Sei un’ape o una mosca?

Posa una bottiglia lateralmente su un tavolo, con la base verso una sorgente di luce. Se ci sono dentro delle api, queste si accalcheranno tutte verso la luce, andando a cozzare contro la base. Anche se non riusciranno mai ad uscire da quella parte. Se invece ad essere intrappolate nella bottiglia sono delle mosche, queste voleranno in tutte le direzioni. Finché non troveranno la libertà.
Noi uomini siamo spesso come le api nella bottiglia. Ripetiamo sempre gli stessi errori. Senza rendercene conto. E non tentiamo nuove strade. Perché non le vediamo. O perché abbiamo paura di percorrerle. Qualcuno, invece, è come le mosche. Tenta e ritenta. Prova e riprova. Fino a quando non ottiene il risultato desiderato.
E tu chi sei, un’ape o una mosca?

 

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Informazioni su Mario Furlan

Mario Furlan è docente universitario di Motivazione e crescita personale all'università Bicocca di Milano. Ha scritto vari best-seller motivazionali, tra cui "Risveglia il campione in te!", "Tu puoi!" e "Felici per sempre". E' stato eletto "miglior life coach italiano" dall'Associazione Italiana Coach. E' noto anche come creatore del Wilding, l'autodifesa istintiva, e dei City Angels. www.mariofurlan.com

2 risposte a “Sei un’ape o una mosca?

  1. Quelle api non cercano certo di uscire!

    Interessante riflessione, ma è interessante pensare anche che le api prese singolarmente non hanno senso… è vero che un’ape sembra essere un individuo completo (occhi, ali, zampe ecc.) ma tutto quello che fa non lo fa per se ma per l’alveare, in questo caso le pochi api dentro la bottiglia credono di essere nell’arnia vuota e stano cercando la comunità per aiutare nei vari lavori, quindi si dirigono verso la fonte di calore, proverei a mettere una fonte di calore vicino all’uscita della bottiglia e la sola luce fredda dall’altra…
    L’alveare è come un corpo di un essere completo, una sola ape non è altro che un infinitesimo pezzo del corpo.
    Se prendiamo un alveare e lo mettiamo dentro la stessa bottiglia, poco dopo le sue parti esploratrici per ordine istintivo di ricerca di fonti nettarifere e sopravvivenza (non della regina, che è praticamente schiava dell’alveare come ogni singolo individuo della comunità, come il braccio per l’uomo) usciranno e mapperanno i 3 km di raggio, poi torneranno con le “mappe” e forniranno con precisione millimetrica le fonti nettarifere più convenienti… 🙂
    Quindi ecco che prendendo l’individuo alveare, tutto torna! L’uomo dovrebbe essere meno individualista per trovare il suo vero io, il suo scopo. IMO!

  2. Nè ape nè mosca …..io credo di essere una libellula e x fortuna ci sono molte altre persone così : forti, coraggiose, gioiose, altruiste e anche…….di successo ;D

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