Elena Bresciani è una intellettuale eclettica: cantante lirica di fama internazionale, vocal coach, mentore e acquerellista, esperta di voci femminili che segue in tutta Italia, autrice di saggi e curatrice di rubriche radiofoniche e scritte sul panorama musicale. Membro di Giuria in concorsi di Canto Internazionali sia per la lirica che per il pop e consulente per Agenzie Concertistiche, dirige il suo prestigioso studio di canto dal 1999, sede d’esami del Trinity College of Music di Londra. Ricercatrice delle connessioni fra Canto e Spiritualità, CEO del progetto di ricerca “Vibralchimie” ci presenta il suo nuovo libro scritto a quattro mani con il chitarrista Renato Caruso “Canto del Benessere e Vibralchimia Interiore” edito da Fingerpicking.

1. Quest’anno festeggi 25 anni di carriera artistica, durante i quali hai calcato palchi prestigiosi come la Carnegie Hall e il Vaticano. Qual è stato il momento più significativo per te in questo percorso internazionale?
Questa intervista con te, che stimo moltissimo e per Tgcom è un momento significativo e un onore, te lo dico onestamente, sono emozionata e l’ho riletta molte volte prima di inviarla. Momenti così ce ne sono stati tanti e li ho vissuti ogni volta con stupore e gratitudine.
Però, sono sincera, per me anche le cose più piccole, nei luoghi di provincia più remoti hanno il medesimo significato, perché il mio percorso è fatto da tutto quello che ho avuto la grazia di poter fare.
La carriera è costellata da maree, da gavette, nuovi inizi, non ci sono piccoli o grandi palchi, piccoli o grandi ruoli, ci sono – invece – artisti che, grazie alla loro resilienza, intelligenza, forza di volontà e capacità di cavalcare i tempi e le mode, riescono a cementare un cognome duraturo nel tempo, malgrado tutte le contingenze e le componenti aleatorie legate alla nostra professione. Sono grata per tutto, mi sono goduta ogni attimo di questo percorso e voglio continuare a farlo!
2. Il tuo progetto di ricerca “VIBRALCHIMIE” esplora le connessioni fra canto, spiritualità e benessere. Puoi spiegarci come le frequenze e il Singing Flow possono contribuire al benessere personale e quali risultati hai ottenuto finora?
Nel mio percorso di ricerca parto come un archeologo da ciò che già si conosce sin dall’Antichità e poi ci aggiungo l’aspetto nuovo e pionieristico della voce curativa.
Da un lato c’è Pitagora e dall’altro la musica orientale. In mezzo c’è il Canto.
Pitagora parlava di Musica delle Sfere, secondo questa concezione abbracciata anche da Platone, Sant’Agostino, Dante, Keplero, Boezio e molti altri, ogni pianeta emette un suono, una frequenza e queste frequenze sono fra loro in rapporti matematici precisi e calcolabili, una sorta di geometria sacra invisibile – ma certa – che regge l’Universo. Questo ci parla di un Creatore che ha fatto dei numeri e dei suoni una parte importante della Creazione. Questa Musica dell’Universo definita nel Medioevo “mundana” influenza il carattere, gli stati d’animo, gli equilibri degli esseri umani. I greci dicevano che i modi (precursori delle tonalità) formavano l’ethos.
Nel Medioevo, la Musica apparteneva alle arti liberali del quadrivio insieme alla matematica, alla geometria ed all’astronomia, questa concezione organica e cosmogonica dell’universo era legata alla filosofia e alla metafisica. Rappresentava il dito di Dio nel mondo.
Questi saperi iniziano a diluirsi o disperdersi dall’Umanesimo in poi, salvo grandi e celeberrime eccezioni, perché si sposta il centro dell’attenzione da Dio all’Uomo; nel momento in cui l’Uomo intuisce le grandi potenzialità intrinseche a sé stesso, si libera, si libra, ma si perde, perde il contatto con Dio, con la Creazione/Cosmo e perde progressivamente la visione interdisciplinare di questi antichi saperi nel particolarismo di sé stesso.
Le più grandi menti dell’umanità integravano i saperi con estrema facilità, dicendo solo l’universale, come si faceva nell’ antichità ed il caso più clamoroso è Leonardo Da Vinci: pittore, scultore, architetto, ingegnere, meccanico ed edile, fisico, anatomista, chimico, astronomo, astrologo e musicista. La chiamo “visione espansa del sapere”, quella a cui dobbiamo tornare oggi.
Nella visione orientale, la musica è da secoli considerata “medicina”, lo sono i mantra, lo sono gli antichi strumenti sacri che vengono usati nella tradizione buddista, come le campane tibetane. Strumenti antichi, battuti a mano, con frequenze ancestrali riconosciute sin dall’antichità per il loro valore terapeutico.
La voce si libra con fluidità sopra a questi strumenti, si libera dall’accordatura occidentale che noi conosciamo, esplora sonorità inconsuete ed in modo suggestivo parla al cuore degli altri, massaggia e cura.
Dal punto di vista fisico acustico entra nel corpo come curva sinusoidale drenando liquidi e tossine. Le frequenze sono utilizzate da me anche per creare colori vocali nei cantanti, un’applicazione unica alla tecnica vocale. Una parte della mia ricerca è dedicata ai cantanti e l’altra parte a tutti gli esseri senzienti.
Il canto curativo eseguito in singing flow sulle frequenze di antiche campane scioglie nodi emotivi, aiuta a sanare ferite, esalta il potenziale delle persone. Fa rallentare, respirare, decongestiona dallo stress, riempie di pace, fa germinare il nuovo.
Fa piangere, elaborare, rilassa, trasforma le forze egoiche dell’essere umano dal piombo all’oro, plasma, fa evolvere. Le persone fioriscono in ogni ambito delle loro vite.
Integro questo lavoro con percorsi di crescita personale pensati “ad hoc” per il singolo cliente: un mentoring supportato dalle grandi proprietà benefiche delle frequenze in hz, oltre ad altre discipline tese a “far manifestare” all’essere umano la miglior versione di sé. Lavoro sia con privati, sia con aziende per il “benessere dei dipendenti” ed ogni percorso di mentoring è unico. Se ho un problema devo lavorare un aspetto del sé e servono frequenze specifiche per ogni area. Posso collaborare con varie tipologie di coach, integrando con il suono i loro percorsi. È magnifico ciò che si può fare !
3. Hai collaborato con Renato Caruso, che ha contribuito con la sua visione scientifica alla fisica acustica. In che modo le vostre diverse competenze si sono integrate nel libro e come pensate che questo approccio multidisciplinare possa arricchire l’esperienza dei lettori?
Adoro lavorare con Renato, lo stimo molto, è un vero esperto di neuroscienze e fisica acustica, siamo complementari; nel nostro lavoro la visione spirituale e quella scientifica della musica si integrano: Renato sa rendere divulgativo il mio progetto di ricerca. Siamo due grandi fan di Pitagora, abbiamo la stessa visione filosofica della musica. Il primo giorno che abbiamo iniziato a lavorare mi ha detto: non parlare di Dio … ed io, che sono notoriamente disubbidiente, ovviamente, sono partita dalla teologia, allora lui ha proposto di introdurre la parola “stress” per avvicinare il pubblico con un appeal più moderno; l’ interdisciplinarità e la contaminazione fanno parte della mia visione dell’arte e della vita. Sono indispensabili per non vedere la cultura “a scompartimenti”.
Ci auguriamo che i lettori trovino una chiave per la felicità e la bellezza, la pace interiore e la passione per la vita.
4. Il libro include acquerelli da te realizzati e un codice QR che permette di ascoltare l’album “Vibralchimie, Vol. 1”. In che modo l’arte visiva e la musica si combinano per amplificare il messaggio di benessere e connessione spirituale che vuoi trasmettere attraverso il libro?
Avevo bisogno di spiegare il dialogo che c’è fra chakra, note e colori.
Esiste una connessione potente fra note e numeri, note e colori. I colori dell’arcobaleno vengono, per esempio, utilizzati da Igor Sibaldi (sono una sua grande fan) nella tecnica dei Maestri Invisibili per accedere ad aree inesplorate della psiche, il 7 è una spirale ascensionale che va verso l’alto, è dunque una chiave che apre porte a ciò che è inesplorato, al “non detto” ed al “non conosciuto” che c’è dentro e fuori di noi. In questa prospettiva , la musica non solo può curare, ma può far evolvere l’essere umano. A ogni nota è collegato un colore, per esempio il violetto è la nota SI che si collega al chakra della corona, alla connessione con il Divino.
Le Arti nella mia visione sono connesse e si integrano, amplificando messaggi. L’Artista è un ricettacolo di emozioni che provengono da più arti. Se canto a New York la sera e la mattina visito il MoMA, l’arte che ho visto al mattino entra nella mia musica. Personalmente mi nutro così. L’ho sempre fatto prima di un concerto. È la mia visione eclettica. I 5 sensi vanno esplorati in pienezza, però esistono persone “più visive”, “più uditive”, in questo libro sollecitiamo con vari linguaggi un cambiamento nel lettore. L’essenziale è scorrere e non rimanere fermi, lasciarsi affascinare dalle cose.