La lezione di Greta e quella di Trump

Greta Thunberg sulla copertina di Time

Greta Thunberg sulla copertina di Time

C’è chi storce il naso perché il settimanale Time ha proclamato Greta Thunberg “persona dell’anno”: ma come, un simile onore a una ragazzina?
Si dà il caso che questa ragazzina sia riuscita a mobilitare milioni di giovani nel mondo ben più di centinaia di illustri scienziati. Perché noi umani siamo molto più emotivi che razionali. Un algido scienziato che con voce distaccata sciorina freddi dati sui cambiamenti climatici lascia indifferenti. Mentre una sedicenne autistica che grida “La nostra casa è in fiamme!” emoziona e spinge all’azione.
Spinge all’azione le masse. Ma non i capi di Stato. Infatti la Conferenza sul clima di Madrid è stata un fallimento. Perché? Perché noi umani siamo miopi. Non vogliamo rinunciare a qualcosa oggi in vista di un bene maggiore domani.
I politici, si sa, non vedono oltre le prossime elezioni. Donald Trump, principale artefice del fallimento della Conferenza, è tutto concentrato sulla sua rielezione nel 2020. Imporre restrizioni all’inquinamento gli costerebbe voti: non gli conviene. E se tra dieci o vent’anni la situazione climatica mondiale, quindi anche americana, sarà diventata ingestibile? Chissenefrega, pensa. Tra dieci anni non sarò più presidente. E tra vent’anni non sarò, probabilmente, più al mondo. Che ci pensino i miei successori!
Spesso anche noi siamo così nella nostra vita personale. Ragioniamo a corto termine. Ma mentre Trump ha il suo tornaconto personale, noi dovremo pagare lo scotto della nostra miopia.
Morale: per raggiungere i tuoi obiettivi nel 2020 fai come Greta: usa le emozioni, non ti fermare alla sola razionalità. E non fare come i politici: non essere miope, guarda lontano!
Felice anno nuovo, e che tu possa realizzare i tuoi sogni più belli!

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Bruno Bella, da Vibeco ai City Angels

Bruno Bella, Presidente di Vibeco e Presidente onorario dei City Angels

Bruno Bella, Presidente di Vibeco e Presidente onorario dei City Angels

Bruno Bella, 43 anni, è un uomo che si è fatto completamente da solo.
Oggi lui e la sua azienda, la Vibeco, sono all’avanguardia nel ripristino ambientale, trasformando le vecchie discariche in nuovi siti ecologicamente compatibili. Ma ventiquattro anni fa Bruno era un semplice autista della Etra, una società affiliata a Confartigianato che si occupava della microraccolta di rifiuti industriali.
“Avevo iniziato a lavorare molto prima, a 16 anni” racconta Bruno Bella. A quei tempi viveva con la madre a Baranzate, un quartiere difficile della prima cintura milanese. Il padre li aveva abbandonati. E già da adolescente Bruno si ritrova a dover contribuire a mandare avanti la famiglia.
“Ero andato a lavorare a Bolzano perché mi avevano detto che l’Alto Adige era la regione italiana che offriva di più” ricorda. Inizia vendendo spazi pubblicitari e nel fine settimana, siccome era lontano da casa, impegnava il tempo vendendo orchidee in piazza. “Essendo minorenne il mio capo si sostituiva a me nella firma dei contratti, e si stupiva per quanti ne riuscissi a portare alla mia giovane età”.
Nel 1996 Bruno Bella viene assunto come autista nella Etra. Ma già sa che il suo posto non è quello. Grazie alla sua straordinaria capacità gestionale nel giro di poco lo mettono a riorganizzare la società; e lui riesce dove tutti gli altri avevano fallito.
Nel 2005 fonda la Vibeco, che inizia commercializzando sabbie artificiali per mattoni ecologici. E ben presto cresce, occupandosi anche di smaltimento dei rifiuti, di bonifiche e di impianti di trattamento. Dall’Italia si espande: oggi Vibeco è all’avanguardia nel ripristino ambientale anche in Spagna, Portogallo e Bulgaria.
Ma Bruno è rimasto un uomo con i piedi ben piantati per terra, che ama circondarsi degli amici di un tempo. Quelli veri, che conosce da quando non era ancora nessuno. Come Gaetano Grillo, suo coetaneo e braccio destro in azienda.
“Sono orgoglioso di quanto ho realizzato, ma una parte di me pensa che io non faccia abbastanza perché non sudo sul lavoro – confessa. – Dopo anni di lavoro fisico mi sembra ancora che il vero lavoro sia quello, e non lo stare dietro ad una scrivania. Ricordo quando battevo la strada e sollevavo i contenitori: arrivavo a casa con la schiena rotta. Oggi la mia fatica è soltanto mentale, e non mi sembra nemmeno una fatica vera”.
I suoi collaboratori lo adorano. Bruno Bella ha creato in Vibeco un’atmosfera familiare, dove si sta bene insieme. Dall’ottobre 2019 è Presidente onorario dei City Angels, l’associazione di volontari di strada. E in novembre è stato sul palco del Teatro Dal Verme, a Milano, come ospite del Dreamers Day: il giorno dei sognatori pragmatici. Quello in cui persone che come lui hanno dovuto affrontare grandi sfide per raggiungere i loro sogni raccontano la loro storia. E ispirano il pubblico a trovare il coraggio per fare altrettanto.

Mario Furlan, life coach – Il segreto della felicità

Felici per sempre, l'ultimo libro del life coach Mario Furlan

Felici per sempre, l’ultimo libro del life coach Mario Furlan

Nel mio ultimo libro, Felici per sempre, cito questo aneddoto.
Un uomo era noto per essere sempre di cattivo umore: triste, oppure arrabbiato. Finché, un giorno, a 80 anni, cambiò completamente: diventò sorridente, affabile, gentile.
La gente gli chiese cosa fosse successo. E lui rispose: “Per tutta la vita ho rincorso la felicità e mi sono sentito molto infelice. Mentre proprio quando ho smesso di cercarla, l’ho trovata!”
E’ proprio così. Inseguire la felicità condanna alla frustrazione: non otterrai mai tutto ciò che desideri. Mentre se ti  lasci vivere, e sei grato per quello che hai, ti sentirai, finalmente, felice!
Sei uno che punta sempre al massimo? Fai bene. Ma rischi di essere infelice. Perché difficilmente otterrai proprio ciò che brami. Ricorda, allora, questa semplice verità: non sarai felice quando avrai successo, ma avrai successo quando sarai felice. Perché le persone felici vivono meglio, lavorano meglio, hanno migliori relazioni con gli altri e trasmettono felicità!

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Mario Furlan, life coach – Cosa penseranno di te al tuo funerale

Sai a cosa pensa gran parte di chi partecipa a un funerale?

Sai a cosa stanno pensando molti di quelli che partecipano a un funerale?

Ti preoccupi di quello che gli altri pensano di te? Sappi che a te non ci pensano proprio. Se non per qualche fugace momento della loro giornata.
Accadrà anche al tuo funerale. Ho letto i risultati, choccanti, di un’indagine svolta negli Usa su oltre mille funerali. E non credo che in Italia sia molto differente. Dice, sostanzialmente, tre cose.
1) che la partecipazione a un funerale viene dimezzata se piove;
2)  che solo una decina di persone (i familiari e gli amici più stretti) soffre davvero;
3) che durante la cerimonia in chiesa il pensiero principale della maggior parte dei presenti è di tagliare la corda appena possibile. Si stanno rompendo le scatole, e vogliono andarsene via! E trovano qualche scusa per non accompagnare la bara al cimitero!
Sei sorpreso? Offeso? Deluso? Ahimè, è la dura realtà! Gli altri, a parte i pochi che davvero ti vogliono bene, non si curano di te. Quindi non ti curar, più di tanto, di loro. E’ il mio consiglio di life coach.

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