivere serenamente in salute attraverso una sana alimentazione?

Ci sono dei libri molto interessanti ad esempio “The China Study” di T. Colin Campbell, del prof. Berrino “Ventuno giorni per rinascere”, il mio libro “ Facilmente in forma con gusto” Oppure il sito istituzionale www.crea.gov.it poi basta ricercare le società scientifiche oppure gli albi professionali l’Ordine dei Biologi della Lombardia, quello dei medici etc…anche il mio sito è aggiornato l’indirizzo è www.centronutrizionale.net se avete il desiderio potete contattarmi tramite il sito personale oppure potete contattarmi ai numeri  347 7759258 o 347 9006649.

Maurizio Fiocca
Maurizio Fiocca

Il segreto per farsi rispettare

Il rispetto reciproco dev’essere alla base delle relazioni, sia sul lavoro che nella vita privata. Tutti vogliamo essere rispettati e visti come autorevoli, assertivi e sicuri di noi; ma non sempre sappiamo come farci rispettare. Per fortuna ci sono dei segreti che, una volta applicati, ti aiutano ad acquisire sicurezza e carisma.

Alcuni modi per farsi rispettare sono risaputi. Non cedere alle insistenze altrui se vanno a tuo danno; non dire dì sì quando vorresti dire di no; evita di abbassare lo sguardo, di farfugliare, di parlare troppo velocemente o con un tuono di voce troppo basso; non chiudere la postura (ad esempio incrociando le braccia o le gambe). La tua reputazione dipende da vari fattori, ed è un elemento fondamentale per ottenere il rispetto delle persone.

Altri comportamenti per farti rispettare sono meno noti, ma altrettanto efficaci. Come il non ridere quando non è il caso. Un collega fa una battuta fuori luogo, che offende qualcuno? O racconta una barzelletta infelice, ad esempio razzista, sessista oppure omofoba? Se qualcuno si comporta male, la persona assertiva non lo ricompensa con un sorriso. Ha il coraggio di restare seria.

Per questo esprimere – con cortesia – il tuo dissenso ti fa guadagnare autorevolezza: nessuno prova rispetto nei confronti degli yes-men, coloro che non hanno la forza di dissentire.  Ma soprattutto mostrare serenamente i tuoi punti di debolezza è segno di grande forza. I deboli temono di mostrare le loro fragilità: i forti non le nascondono. Non hanno problemi a sorridere delle loro pecche, che sono comunque visibili agli altri. E così facendo si fanno rispettare e apprezzare.

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Mario Furlan spiega in questo articolo come farsi rispettare
Come farsi rispettare? Mario Furlan illustra i comportamenti più idonei

L’intelligenza artificiale contro le fake news

ALLARME FAKE NEWS, LE “BUFALE DEL WEB” TERRORIZZANO 9 CITTADINI SU 10 NEL MONDO. L’ANTIDOTO PER INVERTIRE IL TREND? L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

La verità ha un linguaggio semplice e non bisogna complicarlo”: con queste parole il noto drammaturgo greco Euripide definiva uno dei concetti più discussi della storia e, con il passare dei secoli, la stessa discussione si è accesa ancora di più fino ad arrivare ad un punto quasi critico all’interno della cosiddetta “AI Age”. La causa scatenante dietro allo sviluppo di questo scenario? Le fake news, ovvero le classiche “bufale” che, stando ad una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali da Espresso Communication in vista dell’AI Week in programma dall’8 al 12 aprile, sono motivo di ansia e preoccupazione per i cittadini di tutto il mondo. Le prime conferme in merito giungono da una recente indagine condotta su scala globale dal The Guardian, secondo cui il fenomeno coinvolge quasi 9 persone su 10 (85%). Stando, invece, ad un’ulteriore ricerca effettuata dall’Università di Oxford, che prende in analisi solo UK, Stati Uniti e Germania, la percentuale sfiora il 60%. La situazione generale risulta ancora più allarmante una volta scoperti i risultati dell’indagine elaborata dal World Economic Forum e ripresa da Irish News: l’intelligenza artificiale, a causa delle nuove piattaforme basate sulla Generative AI, amplificherebbero la diffusione di contenuti fake e, di conseguenza, la disinformazione online.

Ora una domanda sorge spontanea: esiste una soluzione per invertire un trend, giorno dopo giorno, sempre più preoccupante? La risposta è sì ed è la tanto discussa intelligenza artificiale. Com’è possibile che diventi un alleato della verità? In primis, lo spiega Medium: l’AI, attraverso l’elaborazione del linguaggio naturale e il deep learning, è in grado di analizzare il contenuto, il sentiment e la struttura dei singoli articoli al fine di rilevare modelli e incoerenze che potrebbero indicare falsità o imprecisioni. Un esempio concreto viene offerto dal Massachusetts Institute of Technology, i cui ricercatori hanno sviluppato un sistema AI centered in grado di determinare la veridicità di una news con una precisione pari al 70%, valutando il pezzo sia da un punto di vista linguistico sia analizzando il contesto storico di appartenenza. Ulteriori indicazioni in merito giungono dall’Italia e, nello specifico, da esperti del Bel Paese, ovvero Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori della community Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week, evento di punta del settore in cui si parlerà molto della tecnologia del momento applicata all’universo informativo in presenza di ospiti internazionali: “L’AI non sarà mai un nemico dell’umanità e, di conseguenza, non lo sarà nemmeno dell’informazione. Anzi, più andremo avanti, più sarà essenziale affidarsi all’artificial intelligence perché, con l’ausilio di algoritmi e piattaforme ad hoc, può identificare esagerazioni, pregiudizi e altri indicatori di disinformazione. In questo modo, la tecnologia diventa un vero e proprio «artificial detective» in grado di preservare la salute mediatica ed informativa globale. Quello delle fake news, relazionate all’AI, è un tema molto attuale e, proprio per questo, verrà definito nel migliore dei modi in occasione dell’ormai imminente edizione dell’AI Week, in programma dall’8 al 12 aprile con due giornate in presenza al Palacongressi di Rimini, con i maggiori esperti del settore riuniti per parlare di questo tema e di molto altro”.

Fanno seguito alle parole di Fiore e Viscanti, nuovi spunti interessanti sul tema fake news e artificial intelligence, questa volta offerti da Virginia Padovese, Managing Editor and VP Partnerships, Europe di NewsGuard: “Imparare a conoscere le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale è oggi fondamentale. Affinché l’uso degli strumenti che abbiamo a disposizione sia proficuo, dobbiamo capirne non solo i benefici ma anche i rischi. Pensando ai rischi legati alla disinformazione, sia per le aziende che per i cittadini, risulta importante maturare la consapevolezza che questi rischi esistono. Serve investire nella formazione per imparare a riconoscere le caratteristiche dei contenuti manipolati e serve allocare risorse per lo sviluppo di strumenti in grado di rilevarli. Si tratta di identificare e comprendere il sottile equilibrio tra nuove potenzialità e pericolosi limiti: dobbiamo essere aperti al nuovo e disposti a sperimentare ciò che l’IA ci offre capendo bene quali vantaggi possiamo trarre e quali misure di sicurezza dobbiamo mettere in atto.”

Partendo dalle dichiarazioni degli esperti, l’intelligenza artificiale può essere applicata in maniera strategica e mirata al fine di contrastare la diffusione della misinformation. In primis,l’AI, una volta integrata in appositi algoritmi, è capace di analizzare la fonte di provenienza dei singoli articoli, valutandone l’accuratezza. In caso di feedback negativo sull’attendibilità del website di riferimento, come provato anche dall’Università di Harvard, propone una serie di soluzioni alternative a seconda della ricerca che l’utente è interessato a portare avanti. In secondo luogo, la tecnologia del momento pone la lente d’ingrandimento sul nome dell’autore che si è occupato della stesura del pezzo: a questo proposito, caricando l’articolo su piattaforme ad hoc, è possibile scansionare lo scenario strutturato, partendo da una banca dati smisurata, per individuare eventuali anomalie e, soprattutto, distinguere i giornalisti in carne ed ossa dai cosiddetti fake reporter, ovvero creatori di news inesistenti. E ancora, un altro aspetto di assoluta rilevanza per l’AI in ottica rilevamento delle news false riguarda lo studio del contesto storico. Infatti, esistono sistemi che esaminano le notizie, confrontando gli spunti contenuti in loro stesse con lo scenario generale e, a seconda del risultato finale, decidono se consigliarle ai singoli utenti come spunti interessanti da leggere oppure no. E le immagini e i video presenti negli articoli sono soggetti ad analisi? Ovviamente sì: esistono app AI centered che, con l’aggiunta di filigrane digitali impercettibili all’occhio umano, capiscono se un’immagine è realizzata da professionisti in carne ed ossa oppure da artificial platforms poco consigliate. Lo stesso lavoro può essere fatto sui video, scansionando la voce delle persone o soggetti presenti all’interno della riproduzione.  

Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti
Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti