Francesco Arrighetti di Oniro Agency: ecco cos’è il digital marketing

Francesco Arrighetti, Ceo di Oniro Agency

Francesco Arrighetti, Ceo di Oniro Agency

Ciao Francesco, raccontaci chi sei.

Mi chiamo Francesco Arrighetti e sono il fondatore di Oniro Agency, un’agenzia di Milano specializzata in digital marketing, in particolare in inbound marketing, ovvero una serie di attività mirate ad attrarre utenti interessati ad un determinato prodotto o servizio sui siti web.

Come riuscite ad indirizzare questo pubblico?

Sfruttando gli strumenti pubblicitari messi a disposizione dai social media, da Google e attraverso la SEO, ovvero l’ottimizzazione per i motori di ricerca che permette di indirizzare traffico profilato e in target sui siti dei nostri clienti.

Qual è la differenza tra l’inbound e il digital marketing?

Il digital marketing comprende anche altri tipi di attività, come la gestione dei social media, l’e-mail marketing, la creazione dei siti web e molto altro. Per scelta ho deciso di verticalizzare Oniro Agency solo sull’inbound marketing in modo da specializzarci e offrire il servizio migliore possibile.

Com’è iniziata questa avventura?

L’azienda è nata da pochissimo, a giugno del 2021, ma la mia avventura nel mondo del digital marketing è iniziata anni fa, più o meno nel 2013.

All’epoca lavoravo per una banca importante ma per quanto fossi in una bolla dorata molto sicura non ero felice. Non c’era spazio per il mio lato creativo e per il mio spirito imprenditoriale latente, che cercava di farmi fare la differenza. Lì ero solo uno dei tanti, un numero tra mille.

Quindi hai deciso di cambiare strada

All’epoca stavo già con mia moglie, lei è una persona molto forte che mi ha sempre stimolato, ricordo una discussione in cui mi disse: “É inutile che ti lamenti senza fare niente per cambiare le cose, se tu ci provassi senza ottenere risultati avresti ragione, ma così non ha senso. Fai qualcosa.”

Ero bloccato, come se avessi i piedi dentro il cemento, mi sembrava impossibile cambiare. Lottavo contro me stesso per cercare una soluzione, ma da solo non ci riuscivo, quindi ho cercato un aiuto. Sono andato su internet e ho trovato una consulente di carriera molto brava che mi ha seguito in questo percorso di crescita e consapevolezza.

Lei è riuscita a farmi capire che alcune mie competenze potevano avere un valore sul mercato. Il web mi aveva sempre affascinato e alcune professioni legate al digitale non erano ancora così sdoganate, così ho cercato un Master in Reputation Management – il primo in Italia – e da lì è cambiata la mia vita.

Come sei arrivato dal Master in Reputation Management alla tua agenzia?

Oniro Agency è stata l’evoluzione naturale del mio percorso come professionista. Una volta terminato il Master sono stato assunto prima in un paio di agenzie, poi ho deciso di mettermi in proprio come libero professionista perché volevo realizzare qualcosa di mio. Ho proseguito così per un paio di anni fino a quando la pandemia non ha dato un’accelerata al digital marketing e sono esplose le richieste. Allora ho cercato un collaboratore, poi un altro e così è nata l’agenzia.

Cosa pensi che distingua Oniro dal resto delle agenzie di questo tipo?

La cura della persona sia nei confronti dei dipendenti, anche se non mi piace parlare di dipendenti, preferisco collaboratori, sia nei confronti dei clienti. Ci mettiamo nei loro panni quando dobbiamo realizzare un lavoro, il cliente investe del denaro per un progetto in cui tutti crediamo e che desideriamo abbia successo.

Allo stesso modo, in primis, mi metto nei panni di chi lavora per me, desidero che si trovino bene, a suo agio e che venga retribuito adeguatamente. Se dovessi riassumere in poche parole ciò che ci differenza rispetto alle altre agenzie tradizionali direi: alta qualità dei lavori, cura della persona, è ammesso sbagliare per crescere e lavoriamo full remote.

Riesci a gestire il tuo team totalmente da remoto?

Sì, grazie al rapporto che si è instaurato. In primis, a livello di fiducia, perché per avere una persona che lavora da Roma o dalla Sicilia e che non puoi controllare come in un ufficio deve esserci un rapporto di massima fiducia. Questo però ha anche un risvolto positivo perché siamo un po’ imprenditori di noi stessi.

È come passare dal liceo all’università, quando si è al liceo la professoressa controlla gli alunni e li sgrida se non hanno fatto i compiti, all’università sei tu a gestirti il carico di lavoro, sai di avere degli esami e di doverli portare a termine. Noi abbiamo la stessa visione.

Pensi che ci sia una differenza tra una azienda nata full remote e le altre che durante il periodo della pandemia sono state costrette ad applicare questa modalità?

Si credo che le aziende che non siano nate con questa visione abbiano un modo diverso di pensare il rapporto lavoro-dipendente. Per me è proprio una questione di fiducia, non mi interessa che una persona lavori 8-10-15 ore, l’importante è che porti i risultati. Il focus si sposta non sulle ore di lavoro, ma sull’obiettivo. Se la variabile diventa l’obiettivo, tutto il resto è ininfluente.

Capisco che le aziende siano abituate ad un certo tipo di struttura e che durante la pandemia molte persone abbiano patito la solitudine nel lavorare da sole a casa. In realtà noi ci sentiamo tutto il giorno, tramite messaggi e videochiamate. Quello che cambia è l’atmosfera. Avendo questo tipo di rapporto di fiducia ogni collaboratore si sente parte importante di quella che è la nostra realtà e fa davvero la differenza.

Quindi rendi felice il dipendente in modo che lui stesso sia più motivato?

Esatto, per aumentare la sua motivazione credo che sia importante coinvolgerlo, ad esempio, facendolo partecipare alle riunioni con i clienti, chiedendo il suo parere per prendere determinate decisioni e così via. Non è un modo per mettere in difficoltà, ma credo sia utile per aumentare la fiducia in se stesso e farlo sentire parte integrante di Oniro.

Ci sono stati dei momenti bui durante il tuo percorso professionale?

Sì, due in particolare. Il primo quando sono passato da dipendente a libero professionista, in quel momento si hanno mille dubbi “Ce la farò a mantenere me e la mia famiglia?”, io avevo già un figlio, una casa. Di fronte a tutte queste paure ho chiuso gli occhi e mi sono buttato a capofitto per trovare la soluzione.

Poi ci sono stati molti momenti in cui le cose andavano talmente veloci che avevo paura di non riuscire a stare dietro a tutto. “Sarò in grado? Nessuno mi ha insegnato a farlo.” All’inizio di questo percorso la strada non era così chiara, non c’era una visione aziendale così netta, si è creata nel tempo.

Cosa diresti ad un ragazzo che non è soddisfatto del suo percorso di studio o di carriera?

Se ti trovi in quella condizione significa che ti sta già ponendo un grosso dubbio, quello è il seme per il cambiamento. Se ti senti fuori posto nel luogo in cui ti trovi vuol dire che hai bisogno di più o semplicemente di cambiare: è la prima leva che ti spinge a lottare per trovare la tua strada.

Poi non è facile, è un percorso lungo: bisogna capire innanzitutto in che direzione andare, provare finché non si trova ciò che ti piace, cercare di approfondire le conoscenze che ti permettono di fare il lavoro che desideri.

Se dovessi dare un consiglio pratico?

Trova qualcuno che ti aiuti a trovare la tua strada. Ci sono professionisti che ti possono supportare nel tuo percorso di cambiamento, come life coach e consulenti di carriera, poi provare, non arrendersi mai e impegnarsi fino a quando non si raggiunge l’obiettivo prefissato. Sono 4 in realtà😉.

Quali sono i tuoi desideri per il futuro?

A livello di business continuare a far crescere l’azienda, in modo che ognuno riesca a lavorare bene e sia soddisfatto. Il successo per me non si misura solo in termini di crescita aziendale, ma anche nel riuscire a rendere contenti i clienti e felici noi stessi dei risultati raggiunti.

Ognuno è importante. In passato mi è capitato di sentirmi dire “Francesco, nessuno è indispensabile, tutti sono sostituibili” io non sono di questa idea, credo che in una squadra tutti i componenti giochino un ruolo importante.

Le persone che lavorano per Oniro sono le prime che si mettono in gioco, cercando costantemente di migliorare e di crescere sia come professionisti che come agenzia. Siamo i primi fan del nostro brand.