Nell’epoca post-Covid le donne avranno un impatto sempre maggiore.
Perché? Perché la pandemia, ancor più della crisi economica iniziata nel 2008, e ancor più dell’11 settembre 2001, ha scosso le nostre (poche) certezze. E’ arrivata all’improvviso, ci ha colti di sorpresa e ci ha ribaltato la vita in pochi giorni. Ci ha sprofondati nell’insicurezza, nell’impossibilità di prevedere il futuro. Anche adesso, benché le cose stiano migliorando, continuiamo ad avere paura: e se arriva una variante che buca il vaccino? E se arriva un’altra pandemia, peggio del Coronavirus? E se…
Il futuro non è mai apparso così incerto e oscuro. E non solo a causa dei virus: abbiamo paura (giustamente) dei cambiamenti climatici, della cyberguerra, dei capovolgimenti che saranno imposti dall’intelligenza artificiale… Non siamo in grado di prevedere il nostro futuro, né, tantomeno, quello del mondo. Chissà cosa ci aspetta… Abbiamo, comprensibilmente, paura. La razionalità è entrata in crisi. E l’emotività ha preso il sopravvento.
Noi maschi, generalmente parlando, siamo analitici. In noi domina l’emisfero sinistro del cervello, quello logico. Mentre le donne riescono ad attivare, insieme, entrambi gli emisferi. Anche quello destro: intuitivo, creativo, emotivo.
L’essere umano è sempre stato spinto dalle emozioni. Ma adesso, in un mondo sempre più complesso, vulnerabile e apparentemente incomprensibile, ricco di colpi di scena, lo è ancora di più. Quindi nel mondo contemporaneo, e nelle relazioni, vince chi ha più intelligenza emotiva: la capacità di non fermarsi alla superficie razionale, ma di andare a fondo. Per capire, e gestire, gli impulsi dettati dall’inconscio.
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