Danilo Iervolino, benché non ancora quarantenne, ha creato un impero nel campo della cultura e della formazione. E’ il presidente e fondatore dell’Università Telematica Pegaso, il più grande e importante ateneo telematico in Italia. Settanta sedi sparse sul territorio nazionale; 50 mila studenti iscritti ai 10 corsi di laurea; 20 corsi post lauream; 130 master; un tasso di crescita di oltre il 30% annuo: sono numeri che sbalordiscono. Di cui Iervolino va giustamente fiero. Ma la sua più grande soddisfazione è la qualità delle persone che operano nella Pegaso. “Ogni istituzione cammina sulle gambe dei suoi uomini, e io ho un team straordinario – dice, orgoglioso. – La nostra accademia è un’eccellenza sia nel campo della tecnologia telematica, sia in quello dei docenti che vi insegnano. Abbiamo reso più democratico, accessibile, flessibile e umano il vecchio modello di università, che era vetusto e polveroso. E in quest’ottica moderna abbiamo anche attivato una serie di percorsi professionali che collegano l’università al mondo del lavoro”.
Nei primi anni Duemila vengono introdotte anche in Italia le università telematiche. E Danilo Iervolino, che aveva già approfondito questo sistema nel mondo anglosassone, coglie l’opportunità. Nel 2006 fonda la Pegaso. A Napoli, la sua città. E da quel momento è partita una corsa che accelera sempre di più. Prossimo obiettivo: aprire nuove sedi anche all’estero. In almeno 10 paesi.
Può sembrare strano che sia un’università italiana, e non una anglosassone, a rappresentare un modello talmente positivo da essere richiesto in altri paesi. “Ma il nostro punto di forza è la nostra pedagogia: calda, diretta, umana rispetto a quella più fredda e distaccata degli anglosassoni” spiega Danilo Iervolino. C’è da scommettere, visti i precedenti, che anche questa sfida lo vedrà vincitore.