La lezione di Madre Teresa

A proposito di Il bene fa bene a chi lo fa, Valentina mi scrive: È vero che non si perde niente a essere una persona cui è facile voler bene, ma quando poi si sta male? Come se ne esce? Non sono proprio d’accordo con questa teoria perchè spesso anzi quasi sempre adottando questo comportamento si prendono delle grandissime fregature! Io sono sempre stata così e immancabilmente vengo ripagata con delle delusioni che provengono da persone che reputo amiche, a cui magari dò il cuore e che invece alla fine mi pugnalano alle spalle e quando poi me ne accorgo è troppo tardi , la delusione è talmente grande che per come sono fatta io tendo a reprimere le mie emozioni anche di rabbia. Non tutti ti ricambiano con la stessa moneta purtroppo.
Cara Valentina, non si tratta di essere ingenui o buonisti. Di fidarsi indiscriminatamente di chiunque, di aprire il proprio cuore a chiunque. Chi si comporta così non è una persona illuminata o un mezzo santo: è uno stupido! Lo stesso Vangelo raccomanda di essere candidi come colombe e astuti come serpenti (Matteo 10,16); un’esortazione che vale per tutti, credenti e non.
Non tutti ti ricambiano con la stessa moneta: verissimo. Anzi, gli ingrati sono più dei riconoscenti. Lo sappiamo tutti. Ma comportarsi correttamente, e aiutare quando si può, serve a due cose: 1) Ad essere benvoluti e a procurarci amici. Ci sarà sempre chi ne approfitterà o sarà irriconoscente, d’accordo; ma non è certo con la cattiveria o  l’insensibilità che verremo apprezzati; 2) A sentirci in pace con noi stessi. E questo è per me il punto fondamentale. Sono convinto che fare il bene serva soprattutto a noi stessi. Gli altri non ce lo riconoscono? Fa nulla. Dispiace, ma il bene va fatto fine a se stesso. Perchè ci aiuta a sentirci a posto con la nostra coscienza. Sono poche le persone che riescono a vivere bene sapendo che fanno del male; e sono convinto che anche per loro arriverà il momento del redde rationem. Fosse anche in punto di morte. E tu, Valentina, certamente non fai parte di quella categoria.
Per concludere mi piace ricordare una bella poesia di Madre Teresa di Calcutta, Non importa. La tengo nel mio ufficio. La propongo spesso nei miei corsi di formazione. Ed aiuta a identificare i propositi per il 2009. Eccola:
L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO ED ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE

 

Life Coach

Informazioni su Mario Furlan

Mario Furlan è docente universitario di Motivazione e crescita personale all'università Bicocca di Milano. Ha scritto vari best-seller motivazionali, tra cui "Risveglia il campione in te!", "Tu puoi!" e "Felici per sempre". E' stato eletto "miglior life coach italiano" dall'Associazione Italiana Coach. E' noto anche come creatore del Wilding, l'autodifesa istintiva, e dei City Angels. www.mariofurlan.com

2 risposte a “La lezione di Madre Teresa

  1. Grazie per avermi risposto. Come ha capito dalle mie parole non sto attraversando un momento molto facile della mia vita e le sue parole un pò mi rincuorano anche se credo che dovrò lavorare ancora molto per crederci fino in fondo.

  2. Vorrei aggiungere un pensiero che per me fa sintesi di quanto hai citato e a me piace molto.
    “La gentilezza delle parole crea fiducia
    La gentilezza dei pensieri crea profondità
    La gentilezza del donare crea amore.”

    Io credo che in ogni tempo e luogo mantenere il cuore aperto , nonostante le amarezze che fanno parte della Vita, aiuta ad alimentare l’energia positiva di integrazione necessaria a nutrire l’Anima Mundi.

    Ciao
    Simona

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