Mario Furlan, life coach – Scegli la facile scusa o la difficile azione?

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, life coach

Nel momento cruciale delle decisioni siamo spesso posti di fronte alla scelta tra un’azione difficile e una scusa facile.
Agire richiede fatica. E coraggio. Inoltre ogni azione ha un’efficacia temporanea: quella di oggi dovrà essere rinnovata domani, oppure domani ne servirà un’altra, diversa. Mentre trovare scuse è facilissimo. E ha il vantaggio che una sola scusa per non fare ciò che dovresti può bastarti per tutta la vita.
Però ha ragione il detto orientale: ciò che è dolce in bocca è acido nello stomaco. Mentre ciò che è amaro in bocca è dolce nello stomaco. L’impegno di oggi produce il successo di domani; mentre la scusa, o bugia, produce solamente insoddisfazione.
Se cerchi scuse non ti stimano. La gente capisce che sei debole, che non hai gli attributi; e per non imbarazzarti ti vengono incontro con con altre scuse: “Hai proprio ragione, Poverino, Come ti compatisco, Ma che mondaccio…”
Ma una persona così, che non sa fronteggiare le sfide e guardare in faccia la realtà, non viene stimato da nessuno. Mentre se affronti la verità senza scuse, e scegli di agire, costruisci la tua autostima. Giorno per giorno. E la stima degli altri. Che non avranno remore, apprezzandoti e sapendo che sei forte, a dirti la verità.

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Mario Furlan, life coach – Diversifica le tue fonti di gioia

Mario Furlan, life coach e motivatore

Mario Furlan, life coach e motivatore

Investiresti tutti i tuoi soldi su un unico titolo azionario? Te lo sconsiglio caldamente!  Benché quella azione appia molto promettente, in crescita continua, e stia macinando utili su utili, potrebbe, prima o poi, calare. Oppure crollare. E ti troveresti in braghe di tela…
Seguendo la stessa filosofia, ti sconsiglio, come life coach, di investire su una sola fonte di gioia, di amore o di emozioni positive: il partner, i figli, l’amico del cuore… Perché le cose potrebbero prendere una piega imprevista. Il partner potrebbe lasciarti, o potreste decidere di separarvi. I figli potrebbero trasferirsi in Australia, all’altro capo del mondo. L’amico potrebbe mostrarsi meno amorevole di quanto sembrava, deluderti o addirittura tradirti.
Il discorso non cambia se la tua unica fonte di soddisfazioni viene da un’attività. Conosco un signore che ha le ultramaratone come sua ragione di vita. Sono una passione sana e bella. Ma quando si è ritrovato, a sessant’anni, con le cartilagini delle ginocchia consumate e l’ortopedico gli ha proibito di continuare a correre, è precipitato in una profonda crisi.
Quindi, diversifica! Diversifica i tuoi investimenti finanziari. E diversifica anche quelli emotivi. Per metterti, il più possibile, al riparo da brutte sorprese!

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Mario Furlan, life coach – Perché meno è meglio

Mario Furlan, life coach

Mario Furlan, life coach

Meno è meglio. A patto che sia fatto al meglio.
Sembra un gioco di parole, invece è una grande verità. Quante volte ci disperdiamo in mille attività, o saltiamo da una all’altra, senza riuscire a primeggiare in nessuna! Quante volte le aziende che hanno successo con un prodotto, o in un campo, applicano erroneamente la brand extension: si espandono in altri ambiti… con il risultato di creare confusione nella mente del pubblico, e quindi di darsi la zappa sui piedi.
Hai capito qual è l’area in cui sei forte, o in cui puoi eccellere? Impegnati al massimo proprio lì. Non dissipare le tue energie, fisiche e mentali: concentrale. E riuscirai!

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Mario Furlan, life coach – Ecco come capire chi sono veramente

Il life coach Mario Furlan

Il life coach Mario Furlan durante un seminario

Quella persona che hai da poco conosciuto si presenta così bene, pare tanto pacata, sicura di sé, gentile, affidabile… ma sarà davvero il suo carattere, oppure sta cercando di fare bella figura?
C’è un modo, infallibile, per capire di che pasta siamo fatti.
E’ come ci comportiamo quando siamo in difficoltà. Stressati, sotto pressione. E’ in quei momenti che si rivela il nostro vero carattere: restiamo calmi e controllati, oppure cediamo sotto il peso della tensione e urliamo, ce la prendiamo con il mondo intero, oppure piagnucoliamo, ci abbattiamo e siamo incapaci di reagire?
E’ facile mostrarsi forti e brillanti quando le cose vanno bene e la situazione è tranquilla. Ma dimmi cosa fai, e come lo fai, quando sei nei guai… e ti dirò chi sei!

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Mario Furlan, life coach – Cosa penseranno di te al tuo funerale

Sai a cosa pensa gran parte di chi partecipa a un funerale?

Sai a cosa stanno pensando molti di quelli che partecipano a un funerale?

Ti preoccupi di quello che gli altri pensano di te? Sappi che a te non ci pensano proprio. Se non per qualche fugace momento della loro giornata.
Accadrà anche al tuo funerale. Ho letto i risultati, choccanti, di un’indagine svolta negli Usa su oltre mille funerali. E non credo che in Italia sia molto differente. Dice, sostanzialmente, tre cose.
1) che la partecipazione a un funerale viene dimezzata se piove;
2)  che solo una decina di persone (i familiari e gli amici più stretti) soffre davvero;
3) che durante la cerimonia in chiesa il pensiero principale della maggior parte dei presenti è di tagliare la corda appena possibile. Si stanno rompendo le scatole, e vogliono andarsene via! E trovano qualche scusa per non accompagnare la bara al cimitero!
Sei sorpreso? Offeso? Deluso? Ahimè, è la dura realtà! Gli altri, a parte i pochi che davvero ti vogliono bene, non si curano di te. Quindi non ti curar, più di tanto, di loro. E’ il mio consiglio di life coach.

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Mario Furlan, life coach – La frase delle vittime, e quella dei vincitori

"Risveglia il campione in te!", best-seller del life coach Mario Furlan

“Risveglia il campione in te!”, best-seller del life coach Mario Furlan

“Ma io, cosa ci posso fare se…”
Molti pronunciano, con regolarità, questa frase. Di fronte ad un problema la ripetono come un mantra: Ma io, cosa ci posso fare se succede questo e quest’altro?
Loro non ci possono fare assolutamente nulla: sono delle povere vittime. E se ti azzardi a suggerire loro una soluzione, rispondono: “Le ho già provate tutte”. Anche se non hanno provato proprio nulla: quella frase è soltanto un alibi per la loro inazione. E se gli suggerisci di provare qualcos’altro, sospirano: “Non posso, perché…”
Con loro, insomma, è una battaglia persa.
Per fortuna non tutti sono così. Ci sono anche quelli che, davanti ad un problema, si chiedono “E io, cosa posso fare per risolverlo?” E così facendo spesso lo risolvono davvero. Ottengono risultati. Sono dei vincitori, persone di successo.
Il mondo si divide in due. Ci sono quelli che, davanti ai problemi, alzano le mani. E  quelli che, invece, le mani le usano per rimboccarsi le maniche.

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Mario Furlan, life coach – Si cresce meglio senza Google Maps

Mario Furlan durante un corso di motivazione

Il life coach Mario Furlan durante un corso di motivazione

Se sei sopra gli anta, ricorderai che una volta era facile perdersi. Per trovare una località non c’era Google Maps; per andare diritti a destinazione in auto non c’erano né il vecchio TomTom, né il nuovo Waze.
Era più facile perdersi, ma dopo esserci persi ritrovavamo la strada. Oggi perdersi è diventato quasi impossibile i: c’è sempre un algoritmo che ci guida.
Oggi la guida esterna non si limita ai nostri viaggi in auto, ma si è estesa a tutta la nostra vita. E, ancora di più, alla vita dei nostri figli. Quante volte ricevo genitori preoccupatissimi perché il loro pargolo – che magari ha già 25 anni suonati, o magari è addirittura sulla trentina – non ha ancora trovato la sua strada nel mondo!
Scavando, scopri che c’è uno schema perverso che si ripete in questi casi. Scopri che questo giovane è sempre stato iperprotetto. Che da minorenne, e anche dopo, è stato trattato da minorato. Da bambino i genitori hanno, per amore, evitato che sudasse, quando giocava con gli altri bambini; da ragazzino gli hanno proibito di andare a scuola da soloo; da ragazzo hanno pregato gli insegnanti di promuoverlo, anche se non se lo meritava affatto. Così il loro figlio, in una vita priva di ostacoli da rimuovere, in cui mamma e papà fanno tutto per lui, è rimasto piccolo. Quando invece dovrebbe essere grande già da un pezzo.
Impariamo solo sbagliando, cadendo, sbattendo il naso. Solo così cresciamo, e impariamo a credere in noi stessi. Evitare di farci sbagliare non significa proteggerci dai problemi. Ma crearne altri, molto più grandi e duraturi.

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Mario Furlan, life coach – Sei davvero un leone?

Il leone e la gazzella

Il leone dà la caccia alla gazzella, non perde tempo dietro alle piccole prede

Il leone deve correre, sudare e bruciare molte calorie per catturare una gazzella. Mentre non deve fare alcuna fatica ad agguantare, con una zampata, il topolino che gli sta passando davanti. Eppure i leoni inseguono le gazzelle. E non si curano dei topolini.
Il re della foresta punta in alto. Alle prede grosse, importanti. A quelle che valgono la pena. Non si perde dietro ai topolini. Acchiapparli non richiede particolare sforzo, è vero. Ma non portano a nulla. Non danno soddisfazione. Fanno solo perdere tempo.
E tu, sei un leone? Ti impegni a raggiungere obiettivi ambiziosi, motivanti, grandi, senza perderti in piccolezze?

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Mario Furlan, life coach – A cosa serve il dolore

Solutidine, la poesia di Ella Wheeler

Solutidine, la poesia di Ella Wheeler

Il dolore: vorremmo evitarlo, ma non possiamo. Fa parte della vita. E, comunque, serve.
Serve a farci riflettere. E maturare. Quando tutto va bene, tendiamo ad essere superficiali: perché prenderci la briga di pensare? Sono le batoste, invece, a farci fermare. Per capire dove stiamo sbagliando. O per spingerci a soffermarci sul significato delle tragedie che ci colpiscono: la morte improvvisa di una persona cara, una malattia, una catastrofe.
Inoltre il dolore serve a stringere legami. Soffrire insieme crea una relazione molto più forte del gioire insieme. Festeggiare insieme genera un’unione superficiale; piangere insieme forgia un legame assai più profondo. Perché è soprattutto attraverso la sofferenza condivisa che si crea empatia tra le persone. E che i popoli si stringono nell’unità. Sono, che piaccia o no, le guerre, le catastrofi, i drammi a rimanere vivi nella coscienza collettiva. E a farci sentire nazione.
Nella sua poesia Solitudine (1883), la poetessa americana Ella Wheeler Wilcox scrive che “quando ridi, l’intero mondo ride con te. Quando piangi, piangi da solo”. E’ vero. E per questo il dolore comune cementa unioni che possono durare per tutta la vita.

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Mario Furlan, life coach – Sette secondi

Mario Furlan, life coach e motivatore

Mario Furlan, life coach e motivatore

Sette secondi? Ma cosa ci fai in soli sette secondi?
Beh, ci sono fidanzati e mariti che fanno tutto in sette secondi. E, scherzi a parte, basta una manciata di secondi – sette sono più che sufficienti – per farsi un’idea di una persona.
La primissima impressione ce la facciamo in base a ciò che vediamo: la comunicazione visiva. Secondo uno studio fatto dallo psicologo Albert Mehrabian nel 1967, quest’ultima copre il 55% dell’impatto emotivo. Basta essere sorridenti o corrucciati, eretti o curvi, vestiti bene o male per dare un’idea completamente diversa. Seguono la comunicazione vocale, ovvero il tono di voce, che conta per il 38%; e quella verbale, cioè ciò che dico. Che impatta solo per il 7%.
Insomma, non conta solo cosa dico. Ma anche, e molto, come lo dico. E l’abito, purtroppo, che piaccia o no, fa il monaco…

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