Il filosofo e illuminista francese Denis Diderot conduceva una vita modesta. Fino a quando, all’età di 52 anni, nel 1765, l’imperatrice di Russia Caterina la Grande gli comprò la libreria per una cifra cospicua. Improvvisamente, Diderot era benestante. E per prima cosa si comprò una morbida vestaglia di seta rossa.
Da allora la sua vita cambiò. In peggio. Al punto che, anni dopo, il filosofo maledì la sua improvvisa fortuna. Perché mentre prima si accontentava di una vita semplice e frugale, improvvisamente gli sembrò indispensabile cambiare tenore di vita. Ciò che gli andava bene prima non lo soddisfaceva più.
Le spese si moltiplicarono. Entrò in una spirale di acquisti, e non era mai contento: voleva sempre di più.
Accade anche a noi, quando gli acquisti sono come le ciliegie: uno tira l’altro. Pensiamo che ci manchi solo una cosa per essere appagati… ma non è mai così. Ce n’è sempre un’altra ancora.
Ecco perché serve evitare di cadere nel cosiddetto Effetto Diderot. Un conto è vivere bene, un altro è diventare schiavi del consumismo. Con un duplice effetto negativo: essere sempre insoddisfatti, e spendere i propri soldi senza che questo porti alcun beneficio!
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