Mario Furlan, life coach – I grandi ti fanno sentire grande

Ci sono persone che ti fanno sentire piccolo in loro presenza. E altre che ti fanno sentire grande. C’è chi passa il tempo a raccontarti quanto è bravo, intelligente, brillante: ha bisogno di sentirsi grande facendoti sentire inferiore a lui. E c’è chi, invece, si interessa davvero a te. Ti ascolta non solo con le orecchie, ma anche con il cuore. E ti fa sentire importante grazie alla sua attenzione.
Chi ha bisogno di sentirsi grande facendoti sentire piccolo è un piccolo uomo. Chi, al contrario, ti fa sentire grande con il dono della sua attenzione è un grande. Non ha bisogno di un pubblico che lo applauda. Perché non gli servono gli applausi: sa già di essere una persona di valore.

Mario Furlan, life coach – La lezione di Mimmo

Si chiamava Mimmo Ferrante. E ha cambiato il mio modo di vedere la vita. Era un disabile di 33 anni e di 13 chili: un mucchietto di ossa. Paralizzato dal mento ingiù.  Parlava a fatica. Ma ogni sua parola era un inno all’ottimismo. E alla speranza.
Lo conobbi 20 anni fa, in un momento di crisi. Lui mi chiese se avrei cambiato il mio stato con il suo. Ovviamente risposi di no. E lui: Ma io ho dei vantaggi rispetto a te! Quali?, chiesi. E lui: A te il Sindaco ti può non considerare. Ma se fa lo stesso con me, fa la figura dello stronzo!
Mimmo mi insegnò a non vedere soltanto i problemi, ma anche le opportunità. Una lezione che serbo anche oggi, che lui non c’è più.

Mario Furlan, life coach – Non pretendere di essere perfetto!

Erano le 22. Ero in aeroporto, sfatto dopo una giornata di seminari, in attesa di prendere il volo per tornare a Milano. Ed ero arrabbiato perché mi ero macchiato la camicia con un succo. Una donna mi guarda, perplessa. Io la guardo, infastidito. Mi chiede: E’ Mario Furlan? Sì, rispondo imbarazzato. E lei: Stamattina sono stata a un suo seminario di motivazione, perché non sta sorridendo?
Mi sono vergognato. Mi sentivo colto in castagna: io che predico la positività mi ero fatto sorprendere con le scatole girate. Poi ci ho riflettuto. Ho pensato che siamo fragili. E che la nostra forza non sta nel pretendere di essere perfetti, ma nell’accettare serenamente le nostre imperfezioni. Che stress, cercare di essere sempre al top! Meglio essere noi stessi. E volerci bene così.

Mario Furlan, life coach – Quella volta con l’Armanda

A 15 anni ero cotto di Armanda, la bella della classe. Un giorno lei, seduta nel banco davanti, si voltò e mi disse: Ti amo. Diventai di tutti i colori. Perché pensavo mi stesse prendendo in giro. Ero convinto di non essere degno di lei. E ogni volta che mi accarezzava, o mi diceva paroline dolci, mi ritraevo.
Dopo qualche mese lei si mise insieme con un mio compagno: la prova, pensai, che lui era meglio di me. E che lei mi voleva soltanto deridere. Trent’anni dopo l’ho ritrovata su Facebook. Ti ricordi, le ho scritto, i nostri 15 anni? Io ero pazzo di te… E io di te, mi ha risposto. Ma pensavo che a te non ne importasse nulla, così ho ripiegato su un altro.
Quante occasioni perse perché non crediamo nel nostro valore, e perché vediamo il mondo attraverso le lenti distorte della nostra scarsa autostima!

Mario Furlan, life coach – Non farti derubare dai ladri di sogni!

Sogna in grande. Non porti limiti in partenza. I limiti te li pone la vita, che a volte ti costringe a ridimensionare le ambizioni; perché, quindi, porteli anche tu?
Credi in te stesso. E nella bellezza dei tuoi sogni. E non prestare orecchio ai ladri di sogni. A quelli che ti tarpano le ali. E ti esortano ad essere realista. Stanno cercando di abbassare i tuoi obiettivi; ma a che serve puntare su un obiettivo modesto, che non ti scalda il cuore?
Loro, i ladri di sogni, sono persone tiepide. Di quelle che, quando gli chiedi come stanno, rispondono “Benino”, “Abbastanza”, “Più o meno…”. Non sono felici. Perché non si lasciano trasportare dall’amore per i loro sogni. Tu, invece, lasciati travolgere dalla passione. Mettici l’anima. Provaci!

Mario Furlan, life coach – La felicità dipende da noi

Sarò felice quando avrò quel lavoro. Quel partner. Quella casa. Quell’auto. Quel modello di smartphone. Così ci inganniamo. E ci condanniamo all’infelicità perenne. Perché una volta raggiunto un risultato agognato, ecco che dopo poco ci sembra poca cosa. E ci mettiamo alla ricerca di un altro. E poi di un altro.
L’equazione va invertita. Avrai ciò che desideri – quel lavoro, quella persona, quell’occasione – quando sarai felice. Se tu sei felice, ti poni in modo positivo nei confronti degli altri. Sei più ottimista, più fiducioso. Ti impegni di più, e con gioia. Così facendo accresci le tue possibilità di conseguire l’obiettivo desiderato. E il percorso che ti porta a raggiungere i tuoi obiettivi non sarà una marcia faticosa, ma un viaggio a cuore aperto verso la luce.

Mario Furlan, life coach – Noi creiamo la nostra realtà

Ciascuno crea la sua realtà. E si convince che sia l’unica realtà. Invece tutto dipende da cosa vuoi vedere, tra le infinite sfumature della realtà circostante.
Da ragazzo ero violento. Facevo casino,  allo stadio e nelle manifestazioni . E credevo di essere nel giusto. Pensavo di dovermi difendere dai nemici. E di far valere, in quel modo, i miei diritti. Imparai le arti marziali. Presi a fare bodybuilding. Avevo armi in casa. Dormivo con un nunchaku sotto il cuscino. Ed ero io a creare quella mia realtà paranoica.
Poi conobbi Alessandra. Mi disse “Non è vero che il mondo sia cattivo e violento. Sei tu che lo vedi tale.”  L’amore per lei mi aprì gli occhi. E capii che il mondo intorno a noi non è altro che è una riflessione del mondo dentro di noi.

 

Mario Furlan, life coach – Rimandare non serve

La mia amica Graziella rimanda sempre il momento in cui iniziare ad andare in palestra. In autunno non può: ha il raffreddore. In inverno fa troppo freddo. In primavera soffre di allergie. D’estate fa troppo caldo. Morale: non ci andrà mai.
Chi rimanda, aspettando un cambiamento esterno a sé per produrre un cambiamento nella sua vita, è destinato ad aspettare moolto a lungo. Aspettare, rimandare, posticipare in attesa che arrivi chissà cosa: spesso denota pigrizia, oppure paura ad iniziare qualcosa di nuovo.
Certo, dobbiamo valutare bene il momento giusto in cui iniziare. Ma il momento perfetto non arriverà mai. E’ solo una scusa per non fare nulla. Ci sentiamo sufficientemente pronti, e soprattutto motivati? Forza, cominciamo!

L’opinione più importante

Ci teniamo molto all’opinione che gli altri si fanno di noi. E prestiamo la massima attenzione alle conversazioni che abbiamo con gli altri: dobbiamo fare bella figura, perbacco! Ma a volte ci dimentichiamo dell’opinione più importante. Quella che noi abbiamo di noi stessi. E della conversazione più importante. Quella che noi abbiamo con noi stessi.  Nel segreto del nostro animo.
Il nostro mondo esterno è un riflesso del nostro mondo interno. E gli altri sono il nostro specchio. Se noi crediamo in noi stessi, e nel nostro valore, lo trasmettiamo attraverso il nostro comportamento. E gli altri se ne convincono. Come facciamo, altrimenti, a trasmettere un’immagine positiva di noi, se siamo i primi a non crederci?

Le raccomandazioni? Serve di più credere in se stessi!

Ero ragazzo, volevo fare il giornalista. L’unico modo per riuscirci era entrare nella scuola di giornalismo. Ma c’era una selezione rigorosa: accettavano solo 45 candidati su oltre 500 che si presentavano. Io non credevo che ce l’avrei fatta. Così chiesi a mio padre se conosceva qualcuno della commissione d’esame, per farmi raccomandare. Dopo qualche giorno mi disse:  “Ho un amico in commissione. Lui ti aiuterà a passare l’esame.”
Le sue parole mi rassicurarono. Mi presentai, sicuro di me, all’esame d’ammissione. Quando seppi di averlo superato corsi da mio padre: “Papà, ce l’abbiamo fatta! Ringrazia il tuo amico!” Mio padre sorrise: “Il tuo amico migliore sei tu. Quell’amico non esiste.” In quel momento imparai che siamo noi gli artefici del nostro destino. Se abbiamo la forza di credere in noi stessi.