Mario Furlan, life coach – I due tipi di successo

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, life coach e motivatore

Ci sono due tipi di successo.
Il successo esterno: lavorare in azienda per fare carriera, arricchirsi, diventare famosi. Perché farsi una posizione, essere stimati e riveriti, piace a tutti. E i soldi, si sa, servono!
Ma c’è anche un secondo tipo di successo. Il successo interno: lavorare su se stessi acquisire serenità, equilibrio, consapevolezza.
Spesso trascorriamo la prima parte della vita ad inseguire quasi esclusivamente il successo esterno. E man mano che ci addentriamo nella seconda parte, di solito superati i 40 anni, scopriamo l’importanza del successo interno. Bramiamo un po’ meno acquisire una posizione di prestigio e ci importa di più sentirci tranquilli. E capiamo che soldi e potere sono beni caduchi. Si possono perdere velocemente. Mentre l’imparare a gestire la nostra interiorità è qualcosa che ci rimane per sempre.

I due successi non sono separati, ma collegati. Se siamo in pace con noi stessi riusciamo a rendere meglio anche sul lavoro, e con meno stress. Quindi perché aspettare i 40 anni per iniziare a lavorare su noi stessi? E perché non capire prima che la felicità non viene tanto dal riconoscimento altrui, bensì dalla nostra forza interiore?

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Mario Furlan, life coach – Solo l’Ubuntu salverà il mondo (e la tua azienda)!

L'Arcivescovo Desmond Tutu e Nelson Mandela, che hanno messo in pratica l'Ubuntu

L’Arcivescovo Desmond Tutu e Nelson Mandela, che hanno messo in pratica l’Ubuntu

Nel nostro mondo sempre più globalizzato, ciò che succede in un punto del globo si ripercuote, velocissimamente, su tutto il pianeta. Una epidemia si trasforma subito in pandemia; i cambiamenti climatici e l’inquinamento, causati dalla scarsa sensibilità ecologica di un Paese, colpiscono tutti i Paesi. E anche le crisi economiche tendono a diventare internazionali.
In un contesto così, l’unica filosofia di vita che ci può salvare è quella dell’ubuntu.
Ubuntu è una parola sudafricana, significa “io sono perché noi siamo”. E’ stata usata, e messa in pratica, da Nelson Mandela e l’arcivescovo Desmond Tutu, eroi della lotta all’apartheid. Dopo la fine del regime razzista cercarono non la vendetta contro i bianchi che  li avevano oppressi, ma la conciliazione. Capendo che il male, o il bene, di uno sono il male, o il bene, di tutti. Che stiamo tutti sulla stessa barca. Concetto ripreso anche da Papa Francesco: “Nessuno si salva da solo”. Vale per le nazioni. Per le associazioni (è un concetto che cerco di inculcare nei City Angels, da me fondati). Nelle società. Nelle famiglie. Ovunque le persone si trovino insieme, e capiscano che la collaborazione produce frutti migliori delle guerre.
Vinciamo se giochiamo non ciascuno per sé, ma come squadra. Infatti le squadre – sportive o aziendali – che vincono sono quelle in cui i fuoriclasse mettono da parte il  loro ego per il bene comune. E ragionano non in termini di “io”, ma di “noi”. Cioè di ubuntu.

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Raffaella Gornati: “Vi spiego il successo di Marzia Clinic”

Raffaella Gornati di Marzia Clinic

Raffaella Gornati di Marzia Clinic

Raffaella Gornati è una signora bella e piena d’energia. Rappresenta al meglio l’azienda che presiede: Marzia Clinic, società tutta italiana, all’avanguardia nel campo dei prodotti per la bellezza e il benessere.

Raffaella Gornati ha ereditato la società dai genitori. Suo padre, Giovanni, era un uomo lungimirante e dalle spiccate intuizioni imprenditoriali. Nasce come elettricista, per poi diventare, negli anni Settanta, rappresentante di prodotti per parrucchieri.
“Ricordo che riempiva il garage di casa di shampoo, balsami e lacche” sorride Raffaella. E’ il primo passo verso la costruzione di una realtà di spicco. Raffaella, suo fratello e sua sorella entrano, giovanissimi, nell’azienda. Siamo negli anni Ottanta, quelli in cui nascono i centri estetici. E la famiglia Gornati estende la produzione: non più solo prodotti per i capelli, ma anche per il viso e il corpo.
“Erano gli anni del boom del Made in Italy nel mondo – ricorda Raffaella Gornati. – Armani, Versace, Gucci, Prada stavano conquistando il mondo. E anche noi abbiamo pensato di dotarci di un brand forte, che richiamasse la nostra italianità e la nostra storia familiare. Abbiamo insieme optato per il marchio Marzia De Servi: un nome che suona bene, e l’abbiamo registrato”.

Non sono certo mancate le difficoltà: la morte di papà Giovanni, l’uscita dall’azienda del fratello prima, e della sorella anni dopo. Così Raffaella Gornati resta sola al timone. Nel frattempo, per far emergere maggiormente il valore e le caratteristiche fondanti dei propri prodotti, ha preferito cambiare il marchio: da Marzia De Servi diventa Marzia Clinic. Un nome che, pur mantenendo le proprie radici, sottolinea l’attività sociale: essere una laboratorio clinico all’avanguardia, da cui escono prodotti unici.
“Il nostro slogan è “clean beauty 3.0”: una cosmesi pulita, basata sulla tradizione dell’uso di ingredienti che ci regala la natura, ma che allo stesso tempo è all’avanguardia e anticipa i beauty trend” dice Raffaella. Marzia Clinic è infatti l’unica società italiana che abbina la Clean Beauty alla neurocosmesi: la connessione tra mente e pelle. “E siamo gli unici anche a fare la cromoterapia” aggiunge, orgogliosa.
Nei primi tre anni di leadership, Raffaella fa raddoppiare il fatturato. Oggi Marzia Clinic è presente in 1500 centri estetici in Italia e in 20 Paesi esteri: dall’ Europa alla Corea del Sud, dalla Russia all’Arabia Saudita, da Dubai alla  Cina . “In Asia la bellezza Made in Italy tira moltissimo”, spiega Raffaella. Nel frattempo i due figli di Raffaella, 27 e 23 anni, sono entrati nell’azienda. Che ha ora 15 dipendenti.
Per restare sempre all’avanguardia, i suoi laboratori hanno iniziato a progettare anche integratori alimentari da bere.

In quest’ultimo anno, complice la pandemia, le vendite online hanno preso il volo. Come pure l’App, Tu+, scaricabile da tutte le piattaforme, che propone un programma di 8 settimane per ritrovare il benessere grazie a un sistema di coaching esperto che affianca all’estetica professionale consigli alimentari, attività fisica e tecniche di mindfulness. Ma il punto di forza restano i centri estetici. E Marzia Clinic propone corsi di formazione di altissimo livello per le estetiste: “Non i soliti corsetti in cui ti spiegano quattro cose da fare meccanicamente, da robot, ma corsi con studiosi, scienziati, docenti universitari. Perché credo fermamente nella crescita culturale delle operatrici del settore” dice Raffaella Gornati. I risultati le stanno dando ragione.

 

 

 

 

 

 

Mario Furlan, life coach – Che rana sei?

La favola delle due rane nel pozzo

La favola delle due rane nel pozzo

Due rane erano cadute in un pozzo profondo. E non riuscivano ad uscirne.

Le loro amiche si radunarono intorno al pozzo per incoraggiarle a saltare fuori: Forza!, Dai che ce la fai!, Salta più su!, Non mollare!
La prima rana si mise a saltare più in alto che poteva, ma non ci fu nulla da fare: rimediò soltanto terribili strappi muscolari e numerose escoriazioni, andando a sbattere contro le pareti del pozzo. A quel punto le compagne gridarono: Smettila, tanto non ce la fai!
Esausta, dolorante e sanguinante, la rana obbedì. E si lasciò morire in fondo al pozzo.
Poi fu la volta della seconda rana. Anche lei cercò di saltare fuori dal pozzo. Senza riuscirci. Le amiche le gridarono: Lascia stare, non ce la fai e ti fai male! Stai calma, almeno morirai senza soffrire! Ma lei continuò. Fino a quando, miracolo!, riuscì a balzare fuori.
Le sue compagne, incredule, la festeggiarono. E le dissero: Ma non hai sentito che ti dicevamo di rinunciare? Perché non ti sei arresa? La rana finalmente libera rispose: No, non vi ho sentite da laggiù in fondo, perché sono mezza sorda. E mi sembrava che mi steste incoraggiando a saltare ancora più in alto!

Siamo molto influenzabili dalle parole degli altri, in bene e in male. I loro incoraggiamenti ci possono essere di grande aiuto, ma le loro parole distruttive ci possono ferire. O, addirittura, uccidere. Quindi, in certi casi, è meglio essere sordi!
E tu, che rana sei? Quanto ti lasci influenzare o manipolare dagli altri? E quanto riesci, quando serve, ad essere sordo?
Ti propongo un esercizio: Ascolta con attenzione le parole altrui, e scegli da quali intendi farti influenzare. E da quali no. E, a tua volta, utilizza le parole per rincuorare ed aiutare chi ha bisogno!

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Mario Furlan, motivatore – Non puoi motivare nessuno!

Mario Furlan, motivatore e life coach

Mario Furlan, motivatore e life coach

Essendo un motivatore, oltre che a un life coach, spesso mi chiedono: Dai, Mario, motivami! Oppure: Forza, motiva il mio team! Come se bastasse schiacciare un pulsante, uguale per tutti, per ottenere l’effetto desiderato.
Al che la mia risposta è: non riesco a motivare nessuno. Perché ciascuno ha una motivazione diversa. Ciò che posso fare è trovare ciò che motiva ogni persona. E aiutarla ad agire sulla sua leva motivazionale personale e soggettiva.
Alcuni sono motivati dal desiderio di raggiungere un obiettivo. Ma sono ancora di più quelli motivati dal timore di perdere qualcosa. Perché la paura ci sprona ad agire ben più più del piacere. Pertanto quello che motiva Tizio potrebbe non motivare affatto Caio.
Questo è soltanto uno dei numerosi esempi che servono a dimostrare come siamo diversi. E come quello che funziona con me non è detto che funzioni con te.
Se vuoi motivare qualcuno, cerca di capire che persona è. Altrimenti rischi di ottenere l’effetto opposto: di demotivarla!

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