Ero ragazzo, volevo fare il giornalista. L’unico modo per riuscirci era entrare nella scuola di giornalismo. Ma c’era una selezione rigorosa: accettavano solo 45 candidati su oltre 500 che si presentavano. Io non credevo che ce l’avrei fatta. Così chiesi a mio padre se conosceva qualcuno della commissione d’esame, per farmi raccomandare. Dopo qualche giorno mi disse: “Ho un amico in commissione. Lui ti aiuterà a passare l’esame.”
Le sue parole mi rassicurarono. Mi presentai, sicuro di me, all’esame d’ammissione. Quando seppi di averlo superato corsi da mio padre: “Papà, ce l’abbiamo fatta! Ringrazia il tuo amico!” Mio padre sorrise: “Il tuo amico migliore sei tu. Quell’amico non esiste.” In quel momento imparai che siamo noi gli artefici del nostro destino. Se abbiamo la forza di credere in noi stessi.