Mario Furlan, life coach – Il motivatore imperfetto

Mario Furlan durante un corso di motivazione

Il life coach Mario Furlan durante un corso di motivazione

Erano le 22.30. Ero in aeroporto, distrutto dopo una lunga giornata di corsi di motivazione, in attesa di prendere il volo per tornare a Milano. Ed ero arrabbiato perché mi ero macchiato la maglietta nera con un rosso succo di melograno.
Una donna mi guarda, perplessa e dubbiosa. Io la guardo, infastidito: che diavolo vorrà da me? Lei mi chiede: Scusi, è il motivatore Mario Furlan?
Sì, rispondo imbarazzato.
E lei: Stamattina sono stata al suo corso di motivazione, perché non sta sorridendo?
Mi sono vergognato. Mi sentivo colto in castagna: io, il motivatore che predico la positività mi ero fatto sorprendere con le scatole girate!
Poi ci ho riflettuto. Ho pensato che siamo fragili. E che la nostra forza non sta nel pretendere di essere perfetti, ma nell’accettare serenamente le nostre imperfezioni. Che stress, cercare di essere sempre al top! Meglio essere noi stessi. E accettarci così.

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Mario Furlan, life coach – Soffri anche tu di questa brutta malattia?

Mario Furlan, life coach e motivatore

Mario Furlan, life coach e motivatore

Gran parte dell’umanità soffre di una brutta malattia: il vittimismo.
I sintomi principali sono tre: la vittima incolpa gli altri dei suoi problemi; si giustifica, non è mai colpa sua; e si lamenta in continuazione. Perché? Per attutire il dolore delle sue sconfitte. Non ha il coraggio di assumersi la responsabilità, e cerca la colpa negli altri.
Ma questo comportamento è come una droga: una volta che inizi a comportarti da vittima, cadi in un buco nero dal quale diventa sempre più difficile, col passare del tempo, uscirne. Perché precipiti in una spirale di bugie che ti estranea dalla realtà. Scarichi la colpa dei tuoi insuccessi sugli altri, è vero; ma è anche vero che ti senti sempre più impotente. Sempre più demotivato. Sempre più vittima, in balia di forze ostili.
Chi si comporta da vittima è anche carnefice. Perché per essere vittima hai bisogno di qualcuno da incolpare. E, magari, da odiare.
Come guarire dall’atteggiamento vittimistico, che porta a fare del male non solo a te stesso, ma spesso anche agli altri? Prendendo la vita nelle tue mani. Assumendoti la responsabilità dei tuoi successi e insuccessi. Senza cedere alla tentazione dello scaricabarile. Solo così diventi maturo. Consapevole. Un vero Uomo.

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Mario Furlan, life coach – Perché i più stupidi fanno più carriera

Mario Furlan, life coach e motivatore

Hai anche tu l’impressione che a volte, nelle aziende come in politica, non siano i più intelligenti, ma i più stupidi a raggiungere posizioni di potere?
E sai perché? Perché hanno certezze assolute. E noi esseri umani siamo attratti e affascinati da chi ha certezze assolute.
L’ho notato mille volte, come life coach e motivatore. L’intelligente si interroga. Coltiva il dubbio. Accetta la critica. Vuole correggersi, per fare sempre meglio. Mentre lo stolto è sicurissimo di avere sempre ragione. La sua parola è il Vangelo. E chi ha un parere diverso dal suo diventa automaticamente un nemico.
Soprattutto le persone deboli, insicure sono attratte dall’uomo forte. Che non ha mai incertezze, mai titubanze. E che è dogmatico nelle sue affermazioni. Ma non sempre l’uomo forte è anche un uomo intelligente.  Appunto perché rifiuta i pareri contrari e si bea delle sue inconfutabili, matematiche e granitiche certezze.

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Mario Furlan, life coach – Non ti curare di chi ti critica!

Mario Furlan, life coach e motivatore

Mario Furlan, life coach e motivatore

Conosci la poesia di Trilussa sull’uguaglianza? Un gallo si lamenta con un’aquila: Non è giusto che io stia fra la monnezza di un cortile, scendi da me così siamo uguali!
Molti critici sono così.
Non tutte le critiche sono sbagliate, per carità: possono essere utilissime. Ma solo se ti spronano a fare meglio. Se invece vogliono soltanto abbatterti, demoralizzarti, demotivarti, infischiatene. Non perdere tempo a rispondere. Chi ti sta criticando è invidioso di te. La sua critica è solo frutto dell’invidia.
Perché tu sei un’aquila, mentre lui sa di essere un gallo!

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