Chiedi e ti sarà dato. E non avere paura di chiedere.

Abbiamo paura di chiedere. Perché temiamo il rifiuto. Che si tratti di domandare un favore, una promozione, un aumento di stipendio,  un appuntamento di lavoro o uno galante, il timore di un sonoro no ci blocca.  Perché – soprattutto se siamo permalosi o iperemotivi – un rifiuto ci farebbe sentire rifiutati, scartati come persone. Ci  intaccherebbe l’autostima.
Il Vangelo esorta a fare il contrario: “Chiedete e vi sarà dato”. Certo, potrebbe andarci male. Ma cosa avremmo da perdere? Nulla. Resteremmo esattamente dove siamo ora. Mentre abbiamo tutto da guadagnare nel caso di risposta positiva.

Non ti curare del giudizio altrui

Chissà cosa gli altri penseranno di me! Magari farò figuracce! Oddio, mi renderò ridicolo!  A volte questa paura ci blocca completamente. Fino al punto di tarparci le ali. E di impedirci di realizzare i nostri progetti.
Poi, con gli anni e l’esperienza, del giudizio altrui ci importa sempre meno. A vent’anni sei preoccupato di ciò che gli altri pensano di te; a quaranta te ne infischi; a sessanta capisci che gli altri, a te, non ci pensano proprio. Perché sono concentrati su se stessi. Tranne una piccola categoria: gli amici. Gli unici cui vale la pena prestare attenzione. Perché i loro consigli sono per il nostro bene.

Se riusciamo o no, la responsabilità è nostra

Abbiamo il vizio di scaricare sugli altri la colpa dei nostri fallimenti. Siamo stati trattati ingiustamente (può essere vero); ci hanno preferito un raccomandato (succede); siamo stati sfortunati (capita). Ma finché non ci assumiamo la completa responsabilità di ciò che ci accade non andremo da nessuna parte. Potremo trovare mille scuse, mille capri espiatori. Ma a cosa serve? A nulla. Se non a sentirci vittime impotenti. A evitare di fare autocritica. E quindi di crescere.  Il mondo è pieno di ingiustizie e di sfortune: sono ostacoli da superare. Ce la possiamo fare soltanto se crediamo in noi stessi e nelle nostre capacità.