Giordano Guerrieri è CEO di Finera, società del Gruppo Allcore S.p.a. specializzata in finanza per PMI.
Secondo l’aggiornamento di novembre 2022 del Barometro Crif, il numero delle richieste di credito presentate dalle imprese italiane nel terzo trimestre 2022 ha avuto una flessione del -4,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.
A questo si aggiunge un altro dato che suona come un campanello d’allarme: l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese è risultato pari a 36.374 euro, registrando quindi un calo del -2,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Questi numeri sono l’ulteriore prova che l’economia italiana inizia a vivere un altro periodo di Credit Crunch. Il nostro Paese è all’inizio di una stretta creditizia da parte delle banche nei confronti delle imprese. Senza considerare che nel biennio 2020-2022 la situazione economica delle aziende si è ulteriormente aggravata a causa della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina.
Diventa dunque vitale per le piccole e medie imprese conoscere le cause e le conseguenze del Credit Crunch, non solo per affrontare con più consapevolezza le richieste di finanziamento, ma anche per capire quali sono opportunità a loro disposizione per ottenere liquidità in un momento in cui le banche faticano a concedere prestiti. Il credit crunch, infatti, spinge le PMI in direzione degli strumenti della finanza alternativa, come i minibond e il fintech.
Ne abbiamo parlato con Giordano Guerrieri, CEO di Finera, azienda specializzata a 360° in finanza aziendale.
Come anticipato, iniziamo a vivere un periodo di credit crunch, che ci ha spinti verso la finanza alternativa. Ma in che modo, quest’ultima, può rappresentare una soluzione?
Il credit crunch è un periodo di difficoltà nell’erogazione di prestiti da parte delle banche e dei tradizionali canali di finanziamento. Questa situazione, nell’ultimo biennio, ha comportato un boom degli strumenti di finanza straordinaria (o alternativa): solo nel primo semestre del 2022, ad esempio, dalle PMI italiane sono stati emessi minibond per un valore totale di 559 milioni di euro. Anche il factoring ha continuato la sua crescita nel 2022, chiudendo l’anno con un volume d’affari di quasi 229 miliardi di euro (+17% rispetto allo stesso periodo del 2021). E non possiamo non citare il fintech: la raccolta delle startup italiane dell’ambito, nel 2022 è stata da record e i ricavi hanno visto una crescita di circa il 70%. Non dimentichiamo poi i prestiti garantiti dallo stato e i numerosi aiuti stanziati che sono stati percepiti dalle aziende nel periodo Covid, e che da un lato hanno aiutato, mentre dall’altro hanno forse incastrato le aziende che vogliono investire maggiormente. La finanza alternativa (o straordinaria) rappresenta dunque una soluzione in quanto permette alle piccole e medie imprese che stanno crescendo ma che hanno poca liquidità, di accedere in tempi brevi alle somme necessarie per portare avanti l’attività o svilupparla ulteriormente.
Quali sono i principali fattori che penalizzano le aziende italiane per una corretta gestione dell’indebitamento e dell’accesso al credito?
Sicuramente ogni situazione ha le sue peculiarità, ma in generale possiamo dire che la scarsa liquidità è data in primis dal contesto in cui ci troviamo, oltre che da una bassa patrimonialità che non rafforza le aziende e non le rende appetibili né sicure. A questi fattori si aggiunge senza dubbio l’alto indebitamento, ma anche il cambiamento delle regole del sistema bancario che si è verificato in questi anni. Ad esempio, le banche hanno adottato nuovi principi contabili come il noto IFRS 9, penalizzando la gestione bilancistica bancaria per l’assunzione di nuovi rischi. Consideriamo che gli istituti bancari devono gestire le posizioni relative ai finanziamenti concessi sia alla concessione che durante il periodo di restituzione, monitorando attentamente e costantemente la situazione dell’azienda, che in caso di cambiamento può adoperare nuove richieste di garanzie o persino la chiusura delle posizioni concesse.
Queste nuove regole hanno impattato anche sulle imprese. Le banche ora hanno la capacità di intercettare preventivamente le situazioni di rischio, perciò le imprese non solo devono avere ancora più sotto controllo la propria situazione economica e finanziaria, ma devono imparare a dirigersi verso metodi e strumenti finanziari alternativi per sviluppare il proprio business.
La finanza straordinaria diminuisce la dipendenza dalle banche proprio su quelle aziende che vogliono crescere e investire. Ma come funziona esattamente?
Ci vorrebbe un webinar intero per rispondere in modo completo a questa domanda. In breve, la finanza straordinaria può assumere diverse forme, a seconda delle esigenze specifiche. Ogni strumento finanziario, che sia alternativo come minibond, crowdlending ed M&A, o innovativo come il fintech, deve essere conosciuto al meglio per poterlo sfruttare al massimo e per portare un boost di accelerazione alle aziende che li utilizzano.
Quali sono le difficoltà che le PMI italiane incontrano nell’accesso al credito alternativo o a strumenti di credito innovativi?
Si tratta di una difficoltà legata in realtà alla poca conoscenza degli strumenti di credito alternativo da parte delle imprese stesse. Inoltre, senza intento di fare critica, molti imprenditori hanno difficoltà ad abbandonare gli strumenti e le modalità adottate fino ad oggi. Il “si è sempre fatto così” è molto diffuso e sono tante le imprese che, non avendo una situazione finanziaria critica, continuano anche giustamente ad affidarsi ai tradizionali canali di finanziamento.
Le piccole e medie imprese che invece necessitano rapidamente di liquidità e hanno difficoltà a ottenere prestiti dalla banca, magari a causa di un basso rating o a tempi d’attesa troppo dilatati, vanno alla ricerca di soluzioni alternative e spesso anche complementari alle banche. Alternative che, se vogliamo, risultano più trasparenti e rendono più democratico l’accesso al credito.
La finanza straordinaria può aiutare a prevenire future crisi finanziarie?
Prima di parlare di future crisi, è opportuno focalizzarsi su quanto sta accadendo; il caro-energia e l’inflazione sono motivi di forte preoccupazione per le piccole e medie imprese italiane perché attaccando direttamente i flussi di cassa. “Incertezza” è la parola che risuona su tutto il tessuto imprenditoriale e spinge le nostre aziende a essere più prudenti, facendo calare la propensione agli investimenti. Per questo motivo il PNRR e gli strumenti agevolativi come transizione 4.0 e Nuova Sabatini rimangono strategici e fondamentali.
È in questo contesto di incertezza sul futuro che si va a incastonare anche la finanza straordinaria. Ora che siamo in un momento difficile, le imprese devono essere supportate e formate correttamente in merito alle nuove possibilità di accesso al credito a loro disposizione. Solo attraverso una trasparente conoscenza di ciò che la finanza alternativa può offrire, gli imprenditori possono avere gli strumenti necessari non solo per fronteggiare la situazione attuale, ma anche per essere preparati in caso di crisi future.
In conclusione, la finanza straordinaria, non è la “pozione magica” che permette di risolvere la mancanza di liquidità attuale. Essa è lo strumento, il mezzo, “l’asso” che le imprese italiane possono usare a proprio vantaggio per avere una spinta verso una crescita veloce e ben strutturata.