Chi troppo cerca ottiene il contrario

Quando ci teniamo molto a qualcosa o qualcuno capita che ci sforziamo di apparire in gamba, simpatici, attraenti otteniamo l’effetto opposto. Perché non siamo spontanei. E appariamo innaturali, artefatti. Tesi, nervosi tesi per paura di fare brutta figura. Quando invece non ci teniamo così tanto siamo più distesi, rilassati. E ci presentiamo meglio. Facci caso: se corteggi una persona cui tieni da impazzire rischi di essere ossessivo, asfissiante. Oppure imbranato. O, ancora, di ridurti ad essere il suo zerbino. E la perdi. Se invece non ci tieni più di tanto rimani te stesso. Le tue qualità rifulgono. E la conquisti. Lo stesso vale sul lavoro.

Il coraggio di cambiare idea

Ci vuole coraggio per non cambiare idea. Ma a volte ce ne vuole ancora di più per cambiarla.
Apprezziamo chi resta fermo sulle sue posizioni: è una persona coerente. Intransigente. Tutta d’un pezzo. Ma non sempre rimanere immobili è un pregio. Se la situazione cambia, o ricevi nuove informazioni che smentiscono le vecchie, cambiare punto di vista non è sintomo di contraddittorietà. Bensì di intelligenza. E di coraggio.
Può essere più facile restare abbarbicato nel proprio atteggiamento. E continuare a ripetere sempre le stesse cose. Perché così facciamo bella figura. Veniamo stimati. Diamo un’immagine di integrità morale. Mentre per ammettere di avere sbagliato, e di non riconoscerci più in quello che dicevamo ieri, ci vuole il coraggio di venire criticati. Così alcuni scelgono la strada più facile. Anche se sanno che è sbagliata.

Non conta chi conosci. Ma come lo conosci.

Sappiamo  tutti che per fare carriera non conta tanto cosa conosci, quanto chi conosci. Ahimè, le conoscenze sono più importanti delle competenze. Ma non basta conoscere qualcuno di influente. Dipende come lo conosci.
Le persone di potere hanno spesso tre caratteristiche. 1) Sono assediate da gente che chiede favori; 2) Sono circondate da gente che li sviolina; 3) Se la tirano. Se sei l’ennesima persona che chiede favori, o che gli lecca i piedi, sei uno dei tanti. Se invece cogli il bene nel potente e gli fai complimenti sinceri lo gratifichi nel profondo. Prima di chiedere devi dare. Ma devi dare qualcosa di valore. Che non viene dalla bocca. Ma dal cuore.

La responsabilità è sempre nostra

Se io ti insulto e tu ci resti male, di chi è la responsabilità? Mia? Risposta sbagliata: è tua. Perché sei tu che mi consenti di ferirti.
Hai varie opzioni di fronte a te. Puoi: 1) Soffrirne; 2) Arrabbiarti; 3) Infischiartene; 4) Gloriartene. Puoi, infatti, pensare: “Guarda quel Furlan! Scrive tanti libri sull’autostima e poi si comporta da cafone. Valgo più io, che non ho mai scritto nulla, di lui”. Come vedi, la scelta su come reagire è tua! Non sono gli eventi esterni a farci stare bene o male, ma il significato che attribuiamo loro. Non possiamo controllare gli eventi. Ma possiamo controllarne il significato.

Comunichiamo sempre. Anche con il silenzio

Un amico si lamenta perché il politico, che in campagna elettorale gli ha promesso un favore, non si fa più trovare. Ha il telefono staccato, la segretaria risponde che è sempre in riunione. E mi chiede come fare a comunicare con lui. Un altro si dispera perché non riesce a comunicare con una ragazza di cui si è innamorato: lei non risponde alle sue chiamate, ai suoi sms, alle sue mail su Facebook.
Entrambi si illudono che il loro interlocutore sia troppo impegnato. E non trovi il tempo di rispondergli. In realtà hanno già ricevuto la risposta. Che è un secco No.
Anche il silenzio comunica. Chi non risponde sta comunicando che non vuole avere nulla a che fare con noi. Rifiutare è legittimo. Non farsi trovare è da cafoni. E da codardi. Meglio dire in faccia Non ti posso aiutare. Oppure Non fai per me. Ma ci vuole coraggio. E rispetto per il prossimo. Doti che non tutti hanno.