Mario Furlan, life coach – La vita non è un ristorante, è un self-service

Hai mai visto un contadino che pretende di raccogliere prima di avere seminato? Un agricoltore che si rivolge al Padreterno e dice “Signore, mandami tanti frutti, prometto che il prossimo anno seminerò per bene!” Ovviamente no: prima si semina, poi si raccoglie. Così è la vita. Non è come un ristorante, dove prima mangi e poi paghi. E’ come un self-service: prima paghi, poi mangi. Prima ti devi impegnare: seriamente, con costanza e disciplina. Passo dopo passo, nella giusta direzione. E dopo riscuoti i dividendi della tua fatica. E’ una legge di natura: se non lavori, non guadagni. Lavorare va… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – Le due strade dei due fratelli

Un fratello gemello è alcolizzato. L’altro un salutista. Perché? La risposta è identica per entrambi: Perché mio padre era un ubriacone. Identica è stata anche l’esperienza, per l’uno e per l’altro. Ma opposto è stato il loro modo di interpretare l’esperienza. Uno ha ripetuto l’errore del genitore. L’altro ha voluto allontanarsene. Non sono gli eventi della vita a determinare il nostro destino. Lo è, invece, il modo in cui interpretiamo gli eventi. Abbiamo il libero arbitrio. Possiamo scegliere.  Se percorrere la strada che ci è stata mostrata. Oppure sterzare a 180 gradi. E decidere di cambiare direzione. Morale: la colpa… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – Quando volevo fare il cantante

Ciascuno ha i suoi talenti da coltivare. Talenti che gli sono stati dati da Dio, o dalla Natura; e che sono un dono da valorizzare. Quali sono? Pensa a cosa ti piace fare, e che sai di fare bene. Ci sono cose che sappiamo fare bene, ma che detestiamo fare; e altre che amiamo fare, ma per le quali siamo negati. Anni fa mi ero messo in testa di fare il cantante. Registrai una canzone in studio; ascoltandola sul cd, con gli effetti speciali dello studio, sembrava carina. Venni invitato a cantarla durante uno spettacolo. Partirono le basi, iniziai a… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – Non prendiamoci troppo seriamente!

C’è chi si prende troppo seriamente. E si sente importantissimo; a volte perfino indispensabile. Invece siamo tutti importanti per chi ci ama, ma il mondo andrà avanti benissimo anche senza di noi. Il giorno in cui moriremo il prete ci ricorderà, in chiesa, come sant’uomini; la bara verrà seguita tra singhiozzi autentici e facce lunghe di circostanza; ma già mezz’ora dopo la tumulazione della nostra salma, il problema più urgente di molti amici e parenti sarà trovare l’insalata di riso al ricevimento. Impariamo a ridere di noi stessi. E a prendere la vita con più leggerezza. Staremo meglio con gli… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – Occhio ai polpacci!

La maggior parte dei bodybuilder ama allenare braccia e petto. E odia allenare i polpacci. Perché richiedono più fatica per crescere: più serie, più ripetizioni, più sudore. Ed è facile vedere atleti con grandi bicipiti, ma con polpacci striminziti. E’ comodo fare ciò che ci piace e in cui siamo bravi; è scomodo, invece, fare ciò che non piace e in cui siamo deboli. Ma è proprio lavorando sulle nostre debolezze che diventiamo persone migliori. Arnold Schwarzenegger aveva pettorali possenti, ma polpacci troppo magri. Tagliò i pantaloni, in modo che i suoi polpacci fossero sempre visibili. A ricordargli il suo… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – I grandi ti fanno sentire grande

Ci sono persone che ti fanno sentire piccolo in loro presenza. E altre che ti fanno sentire grande. C’è chi passa il tempo a raccontarti quanto è bravo, intelligente, brillante: ha bisogno di sentirsi grande facendoti sentire inferiore a lui. E c’è chi, invece, si interessa davvero a te. Ti ascolta non solo con le orecchie, ma anche con il cuore. E ti fa sentire importante grazie alla sua attenzione. Chi ha bisogno di sentirsi grande facendoti sentire piccolo è un piccolo uomo. Chi, al contrario, ti fa sentire grande con il dono della sua attenzione è un grande. Non… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – Non farai soldi se pensi solo ai soldi!

Non puoi fare i soldi avendo come unico scopo quello di fare i soldi. Non puoi raggiungere grandi risultati professionali se il tuo unico obiettivo è quello di fare carriera. Perché serve di più. Serve inseguire un obiettivo più alto. Serve credere in valori forti. Steve Jobs di Apple, Bill Gates di Microsoft, Richard Branson di Virgin, Mark Zuckerberg di Facebook e tutti i grandi imprenditori volevano creare qualcosa di nuovo. Qualcosa che potesse cambiare, in meglio, il mondo. E volevano farlo divertendosi. Appassionandosi al loro progetto. I soldi? Sono arrivati. Ma non sono mai stati il loro fine esclusivo.… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – I 3 tipi di uomini

Ci sono tre tipi di persone: gli uomini grandi; gli uomini medi; e gli uomini piccoli. Possiamo distinguerli a seconda degli argomenti di cui parlano più spesso. Gli uomini grandi parlano dei loro ideali. Dei loro valori. Di ciò che vogliono raggiungere di bello e di buono. Per se stessi, e per il bene dell’umanità. Gli uomini medi parlano di ciò che serve soltanto a loro. E parlano soltanto di beni materiali: soldi, oggetti, prestigio sociale. Gli uomini piccoli parlano dei difetti degli altri. La colpa dei loro insuccessi? E’ sempre degli altri. Che sono cattivi, invidiosi, egoisti, disonesti… Vedono… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – La lezione di Mimmo

Si chiamava Mimmo Ferrante. E ha cambiato il mio modo di vedere la vita. Era un disabile di 33 anni e di 13 chili: un mucchietto di ossa. Paralizzato dal mento ingiù.  Parlava a fatica. Ma ogni sua parola era un inno all’ottimismo. E alla speranza. Lo conobbi 20 anni fa, in un momento di crisi. Lui mi chiese se avrei cambiato il mio stato con il suo. Ovviamente risposi di no. E lui: Ma io ho dei vantaggi rispetto a te! Quali?, chiesi. E lui: A te il Sindaco ti può non considerare. Ma se fa lo stesso con… Continua a leggere


Mario Furlan, life coach – Non pretendere di essere perfetto!

Erano le 22. Ero in aeroporto, sfatto dopo una giornata di seminari, in attesa di prendere il volo per tornare a Milano. Ed ero arrabbiato perché mi ero macchiato la camicia con un succo. Una donna mi guarda, perplessa. Io la guardo, infastidito. Mi chiede: E’ Mario Furlan? Sì, rispondo imbarazzato. E lei: Stamattina sono stata a un suo seminario di motivazione, perché non sta sorridendo? Mi sono vergognato. Mi sentivo colto in castagna: io che predico la positività mi ero fatto sorprendere con le scatole girate. Poi ci ho riflettuto. Ho pensato che siamo fragili. E che la nostra… Continua a leggere