Le parole sono pietre. Possono ferire o guarire. E basta una parolina sbagliata per mandare a monte qualunque cosa: un’amicizia, un lavoro, una relazione. Perché ogni parola racchiude una carica emotiva più o meno accentuata. E alcune più di altre. Pensa, ad esempio, alla parola amore. Per molti suscita sentimenti positivi: l’amore è la cosa più bella della vita, viva l’amore! Ma per altri, che sono stati delusi o hanno sofferto per amore, può scatenarne di negativi.
Per entrare in sintonia e creare squadra usa più il plurale del singolare. Meglio dire Noi siamo, noi facciamo, noi vogliamo piuttosto che Io sono, io faccio, io voglio. Nel primo caso coinvolgi i tuoi interlocutori; nel secondo penseranno E chi se ne frega?