Giuda tradisce Gesù per guadagnare trenta denari. Li ottiene. Ma poi, colto dal rimorso, li vuole restituire ai sommi sacerdoti. Quelli lo allontanano: “Hai ottenuto ciò che volevi, vattene!” Allora l’apostolo, disperato, getta le monete nel tempio e si impicca.
I beni materiali che conquistiamo sono importanti. Ma ciò che diventiamo è molto più importante. Giuda si suicida quando si rende conto di chi è diventato in seguito al tradimento: un uomo abbietto, una brutta persona. Hai obiettivi economici da raggiungere? Benissimo. Ma ricorda che gli obiettivi interiori sono quelli che ti danno la vera felicità.
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Mario Furlan, life coach – Non farai soldi se pensi solo ai soldi!
Non puoi fare i soldi avendo come unico scopo quello di fare i soldi. Non puoi raggiungere grandi risultati professionali se il tuo unico obiettivo è quello di fare carriera. Perché serve di più. Serve inseguire un obiettivo più alto. Serve credere in valori forti. Steve Jobs di Apple, Bill Gates di Microsoft, Richard Branson di Virgin, Mark Zuckerberg di Facebook e tutti i grandi imprenditori volevano creare qualcosa di nuovo. Qualcosa che potesse cambiare, in meglio, il mondo. E volevano farlo divertendosi. Appassionandosi al loro progetto. I soldi? Sono arrivati. Ma non sono mai stati il loro fine esclusivo.… Continua a leggere
Mario Furlan, life coach – I 3 tipi di uomini
Ci sono tre tipi di persone: gli uomini grandi; gli uomini medi; e gli uomini piccoli. Possiamo distinguerli a seconda degli argomenti di cui parlano più spesso. Gli uomini grandi parlano dei loro ideali. Dei loro valori. Di ciò che vogliono raggiungere di bello e di buono. Per se stessi, e per il bene dell’umanità. Gli uomini medi parlano di ciò che serve soltanto a loro. E parlano soltanto di beni materiali: soldi, oggetti, prestigio sociale. Gli uomini piccoli parlano dei difetti degli altri. La colpa dei loro insuccessi? E’ sempre degli altri. Che sono cattivi, invidiosi, egoisti, disonesti… Vedono… Continua a leggere
Mario Furlan, life coach – Noi creiamo la nostra realtà
Ciascuno crea la sua realtà. E si convince che sia l’unica realtà. Invece tutto dipende da cosa vuoi vedere, tra le infinite sfumature della realtà circostante. Da ragazzo ero violento. Facevo casino, allo stadio e nelle manifestazioni . E credevo di essere nel giusto. Pensavo di dovermi difendere dai nemici. E di far valere, in quel modo, i miei diritti. Imparai le arti marziali. Presi a fare bodybuilding. Avevo armi in casa. Dormivo con un nunchaku sotto il cuscino. Ed ero io a creare quella mia realtà paranoica. Poi conobbi Alessandra. Mi disse “Non è vero che il mondo sia… Continua a leggere
La morte ci motiva
Morte e motivazione sembrano agli antipodi. Invece la morte può essere la più grande forza motivante che abbiamo in vita. La consapevolezza che, anche se campi cent’anni, la vita è breve, ci aiuta a non perdere tempo. A non rimandare. A cogliere l’attimo. A vivere intensamente. Giorno per giorno. Sapendo che i nostri giorni finiranno. Ci aiuta anche ad essere meno materialisti e più spirituali. Se in punto di morte hai rimpianti non sono certo perché non hai guadagnato abbastanza. Ma semmai perché non hai amato abbastanza. Perché non hai chiesto scusa a tuo padre. Perché non hai fatto pace… Continua a leggere
Butti spazzatura in casa tua?
Cosa faresti se qualcuno entrasse in casa tua e ti svuotasse un secchio di spazzatura nel bel mezzo del salotto? Lo cacceresti a calci. E faresti bene. Nessuno deve permettersi di sporcarti la casa. Ma forse tu stesso sporchi il luogo in cui abiti costantemente: il tuo corpo. E forse sporchi anche il luogo che dirige ogni tuo pensiero, ogni tua azione: il tuo cervello. Cosa butti nel tuo corpo? Mangi cibo sano? Fumi? Bevi? E, peggio ancora, cosa butti nella tua mente? Che pensieri ci infili? Quali emozioni? Cosa leggi? Cosa guardi? Di cosa parli? Di cose che ti… Continua a leggere
Meglio comprendere che giudicare
Quando ho saputo dell’uccisione di Bin Laden ho gioito. Poi mi sono vergognato. Primo, perché non è bello festeggiare un omicidio. Secondo, perché non sta a me giudicare. Non giudicate per non essere giudicati: lo dice il Vangelo. Giudicare è facile. Capire è difficile. Ma dobbiamo sforzarci di comprendere il perché. Perché il collega non collabora. Perché il capo ce l’ha con noi. Perché l’ amico si è allontanato. Perché l’amore si è raffreddato. Giudicare, condannare serve solo a giustificarci. A non farci sentire responsabili di quanto accade. Tanto la colpa è sempre degli altri. Che a loro volta giudicano… Continua a leggere