Mario Furlan, life coach: Così ci prendiamo in giro

Spesso siamo come Pinocchio: mentiamo. Anche a noi stessi.

Talvolta siamo come Pinocchio: mentiamo. Anche a noi stessi.

L’hai notato? Tendiamo a sopravvalutare quanto riusciremo a fare in anno, e a sottovalutare quanto possiamo realizzare in un giorno. Il motivo è semplice: abbiamo l’abitudine a rimandare ciò che richiede fatica, o che non ci piace.

“Lo farò, prima o poi…” Quante volte hai sentito, o pronunciato, questa frase? Molte. E quante volte l’impegno è stato mantenuto? Mai, o quasi. Perché tanto c’è tempo…
Invece la giornata di oggi è qui, davanti a noi. Potremmo sfruttarla meglio. Invece è facile cadere nella tentazione di perdere tempo, ad esempio sui social. Arriva la sera, e ci giustifichiamo: Va beh, non sono riuscito a sbrigare questo compito oggi, ma poi lo farò… e quel poi arriverà sempre dopo. Perché non ha una scadenza, non ha un vincolo.

Così ci prendiamo in giro. Non ci rendiamo conto quando lo facciamo, ma spesso intuiamo quando lo stanno facendo gli altri. Quando, ad esempio, ci dicono “Stai tranquillo, abbi fede, ti verrò a trovare, un giorno…” Per essere cortesi fingiamo di crederci, ma ci verrebbe da rispondere: “Sì, nel giorno di poi e nell’anno di mai!”
La soluzione? Avere una tabella di marcia. Programmare le giornate. E non sperare che, prima o poi, ci verrà voglia di affrontare quella cosa. Perché la voglia non arriverà mai…

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Mario Furlan, life coach – Perché devi terrorizzare la tua mente

Blanco, in preda all'ira, prende a calci i fiori sul palco del festival di Sanremo

Blanco, in preda all’ira, prende a calci i fiori sul palco del festival di Sanremo

Al festival di Sanremo il cantante Blanco, che per la stizza ha preso a calci le rose sul palco, si è comportato da bambino piccolo piccolo. E per questo è stato fischiato e criticato. Ma in fondo anche noi, spesso, siamo come lui: degli immaturi. Anche se abbiamo 60 anni, ci comportiamo come se ne avessimo 6. Perché reagiamo impulsivamente, senza riflettere, sull’onda delle emozioni, senza pensare alle dolorose conseguenze.

Pensaci: tutti sappiamo benissimo cosa dovremmo fare, cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi. Sappiamo, ad esempio, che sbottare sul lavoro, o arrabbiarci con gli amici, ci penalizza. Ci fa perdere la stima degli altri. E sappiamo anche, ovviamente, che dovremmo smettere di fumare. O non mangiare porcherie. Eppure non lo facciamo. Sembra strano, ma sai qual è l’unico modo per spingerci a fare ciò che dovremmo? E’ terrorizzare la mente.

Pensa, quindi, a cosa potrà accadere se perdi le staffe sul lavoro: potresti essere licenziato, o emarginato. E pensa a cosa potrebbe succedere se continui a fumare: ti viene un tumore ai polmoni. Se ti concentri sulle possibili drammatiche conseguenze di queste tue azioni il tuo cervello, che è preposto a farti sopravvivere, si allarma. Ti trasmette angoscia, stress, paura. E quella paura è, realisticamente, l’unica cosa che può davvero costringerti a cambiare. Sembra sconcertante, eppure è vero: ragionamenti e riflessioni sono inutili, serve soltanto provare paura.

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Mario Furlan, life coach – Come iniziare bene la giornata (in meno di 5 minuti)

Mario Furlan è formatore e life coach

Il formatore e life coach Mario Furlan

Chi ben comincia, è a metà dell’opera… E vale anche per la tua giornata. Se la inizi bene, la proseguirai con il piede giusto. Cioè motivato, fiducioso, carico di energia positiva. Naturalmente vale anche all’inverso: chi comincia male, prosegue ancora peggio…
Come, dunque, riuscire ad iniziarle la mattina nel modo migliore?
Consiglio di programmare, quotidianamente, un’attività che ti consenta di sentirti orgoglioso di te stesso già nei primi minuti dopo che ti sei alzato. Scegli qualcosa di semplice, facile da fare; altrimenti non la farai mai. Ad esempio, fare 5 flessioni. O prepararti una bella e salutare spremuta di agrumi. O dire una preghiera. O dare un abbraccio e dire, sorridendo, “Buongiorno, tesoro!” al partner o ad un familiare che vive con te.
Piccole, piccolissime azioni, che però ti fanno sentire bene. Che accrescono la tua autostima. Che ti danno una sferzata di motivazione: Evviva, ce l’ho fatta! E che ti mettono subito in carreggiata.
Nel tempo potrai fare qualcosa in più. Ad esempio, portare le flessioni a 10. O preparare la spremuta anche per una persona che vive con te. L’importante è iniziare. E lo farai solo se intraprendere queste azioni sarà qualcosa di talmente facile che sarà quasi impossibile non riuscirci.

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Mario Furlan, life coach – Come vivere bene in un mondo sempre più incerto e complicato

Il mondo digitale sembra farsi sempre più complicato

Il mondo burocratico e digitale sembra farsi sempre più complicato per il cittadino

Viviamo in un mondo sempre più incerto e pieno di rischi: dall’inizio del decennio abbiamo avuto la pandemia, la guerra in Ucraina, la fine della globalizzazione, il balzo dei prezzi delle materie prime, il crollo dei mercati, l’inflazione… e chissà cosa succederà nel 2023!
Anche la nostra vita diventa sempre più incerta. Nel secolo scorso c’erano tre capisaldi per campare tranquilli: il lavoro sicuro, la casa di proprietà e la famiglia. Oggi anche i posti fissi non sono più tanto certi; le spese di condominio sono alle stelle, e mantenere la casa diventa difficile; e un matrimonio su due finisce male.

La nostra vita si fa, poi, sempre più complicata: non è facile districarsi nel mondo di oggi, tra burocrazia impazzita, Spid, call center dove cade sempre la linea, fascicoli sanitari e fascicoli del cittadino complicati da usare. Mia madre, ottantenne, non ci capisce nulla. E confesso che anch’io faccio molta fatica a capirci qualcosa. Per questo, come tanti altri, devo ad un amico esperto di web come diavolo si fa ad accedere ai vari servizi. E se perdi un dato – come ad esempio il pin del bancomat – non riesci nemmeno a comprarti da mangiare. In teoria, per ripescarlo bastano 30 secondi; in pratica, devi chiamare un call center dove ti rispondono dopo mezz’ora, e quando ti rispondono cade la linea. E se ti rispondono devi essere capace di capire il gergo tecnico di chi ti sta parlando. Quando, detto tra noi, si potrebbero risolvere tutti questi problemi con il riconoscimento visivo. Ma sarebbe troppo comodo…

Che piaccia o no, è il nostro nuovo mondo. Tornare indietro, ad un’esistenza più semplice e a misura d’uomo, è impossibile. Abbiamo, quindi, una sola cosa da fare: credere in noi stessi. Non perderci d’animo. E sapere che, in un modo o nell’altro, ce la caveremo. Se siamo arrivati sani e salvi fino ad oggi, è probabile che continueremo così. Qualunque cosa accada. Non abbiamo alcuna possibilità di controllare quello che succede nel mondo, ma possiamo controllare il nostro mondo interiore. Solo così riusciamo, nonostante tutto, a vivere sereni.

Mario Furlan, life coach – Cosa fare quando hai qualcosa sullo stomaco

Mario Furlan durante un corso di motivazione

Il life coach Mario Furlan durante un corso di motivazione

Puoi avere qualcosa sullo stomaco in senso fisico: un cibo che non hai digerito. E in senso metaforico: si tratta di un evento, o di una persona, che non riesci a digerire.
In entrambi i casi, la soluzione migliore è vomitare ciò che ci fa stare male. Quindi parlarne. Fuori dai denti. Senza remore. E, ovviamente, con grande rispetto e tatto. Puoi dire (quasi) tutto, dipende da come lo dici: se in modo aggressivo e giudicante, oppure con serenità e amicizia.
Se pensi che qualcuno ti abbia fatto un torto ma non glielo dici, il tuo malessere cresce. Se invece ti apri a lei, ti liberi di un peso. Forse ti renderai conto che le cose non stanno come pensavi: forse hai giudicato male l’altro. E forse anche lui, con altrettanta sincerità, svuoterà il sacco con te e capirai che anche lui aveva travisato alcune tue azioni e parole.
Parlare apertamente, e nel modo giusto, conviene, eccome: dopo ti senti più leggero, come se avessi vomitato il veleno che ti tenevi dentro!

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Mario Furlan, coach motivazionale – Come ti cambia il dolore?

Il coach motivazionale Mario Furlan sulla copertina di un suo libro di motivazione

Il coach motivazionale Mario Furlan sulla copertina di un suo libro di motivazione

Nulla ci cambia quanto il dolore.
Ci scuote. Ci smuove. Ci scombussola. Ci sbatte a terra. E se è abbastanza cocente ci costringe a fare, o a pensare, diversamente.
Il dolore non ci lascia indifferenti. Ci trasforma. Ma lo può fare in due modi: in meglio. O in peggio.
Un’ingiustizia, una tragedia possono renderti rabbioso, o disperato. O farti sentire impotente. Oppure possono spingerti a trovare un senso al dolore, e a diventare una persona migliore. Come Nelson Mandela in carcere, o come Alex Zanardi dopo l’incidente.
Ogni dolore, fisico e psicologico, ti sta mandando un messaggio. Il mal di denti ti dice che hai una carie; il mal di schiena che hai una vertebra schiacciata. E lo stesso vale per la sofferenza interiore: cosa puoi fare, cosa puoi imparare dal male che senti dentro?
Tutti soffriamo. Ciò che cambia è come reagiamo alla sofferenza.

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