Nel nostro mondo sempre più globalizzato, ciò che succede in un punto del globo si ripercuote, velocissimamente, su tutto il pianeta. Una epidemia si trasforma subito in pandemia; i cambiamenti climatici e l’inquinamento, causati dalla scarsa sensibilità ecologica di un Paese, colpiscono tutti i Paesi. E anche le crisi economiche tendono a diventare internazionali.
In un contesto così, l’unica filosofia di vita che ci può salvare è quella dell’ubuntu.
Ubuntu è una parola sudafricana, significa “io sono perché noi siamo”. E’ stata usata, e messa in pratica, da Nelson Mandela e l’arcivescovo Desmond Tutu, eroi della lotta all’apartheid. Dopo la fine del regime razzista cercarono non la vendetta contro i bianchi che li avevano oppressi, ma la conciliazione. Capendo che il male, o il bene, di uno sono il male, o il bene, di tutti. Che stiamo tutti sulla stessa barca. Concetto ripreso anche da Papa Francesco: “Nessuno si salva da solo”. Vale per le nazioni. Per le associazioni (è un concetto che cerco di inculcare nei City Angels, da me fondati). Nelle società. Nelle famiglie. Ovunque le persone si trovino insieme, e capiscano che la collaborazione produce frutti migliori delle guerre.
Vinciamo se giochiamo non ciascuno per sé, ma come squadra. Infatti le squadre – sportive o aziendali – che vincono sono quelle in cui i fuoriclasse mettono da parte il loro ego per il bene comune. E ragionano non in termini di “io”, ma di “noi”. Cioè di ubuntu.
Ogni giorno su Facebook i consigli del life coach e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!