Diversità e inclusione non sono più una priorità

DIVERSITÀ E INCLUSIONE NON SONO PIÙ UNA PRIORITÀ PER LE IMPRESE: NEGLI USA UN’AZIENDA SU 8 PREVEDE DI ELIMINARE O RIDURRE I “DE&I PROGRAMME”

Alessandra Marzari, presidente del consorzio Vero Volley

Solo se riusciamo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo”: mai banali le parole del noto scrittore Tiziano Terzani, grazie alle quali vengono messi in risalto concetti che, al giorno d’oggi, risultano sempre più nell’occhio nel ciclone, soprattutto, se collegati all’universo lavorativo e imprenditoriale. Conferme in merito giungono da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto della società sportiva Vero Volley. Entrando più nel dettaglio, emerge un recente approfondimento realizzato da HR Dive, secondo cui solo negli USA, entro la fine dell’anno corrente, un’azienda su 8 prevede di eliminare o ridurre i cosiddetti “DE&I Programme”, ovvero l’insieme di iniziative utili per promuovere valori quali diversity, equity e inclusion sia all’interno delle mura aziendali sia a supporto del territorio di appartenenza. Le principali motivazioni? Di natura politica, ma non solo: anche l’assenza di risorse economiche e, infine, la mancanza di risultati considerevoli in termini sia di notorietà sia di business. Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche Forbes USA che recentemente ha fatto un vero e proprio elenco di realtà, anche multinazionali, che hanno deciso di abbandonare la promozione e la valorizzazione delle politiche in materia di diversità, equità e inclusione. E in Europa? La situazione non risulta delle più rosee visto che, come specificato Euronews, già nel 2024 solo il 7% delle organizzazioni del Vecchio Continente era in possesso di una strategia ben definita al fine di promuovere nel migliore dei modi i valori sopra citati. Arrivati a questo punto, una domanda sorge più che mai spontanea: esistono ancora delle imprese da cui è possibile prendere spunto al fine di invertire il trend? La risposta è sì e arriva da Sustainability Magazine che mette in risalto, in particolar modo, organizzazioni appartenenti al mondo food addicted, le quali si impegnano quotidianamente nella costruzione di ambienti di lavoro sempre più inclusivi e, allo stesso tempo, equi, garantendo infatti a tutti pari opportunità sia a livello si carriera sia a livello di formazione con corsi ad hoc in base alle necessità e lacune dei singoli lavoratori.

Ma non è tutto perché anche diverse organizzazioni dell’universo sanitario e farmaceutico non restano ferme a guardare, infatti, attraverso iniziative mirate ed efficaci, motivano i propri dipendenti in modo tale da strutturare una quotidianità lavorativa sana e coinvolgente per tutti. E ancora, diversity, equity e inclusion sono concetti conosciuti e promossi in maniera quasi eccelsa anche all’interno di un’altra business unit di assoluta rilevanza, ovvero la cosiddetta “sport industry”. Alcuni esempi? In primis, la pallavolo che può vantare la presenza di società impegnate day by day nella promozione di valori quali diversità, equità ed inclusione attraverso attività utili a supportare anche diverse associazioni del territorio. Sotto questo punto di vista, un esempio concreto arriva dall’Italia: si tratta, nel dettaglio, del Vero Volley, realtà riconosciuta a livello nazionale e globale sia per i risultati sportivi, ma allo stesso tempo per gli innumerevoli progetti extra-campo pianificati ed elaborati nel corso degli anni. “DE&I non è solo un acronimo, ma un monito da seguire e applicare ogni giorno – afferma Alessandra Marzari, presidente del Vero Volley – Nonostante le politiche di diversity, equity e inclusion siano finite in fondo alla lista delle priorità di diverse aziende globali, come specificato dalle ricerche sopra argomentate, esistono settori o asset virtuosi da cui prendere lezioni e quello sportivo appartiene a questa cerchia ristretta. Noi di Vero Volley, a questo proposito, abbiamo messo a terra diverse iniziative d’impatto come, ad esempio, il progetto «Emmeline», strutturato proprio con l’obiettivo di promuovere keyvalues come l’inclusione e l’uguaglianza, prima di tutto di genere, attraverso attività variegate sia per le prime squadre sia per il settore giovanile. Emmeline, però, è in buona compagnia, infatti, restando sempre nell’ottica della diversità e dell’equità, diamo l’opportunità ad atleti affetti da sindrome di Down e da autismo di essere parte integrante delle squadre dei «No Limits», le quali, sotto la guida di allenatori qualificati, si allenano e partecipano a campionati provinciali e regionali nei tornei Special Olympics. Per ultimo, ma non meno importante, ci tengo a ricordare anche il progetto OASES. Quest’ultimo è stato sviluppato da un team di professionisti sanitari e ricercatori in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con la Fondazione Luigi Rovati e l’Associazione Piesse con lo scopo di migliorare le cure d’emergenza nei cosiddetti deserti sanitari, regioni remote dove la carenza di strutture ospedaliere e di personale sanitario specializzato limita l’accesso a cure mediche tempestive e di qualità. Concludo, dicendo che i risultati dei programmi DE&I non si misurano con le entrate economiche e con la notorietà, ma con la soddisfazione dei propri partner e la felicità delle persone che ne fanno parte”.

Fanno seguito alle parole di Alessandra Marzari, ulteriori esempi di iniziative “DE&I addicted” legate al mondo sportivo. Dalla pallavolo si passa alla Formula 1, competizione di primaria importanza in cui è stata ufficializzata la Carta per la Diversità e l’Inclusione e, subito dopo, si prosegue con le recenti Olimpiadi di Parigi, durante le quali è stata istituita una “Pride House”, vale a dire una struttura capace di offrire una vasta gamma di attività educative e culturali per sostenere l’inclusione LGBTQ+ nello sport. E, in linea generale, quali saranno i trend futuristici più sorprendenti in ottica diversity, equity e inclusion? In primo piano, ecco un altro articolo strutturato da Forbes USA, secondo il quale l’analisi dei dati risulterà sempre più importante al fine di analizzare il grado di benessere e soddisfazione dei team operativi e, di conseguenza, intervenire tempestivamente in loro supporto. Inoltre, non poteva mancare, all’interno di questo contesto in grande evoluzione, la tanto chiacchierata intelligenza artificiale. Quest’ultima potrà essere applicata day by day sempre per l’analisi del personale, in particolar modo, per garantire equità per quanto riguarda le retribuzioni dei lavoratori appartenenti al medesimo livello. Per ultimo, ma non meno importante, potrebbe risultare estremamente utile coinvolgere esperti del settore, denominati “DE&I Expert”, per migliorare il clima all’interno degli ambienti di lavoro e, in seguito, accrescere il benessere dei singoli e, allo stesso tempo, i risultati operativi dell’intera company.

Life Coach

Informazioni su Mario Furlan

Mario Furlan è docente universitario di Motivazione e crescita personale all'università Bicocca di Milano. Ha scritto vari best-seller motivazionali, tra cui "Risveglia il campione in te!", "Tu puoi!" e "Felici per sempre". E' stato eletto "miglior life coach italiano" dall'Associazione Italiana Coach. E' noto anche come creatore del Wilding, l'autodifesa istintiva, e dei City Angels. www.mariofurlan.com