Quando ti capita qualcosa di brutto, come reagisci?
Ti deprimi, buttandoti giù?
O ti ribelli al destino infame, gridando che non è giusto?
Oppure, ancora, accetti il più serenamente possibile quello che è successo, per poi cercare – a mente serena – di aggiustare la situazione?
Nel primo caso ti sei rassegnato. Pensi di non poter fare più nulla. E questo è sbagliato.
Nel secondo caso non accetti la situazione. E anche questo è sbagliato. Perché, qualunque cosa sia accaduta, non la puoi più cambiare. Quindi arrabbiarsi, imprecare, rifiutarsi di prenderne atto è stupido, infantile, sterile.
Nel terzo caso, invece, ti stai comportando correttamente. Hai accettato l’evento negativo, e questo ti consente di analizzare lucidamente la realtà. Ma non ti sei rassegnato. Non ti arrendi. Non ti senti vittima. E così puoi programmare la riscossa.
Ecco, ad esempio, tre casi che fanno al nostro caso.
1) Ti hanno licenziato ingiustamente.
Cosa fai: ti abbatti, pensando essere spacciato?
Ti inalberi, minacciando di spaccare la faccia al capo?
Oppure prendi atto, eventualmente ne parli col tuo avvocato, e comunque cerchi un altro posto di lavoro?
2) Il partner ti ha, improvvisamente, lasciato.
Ti disperi, pensando di non trovare mai più l’anima gemella?
Ti vuoi vendicare, insultando il partner e parlandone male con i vostri comuni amici?
Oppure cerchi di capire il perché della sua decisione, di fare tesoro della lezione e ti metti alla ricerca di una persona più adatta a te?
3) Scopri di avere un brutto male.
Ti senti già moribondo?
O ti infuri, perché non te lo meriti, visto che sei sempre stato un salutista?
Oppure, superato l’inevitabile choc iniziale, cerchi di capire esattamente cos’hai, per trovare i migliori specialisti che ti possano aiutare a guarire?
Ogni giorno su Facebook i consigli del life coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!