Mario Furlan, life coach – L’unico modo per raggiungere i tuoi obiettivi

Raggiungere gli obiettivi è come salire una scalinata: un gradino alla volta, e arrivi in cima!

Raggiungere gli obiettivi è come salire una scalinata: un gradino alla volta, e arrivi in cima!

Hai di fronte a te una scalinata con mille gradini. La guardi, dal basso verso l’alto, e ti scoraggi: non ce la farai mai ad arrivare in cima!
La verità è che non ce la farai mai, se pensi all’immane fatica di arrivare in cima. Perché l’impresa ti sembra impossibile. E ti scoraggi, ti demotivi. Ma se pensi a fare soltanto un passetto – un solo gradino – al giorno, ce la puoi fare. E senza un impegno esagerato.

L’importante è essere costante. E continuare. Un piccolo sforzo, giorno dopo giorno. Che però, nel tempo, porta al risultato finale. Cioè a raggiungere i tuoi obiettivi. 
Non pensare a laurearti. Pensa a preparare il prossimo esame.
Non pensare a dimagrire di 20 chili. Pensa a preparare il prossimo pasto.
Non pensare a ricucire il tuo matrimonio in crisi. Pensa a scrivere una bella lettera d’amore.
Un gradino alla volta, poco per volta, ti porterà in cima. E il panorama sarà bellissimo!

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Sergio Borra (Dale Carnegie): “Siamo la Ferrari della formazione”

Sergio Borra, amministratore delegato di Dale Carnegie Italia

Sergio Borra, amministratore delegato di Dale Carnegie Italia

Sergio Borra, fondatore e amministratore delegato della Dale Carnegie Italia, è uno dei più noti e apprezzati formatori italiani.

Torinese, a vent’anni, nel 1986, Sergio Borra frequenta un corso di lettura veloce e tecniche di memorizzazione. “Mi ha cambiato la vita – dice. – Mi si è spalancato davanti un mondo affascinante, che non vedevo l’ora di conoscere”.
Entra nel mondo della formazione, ne diventa un protagonista e nel 2002 arriva un ulteriore salto di qualità: gli viene presentata l’occasione di acquistare la licenza per la Dale Carnegie Training in Italia, e di diventarne il leader.
Dale Carnegie è stato il primo, agli inizi del Novecento, a parlare di sviluppo personale e a organizzare corsi di comunicazione, leadership, vendita e public speaking – racconta Sergio Borra. – Ha scritto oltre 20 libri, metà dei quali pubblicati postumi dalla Dale Carnegie & Associates, come raccolte e revisioni dei suoi appunti. Il suo testo più famoso, Come trattare gli altri e farseli amici, pubblicato nel lontano 1936, è a tutt’oggi uno dei libri più venduti di tutti i tempi e il primo libro di crescita personale che mi è capitato tra le mani. Così, quando ho avuto l’opportunità di rappresentare la Dale Carnegie in Italia, ho fatto i salti di gioia! Era come diventare presidente della squadra di calcio del cuore!”
La Dale Carnegie Training viene universalmente riconosciuta come la multinazionale numero uno, la Ferrari della formazione. Il magnate Warren Buffet ha pubblicamente dichiarato che il corso Dale Carnegie che ha seguito è stato “il più importante della sua vita”. La società è presente in oltre 90 paesi, con 200 uffici e 3 mila trainer certificati e sottoposti a rigorose verifiche, aggiornamenti e certificazioni. In Italia la Dale Carnegie ha sede a Milano e supporta manager e professionisti di tutto il Paese nello sviluppo del lato umano del business, attingendo alle migliori parti di loro stessi e valorizzando il potenziale di ogni persona.

Com’è cambiato il panorama italiano della formazione negli ultimi vent’anni?
“Molto – risponde Sergio Borra. – Prima era un ambito quasi sconosciuto; oggi trovi i libri di crescita personale, tra cui quelli di Dale Carnegie, perfino negli autogrill! Ci sono sicuramente più attenzione e consapevolezza, ma il nostro paese è ancora indietro rispetto a quelli anglosassoni e del nord Europa. Negli ultimi anni il numero di coach, trainer e scuole di formazione è sensibilmente aumentato. Questo fenomeno ha generato un mercato caotico e frammentato, motivo per cui la selezione e la scelta di un professionista della formazione non può e non deve essere superficiale”. Il mercato è inflazionato. E proprio per questo una società di prim’ordine, come la Dale Carnegie, e un formatore di punta, come Sergio Borra, sono ancora più preziosi.

Donato Cremonesi, l’esperto di marketing e comunicazione online che aiuta gli imprenditori

Donato Cremonesi, founder of Factory Communication

Donato Cremonesi, fondatore e Ceo di Factory Communication

Donato Cremonesi, fondatore e Ceo di Factory Communication, ha una missione: aiutare gli Imprenditori in questa fase storica di cambiamento.

Che cosa vuol dire affiancare gli Imprenditori in questo periodo storico?

Ogni persona ha una mission. E dopo circa 30 anni di lavoro ho capito, finalmente, la mia: aiutare gli imprenditori.
Quello che stiamo vivendo è un periodo storico decisamente più devastante della rivoluzione industriale e di ogni periodo del passato, quanto meno dal punto di vista del lavoro. Per il semplice motivo che, le precedenti fasi storiche, sono avvenute in un arco di tempo abbastanza ampio.
Oggi no.
Internet ed i social hanno stravolto totalmente il mondo del lavoro e del business in un periodo brevissimo.
Grazie ad internet, ora, le persone hanno l’opportunità di fare ricerche. Leggere le recensioni. Vedere e confrontare le caratteristiche del prodotto oppure del servizio.
Il processo di acquisto è totalmente nelle loro mani.
E’ importante capire questo cambiamento e mettere al centro il Cliente.

Perché gli imprenditori hanno bisogno di aiuto?

Per due semplici fattori: Conoscenza e Cambiamento, volutamente scritti con la lettera maiuscola.
Conoscenza delle nuove logiche di mercato: nel 90 % dei casi in cui incontro un imprenditore, quello che mi sento dire è che non conosce internet e non vuole sentire parlare dei social. Ma non riesce a capire come mai, la sua azienda che fino a pochi anni fa andava a gonfie vele, oggi non gira più.
Mi dice: “Le vendite sono calate a picco. Tutta colpa di questo maledetto internet.”  Manco fosse un’entità ignota e sconosciuta.
Come spesso diciamo, è importante tenersi vicini gli amici, ma ancora di più i nemici.
E qui entra il secondo punto: Cambiamento.
C’è paura del cambiamento.
Ma la paura immobilizza. Non ti fa prendere decisioni. E se oggi non corri, resti indietro.
Le piccole aziende che fino a ieri non consideravi nemmeno, oggi grazie al web ed ai social, hanno una grande opportunità. Quella di vincere sul mercato.
Non contano più i grandi budget, contano, ancora più di prima, le grandi idee.

Donato Cremonesi, che consiglio daresti ad un Imprenditore che vuole rimettersi in gioco?

Credo che ci siano tre punti principali:
1) E’ importante che impari un minimo di logiche del web e dei social. Non dal punto di vista pratico: non deve certo essere lui a pubblicare articoli sul sito o post sui canali social. Ma è fondamentale capire perché farlo, e quali sono i benefici che possono scaturire.
2) Si sente parlare poco della focalizzazione, ma è una strategia vincente. Oggi non scarseggiano le merci, scarseggiano i clienti. Le aziende producono molto di più, di quello che il mercato è realmente pronto ad acquistare.
Non ha senso aprire l’ennesimo ristorante. La solita palestra. Oppure produrre il solito paio di scarpe o vestito. E’ invece fondamentale focalizzarsi in una specifica nicchia di mercato.
“Se mi rivolgo a tutto il mercato ho più probabilità di vendite…. “ verrebbe da pensare. Ma è esattamente il contrario. Se ti focalizzo viene riconosciuto come specialista di un settore.
Non solo. Grazie alla focalizzazione si riducono drasticamente i costi. Il magazzino diventa più piccolo e le merci hanno una rotazione più elevata.
3) Sii etico. Questo è un elemento fondamentale. Il cliente non è un numero: è una persona. Merita il nostro rispetto.
Lo so, quando sei alla canna del gas, mutuo e bollette da pagare, ti vien voglia di non andare per il sottile. Pensi: “Intanto gli ho venduto un po di roba, domani ci pensiamo”.
Ma questo è l’inizio della fine. Se non hai fatto una vendita giusta, quella persona non solo non comprerà più da te, ma parlerà male di te a tutti i suoi conoscenti. Ti stai bruciando il mercato.
Credo profondamente nel karma che parla del “principio di causa-effetto”: ciò che si fa è ciò che si ottiene. Se sei scorretto con un cliente non otterrai niente di buono. Se invece capisci che quel prodotto, non va bene per quella persona, semplicemente, non devi venderglielo. Cioè fai un piccolo o grande sacrificio a breve per avere un grande risultato poi. Infatti quella persona ti rispetterà ed avrà fiducia in te, perché “non l’hai fregato”. Quindi è semplicemente una vendita rimandata nel tempo.
In conclusione indico il mio sito: www.factorycommunication.it. Qui gli imprenditori troveranno tanti spunti e tante idee utili per il loro business, soprattutto nella sezione Focalizzazione e Strategia Marketing.

Grazie, Donato Cremonesi!

Mario Furlan, life coach – Perché i più stupidi fanno più carriera

Mario Furlan, life coach e motivatore

Hai anche tu l’impressione che a volte, nelle aziende come in politica, non siano i più intelligenti, ma i più stupidi a raggiungere posizioni di potere?
E sai perché? Perché hanno certezze assolute. E noi esseri umani siamo attratti e affascinati da chi ha certezze assolute.
L’ho notato mille volte, come life coach e motivatore. L’intelligente si interroga. Coltiva il dubbio. Accetta la critica. Vuole correggersi, per fare sempre meglio. Mentre lo stolto è sicurissimo di avere sempre ragione. La sua parola è il Vangelo. E chi ha un parere diverso dal suo diventa automaticamente un nemico.
Soprattutto le persone deboli, insicure sono attratte dall’uomo forte. Che non ha mai incertezze, mai titubanze. E che è dogmatico nelle sue affermazioni. Ma non sempre l’uomo forte è anche un uomo intelligente.  Appunto perché rifiuta i pareri contrari e si bea delle sue inconfutabili, matematiche e granitiche certezze.

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Mario Furlan, life coach – La chiave del successo

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, life coach

Qual è la prima qualità del successo? Il talento? La genialità? L’entusiasmo?
No. Secondo me è la disciplina.
Se sei talentuoso o geniale, ma non ti applichi, le tue doti innate sono inutili. L’entusiasmo è spesso un fuoco di paglia: arde, e poi si spegne. Mentre la disciplina è la capacità di fare ciò che si deve fare. Anche se non si ha voglia. Senza cercare scuse.
Vuoi un corpo da dieci? Vai in palestra bello motivato, ma dopo qualche seduta molli: è troppo faticoso. Vuoi imparare l’inglese? Ti iscrivi a un corso, ma dopo qualche settimana cominci a saltare le lezioni: è troppo pesante.
Il difficile non è il lavoro, bensì avere la disciplina necessaria per lavorare bene nel tempo!

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Mario Furlan, life coach – Cosa cerchi, scuse, o risultati?

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, life coach e formatore nel campo dell’autostima e della motivazione

Sai perché molti preferiscono trovare scuse piuttosto che impegnarsi a raggiungere i loro risultati?
Il motivo è semplice.
Ottenere risultati è difficile. E i risultati sono temporanei. Una volta conseguito uno, non ti puoi fermare. Ce n’è sempre un altro da conquistare. Se, ad esempio, fai sport, devi farlo costantemente per non perdere i benefici. Se vuoi crescere professionalmente, non puoi dormire sugli allori. Non ti puoi fermare.
Invece trovare scuse è facile. E le scuse vanno bene sempre. Sono permanenti. Una sola scusa può essere un alibi efficace per l’intera vita.
Ma a forza di cercare scuse, perdi l’autostima. Perché la vocina dentro di te ti dice che ti stai ingannando. E che stai sprecando la vita. Indebolisci la tua forza interiore. E il tuo carattere. E nel tempo provi insoddisfazione, delusione, rammarico.
Invece se cerchi risultati ti rafforzi dentro. Forgi il tuo carattere. Impari a lottare. E rafforzi la tua autostima. Perché sai di essere una persona di valore.
E tu, cosa cerchi? Scuse, o risultati?

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Mario Furlan, life coach – L’unico modo (onesto) per fare soldi

Mario Furlan, life coach

C’è un solo modo onesto per guadagnare attraverso il proprio lavoro: creare valore. E farlo conoscere.
Hai un’azienda? Crea valore attraverso i tuoi prodotti o servizi. E poi usa bene gli strumenti del marketing per farli conoscere ai potenziali clienti.
Sei un lavoratore e vuoi fare carriera? Lavora meglio dei colleghi. E fa sì che i capi lo notino. Non è detto che se ne accorgano da soli; meglio se gli dai l’imbeccata.
Offrire valore è necessario, ma non sufficiente. Puoi avere il miglior prodotto del mondo, ma se nessuno lo sa, a cosa serve? D’altronde, avere un ottimo marketing per un pessimo prodotto ti destinerà, prima o poi, ad essere etichettato come venditore di fumo.

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Mario Furlan, life coach – La tua più grande risorsa

La tua più grande risorsa, nel mondo del lavoro e non solo? E’ la tua reputazione. Che può anche trasformarsi nel tuo più grande handicap. La reputazione è ciò che gli altri pensano di noi. L’etichetta che abbiamo cucita addosso. Qual è la tua reputazione? Quali sono le parole che vorresti ti definissero? Sono le stesse parole con le quali gli altri ti definiscono? Sappiamo bene che la reputazione si costruisce a fatica, giorno dopo giorno. E che basta un attimo per distruggere tutto. Per questo è importante essere coerenti, ogni giorno, con il modo con cui vogliamo essere percepiti. Dipende dalle nostre azioni, dal modo con cui comunichiamo, dal modo in cui ci poniamo.

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Mario Furlan durante un corso di Wilding (autodifesa istintiva)

Mario Furlan durante un corso di Wilding (autodifesa istintiva)

 

Storie di successo – Piermaurizio Di Rienzo, un giovane che vede lontano

Piermaurizio Di Rienzo

Piermaurizio Di Rienzo

Piermaurizio Di Rienzo, 33 anni, svolge due lavori. Ciascuno dei quali sarebbe sufficiente a riempire totalmente la giornata a una persona normale. Ma lui è speciale. Alla sua giovane età è sia amministratore delegato della Pellux, brand di valigie di lusso noto nel mondo, sia anche fondatore e amministratore delegato di Mi-Tomorrow, il quotidiano free press del pomeriggio che distribuisce ogni giorno, dal lunedì al venerdi, oltre 120mila copie nel capoluogo lombardo. Se il primo impegno di Piermaurizio è notevole, il secondo ha dell’incredibile. Perché nessuno avrebbe scommesso un euro sulla sopravvivenza, figuriamoci sul successo, di un giornale gratuito del pomeriggio, in un’epoca di crisi in cui i giornali chiudono. “E’ stata una bella sfida – sorride lui. – Siamo partiti in quattro, e siamo arrivati in quattro: segno che ci crediamo tutti, e che la compagine sociale è bella salda.” Mi-Tomorrow viene distribuito da studenti universitari ogni sera, dalle 17 alle 20, in una decina di punti strategici della città. “E’ una distribuzione hand-to-hand: il giornale glielo diamo in mano, non lo lasciamo nei raccoglitori dove a volte rimane a invecchiare” sottolinea Di Rienzo. Come è possibile che la gente, uscendo dall’ufficio, abbia voglia di sfogliare un giornale dopo essere stata tutto il giorno a leggere news online? “Semplice: non diamo le notizie del giorno che già conoscono, ma anticipiamo ciò che succederà l’indomani. Parliamo degli eventi che Milano si appresta ad ospitare, e spieghiamo che effetto avranno sulla vita cittadina. Se, ad esempio, si svolgerà un concerto di Vasco a San Siro, spieghiamo come arrivarci, dove ci potranno essere ingorghi, che mezzi pubblici prendere..” Vi occupate di poltica? “Poco. In occasione delle elezioni comunali dovremo parlare anche di politica, ma per stimolare i candidati a prendere posizione sui temi più caldi. Normalmente, però, i nostri argomenti sono gli eventi, la cultura, gli spettacoli e le opportunità di lavoro. Ci interessa, insomma, ciò che sta per succedere in città.” Siete gli unici a farlo. “In Italia certamente sì. All’estero esiste un modello al quale in parte ci ispiriamo: è Time Out, la rivista che si legge per sapere dove andare, perché andarci e come andarci. E come Time Out, anche Mi-Tomorrow è un giornale che non si butta via al termine del viaggio in metrò, ma che si porta a casa e si conserva fino all’indomani. Perché contiene notizie utili per la serata e per il giorno dopo.” Il lettore tipo? “Cinquanta per cento uomo, cinquanta donna. L’età media è tra i 26 e i 45 anni: la fascia più appetibile per gli inserzionisti pubblicitari.” Come va la pubblicità? “Bene: gli inserzionisti hanno capito che la fascia oraria del pomeriggio va tenuta in considerazione. Cerchiamo sempre di tenere alto il livello anche in quest’ambito, coinvolgendo grandi inserzionisti capaci di darci prestigio.” Dopo Mi-Tomorrow, ci potranno essere Roma Tomorrow, Torino Tomorrow e così via? Di Rienzo sorride, sornione: “Perché no?”

Mario Furlan è orgoglioso di presentare storie di successo di persone che, come Piermaurizio Di Rienzo, sono riuscite a raggiungere risultati importanti, e che con il loro esempio ci ispirano a fare sempre meglio.
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Mario Furlan, life coach – Le idee? Sono inutili!

Mario Furlan, life coach, autore del best-seller "Tu puoi!"

Mario Furlan, life coach, autore del best-seller “Tu puoi!”

Pensi che per avere successo servano idee vincenti? Sbagli. Tutti abbiamo un sacco di splendide idee. Che finiscono nel nulla. Mentre pochi riescono a realizzarle. Meglio una sola idea mediocre, ma concretizzata, che mille idee fantastiche rimaste tali. Pensi che serva avere le risposte giuste? Altrettanto sbagliato. Puoi trovare tutte le risposte che vuoi su Google. Serve, invece, porsi le domande giuste. Le idee, da sole, non hanno mai avuto valore. E la conoscenza, che ieri aveva valore, oggi non l’ha più. Perché è alla portata di tutti. Con un clic. Dobbiamo, invece, essere in grado di formulare le domande che ci aiutano a trovare la risposta giusta tra le mille risposte che possiamo trovare. Einstein disse: “Se dovessi risolvere un problema in un’ora, utilizzerei i primi 55 minuti per trovare la domanda giusta. Una volta trovata, risolverei il problema in meno di cinque minuti!”

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