L’oggi è il domani di ieri

Tic…tic…tic… Le lancette dell’orologio corrono veloci, incessanti, noncuranti di tutto. I giorni passano. Senza che ce ne rendiamo pienamente conto.
Perché abbiamo la tendenza a rinviare. A pensare “Tanto lo farò domani”. E poi, quando arriva domani, rinviamo ancora. Soprattutto se si tratta di qualcosa di scomodo.
Ricordiamoci che l’oggi è il domani di ieri. E che non possiamo rinviare per sempre. Perché nulla è per sempre. Prima o poi verrà il momento in cui non potremo più. Perché il nostro tempo sarà scaduto.
Valorizziamo al massimo ogni giorno che ci è dato. Non sappiamo quanti ne avremo ancora. Quindi utilizziamo bene l’oggi. Che presto diventerà ieri. Per costruire un luminoso domani.

Sei di quelli che tirano a campare?

Molti non sanno cosa fare della propria vita. Tirano a campare. Senza obiettivi chiari, traguardi definiti. Vanno avanti per forza d’inerzia. Sul lavoro. Nella relazione di coppia. Nella vita di tutti i giorni. Spesso non sono soddisfatti. Ma temono il cambiamento. Preferiscono ristagnare in una situazione frustrante piuttosto che cambiare. Perché cambiare è rischiare. Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia ma non quel che trova..
Ma se non cerchi di migliorare, di crescere, di andare avanti – nel campo professionale, familiare, spirituale – andrai indietro. E’ come stare fermi in un fiume in piena: se non nuoti controcorrente, la corrente ti trascina via. Inoltre se tu non decidi per te stesso, saranno altri a decidere per te. E non è detto che decidano nel tuo interesse. Comunque tu la giri, conviene darsi una mossa!

Sopravvalutiamo il breve termine, sottovalutiamo il lungo

Quando ci imbarchiamo in un progetto abbiamo l’abitudine di sopravvalutare ciò che possiamo attuare in tempi brevi. E di sottovalutare ciò che possiamo concretizzare in tempi lunghi. Ci illudiamo di realizzare grandi cose in pochi giorni. Raramente succede. Così ci demoralizziamo. E molliamo tutto. Non rendendoci conto che servono molti giorni, a volte alcune settimane, a volte qualche mese, a volte addirittura anni per ottenere risultati significativi. Vale per la dieta dimagrante come per la preparazione di un esame, per la ricerca di un nuovo lavoro come per quella di un partner. Serve tempo. E dev’essere tempo utilizzato bene. Perseguendo l’obiettivo giorno per giorno, con impegno e disciplina.

La morte ci motiva

Morte e motivazione sembrano agli antipodi. Invece la morte può essere la più grande forza motivante che abbiamo in vita.
La consapevolezza che, anche se campi cent’anni, la vita è breve, ci aiuta a non perdere tempo. A non rimandare. A cogliere l’attimo. A vivere intensamente. Giorno per giorno. Sapendo che i nostri giorni finiranno.
Ci aiuta anche ad essere meno materialisti e più spirituali. Se in punto di morte hai rimpianti non sono certo perché non hai guadagnato abbastanza. Ma semmai perché non hai amato abbastanza. Perché non hai chiesto scusa a tuo padre. Perché non hai fatto pace con tuo fratello. Perché non hai detto al tuo partner quanto lo ami.
Allora sarà troppo tardi per rimediare. Anche domani potrebbe essere troppo tardi. Fallo oggi. Finché sei in tempo.

Inizia bene le tue giornate

Chi ben comincia è a metà dell’opera. Vale anche per le tue giornate. Programmale la sera prima. Sapendo a che ora ti alzerai, cosa farai, come ti organizzerai. Lascia dello spazio per gli imprevisti. Ma cerca di seguire la tabella di marcia.
Ti sei imposto di alzarti mezz’ora prima per correre, fare ginnastica o fare colazione? Un piccolo sacrificio ti darà un senso di orgoglio, e di controllo della tua vita, che si estenderà a tutta la giornata. Se la inizi sgarrando, rimandando o barando a te stesso avverti un senso di frustrazione. E di impotenza. Se invece fai esattamente ciò che ti sei proposto, ti accorgi che hai la giornata nelle tue mani. E quando arriverà la sera proverai un senso di appagamento. E di gioia. Perché saprai che sei sulla strada giusta.

2012, la fine del mondo!

C’è chi, in determinate scadenze, pensa che il mondo finirà. L’anno mille è stato uno di quei momenti. Ora per alcuni quel tempo arriverà il 21 dicembre 2012.
Ovviamente si tratta di sciocchezze. Tuttavia se pensi che tra poco tutto finirà cambi il tuo modo di vedere le cose. E di agire.  Sei spinto a portare a termine velocemente ciò che pensi sia importante realizzare prima di morire. Così elabori una scala di priorità. Sfrutti meglio il tempo. E ti concentri su ciò che conta davvero: gli affetti, l’amore, la spiritualità.
Perché aspettare di arrivare agli sgoccioli della vita per farlo? Perché non cominciare da subito a vivere più intensamente, più pienamente e senza sprecare tempo? Comincia l’anno nuovo facendolo. E vedrai che il tuo 2012 sarà – in senso buono – la fine del mondo!

Butti spazzatura in casa tua?

Cosa faresti se qualcuno entrasse in casa tua e ti svuotasse un secchio di spazzatura nel bel mezzo del salotto? Lo cacceresti a calci. E faresti bene. Nessuno deve permettersi di sporcarti la casa. Ma forse tu stesso sporchi il luogo in cui abiti costantemente: il tuo corpo. E forse sporchi anche il luogo che dirige ogni tuo pensiero, ogni tua azione: il tuo cervello. Cosa butti nel tuo corpo? Mangi cibo sano? Fumi? Bevi? E, peggio ancora, cosa butti nella tua mente? Che pensieri ci infili? Quali emozioni? Cosa leggi? Cosa guardi? Di cosa parli? Di cose che ti aiutano, ti motivano, ti fanno migliorare, o di robaccia che ti deprime e ti spegne? Da quello che infili nel corpo dipende la tua salute fisica. E da ciò che metti nella testa, e nel cuore, dipende la tua felicità.

Sii disciplinato, sarai gratificato!

Sai che dovresti preparare l’esame. Ma non lo fai. Sai che dovresti fare sport. Ma non lo pratichi. Sai che dovresti smettere di fumare. Ma continui. Perché pensi al momento. E non al futuro. Preferisci il piccolo piacere transitorio dell’ozio, o del fumo, a quello più grande, ma futuro, frutto della disciplina e della forza di volontà.
All’inizio ci vuole impegno per studiare, andare in palestra, buttare via la sigaretta. E’ un sacrificio. Nell’immediato. Ma una gratificazione nell’immediato futuro. Dopo una giornata di sacrificio sui libri, sui pesi o senza sigarette cominci ad avvertire in te una sensazione nuova. Di orgoglio. Di autostima. Perché ce la stai facendo. E così, un passo dopo l’altro, forgi il tuo carattere. E diventi una persona migliore.

Quando arriva il secondo tempo

Al festival di  Sanremo Max Pezzali, 43 anni, ha cantato la canzone Il mio secondo tempo. Il testo rispecchia la vita. Che è come una partita di calcio. Fino ai 40 anni giochi nel primo tempo. Dai 40 agli 80 nel secondo tempo. E poi ci sono i supplementari. Lo scopo è segnare. E vincere. Cioè conquistare la serenità. La felicità. La sensazione di appagamento, di gratitudine, di pienezza interiore che rende la vita degna di essere vissuta.
Spesso i giovani inseguono falsi miti: i soldi, la fama, il successo mondano. Con l’età ti rendi conto di cosa vale davvero. Oppure te ne rendi conto quando muore una persona cara. O quando ti ammali. Allora capisci che nulla può ripagarti della mancanza della salute, o della scomparsa di chi ami. E cerchi di cambiare schema di gioco. Prima che la partita finisca.

Prometti meno di quanto manterrai: sarai controcorrente e farai bella figura!

Il meccanico assicura che ti aggiusterà l’auto in settimana. Ma arriva il sabato ed è ancora rotta. Il cliente promette che pagherà a 60 giorni. Ma a 90 del bonifico non c’è traccia. Il collaboratore giura che ti porterà la relazione fra tre giorni. Ma i giorni passano e la relazione non si vede.
Spesso quello che ci promettono non viene mantenuto. Soprattutto per quanto riguardano le scadenze temporali. La causa: faciloneria; incapacità di programmare; menefreghismo. O, come fanno i politici, voglia di racimolare consenso immediato. Tanto la gente si dimentica.
Ma noi non dimentichiamo. E giudichiamo negativamente chi si comporta così. Perdiamo fiducia in lui. La sua parola non ha più valore.
Impariamo a fare il contrario: a promettere non più, ma meno di quanto siamo sicuri di poter mantenere. Hai promesso la consegna in 20 giorni? Recapitala dopo sole due settimane. Lo sapevi sin dall’inizio. Ma hai prevenuto eventuali intoppi. E hai colpito positivamente l’altro. Che è abituato ai ritardi, non agli anticipi.