Le vacanze sono finite e anche per i giovani italiani è arrivato il momento di tornare sui banchi di scuola. Ad accoglierli, però, ci sono edifici datati e in gran parte privi dei principali requisiti di sicurezza. Secondo il Rapporto Annuale 2023 pubblicato dall’ISTAT, relativo all’anno scolastico 2021-2022, soltanto il 35,5% degli edifici scolastici statali rispetta le normative antincendio. Questo significa che più di 6 istituti su 10 non sono in regola (64,5%), una percentuale che aumenta al Sud, dove il 70,9% degli edifici è privo di certificato di prevenzione incendi, e al Centro (69,2%). Situazione leggermente migliore al Nord, ma ugualmente insufficiente, con il 55,4% degli edifici non a norma. “Oltre al certificato antincendio ogni scuola necessita di personale formato per affrontare determinate emergenze – spiega Tommaso Barone (tommasobarone.it), HSE advisor e coach, che negli ultimi 25 anni ha collaborato con oltre 350 istituzioni pubbliche e scolastiche – I lavoratori devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. La scuola ha un valore umano e sociale fortissimo. Per questo è necessario costruire una concreta cultura della sicurezza promossa dai docenti e assimilata dagli studenti. Questo contribuirebbe a formare alla sicurezza i futuri lavoratori”.
Agibilità e accessibilità sono altri due tasti dolenti degli edifici scolastici italiani. Il certificato di agibilità è assegnato solo al 37% degli edifici scolastici statali. Anche in questo caso al Nord si registra una situazione meno drammatica con il 49,9% degli istituti in regola, molto peggio al Centro (29,9%) e del Mezzogiorno (28,1%). Questo nonostante l’età anagrafica degli edifici delle regioni settentrionali sia più alta rispetto alla media nazionale. Al Nord le scuole hanno un’età media pari a 57,4 anni contro i 51,9 del Centro e i 48,6 del Sud per una media nazionale di 53,1 anni. Le scuole italiane sono anche poco accessibili per gli oltre 300mila alunni con disabilità. Sempre secondo il Rapporto Annuale 2023 dell’ISTAT, soltanto una scuola su tre (statali e non, pubbliche e private) risulta priva di barriere fisiche per gli alunni con disabilità motoria. La situazione appare migliore al Nord, dove si registrano percentuali superiori alla media nazionale (39,5% di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli minimi, nel Mezzogiorno (31,8%). “L’accessibilità non deve fermarsi alle infrastrutture, ma deve coinvolgere tutti gli operatori scolastici – conclude Barone – Devono essere in grado di fornire assistenza di base agli alunni disabili all’interno del disegno formativo che la norma definisce come PEI: Piano Educativo Individualizzato. L’assistenza di base agli alunni disabili è parte fondamentale del processo di integrazione scolastica. La sua concreta attuazione contribuisce a realizzare il Diritto allo Studio costituzionalmente garantito”.