Se vai in ospedale, probabilmente troverai i “medici protocollo”: quelli che forse non hanno ben capito cosa hai, e probabilmente non sanno come curarti. E allora seguono, senza porsi mai dubbi, il protocollo calato dall’alto.
Sono gli alfieri della “medicina difensiva”. Che non serve a curare, ma a evitare problemi (detto in parole povere: a pararsi il culo).
Sono intercambiabili: uno vale l’altro, e tutti insieme valgono ben poco. Perché seguono tutti, pedissequamente, le stesse procedure con tutti i pazienti che presentano gli stessi sintomi. Seguono tutti, cioè, lo stesso protocollo.
Il problema è che non siamo tutti uguali. Quindi ciò che funziona con Tizio può rivelarsi catastrofico per Caio. Ma a loro non importa: basta potersi giustificare, davanti a eventuali rogne: “Ho seguito alla lettera il protocollo!” Il paziente è morto? Cosa importa, loro hanno obbedito ciecamente al protocollo!
Queste persone, legate acriticamente ad un astratto protocollo che invece dovrebbe essere calato nella realtà specifica, si trovano in tutti i campi. Sono, tutto sommato, inutili. Hanno una mentalità burocratica, limitata: ragionano da robot. E tu, sei come loro? O hai voglia di scoprire, di provare, e anche (entro certi limiti) di rischiare, e sei disposto a tentare nuove strade?
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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.