Mario Furlan, life coach – Due domande per capire se sei sulla strada giusta

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, life coach

Sono due i momenti della giornata in cui capisci se sei sulla strada giusta. Il primo è al mattino: quando esci di casa per andare al lavoro, è proprio lì che vorresti andare? Ti piace il tuo lavoro? Ti dà soddisfazione? Se la risposta è sì, perfetto: continua così. Se è no ti suggerisco di cambiare rotta. Il secondo momento è alla sera: quando esci dal lavoro per tornare a casa, sei felice di rincasare? La tua casa è davvero un nido d’amore? Se la risposta è negativa vale la pena cambiare qualcosa nella vita privata. Anche perché se non sei realizzato in famiglia non potrai dare il massimo in quella professionale.

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Sei colpevole o responsabile?

Non mi piace parlare di colpe. Perché significa cercare il colpevole. E, dal momento che nessuno vuole sentirsi in colpa, la si addossa agli altri. Con il risultato che si arriva allo scaricabarile: la colpa è sempre di qualcun altro.
Preferisco parlare di responsabilità. Come spiega l’etimologia della parola, è responsabile chi è abile, cioè capace, di rispondere, cioè di reagire, nel mondo migliore in situazioni difficili. Tutti rifiutiamo di essere additati come colpevoli. Ma molti accettano di assumersi delle responsabilità.
Chi parla di colpe ha in genere una mentalità accusatoria, negativa, aggressiva. Chi parla di responsabilità è più positivo, collaborativo. E serio. Colpa e responsabilità: due parole che possono sembrare simili, ma che denotano un atteggiamento completamente diverso. Disfattista in un caso, costruttivo nell’altro.

Gli aggressivi sono paurosi

Da bambino ero estremamente timido, chiuso, impaurito degli altri. I compagni di classe mi prendevano in giro per questo, e me ne vergognavo. Così, nella speranza di venire rispettato, decisi di cambiare radicalmente atteggiamento. E mi misi a fare il duro, il bullo. Con il risultato di farmi odiare.
L’aggressività è l’altra faccia della paura. Ed è un sintomo di insicurezza. Chi è sicuro di sé non ha bisogno della violenza, verbale o fisica, per farsi rispettare. Ma a volte è difficile trovare il giusto mezzo tra i due estremi. Essere forti, ma non aggressivi; gentili, ma non deboli; umili, ma non timidi; orgogliosi, ma non arroganti: lo impariamo con l’esperienza.  Che, come diceva Oscar Wilde, è il nome che diamo ai nostri errori.

Sopravvalutiamo il breve termine, sottovalutiamo il lungo

Quando ci imbarchiamo in un progetto abbiamo l’abitudine di sopravvalutare ciò che possiamo attuare in tempi brevi. E di sottovalutare ciò che possiamo concretizzare in tempi lunghi. Ci illudiamo di realizzare grandi cose in pochi giorni. Raramente succede. Così ci demoralizziamo. E molliamo tutto. Non rendendoci conto che servono molti giorni, a volte alcune settimane, a volte qualche mese, a volte addirittura anni per ottenere risultati significativi. Vale per la dieta dimagrante come per la preparazione di un esame, per la ricerca di un nuovo lavoro come per quella di un partner. Serve tempo. E dev’essere tempo utilizzato bene. Perseguendo l’obiettivo giorno per giorno, con impegno e disciplina.