ESPLODE IL MERCATO GLOBALE DELLA “DIGITAL TRANSFORMATION”: PREVISTI RICAVI SUPERIORI A QUOTA 4 TRILIONI DI EURO ENTRO I PROSSIMI 12 ANNI (+158% SUL 2024)
“L’innovazione è lo strumento specifico dell’imprenditoria, l’atto che favorisce il successo con una nuova capacità di creare benessere”: mai banali le parole dello storico economista e saggista Peter Ferdinand Drucker, le quali descrivono nel migliore dei modi l’evoluzione tecnologica a cui è sopposta l’epoca contemporanea. Stando a una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, realtà 100% made in Italy specializzata nella promozione e nella valorizzazione della ricerca a 360° nel campo delle Scienze della Vita, a livello globale si può parlare di una vera e propria “Digital Transformation Era” visto che la digitalizzazione sta coinvolgendo tutti i principali settori operativi. Conferme in merito giungono, in primis, dal portale economico Research Nester, secondo cui il mercato globale della cosiddetta “digital transformation”, dopo aver sfiorato i 2 trilioni di euro nel corso del 2024, andrà vicino a quota 5 trilioni entro i prossimi 12 anni (+158%). A livello prettamente geografico, il Nord America dominerà il mercato (38%).Il podio viene completato da Asia (2°)ed Europa (3°).E i settori più coinvolti dalla “digital wave”? Sempre stando a quanto precisato da Research Nester, in prima linea ci sarà sicuramente il mondo finanziario, così come quello bancario. Ma non solo, rispondono all’appello anche l’universo manifatturiero, quello della logistica e, per ultimo ma non meno importante, anche la sanità. Sotto questo punto di vista, uno dei rami della medicina moderna che si sta mettendo maggiormente in luce grazie alle nuove tecnologia, in particolar modo la tanto discussa intelligenza artificiale, è quello delle cosiddette “Life Science”, vale a dire le “Science della Vita”.

l’artificial intelligence può essere utilizzata in diversi modi nella quotidianità da parte dei professionisti del settore delle Sicneze della Vita. Ad esempio, secondo un approfondimento a firma di GlobeNewswire, i ricercatori possono sfruttare l’AI al fine di velocizzare alcune attività, come, l’analisi di dati o cellule utili per realizzare nuove medicine. Ma non è tutto perché la stessa artificial intelligence, in quanto fedele supporto e non nemico che va a sostituire il medico o il ricercatore in carne ed ossa, perfeziona le mansioni quotidiane e, di conseguenza, migliora l’efficienza giornaliera. Così facendo studi e ricerche possono portare a risultati migliori in lassi di tempo relativamente brevi e, di conseguenza, ridurre anche i costi operativi. Ulteriori spunti in merito giungono da Andrea Donnini, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica: “Al giorno d’oggi fare ricerca non significa solo ed esclusivamente trovare soluzioni o guardare la realtà circostante con occhi nuovi e, soprattutto, più consapevoli. Oggi fare ricerca significa anche aprirsi, in particolar modo mentalmente, a tutte le incredibili opportunità che la tecnologia e la digitalizzazione ci stanno mettendo a disposizione. Quella più luminosa, tra le cosiddette «opportunity», è proprio l’intelligenza artificiale e, come specificato anche dalle indagini di mercato che abbiamo raccolto, il futuro, anche della medicina, sarà sempre più «AI centered». Negli ultimi anni, la Regione Lombardia ha lavorato su modi nuovi e più intelligenti di fornire assistenza sanitaria, seguendo quello che viene chiamato il modello della Medicina delle 5P (Personalized, Predictive, Preventive, Participatory, and Population-based), ma un altro passo entusiasmante è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Nel complesso, la Lombardia sta investendo in un sistema sanitario digitale e basato sui dati, più intelligente, più connesso e più facile da usare sia per i pazienti che per i medici. La sanità è strettamente legata alla ricerca. La Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, istituita in Lombardia, ha permesso alla Regione di essere all’avanguardia in questo settore. Come? Grazie a partnership strategiche e di portata sia nazionale sia europea. Tra queste ricordo con immenso piacere quella più recente con l’UE che ci vedrà rappresentare l’Italia e la Lombardia nell’ambito del programma «Innovation for place-based transformation». Collaborando con altre Regioni europee, che investono sull’innovazione, saremo chiamati a spingere il Sistema Sanitario Nazionale verso una nuova e brillante epoca fatta di innovazione e crescita, partendo sempre da un minimo comune denominatore mai banale, ovvero la conoscenza che nasce e prenderà forma e contenuto dalla ricerca”.
Restando in ottica ricerca biomedica, spunti aggiuntivi e di assoluto interesse arrivano dalla Columbia University: l’AI viene impiegata ormai da tempo con l’obiettivo di intensificare e, di conseguenza, rendere ancor più efficaci e precise le ricerche effettuate con lo scopo di trovare cure utili a contrastare malattie come il cancro e l’Alzheimer. La medesima università sta, inoltre, lavorando ad alcune piattaforme, sempre “AI addicted”, capaci di fornire conoscenza e preparazione a ricercatori inesperti, i quali, hanno il desiderio di imparare nozioni e concetti che saranno fondamentali in futuro per dare svolta al settore medico-scientifico. Per ultimo, ma non meno importante, non poteva mancare un’indagine a cura della Stanford University che definisce “inevitabile” l’apertura della ricerca biomedica all’AI, ma, allo stesso tempo, avverte sull’importanza di rispettare principi saldi in fase di applicazione della stessa tecnologia come, ad esempio, il rispetto dei dati.