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Nasce Wudstok, la prima piattaforma per gli eventi dal vivo

La musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo”: con queste parole Platone definiva la musica in quanto arte fondata sul valore, la funzionalità e la concatenazione dei suoni. Non si tratta però solo di note e spartiti, ma anchedi creatività e, allo stesso tempo, di emozioni. Queste ultime, però, raggiungono il massimo del loro splendore nel momento in cui gli appassionati hanno modo di ascoltare, vivere e danzare il loro genere preferito in occasione di eventi live, i quali, secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Wudstok, risultano sempre più in crescita, generando una vera e propria “Live Music Fever”. Le prime conferme in merito giungono da un recente approfondimento strutturato da Linkedin: entrando più nel dettaglio, si prevede che il mercato globale degli eventi di musica dal vivo, dopo aver raggiunto quota 11 miliardi di euro nel corso del 2022, supererà i 17 miliardi entro il 2030 (+54%) con una crescita media annuale composta (CAGR) del 5% nei prossimi 6 anni. E in Italia? Al di là dell’ultimo Rapporto Siae che, nel corso dell’ultimo anno, conta quasi 500mila appuntamenti e circa 76 milioni di partecipanti, emergono una serie di iniziative e progetti made in Italy utili a valorizzare e sostenere la cosiddetta live music in quanto fattore culturale.

Tra questi, ecco Wudstok: entrando più nello specifico, si tratta della prima piattaforma capace di promuovere l’intrattenimento dal vivo, e di conseguenza la live music, come fattore culturale, coinvolgendo locali ed artisti di tutta Italia. Ma non solo, la stessa digital platform, organizzando eventi per target specifici, si pone anche l’obiettivo di garantire a brand e aziende di primaria importanza vetrine di comunicazione strategiche sul territorio utili a conferire loro sia visibilità sia opportunità di networking, sostenendo così l’intera industria del live entertainment. “Musica fa rima con passione perché, in quanto tale, riesce a far emergere la parte più bella dell’anima delle persone – afferma Matteo Mossini, ideatore e founder di Wudstok – A mio modo di vedere, però, la musica, in quanto passione, deve coinvolgere tutti, grandi e piccini, partendo da quei punti di ritrovo e locali in cui ha preso lentamente forma negli anni. Per questo motivo, abbiamo deciso di lanciare Wudstok che funziona esattamente come un social, ma fisico: infatti, utilizzando una piattaforma digital, siamo in grado di organizzare esperienze ed eventi dal vivo, singoli o multipli, contemporanei e non, con l’obiettivo di favorire socialità, convivialità ed inclusione. Ci tengo, inoltre, a definire un punto che per noi risulta di grande importanza: grazie a questo servizio possiamo fornire un supporto mirato ai locali di tutta Italia, generando a loro favore concrete opportunità di guadagno. Visto che, una volta selezionato il target più funzionale per l’organizzazione dell’evento, versiamo ai locali contributo economici.
E gli artisti? Di certo non restano indietro. Infatti ai loro occhi siamo visti come un moltiplicatore di opportunità, soprattutto perché coinvolgiamo musicisti, dj e performer di ogni livello. E, ancora, lo stesso service viene consigliato ad imprese che vogliono costruirsi momenti ad hoc per farsi conoscere, divulgare messaggi corporate e crescere come brand awareness.

La nascita di Wudstok entra a far parte di un contesto globale in cui la cosiddetta “Live Music Fever”, secondo Business Insider, nel corso dell’anno corrente coinvolgerà maggiormente la Gen Z e i Millennial. Ma non è tutto perché la passione per la musica dal vivo conquista anche i social: infatti, solo su Instagram si contano circa 46 milioni di contenuti pubblicati con l’hashtag #livemusic. Mentre su Tik Tok lo stesso tag vanta quasi 20 miliardi di views. E ancora, la musica dal vivo appassiona a tal punto da condizionare persino la scelta del locale in cui trascorrere la propria serata o un qualsiasi momento di convivialità insieme ad amici e famigliari. A questo proposito, ecco uno spunto offerto da Morning Advertiser: nel solo Regno Unito, quasi 8 consumatori su 10 (78%) sono più propensi a visitare un pub o un bar se offre musica dal vivo. Invece, a livello italiano, stando a quanto indicato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi, l’87% dei consumer made in Italy apprezza la musica dal vivo.

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