Prometti meno di quanto manterrai: sarai controcorrente e farai bella figura!

Il meccanico assicura che ti aggiusterà l’auto in settimana. Ma arriva il sabato ed è ancora rotta. Il cliente promette che pagherà a 60 giorni. Ma a 90 del bonifico non c’è traccia. Il collaboratore giura che ti porterà la relazione fra tre giorni. Ma i giorni passano e la relazione non si vede.
Spesso quello che ci promettono non viene mantenuto. Soprattutto per quanto riguardano le scadenze temporali. La causa: faciloneria; incapacità di programmare; menefreghismo. O, come fanno i politici, voglia di racimolare consenso immediato. Tanto la gente si dimentica.
Ma noi non dimentichiamo. E giudichiamo negativamente chi si comporta così. Perdiamo fiducia in lui. La sua parola non ha più valore.
Impariamo a fare il contrario: a promettere non più, ma meno di quanto siamo sicuri di poter mantenere. Hai promesso la consegna in 20 giorni? Recapitala dopo sole due settimane. Lo sapevi sin dall’inizio. Ma hai prevenuto eventuali intoppi. E hai colpito positivamente l’altro. Che è abituato ai ritardi, non agli anticipi.

L’umiltà, virtù dei grandi

Quante persone si danno arie! Ci guardano dall’alto in basso. Fanno fatica a salutarci. Telefoni, promettono che richiameranno e spariscono. Li richiami e non si fanno trovare. Si prendono impegni che non mantengono. Non rispondono a mail e sms. Fanno dire dalla segretaria che sono sempre in riunione.
Conosciamo persone sommerse dagli impegni che hanno però la buona creanza di farsi vive. Di scusarsi se non hanno richiamato prontamente. Di ringraziare per i regali. Mentre altre sono talmente altezzose da pensare che a loro tutto sia dovuto. E snobbare gli altri è un segno della loro superiorità.
Qualunque sia il loro ruolo sociale, sono gente da poco. Che ha bisogno di tirarsela per sentirsi importante. Mentre chi vale è umile. Il termine deriva da umus, terra: gente attaccata ai valori semplici, genuini. Con i piedi ben piantati a terra. Che non si monta la testa. Ed è egualmente gentile con tutti: con il presidente come con il poveraccio.