Mario Furlan, life coach – Il tuo biglietto da visita e la tua identità

Mario Furlan, life coach e motivatore

Mario Furlan, life coach e motivatore

Quante persone basano la loro identità sul loro ruolo sociale!
Si sentono importanti perché sono presidenti, direttori, onorevoli, amministratori delegati… Si gonfiano il petto, pensano di essere superiori a chi non ha la loro alta qualifica.
Più che starmi antipatiche, perché spesso si danno arie, provo un senso di compassione per loro. Perché la loro posizione può svanire da un momento all’altro. Possono, improvvisamente, cadere dal piedistallo.
Se fondi la tua identità su ciò che è scritto sul tuo biglietto da visita potresti subire cocenti delusioni. Perché dipende da mille fattori, molti dei quali indipendenti dalla tua volontà e dai tuoi meriti.
Se invece la tua identità è radicata non in ciò che hai nel mondo, ma in ciò che sei nel tuo animo, che racchiude grandi tesori spirituali, riuscirai ad essere sereno e appagato. Perché ti sentirai sempre soddisfatto. E quella soddisfazione non dipenderà dalla benevolenza degli altri, ma soltanto da te. Qualunque cosa accada!

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2 risposte a “Mario Furlan, life coach – Il tuo biglietto da visita e la tua identità

  1. Ma questo tipo è uno dei tanti psicanalisti conoscitori del tutto oppure è un life coach? Se sei un life coach si suppone che debba sapere “insegnare a vivere”…quindi costui continua a proferire ed a dirigere suggerimenti vari, come sempre generalizzando…e la cosa è noiosa.
    L’identità di qualsiasi persona è radicata in ciò che possiede ed in ciò che rappresenta all’esterno…poi nessuno ti vieta di essere sereno, soddisfatto, appagato pur essendo un operaio od un calzolaio…ma questo penso trascenda dalla posizione sociale, o dal conto economico.
    Ho la certezza che l’educazione ed il rispetto verso il prossimo siano un obbligo, da qualsiasi luogo, da qualsiasi posizione di carriera, da qualsiasi posizione sociali si provenga o verso cui ci si diriga….parto dall’idea che ogni persona possa insegnarti tantissimo…chiunque tu sia…non partirò mai dalla supponenza che la carica che ricopro possa tutelarmi dall’errore, dalla necessità di ascoltare gli altri, dal regalare una frase gentile a chi necessita, dalla capacità di ascoltare un mio subalterno etc….
    Detto questo, per come la vedo io, certamente è più appagante lavorare 12 ore al giorno, ricoprendo cariche di responsabilità ed introitando la giusta remunerazione…piuttosto che lavorarne 8, facendo lavori di routine, avendo poche responsabilità…ma introitando 1/3 del redditto che potrei percepire come direttore generale o presidente..etc.
    Se il prossimo dovesse emarginarmi o guardarmi con diffidenza solo per carica che certamente MAI spenderei innanzi ad altri, se non per necessità aziendali e/o rappresentanza…non mi riguarda…le persone sono come la volpe con l’uva, disprezzano sempre quelli che sono ai posti che loro vorrebbero ricoprire…ho sempre creduto poco alla storiella di S.Francesco d’Assisi che lasciò una famiglia molto agiata per donare ai più bisognosi…
    Al momento attuale della mia vita, sono estremamente insoddisfatto…ma non certo perchè non possiedo l’approvazione o la disapprovazione di finti o veri amici, bensì perchè non posso svegliarmi alle 6.00, cambiarmi indossando un abito adatto al mio gusto…recarmi in un ufficio e non posso rimanerci sino alle 21, dopo aver passato una giornata colma di meeting per decidere le sorti di migliaia di persone…e preso centinaia di decisioni operative per il benessere del gruppo che mi remunera lautamente per il lavoro che svolgo.
    Perchè…bene o male…le responsabilità come il reddito sono l’esatto simbolo della fiducia che il tuo datore ha nel tuo lavoro…e cappero…posso assicurare a qualsiasi “life coach” che quello è estremamente appagante, molto più che mettermi un paio di jeans e correre a fare il pranzo della domenica con finti e/o veri amici….
    Ve lo dico con cognizione di causa…perchè il pranzo della domenica…l’ho fatto molte volte, ma non sono mai riuscito a vedere uno stipendio adeguato ad una carica di primo piano…purtroppo..per me. Ma non dispero…

    • Caro Massimo, ovviamente condivido: è meglio avere una bella posizione e guadagnare bene che averne una brutta e guadagnare quattro soldi.
      Il mio messaggio è un altro: se ci basiamo solo sulla posizione sociale per sentirci appagati, rischiamo di vivere nell’ansia. Perché possiamo perdere tutto in poco tempo. Solo ciò che abbiamo nell’animo non è soggetto alle oscillazioni della sorte.
      Ti auguro di ottenere ciò che desideri. Non disperare, e… coraggio! Lo so che è banale dirtelo, ma lo dico col cuore!

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