Mario Furlan, life coach – Sei anche tu un seguace del protocollo?

Mario Furlan, life e business coach

Mario Furlan, life e business coach

Se vai in ospedale, probabilmente troverai i “medici protocollo”: quelli che forse non hanno ben capito cosa hai, e probabilmente non sanno come curarti. E allora seguono, senza porsi mai dubbi, il protocollo calato dall’alto.
Sono gli alfieri della “medicina difensiva”. Che non serve a curare, ma a evitare problemi (detto in parole povere: a pararsi il culo).
Sono intercambiabili: uno vale l’altro, e tutti insieme valgono ben poco. Perché seguono tutti, pedissequamente, le stesse procedure con tutti i pazienti che presentano gli stessi sintomi. Seguono tutti, cioè, lo stesso protocollo.
Il problema è che non siamo tutti uguali. Quindi ciò che funziona con Tizio può rivelarsi catastrofico per Caio. Ma a loro non importa: basta potersi giustificare, davanti a eventuali rogne: “Ho seguito alla lettera il protocollo!” Il paziente è morto? Cosa importa, loro hanno obbedito ciecamente al protocollo!
Queste persone, legate acriticamente ad un astratto protocollo che invece dovrebbe essere calato nella realtà specifica, si trovano in tutti i campi. Sono, tutto sommato, inutili. Hanno una mentalità burocratica, limitata: ragionano da robot. E tu, sei come loro? O hai voglia di scoprire, di provare, e anche (entro certi limiti) di rischiare, e sei disposto a tentare nuove strade?

Ogni giorno su Facebook  i consigli del life coach e business coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Mario Furlan, life coach – Come valorizzare i momenti difficili

Mario Furlan, life e business coach

Mario Furlan, life e business coach

Lo so: nessuno vuole trovarsi in situazioni difficili. Eppure capitano. E quando capitano, tanto vale farne tesoro.
E’ proprio nei momenti di estremo stress, infatti, che puoi scoprire tre cose importanti:
1) Che sei più forte di quanto pensi. Infatti è principalmente nei momenti drammatici che spesso tiriamo fuori il meglio di noi: il coraggio, la resilienza, la tenacia. Basti pensare ad atleti paralimpici come Bebe Vio o Alex Zanardi: hanno trasformato un loro gravissimo handicap in un punto di forza. Incredibile!
2) Chi sono i tuoi veri amici. Infatti quelli falsi scompaiono nei momenti di crisi. Come recita un proverbio, quando sei felice ridi in compagnia, ma quando sei triste piangi da solo;
3) Nel dolore ti rafforzi interiormente. E’ come se irrobustissi il sistema immunitario mentale. E quando la vita tornerà normale, le solite difficoltà quotidiane ti sembreranno poca cosa rispetto a quelle grandi che hai dovuto affrontare!

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Enrico Nicodemo, l’eclettico artista Demò

Enrico Nicodemo, in arte Demò

Enrico Nicodemo, in arte Demò

Enrico Nicodemo, in arte Demò, è un artista italiano contemporaneo, pittore, scultore, stilista e gioielliere  di fama internazionale. Le sue opere si materializzano nella moda, nei gioielli, orologi e nell’arredo, diventando dei veri pezzi unici da collezione.

Enrico Nicodemo “Demò” nasce in un piccolissimo paese a Sicilì, in provincia di Salerno, il 12 dicembre 1966, ma attualmente vive a Milano. La pittura é la sua prima passione.

Fin da giovanissimo Nicodemo si dedica all’arte, sperimentando costantemente le varie tecniche pittoriche. Preferisce la pittura ad olio con spatola, che alterna talvolta con colori acrilici e resina.

Amante di tutta la musica, in particolare di quella classica, il giovane Demò suona il pianoforte, la chitarra e compone brani musicali con gli amici. La musica è per lui motivo di ispirazione per la creazione pittorica e viceversa.

Amante dell’aria e della luce, Enrico Nicodemo usa diverse forme espressive che spaziano da forme realistiche per arrivare a un segno forte, talvolta violento, ed infine ad un rigoroso controllo formale in cui il sentimento diventa simbolo.

Nei quadri di Nicodemo si nasconde un’emozione: per l’artista è importante riuscire a condurre la mente al di là di ciò che gli occhi vedono, riesce a raccontarci la propria gioia di vivere, il suo amore per il mondo.

Demò realizza un gran numero di opere, molte delle quali acquistate da privati e gallerie. Moltissime le sue mostre in Italia, ma soprattutto all’estero. Espone, infatti, tra le altre, nelle seguenti città straniere: Barcellona (Spagna), Dubai (Emirati Arabi Uniti), Parigi (Francia), Cannes (Francia), Monte Carlo (Principato di Monaco), Bratislava (Slovacchia), Ljutomer (Slovenia), Valletta (Malta), Belo Horizonte (Brasile), Mosca (Russia), San Pietroburgo (Russia), Krasnodar (Russia), New York e Miami (Stati Uniti).

 

Allarme crisi economica per le aziende manifatturiere: ecco i consigli degli esperti per affrontare presente e futuro

 

Augusto Abbarchi

Augusto Abbarchi di Workday

Workday, leader nelle applicazioni cloud aziendali per la finanza e le risorse umane, e IDC, hanno pubblicato un InfoBrief rivelando che il futuro dell’industria manifatturiera in Europa continuerà ad essere incerto, mutevole e complesso. Per prosperare in questo contesto, le organizzazioni manifatturiere devono trasformare radicalmente le loro operazioni per diventare più resilienti ed agili. Allo stesso tempo, le organizzazioni devono bilanciare i costi e la sicurezza, garantendo nel contempo la conformità alle normative ESG. Avere le competenze e il talento giusti per affrontare tutti questi argomenti sarà la base per una trasformazione aziendale di successo e per una crescita aziendale sostenibile a lungo termine. Secondo l’InfoBrief, nel 2023 le organizzazioni manifatturiere dovranno affrontare i seguenti problemi di business: le persistenti carenze della catena di approvvigionamento e l’aumento della concorrenza; l’aumento dei costi interni ha rafforzato la necessità di monitoraggio e controllo dei costi; l’incremento degli attacchi informatici e, infine, il cambiamento della domanda dei clienti e del mercato.

Ma non è tutto perché la mancanza di competenze sta influenzando la trasformazione e le operazioni aziendali. Ciò è dovuto principalmente alla mancanza di lavoratori esperti di tecnologia digitale nella fabbrica, alla mancanza di competenze di ingegneria del software integrate per sviluppare prodotti intelligenti e connessi, oltre alla mancanza di competenze di sicurezza informatica per proteggersi dagli attacchi. Ciò è unito alla necessità di trasformare rapidamente i requisiti in competenze operative, con conseguenti tassi di scarto più elevati nella produzione, aumentando così i costi. L’aumento dei tempi del ciclo di produzione e i problemi di qualità stanno portando a una diminuzione della soddisfazione del cliente e, di conseguenza, a una crescita aziendale limitata. Per ridurre o eliminare gli impatti negativi delle lacune di competenze ed evitare di rimanere indietro rispetto ai concorrenti globali, i produttori devono affrontare la gestione della forza lavoro e dei talenti dall’inizio alla fine: dall’attrazione dei talenti, all’abilitazione, esperienza e fidelizzazione dei dipendenti.

Augusto Abbarchi, Country Manager di Workday per l’Italia, commenta: “Per affrontare le persistenti carenze della catena di fornitura, l’aumento della concorrenza, l’aumento dei costi e l’evoluzione delle richieste dei clienti, i produttori devono sottoporsi a una fondamentale trasformazione delle loro operazioni. I produttori devono investire per attrarre nuovi talenti e le competenze richieste, migliorare l’esperienza dei dipendenti e migliorare la resilienza operativa attraverso una pianificazione e una gestione della forza lavoro agile e flessibile”. Per avere successo, quindi, i produttori devono affrontare questi imperativi strategici: attrarre nuovi talenti e le competenze richieste creando profili di lavoro desiderabili per gettare le basi per una crescita aziendale a lungo termine; migliorare l’esperienza dei dipendenti per aumentare la soddisfazione e la fidelizzazione degli stessi e, per concludere, perfezionare la resilienza operativa attraverso una pianificazione e una gestione della forza lavoro agile e flessibile.

Mario Furlan, life coach – Come criticare senza offendere

Il life coach, formatore e motivatore Mario Furlan

Mario Furlan, life coach, motivatore e formatore

C’è una netta differenza tra critica costruttiva e distruttiva. La prima aiuta a migliorare, la seconda offende, demoralizza e e ti fa odiare.
La critica costruttiva si focalizza su un comportamento specifico, per dire che una cosa è stata fatta male e può essere migliorata. Mentre la critica distruttiva equivale ad un giudizio inappellabile: prende di mira la persona, e fa capire che l’errore non potrà mai essere risolto. Perché riguarda l’essenza dell’individuo. Un conto è dire “oggi hai fatto questo sbaglio”, un altro è sentenziare “ecco, come al solito hai sbagliato”. Nel primo caso aiuti a capire l’errore e a non commetterlo ancora, nel secondo giudichi l’individuo un incapace. E azzeri la speranza che possa migliorare.

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Mario Furlan, life coach – Sai come usare i tuoi due cervelli?

Mario Furlan, life coach e motivatore, è noto anche come fondatore dei City Angels

Mario Furlan, life coach e motivatore, è noto anche come fondatore dei City Angels

La nostra mente è, per così dire, divisa in due parti: la mente pensante e la mente dimostrante.
La mente pensante pensa. E si convince che le cose stiano in un certo modo. Mentre la mente dimostrante deve dimostrare che questi pensieri, queste convinzioni sono corrette.
Se pensi di essere negato per la matematica, o di essere brutto, la mente dimostrante ti dimostrerà che hai ragione. Allo stesso modo, se pensi di essere portato per le lingue, o di essere affascinante, la mente dimostrante ti porterà la dimostrazione.
Ecco perché è così importante pensare positivo. Se pensi positivo, la mente dimostrante ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi. Non è sicuro che ce la farai. Ma sei sulla buona strada. Mentre se pensi negativo, la mente dimostrante ti dimostrerà che hai ragione. Quindi… meglio pensare positivo!

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Mario Furlan, life coach – Le tre basi di qualunque rapporto

Mario Furlan è formatore e life coach

Il formatore e life coach Mario Furlan

Quali sono le cose imprescindibili affinché un rapporto, di coppia, di amicizia o professionale, possa funzionare e durare nel tempo?
Al primo posto metto la stabilità emotiva. Cioè la capacità di non avere repentini e violenti sbalzi d’umore. E’ difficile andare d’accordo con un lunatico. Con uno psicolabile. O anche con un fumantino. Perché non sai cosa ti aspetta. E le sorprese non saranno positive.
Naturalmente serve anche l’intelligenza. Soprattutto quella emotiva. Che riguarda il modo in cui ragioni, e la consapevolezza delle tue azioni. C’è chi non si rende conto di come si sta comportando: è un irresponsabile, e anche uno stupido…emotivo. Soprattutto se dà agli altri la colpa dei suoi fallimenti.
Fondamentale è poi il rapporto di fiducia: sapere che puoi contare su quella persona. Che non ti tradirà, non ti prenderà in giro, non ti farà promesse che non manterrà.
Lo so, sono poche le persone così. Con testa e cuore. E proprio per questo chi le trova… trova un vero tesoro!

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