Non è vero che per fare una buona impressione sia sempre indispensabile indossare una divisa: giacca e cravatta gli uomini, tailleur le donne. Devi sentirti a tuo agio nei vestiti che indossi; devono rispecchiare la tua personalità, esprimere il tuo carattere. Mentre è fondamentale per tutti essere puliti, ordinati, con l’alito a posto (quanti non ci pensano!), ciascuno può scegliere il suo stile. E trasformarlo in un marchio di fabbrica. Lo stilista Giorgio Armani è noto per le sue magliette nere; semplici, eppure eleganti. L’imprenditore Renzo Rosso veste sempre in jeans: casual, ma fa tendenza.
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Il successo in tempi di crisi: l’esempio di Cellfood
Si può avere successo in tempo di crisi? Certamente. Bisogna però distinguersi dalla massa: serve avere un’idea nuova, o un prodotto particolare. E’ emblematico il caso di Giorgio Terziani della Spezia: ha introdotto in Italia Cellfood, un integratore nutrizionale antiossidante a base di ossigeno che viene dagli Usa. Un prodotto unico nel suo genere, che per questo sta prendendo piede. Siamo in recessione e abbiamo meno soldi, è vero; tuttavia siamo disposti a spenderli per qualcosa di straordinario, che ne valga veramente la pena. E cosa c’è di più importante della nostra salute?
Come fare subito una buona impressione
Impariamo dagli errori
Nella nostra società così spasmodicamente tesa verso il raggiungimento del successo gli errori non sono accettati. Sbagli? Sei un cretino. Un inetto. Un fallito. Vieni subito escluso. Così si vive nel terrore di commettere errori. E si è frenati, con le ali tarpate: non si agisce per paura di sbagliare.
Invece è proprio dagli errori che si impara. E quindi che si può raggiungere il tanto sospirato successo. Lo sbaglio più grave? Restare immobili per paura di sbagliare. Un errore, questo sì, davvero imperdonabile.
Paura buona, paura cattiva
Gli altri sono il tuo specchio
Perdona, ma non lasciar perdere
Perdonare è giusto. Lasciar perdere no. Se qualcuno ti fa un torto verifica se è in buona o in cattiva fede. Se è in buona fede spiegagli il suo errore, affinché non lo ripeta. E perdonalo. Se è in cattiva fede e ti vuole davvero fare del male non fargliela passare liscia. Soprattutto se il torto è di pubblico dominio. Se lasci perdere subirai nuove ingiustizie. E altri si sentiranno autorizzati a fare altrettanto. Perché la gente è vigliacca: se la prende con chi non reagisce. Quindi fagliela pagare. Dopodiché potrai perdonarlo.
Ascolta gli altri, ma decidi tu
Cosa penseresti se qualcuno ti dicesse “Non mettere al mondo figli, possono finire in galera, drogati o a battere per strada”? Penseresti che ti vuole demoralizzare inutilmente. Eppure siamo pronti a dare retta i profeti di sventura che di fronte alle nostre proposte sono pronti ad arricciare il naso, scuotere la testa e dirci che non funzioneranno. E’ giusto ascoltare tutti, soprattutto gli esperti e chi ci vuole bene. Ma sapendo che molti hanno paura delle novità, e che altrettanti sono invidiosi del successo altrui. Ascoltali, certo. Ma poi decidi con la tua testa. E con il tuo cuore.
Anche la crisi può servire
Dopo il terremoto una famiglia ringraziò Dio: perché, disse, siamo vivi. Non abbiamo più la casa ma abbiamo la cosa più importante: i nostri cari. Avendo rischiato di perderli ora capiamo quanto contano. E quanto conta l’amore che ci unisce. Le crisi servono a farci riscoprire l’essenziale. A gettare via il superfluo. E a rafforzarci nel carattere. Superata la crisi tutto sembrerà più facile.
Il momento giusto non arriva mai
Mi metterò in proprio quando tutto sarà a posto. Inizierò la nuova attività quando la situazione sarà perfetta. Chi ragiona in questo modo è destinato a restare al palo. Perché la situazione non è mai perfetta. C’è sempre qualcosa che non va. L’importante è avere valutato bene. Essere convinti di quanto si fa. Ed eventualmente correggere il tiro durante il percorso. Se aspetti il momento ideale per partire dovrai aspettare a lungo. Molto a lungo. Come le coppie che vorrebbero sposarsi ma non si sentono pronte. E infine pronunciano il fatidico sì attraverso la dentiera. Perché nel frattempo sono diventate vecchie.