Superare una delusione: trasforma il dolore in crescita

Superare una delusione può essere molto arduo. Eppure sappiamo che le delusioni fanno parte della vita e sono inevitabili.

Come superare una delusione e trovare nuove motivazioni nella vita


Che si tratti di relazioni personali, aspettative non soddisfatte o fallimenti professionali, affrontare una delusione può essere doloroso. Tuttavia, imparare a superare una delusione può trasformare un’esperienza negativa in un’opportunità di crescita personale. In questo articolo, esploreremo 10 strategie efficaci per gestire e superare una delusione, imparando a guardare avanti con una nuova prospettiva.

Superare una delusione: comprendere il dolore emotivo
Il primo passo per superare una delusione è riconoscere e accettare il dolore emotivo. Spesso, si tende a reprimere le emozioni per paura di sembrare deboli o vulnerabili, ma negare i sentimenti può prolungare il processo di guarigione. Sentirsi delusi è normale, e riconoscerlo è essenziale per iniziare il cammino verso la guarigione.
Le emozioni associate alla delusione possono includere tristezza, rabbia, senso di colpa e perfino vergogna. È importante non minimizzare questi sentimenti, ma affrontarli in modo sano. Concedersi il tempo di processare ciò che si prova permette di iniziare a guarire più rapidamente.

Affrontare la delusione: l’arte del lasciar andare
Uno dei passaggi chiave per superare una delusione è l’arte del lasciar andare. Quando qualcosa non va come previsto, spesso ci aggrappiamo a ciò che avrebbe potuto essere, alimentando il risentimento e la frustrazione. Lasciare andare non significa rinunciare o arrendersi, ma accettare che non tutto è sotto il nostro controllo. È un atto di liberazione che ci permette di concentrarci su ciò che possiamo realmente influenzare.
Ad esempio, in una delusione amorosa, lasciar andare significa riconoscere che il futuro che immaginavamo con quella persona non si realizzerà, e questo ci libera dalla sofferenza. Significa anche che possiamo investire energia in nuove esperienze e relazioni.

Come trasformare la delusione in opportunità di crescita
Le delusioni, se affrontate correttamente, possono diventare straordinarie opportunità di crescita personale. Ogni delusione porta con sé una lezione, e il trucco è imparare a cercarla. Chiediti: “Cosa posso imparare da questa esperienza? Come posso diventare una persona migliore grazie a ciò che ho vissuto?”
Invece di soffermarti su ciò che è andato storto, prova a vedere la situazione da un’altra prospettiva. Forse una delusione lavorativa ti ha dato l’opportunità di riorganizzare le tue priorità professionali. Forse una relazione fallita ti ha mostrato aspetti della tua personalità che puoi migliorare. La crescita nasce sempre dalle sfide.

Gestire le aspettative per prevenire future delusioni
Le delusioni spesso nascono da aspettative irrealistiche. Quando ci aspettiamo troppo da una situazione o da una persona, rischiamo di essere più vulnerabili alla delusione. Imparare a gestire le aspettative può aiutare a evitare delusioni future.
Ciò non significa abbassare gli standard, ma essere consapevoli che non tutto è prevedibile o perfetto. Coltivare un atteggiamento realistico e flessibile ci permette di affrontare le sfide con meno frustrazione e più apertura mentale.

La resilienza: la chiave per superare qualsiasi delusione
La resilienza è la capacità di adattarsi alle difficoltà e di rialzarsi dopo una caduta. Quando affrontiamo una delusione, essere resilienti significa non permettere che essa definisca il nostro valore o il nostro futuro. Coltivare la resilienza richiede tempo e pratica, ma può fare la differenza tra essere sopraffatti dal dolore e trovare la forza per andare avanti.
Alcune tecniche per sviluppare la resilienza includono la meditazione, la pratica della gratitudine e il mantenimento di una mentalità positiva anche nei momenti difficili. Con il tempo, diventa più facile vedere le delusioni come parte del viaggio della vita, piuttosto che come fallimenti permanenti.

Il supporto sociale: un alleato fondamentale per superare le delusioni
Superare una delusione da soli può essere estenuante. Il supporto sociale è essenziale per affrontare momenti difficili. Parlarne con amici, familiari o un terapeuta può aiutare a mettere le cose in prospettiva e ricevere il conforto necessario.
Spesso, chi ci sta vicino può offrirci consigli o semplicemente un orecchio pronto ad ascoltare. Non sottovalutare l’importanza del contatto umano durante il processo di guarigione. Sapere che non siamo soli rende le delusioni più gestibili.

Affrontare una delusione lavorativa
Le delusioni sul posto di lavoro sono comuni e possono influire negativamente sulla nostra autostima e motivazione. Che si tratti di una promozione mancata, un progetto fallito o una cattiva valutazione, è importante non lasciare che questi momenti definitivi influenzino il nostro futuro professionale.
Per superare una delusione lavorativa, inizia facendo una valutazione obiettiva della situazione. Cosa è andato storto? Quali aspetti erano sotto il tuo controllo e quali no? Concentrati sugli elementi che puoi migliorare e usa l’esperienza come un’opportunità per affinare le tue competenze.

Accettare il cambiamento e riadattarsi dopo una delusione
La vita è in continua evoluzione, e accettare il cambiamento è essenziale per superare le delusioni. Quando le cose non vanno come sperato, è importante essere flessibili e adattarsi alle nuove circostanze. Questo non significa abbandonare i propri sogni, ma trovare nuovi modi per raggiungerli.
Ad esempio, se un progetto personale fallisce, invece di vederlo come una sconfitta definitiva, puoi considerarlo un punto di partenza per qualcosa di nuovo. La capacità di riadattarsi è una delle qualità più preziose che possiamo sviluppare.

Evitare di sovraccaricarsi di colpe per una delusione
È facile cadere nella trappola di incolpare se stessi per una delusione, ma ciò non è utile e può essere dannoso per la salute mentale. Anche se è importante prendersi la responsabilità dei propri errori, è altrettanto cruciale capire che non tutto dipende da noi. La vita è piena di variabili imprevedibili.
Impara a distinguere tra ciò che potevi controllare e ciò che era fuori dal tuo controllo. Prendi il controllo delle lezioni che puoi imparare, ma non colpevolizzarti per fattori che non potevi prevedere.

Trovare nuove motivazioni dopo una delusione
Quando ci sentiamo delusi, può sembrare difficile ritrovare la motivazione per andare avanti. Tuttavia, è essenziale riscoprire ciò che ci appassiona. Trova nuove fonti di ispirazione, che siano progetti creativi, nuove relazioni o sfide professionali. La delusione può diventare il trampolino di lancio per una nuova fase della vita.

Dedicarsi a sé stessi per superare una delusione
Una delle migliori cose che puoi fare dopo una delusione è prenderti cura di te stesso. Dedicare del tempo al benessere fisico e mentale può aiutarti a recuperare più rapidamente. Semplici gesti come praticare attività fisica, meditare o seguire una dieta sana possono fare la differenza nel processo di guarigione.

Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach italiano” dall’Associazione Italiana Coach.
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Imparare dagli errori: una chiave per il successo

L’errore è spesso visto come un fallimento, un ostacolo che rallenta il percorso verso i nostri obiettivi. Tuttavia, se cambiassimo prospettiva, potremmo scoprire che l’errore è in realtà uno dei più potenti strumenti di apprendimento a nostra disposizione. Imparare dai propri errori non solo ci rende più consapevoli di noi stessi, ma ci permette anche di crescere, migliorare e affrontare le sfide future con maggiore resilienza e intelligenza.

La crescita attraverso l’esperienza

Gli errori sono parte integrante del processo di crescita. Quando sbagliamo, ci troviamo di fronte a un’occasione unica per riflettere su ciò che è andato storto e su come migliorare in futuro. Questo tipo di introspezione ci aiuta a capire meglio le nostre debolezze e i nostri punti di forza, favorendo lo sviluppo di nuove competenze e capacità. Senza errori, infatti, non ci sarebbe stimolo a cercare nuove soluzioni o a uscire dalla nostra zona di comfort.

Superare la paura del fallimento

Uno dei principali vantaggi nell’imparare dai propri errori è che si impara a gestire la paura del fallimento. Questa paura può essere paralizzante e spesso ci impedisce di osare o di sperimentare nuove strade. Tuttavia, riconoscere che ogni errore è un’opportunità di apprendimento ci permette di affrontare con più coraggio le sfide, sapendo che anche in caso di insuccesso, c’è sempre qualcosa da guadagnare. Si sviluppa così una mentalità orientata alla crescita, dove il fallimento non è più visto come una fine, ma come un passaggio verso il successo.

Rafforzare la resilienza

Imparare dai propri errori non significa solo correggere ciò che è andato storto, ma anche sviluppare una maggiore resilienza emotiva. Quando accettiamo l’idea che commettere errori è naturale e inevitabile, diventiamo più capaci di affrontare le difficoltà e di risollevarci dopo una caduta. La resilienza ci permette di trasformare gli errori in lezioni preziose, alimentando una maggiore sicurezza in noi stessi e nelle nostre capacità.

Migliorare le relazioni e il lavoro di squadra

Saper riconoscere e imparare dai propri errori non ha solo un impatto positivo sulla crescita personale, ma influisce anche sulle relazioni interpersonali e professionali. In ambito lavorativo, ad esempio, gli errori possono essere fonte di conflitto o di disaccordo. Tuttavia, quando adottiamo un atteggiamento aperto verso l’errore, favoriamo una cultura della trasparenza e del miglioramento continuo. Questo atteggiamento porta a una maggiore collaborazione e coesione all’interno dei gruppi di lavoro, stimolando la creatività e l’innovazione.

Primo: riconoscere gli errori

Naturalmente il primo passo per imparare dai propri errori è riconoscerli.
Sembra ovvio, ma non lo è. Perché ci sono persone che non riescono ad accettare di avere sbagliato. Capita spesso alle persone molto autoritarie, o molto narcisiste. E spesso le due caratteristiche vanno a braccetto. Ai tempi del fascismo si era diffuso il motto “il Duce ha sempre ragione”: mai, infatti, Mussolini avrebbe ammesso un suo torto. E oggi un protagonista del palcoscenico mondiale che si comporta allo stesso modo, rifiutandosi categoricamente di ammettere i propri sbagli, è Donald Trump.
Trump è un narcisista patologico. Vuole sempre essere al centro dell’attenzione, ed è disposto a tutto per vincere. Infatti il peccato più grave, per lui, è essere un “loser”: un perdente. Bisogna vincere. Sempre. Costi quel che costi.
Per Trump chi sbaglia è un perdente. Non un individuo che può imparare dai suoi errori, ma un misero sfigato. E questa sua mentalità deformata e patologica lo spinge a presentarsi sempre in modo arrogante, supponente, prepotente. Da Marchese del Grillo: “Io sono io, e voi non siete un cazzo”. Chi abbia un minimo di conoscenze psicologiche capisce che questo atteggiamento, simile a quello dei bulli, serve a nascondere una profonda insicurezza interiore. Ma tant’è: Trump ha perso il duello televisivo contro Kamala Harris, però dice che l’ha vinto. Oppure che il duello era truccato. Certo: non ammetterà mai di aver potuto fare meglio. Lui è l’uomo che ha detto di non avere mai commesso un errore in vita sua, e di “meritare 10 in tutto ciò che ha fatto”. Alle ultime elezioni non ha riconosciuto la sua sconfitta contro Biden: si è inventato i brogli elettorali. Una strategia che ripeterà se perderà anche queste elezioni. Lui, Donald, non sbaglia mai e non perde mai: se qualcosa non va per il verso giusto, la colpa è sempre degli altri, brutti e cattivi, che ce l’hanno con lui.
Questa mentalità infantile, da bambino viziato, di Trump gli impedisce di imparare: lui è nato imparato. E di ascoltare i consigli degli altri. Piace a chi vede in lui un messia, un uomo eccezionale, al di sopra di tutti gli altri: e infatti alcuni cristiani estremisti lo considerano, addirittura, scelto da Gesù. Ma solo con l’umiltà si riesce a crescere, mentre Trump conserva la mentalità da bulletto adolescente a quasi 80 anni.

In conclusione

L’errore, se affrontato con la giusta mentalità, diventa un alleato prezioso nel percorso verso il successo. Imparare dai propri errori significa abbracciare l’idea che la perfezione non esiste, e che ogni ostacolo può essere una lezione. Solo così possiamo crescere, migliorare e affrontare il futuro con una consapevolezza più profonda delle nostre capacità e dei nostri limiti.

Donald Trump è un uomo incapace di riconoscere i propri errori. E quindi di imparare da loro.
Donald Trump è un uomo incapace di riconoscere i propri errori. E quindi di imparare da loro. Se qualcosa gli va storto, la colpa è sempre degli altri.

Greenaethics, ecco i giovani che amano la tecnologia sostenibile

“GREENAETHICS”, SPOPOLANO A LIVELLO GLOBALE I GIOVANI CHE AMANO LA TECNOLOGIA SOSTENIBILE DAL DESIGN RAFFINATO. I SETTORI PIÙ COINVOLTI? AUTO, MODA E FOOD

Tecnologia e sostenibilità, sostenibilità e tecnologia: due binari che, al giorno d’oggi, non possono più correre solo parallelamente, ma s’intrecciano sempre più spesso insieme ad altri valori imprescindibili, ovvero lo stile e il design. Conferme in merito giungono da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Omoda-Jaecoo, gruppo automobilistico di proprietà dello storico costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia, dalle quali emerge che, a livello globale, sta nascendo una nuova generazione che unisce principalmente Gen Z e Millennial, ma anche persone leggermente più grandi. Il suo nome è “GreenAethics”. Entrando più nel dettaglio, si tratta di giovani molto sensibili alle tematiche ambientali e appassionati di tecnologia e innovazione ma che, allo stesso tempo, non possono fare a meno dell’universo delle tendenze fashion. Prove concrete che testimoniano la diffusione dei GreenAethic in tutti i principali settori operativi arrivano da Fortune Business Insights: a questo proposito, risalta il fatto che il mercato globale delle green technology, sempre più smart e ricercate, chiuderà l’anno corrente, sfiorando i 20 miliardi di euro di fatturato: ma non è tutto perché, entro il 2032 è previsto un incremento di ben 70 miliardi (+350%) con una crescita media annuale composta del 21%. I numeri non mentono mai, nemmeno a livello social: infatti, solo su Instagram l’hashtag #greentech, che conta quasi 255mila contenuti pubblicati, mette in mostra principalmente prodotti ed innovazioni dal design unico e inimitabile. Ulteriori spunti interessanti sul tema giungonodalportale The Sustainable Investor: addirittura l’80% dei consumer globali è disposto a pagare di più per prodotti premium di ogni tipologia che risultano moderni, green oriented e belli dal punto di vista estetico. Secondo lo stesso studio, questi consumatori sono disposti a pagare in media il 9,7% in più per beni che soddisfano specifici criteri ambientali.

Passando alle industry maggiormente toccate dalla presenza delle GreenAethic people, emerge in primo luogo il settore automotive, il cui obiettivo, stando a quanto indicato da Just Auto, consiste nel raggiungimento del traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2050. Al fine di ottenere questo importante risultato, le principali organizzazioni dell’asset scendono quotidianamente in campo con iniziative mirate o veicoli sempre più all’avanguardia come Omoda 5 e Jaecoo 7, i quali risultano moderni, eleganti, tecnologici, a basso impatto ambientale e in grado di rispondere alle diverse esigenze di mobilità. Dietro alla loro realizzazione c’è il nuovo gruppo automobilistico Omoda-Jaecoo, di proprietà dello storico costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia.

Il viaggio alla scoperta della green tech revolution prosegue con un altro settore che, così come l’automotive, fa della tecnologia, dell’ambiente e dell’eleganza dei veri e propri pilastri fondanti. Si tratta della moda che, come specificato dal World Economic Forum, farà dell’economia circolare il proprio passepartout in vista dei prossimi anni. In particolar modo, la circular economy passa, e passerà, sia dalla vendita di capi di seconda mano, il cui mercato supererà i 300 miliardi di euro entro i prossimi tre anni, sia dall’utilizzo, sempre più massivo, di plant-based material che verranno utilizzati come base per la realizzazione di pelli e tessuti sostenibili. Fibre2Fashion si dimostra sulla stessa lunghezza d’onda, mettendo in risalto uno stile in linea con lo scenario descritto, vale a dire il “Techwear Fashion”. In che cosa consiste? Nell’utilizzo di una grande varietà di materiali eco-compatibili per creare la moda del futuro. Una strada promettente per rendere tutto questo possibile risulta l’impiego di tessuti riciclati, i quali verrebbero poi trasformati in capi futuristici. Sotto questo punto di vista risalta una case history 100% italiana rappresentata da Fashion Robot: un team composto da sarte e costumisti appartenenti al mondo del cinema e dello spettacolo che ha realizzato una collezione unica nel suo genere, presentata di recente a Milano, trasformando proprio capi già esistenti in abiti di alta moda futuristici e amici dell’ambiente.

Lasciando la moda, si passa ad un altro mondo fortemente toccato dalla GreenAethic’s diffusion, ovvero quello delle celebrity che scendono in campo, promuovendo sustainability e innovation con iniziative e progetti mirati ed efficaci. Un esempio concreto viene offerto da star born in the USA come Brad Pitt che, a seguito dell’uragano Katrina del 2005, ha fatto costruire, tramite la sua fondazione, 150 abitazioni sicure e sostenibili oltre a un parco giochi a energia solare. Ma il trend coinvolge anche celebrità del Bel Paese come Ema Stokholma, la quale risulta molto legata proprio alle tematiche ambientali. Per ultimo, ma non meno importante, ecco il food che rientra in questo contesto grazie ad ingredienti e prodotti sempre più naturali e salutari, packaging innovativi e capaci di salvaguardare la qualità delle pietanze, presentazioni pulite e creative e persino ricette futuristiche capaci di rivisitare grandi classici o cibi apparentemente semplici. Uno spunto rilevante sul tema giunge da un professionista dal settore, ovvero lo chef Ruben Bondì, protagonista del programmaCucina in balcone con Ruben”, il quale proprio recentemente ha realizzato una ricetta molto interessante che vede nel baccalà il vero protagonista, arricchito da un’innovativa panzanella liquida. Si tratta, quindi, di una proposta dai sapori semplici e sorprendenti,capace di distinguersi non solo per il gusto e l’estetica della presentazione,ma anche per l’utilizzo di ingredienti sostenibili. “Come food influencer e private chef, sono testimone, ogni giorno, di come l’innovazione tecnologica stia trasformando ogni aspetto del nostro rapporto con il cibo, dalla produzione alla preparazione. Ma non solo, anche l’adozione di tecnologie verdi è in pieno boom – afferma Ruben Bondì – Noi chef siamo attenti ad utilizzare elettrodomestici ad alta efficienza energetica e sistemi di cottura a induzione per ridurre il consumo energetico. Inoltre, gli strumenti di ultima generazione per la gestione degli sprechi alimentari stanno diventando essenziali e indispensabili in tutte le cucine moderne, aiutando a minimizzare i rifiuti e a valorizzare ogni ingrediente. Infine, la crescente disponibilità di ingredienti locali e sostenibili permette a noi cuochi di pensare e creare piatti sia belli da vedere, ma anche che rispettosi dell’ambiente.”

Mario Furlan, life coach – La spiga che spezza la schiena

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Mario Furlan, life coach e motivatore

Il contadino carica l’asino di sacchi di fieno, uno dopo l’altro. Nessun problema, fino a quando non aggiunge un’ultima, piccola spiga di fieno. E il povero animale, improvvisamente, crolla sotto il peso di quell’ultimo carico.
Non è stata soltanto la spiga finale, che pesa pochi grammi, a spaccargli il dorso. E’ stata l’aggiunta alle migliaia di spighe caricate in precedenza.  Così è la nostra vita: una cattiva abitudine sembra, nel breve, innocua, ma protratta negli anni può, alla fine, distruggerci. Se, ad esempio, fumi, probabilmente pensi che non ci saranno mai conseguenze negative: i giorni passano, ma non noti alcun problema di salute. Chi ti dice, però, che tra qualche anno sarà ancora così? Chi ti dice che anni di dieta sbagliata, di stile di vita sbagliato, di tempo sprecato non avranno ripercussioni sul tuo benessere fisico, sulla tua professione, sulla tua vita?
Allo stesso modo una buona abitudine può nel tempo, portarci all’obiettivo. Perché il successo non deriva tanto da un’improvvisa rivoluzione, quanto da una progressiva evoluzione. Un passo alla volta, verso il traguardo.

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Mario Furlan, life coach – Rinunci come l’elefante?

L'elefantino legato, esempio di incapacità appresa

L’elefante legato, esempio di incapacità appresa

Nella vita si impara. A fare. Ma anche a rinunciare. E’ la teoria dell’incapacità appresa, spiegata dallo psicologo Martin Seligman: la situazione in cui ci abituiamo a credere di essere incapaci a fronteggiare una situazione.
Come nel caso dell’elefantino: legato ad un albero, cerca di liberarsi. Ma non riesce a spezzare la fune. Si fa male. E alla fine, frustrato, rinuncia a tirarla.
Poi, negli anni, l’animale cresce. Diventa grande e forte. Adesso sì che potrebbe facilmente rompere la fune. Ma continua a non provarci neppure: si è convinto, sin da quando era cucciolo, che non ce la farà mai.
Quante volte siamo come l’elefantino? Quante volte restiamo schiavi di insuccessi del passato, anche quando non dovrebbero avere più alcuna presa su di noi? La prossima volta che pensi di non potercela fare perché in passato non ci sei riuscito, prima di gettare la spugna rifletti: da allora sono cambiate le condizioni? Ho più esperienza? E ricorda che tutti i grandi, da Edison a Walt Disney, da Steve Jobs a Mario Moretti Polegato di Geox hanno fallito un sacco di volte prima di essere coronati dal successo.

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Mario Furlan, life coach – Le tre chiavi della felicità

Mario Furlan è un life coach e un motivatore

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Cosa ti può rendere davvero felice?
E’ forse la domanda più importante della tua vita, ma molti non sanno rispondervi.
Esistono tre trappole che possono toglierci la felicità che meritiamo. Sono:
1) Il rimandare la felicità.
Pensare che sarai felice quando… (riempi tu i puntini di sospensione; ad esempio quando avrai quel lavoro, quella automobile o quel partner) è sbagliato. Perché la gioia che deriva dall’avere qualcosa svanisce presto. E tornerai a sentirti insoddisfatto, inappagato, infelice.
Quel magico momento che racchiude la felicità non arriverà mai. Chiunque stia bene può essere felice in questo preciso momento, se lo desidera. E ci sono esempi di persone che stanno male – pensa a Bebe Vio o a certi malati gravi, ad esempio – che pure nella loro difficilissima condizione riescono ad essere felici. Quindi sii grato per quello che hai!
2) Il cercare a tutti costi di rendere felici gli altri.
Ci sono persone che, a causa del loro carattere o del loro atteggiamento, saranno sempre scontente. E non riusciremo mai a sollevarne l’umore. Noi non possiamo tirare su loro, ma loro possono tirare giù noi!
3) Il confrontarsi con gli altri.
Ci sarà sempre chi sta meglio di noi. Chi ha più successo di noi, è più ricco o più bello di noi. Quindi paragonarci ad un altro può scoraggiarci, farci sentire inferiori.
L’unica persona con cui paragonarti sei tu. Fai sì che oggi tu sia un po’ meglio di ieri, e un po’ meno di domani. Questo percorso di crescita interiore ti appagherà. E ti farà sentire che sei su questo pianeta per uno scopo: cosa c’è di più bello al mondo di questo?

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Mario Furlan, life coach – Vuoi meno, o vuoi tutto?

Mario Furlan è un life coach

I fiori sbocciano e fioriscono al massimo della loro possibilità. Senza risparmiarsi. E tu?

In natura ogni creatura vivente dà il massimo.
L’albero, il fiore, il filo d’erba crescono più che possono. Non si fermano a metà, perché ormai sono abbastanza grandi. E lo stesso fanno gli animali: diventano più grandi che possono. Compatibilmente con la  loro specie e con le condizioni in cui si trovano.
Soltanto l’uomo non cresce quanto potrebbe. E non sto parlando di crescita fisica, ma di crescita interiore.
Potremmo fare molto di più di ciò che facciamo. Potremmo realizzare, creare, raggiungere molto di più.
Ma non lo facciamo.
Perché? Perché, unici tra gli animali, godiamo del libero arbitrio. Quindi possiamo scegliere. E troppe volte scegliamo di non valorizzare i nostri talenti. Perché è più facile, richiede meno fatica.
Ma ogni decisione comporta delle conseguenze. E se non usiamo la vita per rendere al massimo, non solo sul lavoro ma anche nella vita personale, in famiglia, con chi amiamo, prima o poi ne pagheremo le conseguenze. Che si chiamano amarezza, delusione, rimpianto, frustrazione. E sono la consapevolezza di avere sprecato i doni che Dio ci ha dato.
Quindi poniti la domanda: Ti accontenti di dare, fare e realizzare meno di ciò che puoi, o punti a tutto, cioè alla vetta?

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Mario Furlan, life coach – Come iniziare bene la giornata (in meno di 5 minuti)

Mario Furlan è formatore e life coach

Il formatore e life coach Mario Furlan

Chi ben comincia, è a metà dell’opera… E vale anche per la tua giornata. Se la inizi bene, la proseguirai con il piede giusto. Cioè motivato, fiducioso, carico di energia positiva. Naturalmente vale anche all’inverso: chi comincia male, prosegue ancora peggio…
Come, dunque, riuscire ad iniziarle la mattina nel modo migliore?
Consiglio di programmare, quotidianamente, un’attività che ti consenta di sentirti orgoglioso di te stesso già nei primi minuti dopo che ti sei alzato. Scegli qualcosa di semplice, facile da fare; altrimenti non la farai mai. Ad esempio, fare 5 flessioni. O prepararti una bella e salutare spremuta di agrumi. O dire una preghiera. O dare un abbraccio e dire, sorridendo, “Buongiorno, tesoro!” al partner o ad un familiare che vive con te.
Piccole, piccolissime azioni, che però ti fanno sentire bene. Che accrescono la tua autostima. Che ti danno una sferzata di motivazione: Evviva, ce l’ho fatta! E che ti mettono subito in carreggiata.
Nel tempo potrai fare qualcosa in più. Ad esempio, portare le flessioni a 10. O preparare la spremuta anche per una persona che vive con te. L’importante è iniziare. E lo farai solo se intraprendere queste azioni sarà qualcosa di talmente facile che sarà quasi impossibile non riuscirci.

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Mario Furlan, life coach – Quando serve tagliare i ponti

Mario Furlan è un life coach e un motivatore

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Hai perso soldi in un affare che sembrava vantaggioso, e continui a investirci danaro perché ti dispiacerebbe archiviare l’operazione con una perdita? Fai male. Infatti se quella situazione è perdente, proseguire non farà che accentuare il danno.
Non pensare più a quello che hai già perso: ormai non esiste più, fa parte del passato. Si tratta di costi sommersi, ormai calati a picco. Pensa, invece, ai costi emersi. Cioè a quelli su cui hai ancora la possibilità di influire. Pensa, dunque, al futuro: hai davvero la possibilità di guadagnare? Se tu dovessi investire oggi, lo faresti ancora?
Troppe volte facciamo fatica a tagliare i ponti con il passato. Perché abbiamo la speranza di rifarci delle perdite, oppure per il semplice fatto che abbiamo dedicato tanto tempo a quella persona, o a quella situazione. Ad esempio, conservi vestiti, scarpe, libri, dvd o altre cose che non tocchi da anni, e che sai che non prenderai più in mano nella tua intera vita? Buttali via, occupano spazio inutilmente!
Lo stesso vale per le persone che frequentiamo. A parte i familiari, ci sono persone che vedi senza che questo arrechi beneficio né a te, né a loro? Se dovessi conoscerle oggi, sapendo tutto ciò che hai scoperto di loro, avresti ancora voglia di avere una relazione con loro? Se la risposta è no, taglia i ponti. Non conta il tempo trascorso con loro, ma che tu possa usare bene il tuo tempo futuro!

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Mario Furlan, life coach – Come vivere bene in un mondo sempre più incerto e complicato

Il mondo digitale sembra farsi sempre più complicato

Il mondo burocratico e digitale sembra farsi sempre più complicato per il cittadino

Viviamo in un mondo sempre più incerto e pieno di rischi: dall’inizio del decennio abbiamo avuto la pandemia, la guerra in Ucraina, la fine della globalizzazione, il balzo dei prezzi delle materie prime, il crollo dei mercati, l’inflazione… e chissà cosa succederà nel 2023!
Anche la nostra vita diventa sempre più incerta. Nel secolo scorso c’erano tre capisaldi per campare tranquilli: il lavoro sicuro, la casa di proprietà e la famiglia. Oggi anche i posti fissi non sono più tanto certi; le spese di condominio sono alle stelle, e mantenere la casa diventa difficile; e un matrimonio su due finisce male.

La nostra vita si fa, poi, sempre più complicata: non è facile districarsi nel mondo di oggi, tra burocrazia impazzita, Spid, call center dove cade sempre la linea, fascicoli sanitari e fascicoli del cittadino complicati da usare. Mia madre, ottantenne, non ci capisce nulla. E confesso che anch’io faccio molta fatica a capirci qualcosa. Per questo, come tanti altri, devo ad un amico esperto di web come diavolo si fa ad accedere ai vari servizi. E se perdi un dato – come ad esempio il pin del bancomat – non riesci nemmeno a comprarti da mangiare. In teoria, per ripescarlo bastano 30 secondi; in pratica, devi chiamare un call center dove ti rispondono dopo mezz’ora, e quando ti rispondono cade la linea. E se ti rispondono devi essere capace di capire il gergo tecnico di chi ti sta parlando. Quando, detto tra noi, si potrebbero risolvere tutti questi problemi con il riconoscimento visivo. Ma sarebbe troppo comodo…

Che piaccia o no, è il nostro nuovo mondo. Tornare indietro, ad un’esistenza più semplice e a misura d’uomo, è impossibile. Abbiamo, quindi, una sola cosa da fare: credere in noi stessi. Non perderci d’animo. E sapere che, in un modo o nell’altro, ce la caveremo. Se siamo arrivati sani e salvi fino ad oggi, è probabile che continueremo così. Qualunque cosa accada. Non abbiamo alcuna possibilità di controllare quello che succede nel mondo, ma possiamo controllare il nostro mondo interiore. Solo così riusciamo, nonostante tutto, a vivere sereni.