World Inclusion Day, ora le politiche DE&I sono una priorità

WORLD INCLUSION DAY, PER 8 AZIENDE SU 10 NEL MONDO LE POLITICHE DE&I SONO UNA PRIORITÀ: CRESCONO INVESTIMENTI (+62% ENTRO IL 2030) E INIZIATIVE

La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà dell’unità”: le parole di Umberto Eco risuonano come una hit mai passata di moda. Secondo una serie di ricerche condotte da Espresso Communication per conto di KONE, diversità, equità e inclusione stanno diventando veri e propri pilastri su cui la società contemporanea punta a costruire un presente stabile e un futuro prospero. Conferme in merito giungono da Linkedin, secondo cui nei prossimi anni per 8 aziende su 10 a livello globale le politiche DE&I sono e saranno una priorità per motivi culturali e finanziari. Ulteriori indicazioni in merito arrivano da PR Newswire che analizza il mercato relativo agli investimenti in attività corporate e strategie aziendali di diversity, equity e inclusion: l’asset globale, dopo aver chiuso il 2022 sfiorando quota 9 miliardi di euro di ricavi, prevede di raggiungere i 24 milioni di fatturato entro i prossimi 6 anni (+62%) con una crescita media annuale composta del 13%. E ancora, stando a quanto indicato dal portale Business Leadership Today, negli anni a venire si diffonderanno sempre più le iniziative in ottica DE&I. I tratti distintivi dei progetti in corso d’opera? Innovazione, creatività e trasparenza. Emergono in primis le cosiddette “diverse recruitment practice”, ovvero pratiche di reclutamento di professionisti basate sull’utilizzo delle tecnologie più avanzate, come l’intelligenza artificiale che risulta di grande aiuto in fase di selezione dei candidati più idonei a ricoprire una determinata posizione in azienda. Questi ultimi, infatti, vengono valutati tenendo in considerazione solo ed esclusivamente le competenze e le qualifiche e non fattori come genere, data di nascita e nazionalità. In questo modo vengono garantite pari opportunità.

Ma non è l’unica proposta futuristica degna di nota. Le principali organizzazioni globali prevedono anche programmi specifici di benessere finanziario, grazie ai quali i leader d’impresa puntano a promuovere l’equità all’interno degli ambienti di lavoro e, di conseguenza, a fornire ai singoli dipendenti gli strumenti e le risorse di cui hanno bisogno per raggiungere la stabilità finanziaria. All’interno di questo scenario, secondo il World Economic Forum, sono coinvolte tutte le principali industrie operative: dalla sanità all’istruzione, dalla pubblica amministrazione all’agricoltura fino all’asset edilizio e delle infrastrutture. Molte organizzazioni hanno infatti incrementato la rappresentanza femminile nel corso degli ultimi anni attraverso politiche e strategie lungimiranti. In questo contesto emerge l’esempio virtuoso di KONE – multinazionale specializzata nell’installazione e manutenzione di ascensori e scale mobili – che si è posta l’obiettivo di raggiungere il 35% di donne all’interno del proprio staff dirigenziale entro il 2030. “Essere inclusivi, al giorno d’oggi, significa essere attenti alle necessità mutevoli della società contemporanea per cogliere le opportunità verso un futuro migliore – afferma Giovanni Lorino, AD di KONE Italy & Iberica – Per noi di KONE, le politiche DE&I sono più che centrali. Siamo infatti molto orgogliosi di avere ottenuto la certificazione per la parità di genere UNI/Pdr 125:2022 sia nei nostri stabilimenti sia negli uffici”.

Tornando alle iniziative più sorprendenti utili a promuovere le politiche DE&I sul posto di lavoro, sempre grazie all’approfondimento di Business Leadership Today, risaltano i “DEI training program”,che prevedono workshop e seminari in presenza e da remoto per rafforzare la sensibilità verso le politiche DE&I all’interno dell’ambiente di lavoro. Questi appuntamenti, arricchiti dall’esperienza di tutor o coach, sono fondamentali anche per aggiornare tutti i dipendenti sui trend e le case history più impattanti e influenti. E ancora, è estremamente importante che la formazione DE&I sia interattiva e coinvolgente, attraverso dibattiti ed esercizi specifici di role-playing. Infine, si stanno diffondendo anche gli “employee resource group”, ovvero gruppi di professionisti che, in collaborazione con il team HR, hanno il compito di ascoltare l’opinione dei dipendenti appartenenti alla medesima azienda. Lo scopo è comprendere nel dettaglio le loro necessità ed elaborare delle strategie ad hoc, come l’organizzazione di eventi o campagne di sensibilizzazione, utili a migliorare le politiche interne di diversity, equity e inclusion.

Giovanni Lorino, Ad Kone

Colloqui di lavoro: come fare subito un’ottima impressione

Vuoi fare, già nei primi minuti, una buona impressione nei colloqui di lavoro?
Devi riuscire a far star bene il tuo interlocutore, quindi a suscitare in lui emozioni positive.
Servono due cose, entrambe fondamentali: calore umano e competenza. Infatti le due domande che l’altro si pone, in rapida successione, sono: Posso fidarmi di te? e, subito dopo, Sei competente?
Mostrare prima affabilità, e poi competenza e sicurezza, è fondamentale nel business. Perché ci piace lavorare con persone preparate, di cui possiamo avere fiducia.
Pertanto è importante, per fare una buona impressione, avere un linguaggio non verbale aperto; sorridere; e mostrare interesse verso chi stiamo incontrando. Una volta rotto il ghiaccio con la tua affabilità e cordialità, mostra competenza e credibilità. Come? Comunicando sicurezza. Guardalo negli occhi (ma senza fissarlo); tieni una postura aperta ed eretta, sia che tu stia in piedi, sia che tu sia seduto; e al termine del colloquio porgigli una stretta di mano decisa. Tutte le ricerche svelano che ci facciamo un’idea di qualcuno nei primissimi secondi in cui lo incontriamo, e che i minuti successivi servono a confermare, o a smentire, questa impressione. Quindi giochiamocela bene: se la prima impressione è negativa, sarà estremamente difficile tramutarla in positiva. Ma se è positiva, il resto del cammino sarà in discesa!

Mario Furlan, life coach e docente di Comunicazione
Mario Furlan, formatore ed esperto di Comunicazione

Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach italiano” dall’Associazione Italiana Coach.
Puoi seguirlo qui:
facebook.com/MarioFurlanOfficial/
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Matteo Melziade, l’osteopata sportivo

Matteo Melziade, 34 anni, è un noto Osteopata e Massoterapista milanese. 

Ha iniziato la sua attività nel 2012, come massoterapista tirocinante presso l’Inter femminile. Una squadra meno conosciuta di quella maschile, ma sempre di serie A.

Poi ha aperto un suo studio nel quartiere di Inganni, in via del Passero. E lo studio è sempre affollato. I suoi clienti? Spaziano da sportivi ad anziani o età pediatrica, passando per volti noti come l’ex calciatore Evaristo Beccalossi , La Teresa della compagnia teatrale I Legnanesi e alcuni manager di cantanti noti.

Collabora con vari medici, fisiatri, ortopedici , medici di base ecc ecc.

Ha diverse convenzioni, tra cui palestre, scuole di ballo, palestre di pugilato ecc ecc .

I problemi più comuni? “Quelli legati ad una postura scorretta – spiega Melziade. – Quindi il classico mal di  schiena, la lombalgia e la cervicalgia. Ma anche problemi alle articolazioni: ginocchia, caviglie , spalle…”

Matteo Melziade, osteopata milanese
L’osteopata Matteo Melziade nel suo studio milanese

Matteo ci dà alcuni consigli pratici su come vivere meglio, con meno dolori: “Suggerisco in primis una postura corretta sul lavoro, sopratutto per chi lavora davanti al pc, la notte dormire sul fianco con un cuscino tra le ginocchia ; oppure a pancia in su. Quante volte ci svegliamo con qualche doloretto? Una buona posizione durante il sonno può esserci di grande aiuto!” 

Assetato di conoscenza, Matteo Melziade si sta laureando in dietistica e nutrizione: “Così posso vedere e aiutare il paziente a 360 gradi!” E’ un giovane uomo prestante: va in palestra e pratica la boxe. “Per me è importante, oltre che per stare in forma, anche per capire meglio i problemi degli sportivi” dice.

Arriva la “nuova” Ecoeuro

ARRIVA LA “NUOVA” ECOEURO: A 25 ANNI DALLA NASCITA LA COMPANY SI RIFÀ IL LOOK E PUNTA A RIVOLUZIONARE IL SETTORE DELLE AUTODEMOLIZIONI

Parola d’ordine: crescita. Questa è la frase che descrive al meglio l’evoluzione di Ecoeuro: azienda 100% made in Italy che punta a rivoluzionare il settore delle autodemolizioni. Entrando più nel dettaglio, l’organizzazione, certificata ISO 9001:2015 dal 2019, è specializzata nella gestione a 360° delle attività legate al fine vita dei veicoli e, attualmente, collabora con 300 autodemolitori in tutta Italia. Inoltre, il suo Network di Centri di Demolizione, vanta circa il 75% del totale delle auto riciclate ogni anno in Italia. I punti di forza della company? In primis, sicuramente i servizi innovativi: a questo proposito emerge Systema Ecoeuro, ovvero un software gestionale che offre l’opportunità ai singoli clienti di controllare nel dettaglio l’intero flusso del veicolo fuori uso, ma non solo. Grazie allo stesso sistema, è inoltre possibile tracciare in modo intuitivo i rifiuti provenienti proprio dai mezzi a fine vita e, di conseguenza, riciclarli nel migliore dei modi, riducendo la mole di rifiuti e salvaguardando così il Pianeta. Ma non è tutto perché l’innovazione, in casa Ecoeuro, prende forma anche attraverso un marketplace che funge da piattaforma di contatto per tutti coloro che necessitano di ricambi specifici per il proprio mezzo di trasporto. A questo proposito, una volta che l’utente ha individuato il pezzo mancante, può contattare direttamente il centro di demolizione di riferimento e recuperarlo di persona. “Per rivoluzionare un’industria per intero servono coraggio e determinazione, ma anche una mentalità futuristica – afferma Antonello Di Mauro, fondatore di Ecoeuro – A 25 anni dalla nostra nascita, posso affermare con certezza che siamo cresciuti anno dopo anno in maniera continuativa. I cambiamenti sono stati tanti, a partire dal restyling dell’immagine aziendale con la creazione di un nuovo logo e la registrazione del marchio. Ma non abbiamo intenzione di fermarci, anzi il nostro obiettivo è quello di diventare il punto di riferimento e l’eccellenza per tutti gli autodemolitori d’Italia”. 

Fanno seguito alle parole del founder ulteriori precisazioni sui tratti distintivi dell’organizzazione: dai servizi innovativi, infatti, si passa alla consulenza strategica. Questa consente a persone e organizzazioni di ogni tipologia di affidarsi a consulenti e centri specifici che, a loro volta, dirigeranno tutte le attività legate alla gestione del veicolo giunto a fine vita: dalla documentazione iniziale fino al ritiro del mezzo fuori uso. E ancora, Ecoeuro offre da sempre anche un’ampia gamma di programmi di formazione con corsi in presenza oppure da remoto. L’obiettivo di queste iniziative? Fornire sia nozioni teoriche sia delle vere e proprie linee guida pratiche rivolte a professionisti e realtà aziendali del settore. La formazione offerta dalla realtà made in Italy prende forma anche attraverso iniziative mirate per i più piccoli o comunque per l’ambiente scolastico: sotto questo punto di vista ne è una valida prova il progetto “L’Auto e l’Ambiente”, strutturato con l’obiettivo di spiegare ai più giovani come il settore dei veicoli fuori uso opera attivamente già da tempo per la salvaguardia dell’ambiente. “La cultura, intesa come conoscenza, è la base di ogni successo e, proprio per questo motivo, organizziamo convegni ed eventi per addetti ai lavori, imprenditori e organizzazioni con il fine di promuovere nel migliore dei modi una rivoluzione consapevole dell’intera industria – aggiunge Antonello Di Mauro – Restando sulla stessa lunghezza d’onda, abbiamo organizzato proprio di recente un appuntamento esclusivo presso l’Autodromo di Monza, denominato «Gli Stati Generali delle Autodemolizioni», in cui, grazie alla presenza di professori delle Università di Padova e del Salento ed esperti del territorio con cui collaboriamo quotidianamente, abbiamo stilato un vero e proprio vademecum per gestire al meglio, e nel rispetto dell’ambiente, i veicoli giunti a fine vita”.

Imparare dagli errori: una chiave per il successo

L’errore è spesso visto come un fallimento, un ostacolo che rallenta il percorso verso i nostri obiettivi. Tuttavia, se cambiassimo prospettiva, potremmo scoprire che l’errore è in realtà uno dei più potenti strumenti di apprendimento a nostra disposizione. Imparare dai propri errori non solo ci rende più consapevoli di noi stessi, ma ci permette anche di crescere, migliorare e affrontare le sfide future con maggiore resilienza e intelligenza.

La crescita attraverso l’esperienza

Gli errori sono parte integrante del processo di crescita. Quando sbagliamo, ci troviamo di fronte a un’occasione unica per riflettere su ciò che è andato storto e su come migliorare in futuro. Questo tipo di introspezione ci aiuta a capire meglio le nostre debolezze e i nostri punti di forza, favorendo lo sviluppo di nuove competenze e capacità. Senza errori, infatti, non ci sarebbe stimolo a cercare nuove soluzioni o a uscire dalla nostra zona di comfort.

Superare la paura del fallimento

Uno dei principali vantaggi nell’imparare dai propri errori è che si impara a gestire la paura del fallimento. Questa paura può essere paralizzante e spesso ci impedisce di osare o di sperimentare nuove strade. Tuttavia, riconoscere che ogni errore è un’opportunità di apprendimento ci permette di affrontare con più coraggio le sfide, sapendo che anche in caso di insuccesso, c’è sempre qualcosa da guadagnare. Si sviluppa così una mentalità orientata alla crescita, dove il fallimento non è più visto come una fine, ma come un passaggio verso il successo.

Rafforzare la resilienza

Imparare dai propri errori non significa solo correggere ciò che è andato storto, ma anche sviluppare una maggiore resilienza emotiva. Quando accettiamo l’idea che commettere errori è naturale e inevitabile, diventiamo più capaci di affrontare le difficoltà e di risollevarci dopo una caduta. La resilienza ci permette di trasformare gli errori in lezioni preziose, alimentando una maggiore sicurezza in noi stessi e nelle nostre capacità.

Migliorare le relazioni e il lavoro di squadra

Saper riconoscere e imparare dai propri errori non ha solo un impatto positivo sulla crescita personale, ma influisce anche sulle relazioni interpersonali e professionali. In ambito lavorativo, ad esempio, gli errori possono essere fonte di conflitto o di disaccordo. Tuttavia, quando adottiamo un atteggiamento aperto verso l’errore, favoriamo una cultura della trasparenza e del miglioramento continuo. Questo atteggiamento porta a una maggiore collaborazione e coesione all’interno dei gruppi di lavoro, stimolando la creatività e l’innovazione.

Primo: riconoscere gli errori

Naturalmente il primo passo per imparare dai propri errori è riconoscerli.
Sembra ovvio, ma non lo è. Perché ci sono persone che non riescono ad accettare di avere sbagliato. Capita spesso alle persone molto autoritarie, o molto narcisiste. E spesso le due caratteristiche vanno a braccetto. Ai tempi del fascismo si era diffuso il motto “il Duce ha sempre ragione”: mai, infatti, Mussolini avrebbe ammesso un suo torto. E oggi un protagonista del palcoscenico mondiale che si comporta allo stesso modo, rifiutandosi categoricamente di ammettere i propri sbagli, è Donald Trump.
Trump è un narcisista patologico. Vuole sempre essere al centro dell’attenzione, ed è disposto a tutto per vincere. Infatti il peccato più grave, per lui, è essere un “loser”: un perdente. Bisogna vincere. Sempre. Costi quel che costi.
Per Trump chi sbaglia è un perdente. Non un individuo che può imparare dai suoi errori, ma un misero sfigato. E questa sua mentalità deformata e patologica lo spinge a presentarsi sempre in modo arrogante, supponente, prepotente. Da Marchese del Grillo: “Io sono io, e voi non siete un cazzo”. Chi abbia un minimo di conoscenze psicologiche capisce che questo atteggiamento, simile a quello dei bulli, serve a nascondere una profonda insicurezza interiore. Ma tant’è: Trump ha perso il duello televisivo contro Kamala Harris, però dice che l’ha vinto. Oppure che il duello era truccato. Certo: non ammetterà mai di aver potuto fare meglio. Lui è l’uomo che ha detto di non avere mai commesso un errore in vita sua, e di “meritare 10 in tutto ciò che ha fatto”. Alle ultime elezioni non ha riconosciuto la sua sconfitta contro Biden: si è inventato i brogli elettorali. Una strategia che ripeterà se perderà anche queste elezioni. Lui, Donald, non sbaglia mai e non perde mai: se qualcosa non va per il verso giusto, la colpa è sempre degli altri, brutti e cattivi, che ce l’hanno con lui.
Questa mentalità infantile, da bambino viziato, di Trump gli impedisce di imparare: lui è nato imparato. E di ascoltare i consigli degli altri. Piace a chi vede in lui un messia, un uomo eccezionale, al di sopra di tutti gli altri: e infatti alcuni cristiani estremisti lo considerano, addirittura, scelto da Gesù. Ma solo con l’umiltà si riesce a crescere, mentre Trump conserva la mentalità da bulletto adolescente a quasi 80 anni.

In conclusione

L’errore, se affrontato con la giusta mentalità, diventa un alleato prezioso nel percorso verso il successo. Imparare dai propri errori significa abbracciare l’idea che la perfezione non esiste, e che ogni ostacolo può essere una lezione. Solo così possiamo crescere, migliorare e affrontare il futuro con una consapevolezza più profonda delle nostre capacità e dei nostri limiti.

Donald Trump è un uomo incapace di riconoscere i propri errori. E quindi di imparare da loro.
Donald Trump è un uomo incapace di riconoscere i propri errori. E quindi di imparare da loro. Se qualcosa gli va storto, la colpa è sempre degli altri.

Il cardiochirurgo Marco Zanobini: vi presento Safe Heart

Come e quando è nata Safe Heart ODV?

Una decina di anni fa insieme agli amici e colleghi Maurizio Roberto, Alberto Pilozzi Casado e Samer Kassem abbiamo deciso di mettere a disposizione le nostre competenze per garantire interventi cardiochirurgici a chi ne ha bisogno e per formare il personale ospedaliero locale. Dal 2018 siamo attivi in Burkina Faso, dove la maggior parte delle persone non può accedere alle cure sanitarie essenziali perché a pagamento. In questo Paese le patologie delle valvole cardiache colpiscono migliaia di giovani che, in assenza di un trattamento chirurgico, non possono vedere realizzati i propri sogni e il proprio futuro.

Quali sono i progetti che sta finanziando attualmente?

Continuiamo ad operare al Centre Hospitalier Universitaire de Tengandogo a Ouagadougou, dove attualmente c’è un solo cardiochirurgo, Adama Sawadogo. In questi anni siamo riusciti a rendere autonoma la sua equipe nella chirurgia valvolare ed abbiamo avviato la formazione per gli interventi relativi alle patologie complesse dell’aorta. Stiamo inoltre finanziando uno stage in Sud Africa inerente alle cardiopatologie congenite al quale partecipano Adama, un anestesista ed un perfusionista.

Come si svolgerà la serata presso del 24 settembre e in che modo verranno utilizzati i fondi raccolti durante l’evento?

La serata sarà un momento di incontro per un aperitivo, chi avrà piacere potrà partecipare alle visite guidate organizzate all’interno della Residenza Vignale. Sarà l’occasione per condividere i risultati delle ultime tre missioni in Burkina Faso, realizzate grazie alle donazioni raccolte durante l’anno, a partire dall’evento dello scorso settembre. I fondi raccolti contribuiranno alla prossima missione, che potrà essere organizzata solo se ci saranno le disponibilità; la copertura delle spese relative al materiale sanitario, ai farmaci e alla degenza del paziente è interamente a carico di Safe Heart ODV. Consideri che ogni missione ha un costo di circa 50/55.000€.

Ci sono delle storie di successo o delle testimonianze che volete condividere riguardo all’impatto del lavoro di Safe Heart ODV?

Partiamo dal nostro più grande successo: siamo riusciti a dare speranza di vita a persone che senza il nostro aiuto non avrebbero un futuro. Ad oggi siamo riusciti a salvare 31 persone tra bambini e adulti. Le parole di Paola Oddono, Tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria, con noi dalla prima missione, possono farvi capire cosa significa partecipare ad una missione dal punto di vista umano: “Spero di conservare il più a lungo possibile l’energia del gruppo e quella ricevuta da coloro che vivono nel posto più sperduto e più povero della terra, ma che ci trattano come fratelli.”

Quali sono le modalità di donazione per coloro che non possono partecipare alla serata ma vogliono comunque contribuire?

Tutti possono sempre sostenerci attraverso una donazione tramite bonifico bancario e carta di credito. C’è anche chi ci sostiene con delle donazioni regolari mensili. E poi chi decide di destinare a noi il 5×1000, un aiuto che non costa nulla ma che è molto importante.

Come è possibile rimanere aggiornati sulle iniziative di Safe Heart ODV

Attraverso il nostro sito ufficiale www.safeheartodv.org, i canali social (Fb e Instagram) o iscrivendosi alla nostra newsletter.

Il Dott. Marco Zanobini

Vection Technologies, la multinazionale italiana che conquista il mondo

IMPRESE, ESPLODE IL FATTURATO DELLA MULTINAZIONALE VECTION TECHNOLOGIES: OLTRE 45 MILIONI DI DOLLARI (+73% SUL 2023)

Investire è semplice, ma non è facile”: con queste poche, ma mai banali, parole il noto imprenditore ed economista Warren Buffet ha definito di recente il termine investimento che, mai come oggi, vive ogni giorno, sbilanciandosi tra azzardi ed incertezze. Nonostante questo, esistono comunque dei punti fermi su cui gli imprenditori possono concentrare le loro attenzioni: tra queste non manca di certo l’intelligenza artificiale, tecnologia del momento che avrà sempre più spazio e rilevanza nella vita quotidiana di grandi e piccini. Lo scenario in questione è ben conosciuto dalle più importanti aziende e realtà globali come, ad esempio, Vection Technologies. Si tratta di una multinazionale dal cuore made in Italy, quotata in Borsa in Australia e specializzata in tecnologie di spatial computing che, dopo l’acquisizione di The Digital Box – QuestIT, raggiungerà quota 45 milioni di dollari (+73% sul 2023) di fatturato. Ora punta ad effettuare investimenti mirati e strategici con l’obiettivo di potenziare ulteriormente sia il proprio business sia i propri servizi. Restando sulla stessa lunghezza d’onda, il primo investimento a cura dell’impresa vede nell’intelligenza artificiale la protagonista assoluta e prende forma con la firma dell’accordo di acquisizione di The Digital Box – QuestIT, ovvero una company italiana appartenente al settore Generative AI & Digital Strategies, per 12 milioni di euro totali. “Siamo una realtà molto ambiziosa che punta ad ottenere risultati sempre più gratificanti – dichiara Gianmarco Biagi, CEO & Managing Director di Vection Technologies – Il nostro settore di riferimento ha un mercato in grande fermento, con ricavi superiori a 100 miliardi di euro già a fine 2023, e proprio per questo siamo pronti a cavalcare il momento effettuando investimenti estremamente efficaci con al centro l’intelligenza artificiale, un asset super strategico per noi, che integreremo sfruttando le potenzialità e l’esperienza di QuestIT, tech company appartenente proprio a The Digital Box”.

Oltre 3mila clienti e mille rivenditori: questi sono solo alcuni dei risultati,a seguito dell’acquisizione, che contraddistinguono maggiormente Vection Technologies, realtà innovativa che vanta anche varie sedi in Italia, Emirati Arabi, Australia e Stati Uniti. Entrando più nel dettaglio in merito al settore di competenza dell’azienda, ovvero lo spatial computing, è importante specificare che si tratta di tecnologie capaci di offrire esperienze phygital in cui il mondo digitale e fisico si incontrano creando un nuovo universo immersivo grazie all’utilizzo di innovazioni avveniristiche come visori di ultima generazione. Già oggi queste soluzioni avveniristiche a firma di Vection Technologies vengono applicate in diversi settori tra cui quello sanitario, manifatturiero, dell’energia e difesa. A livello prettamente economico, si prevede che il market globale sfiorerà gli 800 miliardi entro i prossimi 9 anni con una crescita media annuale composta superiore al 22%. “Grazie a quest’acquisizione, rafforzeremo ulteriormente il nostro progetto e otterremo un vantaggio sui nostri competitor fin da subito – aggiunge Marco Landi, ex presidente Apple e prossimo Chairman di Vection Technologies – In quanto realtà di spicco del nostro settore, siamo molto fieri ed orgogliosi di potenziare l’expertise di una multinazionale come Vection Technologies, realtà che punta a rafforzare la propria posizione di leadership a livello nazionale e globale,con tecnologie di punta sviluppate in TDB e QuestIT. Attraverso quest’azione strategica vogliamo aprire le nostre porte a confini che vanno ben oltre l’Italia, mettendo così in grande risalto la nostra tecnologia e i nostri professionisti”. 

Gianmarco Biagi di Vection Technologies
Gianmarco Biagi di Vection Technologies

Prima semini, poi raccogli

Hai mai visto un contadino che pretende di raccogliere prima di avere seminato? Un agricoltore che si rivolge al Padreterno e dice “Signore, mandami tanti frutti, prometto che il prossimo anno seminerò per bene!” Ovviamente no: prima si semina, poi si raccoglie.
Così è la vita. Non è come un ristorante, dove prima mangi e poi paghi. E’ come un self-service: prima paghi, poi mangi. Prima ti devi impegnare: seriamente, con costanza e disciplina. Passo dopo passo, nella giusta direzione. E dopo riscuoti i dividendi della tua fatica.
E’ una legge di natura: se non lavori, non guadagni. Lavorare va bene, ma da solo non basta. Dobbiamo lavorare bene, con intelligenza. Altrimenti seminiamo sulle rocce invece che sul terreno fertile.

Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach italiano” dall’Associazione Italiana Coach. E’ noto anche come fondatore dei City Angels e del Wilding, l’autodifesa istintiva.

Come essere più produttivi e massimizzare il tempo

I 5 passi per essere più produttivi

La produttività è un aspetto fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali. Essere più produttivi non significa solo lavorare di più, ma lavorare in modo più intelligente. In questo articolo, esploreremo strategie e consigli pratici per aiutarti a massimizzare il tuo tempo e ottenere il massimo dai tuoi sforzi quotidiani.

1. Pianificazione Efficace

a. Stabilisci Obiettivi Chiari

Definire obiettivi specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e limitati nel tempo (SMART) è il primo passo verso una maggiore produttività. Sapere esattamente cosa vuoi raggiungere ti aiuta a mantenere il focus e a evitare distrazioni.

b. Usa un Pianificatore o un’App di Gestione del Tempo

Utilizzare strumenti come Google Calendar, Trello o Asana può aiutarti a organizzare le tue attività e a tenere traccia dei tuoi progressi. Pianifica le tue giornate in anticipo, assegnando blocchi di tempo specifici per ogni attività.

2. Tecniche di Gestione del Tempo

a. Metodo Pomodoro

Il Metodo Pomodoro è una tecnica di gestione del tempo che prevede di lavorare per 25 minuti seguiti da una pausa di 5 minuti. Dopo quattro pomodori, prendi una pausa più lunga di 15-30 minuti. Questo metodo aiuta a mantenere alta la concentrazione e a prevenire l’affaticamento mentale.

b. Prioritizzazione delle Attività

Utilizza la matrice di Eisenhower per classificare le attività in quattro quadranti: urgenti e importanti, non urgenti ma importanti, urgenti ma non importanti, e non urgenti né importanti. Concentrati prima sulle attività urgenti e importanti.

3. Riduzione delle Distrazioni

a. Crea un Ambiente di Lavoro Ideale

Assicurati che il tuo spazio di lavoro sia organizzato e privo di distrazioni. Un ambiente pulito e ordinato può migliorare la concentrazione e la produttività.

b. Gestisci le Notifiche

Disattiva le notifiche non essenziali sul tuo smartphone e computer. Considera di utilizzare app che bloccano temporaneamente i siti web che ti distraggono durante le ore di lavoro.

4. Cura di Sé

a. Pratica la Mindfulness

La mindfulness può aiutarti a rimanere concentrato e a ridurre lo stress. Dedica qualche minuto ogni giorno alla meditazione o a esercizi di respirazione per migliorare la tua attenzione e produttività.

b. Esercizio Fisico e Sonno di Qualità

L’esercizio fisico regolare e un sonno di qualità sono essenziali per mantenere alti i livelli di energia e concentrazione. Cerca di fare almeno 30 minuti di attività fisica al giorno e assicurati di dormire 7-8 ore per notte.

5. Automotivazione

a. Trova la Tua Motivazione Intrinseca

Capire cosa ti motiva veramente può aiutarti a mantenere l’entusiasmo e la determinazione. Chiediti perché vuoi essere più produttivo e quali benefici otterrai.

b. Celebra i Tuoi Successi

Riconoscere e celebrare i tuoi successi, anche quelli piccoli, può aumentare la tua motivazione. Prenditi del tempo per riflettere sui progressi fatti e ricompensati per i traguardi raggiunti.

Conclusione

Essere più produttivi è una questione di strategia e abitudini. Implementando questi consigli nella tua routine quotidiana, potrai ottimizzare il tuo tempo, ridurre lo stress e avvicinarti ai tuoi obiettivi con maggiore efficienza. Ricorda, la chiave è lavorare in modo intelligente, non solo più duramente.

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Ottimizzando il tuo tempo e applicando queste tecniche, potrai vedere miglioramenti significativi nella tua produttività e raggiungere i tuoi obiettivi con maggiore facilità. Buona fortuna!

Il miglior life coach italiano è stato eletto Mario Furlan
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia”

Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach italiano” dall’Associazione Italiana Coach.
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Greenaethics, ecco i giovani che amano la tecnologia sostenibile

“GREENAETHICS”, SPOPOLANO A LIVELLO GLOBALE I GIOVANI CHE AMANO LA TECNOLOGIA SOSTENIBILE DAL DESIGN RAFFINATO. I SETTORI PIÙ COINVOLTI? AUTO, MODA E FOOD

Tecnologia e sostenibilità, sostenibilità e tecnologia: due binari che, al giorno d’oggi, non possono più correre solo parallelamente, ma s’intrecciano sempre più spesso insieme ad altri valori imprescindibili, ovvero lo stile e il design. Conferme in merito giungono da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Omoda-Jaecoo, gruppo automobilistico di proprietà dello storico costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia, dalle quali emerge che, a livello globale, sta nascendo una nuova generazione che unisce principalmente Gen Z e Millennial, ma anche persone leggermente più grandi. Il suo nome è “GreenAethics”. Entrando più nel dettaglio, si tratta di giovani molto sensibili alle tematiche ambientali e appassionati di tecnologia e innovazione ma che, allo stesso tempo, non possono fare a meno dell’universo delle tendenze fashion. Prove concrete che testimoniano la diffusione dei GreenAethic in tutti i principali settori operativi arrivano da Fortune Business Insights: a questo proposito, risalta il fatto che il mercato globale delle green technology, sempre più smart e ricercate, chiuderà l’anno corrente, sfiorando i 20 miliardi di euro di fatturato: ma non è tutto perché, entro il 2032 è previsto un incremento di ben 70 miliardi (+350%) con una crescita media annuale composta del 21%. I numeri non mentono mai, nemmeno a livello social: infatti, solo su Instagram l’hashtag #greentech, che conta quasi 255mila contenuti pubblicati, mette in mostra principalmente prodotti ed innovazioni dal design unico e inimitabile. Ulteriori spunti interessanti sul tema giungonodalportale The Sustainable Investor: addirittura l’80% dei consumer globali è disposto a pagare di più per prodotti premium di ogni tipologia che risultano moderni, green oriented e belli dal punto di vista estetico. Secondo lo stesso studio, questi consumatori sono disposti a pagare in media il 9,7% in più per beni che soddisfano specifici criteri ambientali.

Passando alle industry maggiormente toccate dalla presenza delle GreenAethic people, emerge in primo luogo il settore automotive, il cui obiettivo, stando a quanto indicato da Just Auto, consiste nel raggiungimento del traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2050. Al fine di ottenere questo importante risultato, le principali organizzazioni dell’asset scendono quotidianamente in campo con iniziative mirate o veicoli sempre più all’avanguardia come Omoda 5 e Jaecoo 7, i quali risultano moderni, eleganti, tecnologici, a basso impatto ambientale e in grado di rispondere alle diverse esigenze di mobilità. Dietro alla loro realizzazione c’è il nuovo gruppo automobilistico Omoda-Jaecoo, di proprietà dello storico costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia.

Il viaggio alla scoperta della green tech revolution prosegue con un altro settore che, così come l’automotive, fa della tecnologia, dell’ambiente e dell’eleganza dei veri e propri pilastri fondanti. Si tratta della moda che, come specificato dal World Economic Forum, farà dell’economia circolare il proprio passepartout in vista dei prossimi anni. In particolar modo, la circular economy passa, e passerà, sia dalla vendita di capi di seconda mano, il cui mercato supererà i 300 miliardi di euro entro i prossimi tre anni, sia dall’utilizzo, sempre più massivo, di plant-based material che verranno utilizzati come base per la realizzazione di pelli e tessuti sostenibili. Fibre2Fashion si dimostra sulla stessa lunghezza d’onda, mettendo in risalto uno stile in linea con lo scenario descritto, vale a dire il “Techwear Fashion”. In che cosa consiste? Nell’utilizzo di una grande varietà di materiali eco-compatibili per creare la moda del futuro. Una strada promettente per rendere tutto questo possibile risulta l’impiego di tessuti riciclati, i quali verrebbero poi trasformati in capi futuristici. Sotto questo punto di vista risalta una case history 100% italiana rappresentata da Fashion Robot: un team composto da sarte e costumisti appartenenti al mondo del cinema e dello spettacolo che ha realizzato una collezione unica nel suo genere, presentata di recente a Milano, trasformando proprio capi già esistenti in abiti di alta moda futuristici e amici dell’ambiente.

Lasciando la moda, si passa ad un altro mondo fortemente toccato dalla GreenAethic’s diffusion, ovvero quello delle celebrity che scendono in campo, promuovendo sustainability e innovation con iniziative e progetti mirati ed efficaci. Un esempio concreto viene offerto da star born in the USA come Brad Pitt che, a seguito dell’uragano Katrina del 2005, ha fatto costruire, tramite la sua fondazione, 150 abitazioni sicure e sostenibili oltre a un parco giochi a energia solare. Ma il trend coinvolge anche celebrità del Bel Paese come Ema Stokholma, la quale risulta molto legata proprio alle tematiche ambientali. Per ultimo, ma non meno importante, ecco il food che rientra in questo contesto grazie ad ingredienti e prodotti sempre più naturali e salutari, packaging innovativi e capaci di salvaguardare la qualità delle pietanze, presentazioni pulite e creative e persino ricette futuristiche capaci di rivisitare grandi classici o cibi apparentemente semplici. Uno spunto rilevante sul tema giunge da un professionista dal settore, ovvero lo chef Ruben Bondì, protagonista del programmaCucina in balcone con Ruben”, il quale proprio recentemente ha realizzato una ricetta molto interessante che vede nel baccalà il vero protagonista, arricchito da un’innovativa panzanella liquida. Si tratta, quindi, di una proposta dai sapori semplici e sorprendenti,capace di distinguersi non solo per il gusto e l’estetica della presentazione,ma anche per l’utilizzo di ingredienti sostenibili. “Come food influencer e private chef, sono testimone, ogni giorno, di come l’innovazione tecnologica stia trasformando ogni aspetto del nostro rapporto con il cibo, dalla produzione alla preparazione. Ma non solo, anche l’adozione di tecnologie verdi è in pieno boom – afferma Ruben Bondì – Noi chef siamo attenti ad utilizzare elettrodomestici ad alta efficienza energetica e sistemi di cottura a induzione per ridurre il consumo energetico. Inoltre, gli strumenti di ultima generazione per la gestione degli sprechi alimentari stanno diventando essenziali e indispensabili in tutte le cucine moderne, aiutando a minimizzare i rifiuti e a valorizzare ogni ingrediente. Infine, la crescente disponibilità di ingredienti locali e sostenibili permette a noi cuochi di pensare e creare piatti sia belli da vedere, ma anche che rispettosi dell’ambiente.”