Mario Furlan, life coach: Così ci prendiamo in giro

Spesso siamo come Pinocchio: mentiamo. Anche a noi stessi.

Talvolta siamo come Pinocchio: mentiamo. Anche a noi stessi.

L’hai notato? Tendiamo a sopravvalutare quanto riusciremo a fare in anno, e a sottovalutare quanto possiamo realizzare in un giorno. Il motivo è semplice: abbiamo l’abitudine a rimandare ciò che richiede fatica, o che non ci piace.

“Lo farò, prima o poi…” Quante volte hai sentito, o pronunciato, questa frase? Molte. E quante volte l’impegno è stato mantenuto? Mai, o quasi. Perché tanto c’è tempo…
Invece la giornata di oggi è qui, davanti a noi. Potremmo sfruttarla meglio. Invece è facile cadere nella tentazione di perdere tempo, ad esempio sui social. Arriva la sera, e ci giustifichiamo: Va beh, non sono riuscito a sbrigare questo compito oggi, ma poi lo farò… e quel poi arriverà sempre dopo. Perché non ha una scadenza, non ha un vincolo.

Così ci prendiamo in giro. Non ci rendiamo conto quando lo facciamo, ma spesso intuiamo quando lo stanno facendo gli altri. Quando, ad esempio, ci dicono “Stai tranquillo, abbi fede, ti verrò a trovare, un giorno…” Per essere cortesi fingiamo di crederci, ma ci verrebbe da rispondere: “Sì, nel giorno di poi e nell’anno di mai!”
La soluzione? Avere una tabella di marcia. Programmare le giornate. E non sperare che, prima o poi, ci verrà voglia di affrontare quella cosa. Perché la voglia non arriverà mai…

Ogni giorno su Facebook  i consigli del life coach e business coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Sostenibilità: il 90% delle aziende incrementerà gli investimenti green

SOSTENIBILITÀ, IL 90% DELLE AZIENDE GLOBALI INCREMENTERÀ I PROPRI INVESTIMENTI “GREEN ORIENTED” NEL 2023: I SETTORI AL TOP SONO COSTRUZIONI E TECNOLOGIA

Una delle prime condizioni di felicità è che il legame tra l’uomo e la natura non si rompa”: con queste parole Lev Tolstoj definì il concetto di sostenibilità ambientale, il quale risulta sempre più attuale e riconosciuto all’interno del panorama imprenditoriale e lavorativo. Stando, infatti, a una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per KONE (kone.it), leader globale nel settore degli ascensori e delle scale mobili, la “green revolution” è in pieno sviluppo e coinvolge i leader d’impresa di tutto il mondo. Le prime conferme in merito giungono da un recente approfondimento di ESG Today, secondo cui oltre il 90% delle organizzazioni globali conta d’incrementare i propri investimenti sostenibili nel corso dell’anno corrente. Inoltre, all’interno dello stesso approfondimento, c’è anche un vero e proprio elenco di priorità sostenibili stabilite dalle organizzazioni: il gradino più alto del podio è occupato dall’efficienza energetica (73%), seguita dalla riduzione delle emissioni di carbonio (con il 46%) e dal riciclo dei materiali produttivi grazie all’economia circolare (con il 38%). Sulla stessa lunghezza d’onda si conferma il report di Deloitte, il quale mette in risalto il fatto che già nel 2022 il 75% delle imprese nel mondo ha incrementato i propri investimenti sostenibili, il 20% delle stesse persino in maniera significativa. Inoltre, più di 8 datori di lavoro su 10 (82%) affermano che il cambiamento climatico ha influenzato sia le loro abitudini personali sia l’operatività e il benessere economico delle aziende di appartenenza. E ancora, l’84% dei leader d’impresa è fermamente convinto che la crescita futura dell’economia globale dipenderà solo ed esclusivamente dalle iniziative che verranno messe a terra per salvaguardare il Pianeta e raggiungere gli obiettivi relazionati al cambiamento climatico.

Ora una domanda sorge spontanea: quali sono i settori industriali più coinvolti da questa green wave? Secondo Times of India la prima industria a essere posta sotto la lente d’ingrandimento è quella edilizia. Nello specifico, oltre alla scelta dei materiali e allo smaltimento dei rifiuti, l’attenzione si concentra sugli ascensori che, come indicato anche da Entrepeneur.com, saranno sempre più richiesti in una versione a elevata efficienza energetica proprio per spingere la construction industry verso una nuova e performante “sustainable age”. Restando nell’universo dei green elevator, emerge KONE in quanto unica azienda del proprio settore ad essere stata inserita nella top 20 della classifica mondiale di Corporate Knights dedicata alle imprese più sostenibili. “Dietro a questo importante piazzamento c’è la realizzazione e il perfezionamento del nostro programma di eccellenza climatica e ambientale – afferma Giovanni Lorino, amministratore delegato di KONE Italia – Grazie a esso, infatti, ci impegniamo a rendere le nostre operazioni carbon neutral entro i prossimi 7 anni e abbracciamo la green culture anche all’interno delle mura aziendali attraverso una serie di attività e iniziative mirate ed efficaci. L’industria mondiale degli ascensori, così come i tutti i principali settori operativi globali, necessita di modernità e sviluppo: solo così saremo in grado di tutelare l’ambiente che ci circonda”.

Mario Furlan, life coach – Perché devi terrorizzare la tua mente

Blanco, in preda all'ira, prende a calci i fiori sul palco del festival di Sanremo

Blanco, in preda all’ira, prende a calci i fiori sul palco del festival di Sanremo

Al festival di Sanremo il cantante Blanco, che per la stizza ha preso a calci le rose sul palco, si è comportato da bambino piccolo piccolo. E per questo è stato fischiato e criticato. Ma in fondo anche noi, spesso, siamo come lui: degli immaturi. Anche se abbiamo 60 anni, ci comportiamo come se ne avessimo 6. Perché reagiamo impulsivamente, senza riflettere, sull’onda delle emozioni, senza pensare alle dolorose conseguenze.

Pensaci: tutti sappiamo benissimo cosa dovremmo fare, cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi. Sappiamo, ad esempio, che sbottare sul lavoro, o arrabbiarci con gli amici, ci penalizza. Ci fa perdere la stima degli altri. E sappiamo anche, ovviamente, che dovremmo smettere di fumare. O non mangiare porcherie. Eppure non lo facciamo. Sembra strano, ma sai qual è l’unico modo per spingerci a fare ciò che dovremmo? E’ terrorizzare la mente.

Pensa, quindi, a cosa potrà accadere se perdi le staffe sul lavoro: potresti essere licenziato, o emarginato. E pensa a cosa potrebbe succedere se continui a fumare: ti viene un tumore ai polmoni. Se ti concentri sulle possibili drammatiche conseguenze di queste tue azioni il tuo cervello, che è preposto a farti sopravvivere, si allarma. Ti trasmette angoscia, stress, paura. E quella paura è, realisticamente, l’unica cosa che può davvero costringerti a cambiare. Sembra sconcertante, eppure è vero: ragionamenti e riflessioni sono inutili, serve soltanto provare paura.

Ogni giorno su Facebook  i consigli del life coach e business coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Lorenzo Ruzza, l’orologiaio geniale

Lorenzo Ruzza con i suoi orologi

Lorenzo Ruzza nel suo negozio con i suoi orologi

Lorenzo Ruzza è il settimo di 10 fratelli.

Inizia a lavorare a soli 16 anni, arrivando a destreggiarsi nei settori più disparati, tra fattorino per la pizza e consegne di materassi. Infatti la vita di Lorenzo non è mai stata facile.

Le cose iniziano a migliorare quando si mette in proprio, avviando la sua web agency, business che gli svela la sua vena imprenditoriale, anche se la vita aveva altro in riservo per lui. Infatti la vera svolta avviene quando entra nel mercato dell’orologeria di lusso.

Lorenzo acquisisce un piccolo negozio di orologi di Milano, che grazie alla posizione strategia, al suo intuito e al potere dei social network riesce a far crescere in maniera considerevole.

In pochi anni “Ruzza Orologi” diventa un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli appassionati di orologeria, o semplicemente per chi vede negli orologi di lusso un bene rifugio in tempi incerti.

Oggi la sua società vanta un fatturato di oltre 20 milioni di euro l’anno e vende ogni mese centinaia di orologi, garantiti nella qualità e originalità, ma Lorenzo non ha dimenticato le sue umili origini, ed è per questo motivo che si impegna frequentemente in iniziative di beneficienza, aiutando le persone in difficoltà e condividendo queste gesta sui propri canali social, insieme ai contenuti relativi all’orologeria e alla propria vita privata, incentivando i fan a fare lo stesso.

Il successo di questo business deriva anche e soprattutto dalla scarsità dei modelli più celebri di Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet. Ti basta andare in una qualsiasi boutique di questi grandi marchi d’alta orologeria e nessun prodotto è acquistabile, mentre a pochi minuti a piedi dalla celebre Via Montenapoleone è possibile trovare un vasto assortimento, seppur ad un prezzo maggiorato rispetto a quello di listino.

La sede di Milano di Ruzza Orologi è ormai diventata una vera e propria mecca per gli appassionati dell’orologeria, che accoglie ogni giorno, oltre ai numerosi clienti, anche tantissimi fan che entrano per chiedere a Lorenzo foto e autografi.

Lorenzo è inoltre l’ideatore e creatore del Ruzza Watch, il celebre segnatempo ormai divenuto uno status symbol tra i fan e gli appassionati.

Celebre è inoltre ormai anche la sua Lamborghini verde, oggetto di numerose storie Instagram realizzate dai suoi fans in giro per l’Italia. Un vero e proprio segno distintivo che Ruzza è riuscito a trasformare nell’ennesima (efficace) trovata di marketing.

L’ultima genialata di Ruzza? Un negozio di borse di lusso, così da andare ad intercettare un ulteriore target: quello delle donne dell’alta borghesie, pronte a spendere cifre da capogiro per assicurarsi una Chanel o Hermés altrimenti introvabile.

Giordano Guerrieri, Ceo di Finera: ecco come affrontare il credit crunch con la finanza alternativa

Giordano Guerrieri

Giordano Guerrieri, Ceo di Finera

Giordano Guerrieri è CEO di Finera, società del Gruppo Allcore S.p.a. specializzata in finanza per PMI.

Secondo l’aggiornamento di novembre 2022 del Barometro Crif, il numero delle richieste di credito presentate dalle imprese italiane nel terzo trimestre 2022 ha avuto una flessione del -4,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.

A questo si aggiunge un altro dato che suona come un campanello d’allarme: l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese è risultato pari a 36.374 euro, registrando quindi un calo del -2,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Questi numeri sono l’ulteriore prova che l’economia italiana inizia a vivere un altro periodo di Credit Crunch. Il nostro Paese è all’inizio di una stretta creditizia da parte delle banche nei confronti delle imprese. Senza considerare che nel biennio 2020-2022 la situazione economica delle aziende si è ulteriormente aggravata a causa della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina.

Diventa dunque vitale per le piccole e medie imprese conoscere le cause e le conseguenze del Credit Crunch, non solo per affrontare con più consapevolezza le richieste di finanziamento, ma anche per capire quali sono opportunità a loro disposizione per ottenere liquidità in un momento in cui le banche faticano a concedere prestiti. Il credit crunch, infatti, spinge le PMI in direzione degli strumenti della finanza alternativa, come i minibond e il fintech.

Ne abbiamo parlato con Giordano Guerrieri, CEO di Finera, azienda specializzata a 360° in finanza aziendale.

Come anticipato, iniziamo a vivere un periodo di credit crunch, che ci ha spinti verso la finanza alternativa. Ma in che modo, quest’ultima, può rappresentare una soluzione?

Il credit crunch è un periodo di difficoltà nell’erogazione di prestiti da parte delle banche e dei tradizionali canali di finanziamento. Questa situazione, nell’ultimo biennio, ha comportato un boom degli strumenti di finanza straordinaria (o alternativa): solo nel primo semestre del 2022, ad esempio, dalle PMI italiane sono stati emessi minibond per un valore totale di 559 milioni di euro. Anche il factoring ha continuato la sua crescita nel 2022, chiudendo l’anno con un volume d’affari di quasi 229 miliardi di euro (+17% rispetto allo stesso periodo del 2021). E non possiamo non citare il fintech: la raccolta delle startup italiane dell’ambito, nel 2022 è stata da record e i ricavi hanno visto una crescita di circa il 70%. Non dimentichiamo poi i prestiti garantiti dallo stato e i numerosi aiuti stanziati che sono stati percepiti dalle aziende nel periodo Covid, e che da un lato hanno aiutato, mentre dall’altro hanno forse incastrato le aziende che vogliono investire maggiormente. La finanza alternativa (o straordinaria) rappresenta dunque una soluzione in quanto permette alle piccole e medie imprese che stanno crescendo ma che hanno poca liquidità, di accedere in tempi brevi alle somme necessarie per portare avanti l’attività o svilupparla ulteriormente.

Quali sono i principali fattori che penalizzano le aziende italiane per una corretta gestione dell’indebitamento e dell’accesso al credito?

 Sicuramente ogni situazione ha le sue peculiarità, ma in generale possiamo dire che la scarsa liquidità è data in primis dal contesto in cui ci troviamo, oltre che da una bassa patrimonialità che non rafforza le aziende e non le rende appetibili né sicure. A questi fattori si aggiunge senza dubbio l’alto indebitamento, ma anche il cambiamento delle regole del sistema bancario che si è verificato in questi anni. Ad esempio, le banche hanno adottato nuovi principi contabili come il noto IFRS 9, penalizzando la gestione bilancistica bancaria per l’assunzione di nuovi rischi. Consideriamo che gli istituti bancari devono gestire le posizioni relative ai finanziamenti concessi sia alla concessione che durante il periodo di restituzione, monitorando attentamente e costantemente la situazione dell’azienda, che in caso di cambiamento può adoperare nuove richieste di garanzie o persino la chiusura delle posizioni concesse.

Queste nuove regole hanno impattato anche sulle imprese. Le banche ora hanno la capacità di intercettare preventivamente le situazioni di rischio, perciò le imprese non solo devono avere ancora più sotto controllo la propria situazione economica e finanziaria, ma devono  imparare a dirigersi verso metodi e strumenti finanziari alternativi per sviluppare il proprio business.

La finanza straordinaria diminuisce la dipendenza dalle banche proprio su quelle aziende che vogliono crescere e investire. Ma come funziona esattamente?

Ci vorrebbe un webinar intero per rispondere in modo completo a questa domanda. In breve, la finanza straordinaria può assumere diverse forme, a seconda delle esigenze specifiche. Ogni strumento finanziario, che sia alternativo come minibond, crowdlending ed M&A, o innovativo come il fintech, deve essere conosciuto al meglio per poterlo sfruttare al massimo e per portare un boost di accelerazione alle aziende che li utilizzano.

Quali sono le difficoltà che le PMI italiane incontrano nell’accesso al credito alternativo o a strumenti di credito innovativi?

Si tratta di una difficoltà legata in realtà alla poca conoscenza degli strumenti di credito alternativo da parte delle imprese stesse. Inoltre, senza intento di fare critica, molti imprenditori hanno difficoltà ad abbandonare gli strumenti e le modalità adottate fino ad oggi. Il “si è sempre fatto così” è molto diffuso e sono tante le imprese che, non avendo una situazione finanziaria critica, continuano anche giustamente ad affidarsi ai tradizionali canali di finanziamento.

Le piccole e medie imprese che invece necessitano rapidamente di liquidità e hanno difficoltà a ottenere prestiti dalla banca, magari a causa di un basso rating o a tempi d’attesa troppo dilatati, vanno alla ricerca di soluzioni alternative e spesso anche complementari alle banche. Alternative che, se vogliamo, risultano più trasparenti e rendono più democratico l’accesso al credito.

La finanza straordinaria può aiutare a prevenire future crisi finanziarie?

 Prima di parlare di future crisi, è opportuno focalizzarsi su quanto sta accadendo; il caro-energia e l’inflazione sono motivi di forte preoccupazione per le piccole e medie imprese italiane perché attaccando direttamente i flussi di cassa. “Incertezza” è la parola che risuona su tutto il tessuto imprenditoriale e spinge le nostre aziende a essere più prudenti, facendo calare la propensione agli investimenti. Per questo motivo il PNRR e gli strumenti agevolativi come transizione 4.0 e Nuova Sabatini rimangono strategici e  fondamentali.

È in questo contesto di incertezza sul futuro che si va a incastonare anche la finanza straordinaria. Ora che siamo in un momento difficile, le imprese devono essere supportate e formate correttamente in merito alle nuove possibilità di accesso al credito a loro disposizione. Solo attraverso una trasparente conoscenza di ciò che la finanza alternativa può offrire, gli imprenditori possono avere gli strumenti necessari non solo per fronteggiare la situazione attuale, ma anche per essere preparati in caso di crisi future.

In conclusione, la finanza straordinaria, non è la “pozione magica” che permette di risolvere la mancanza di liquidità attuale. Essa è lo strumento, il mezzo, “l’asso” che le imprese italiane possono usare a proprio vantaggio per avere una spinta verso una crescita veloce e ben strutturata.