Mario Furlan, life coach – Come cogliere nuove opportunità

Il life coach e business coach Mario Furlan

Il life coach e business coach Mario Furlan

Avevo portato mia zia buonanima in montagna, in un posto meraviglioso sulle Dolomiti. Il panorama era spettacolare, l’aria pura ossigenava i polmoni. Mi aspettavo che sarebbe stata felice. Invece tutto quello che disse fu: “A questa altezza fa un po’ freddo”.
Pur essendo una bravissima persona, la zia era quella che in psicologia si chiama una disadeguante: una persona che cerca sempre il negativo, anche nelle cose più positive. Si lamentava in continuazione, di tutto e di tutti. E pur potendo vivere serenamente ha trascorso una vita di imprecazioni e recriminazioni, di lagnanze e doglianze.
Perché lei, e molti come lei, si comportano così? Perché sanno focalizzarsi soltanto su un piccolo neo in un viso bellissimo, su ciò che non va bene anche se quello che va benissimo è molto più rilevante? Perché seguono il loro cervello rettiliano. Quello più antico. La cui unica funzione è individuare i pericoli, e tutto ciò che di sbagliato ci circonda.
Eppure per trovare belle opportunità nella vita devi essere capace di vedere il bello della vita. Per avere risultati positivi devi avere un atteggiamento positivo. Se vedi solo il male ti perdi tutto il resto, con la sua bellezza e le sue opportunità.

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

 

Mario Furlan, life coach – Vuoi meno, o vuoi tutto?

Mario Furlan è un life coach

I fiori sbocciano e fioriscono al massimo della loro possibilità. Senza risparmiarsi. E tu?

In natura ogni creatura vivente dà il massimo.
L’albero, il fiore, il filo d’erba crescono più che possono. Non si fermano a metà, perché ormai sono abbastanza grandi. E lo stesso fanno gli animali: diventano più grandi che possono. Compatibilmente con la  loro specie e con le condizioni in cui si trovano.
Soltanto l’uomo non cresce quanto potrebbe. E non sto parlando di crescita fisica, ma di crescita interiore.
Potremmo fare molto di più di ciò che facciamo. Potremmo realizzare, creare, raggiungere molto di più.
Ma non lo facciamo.
Perché? Perché, unici tra gli animali, godiamo del libero arbitrio. Quindi possiamo scegliere. E troppe volte scegliamo di non valorizzare i nostri talenti. Perché è più facile, richiede meno fatica.
Ma ogni decisione comporta delle conseguenze. E se non usiamo la vita per rendere al massimo, non solo sul lavoro ma anche nella vita personale, in famiglia, con chi amiamo, prima o poi ne pagheremo le conseguenze. Che si chiamano amarezza, delusione, rimpianto, frustrazione. E sono la consapevolezza di avere sprecato i doni che Dio ci ha dato.
Quindi poniti la domanda: Ti accontenti di dare, fare e realizzare meno di ciò che puoi, o punti a tutto, cioè alla vetta?

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Mario Furlan, life coach – Come iniziare bene la giornata (in meno di 5 minuti)

Mario Furlan è formatore e life coach

Il formatore e life coach Mario Furlan

Chi ben comincia, è a metà dell’opera… E vale anche per la tua giornata. Se la inizi bene, la proseguirai con il piede giusto. Cioè motivato, fiducioso, carico di energia positiva. Naturalmente vale anche all’inverso: chi comincia male, prosegue ancora peggio…
Come, dunque, riuscire ad iniziarle la mattina nel modo migliore?
Consiglio di programmare, quotidianamente, un’attività che ti consenta di sentirti orgoglioso di te stesso già nei primi minuti dopo che ti sei alzato. Scegli qualcosa di semplice, facile da fare; altrimenti non la farai mai. Ad esempio, fare 5 flessioni. O prepararti una bella e salutare spremuta di agrumi. O dire una preghiera. O dare un abbraccio e dire, sorridendo, “Buongiorno, tesoro!” al partner o ad un familiare che vive con te.
Piccole, piccolissime azioni, che però ti fanno sentire bene. Che accrescono la tua autostima. Che ti danno una sferzata di motivazione: Evviva, ce l’ho fatta! E che ti mettono subito in carreggiata.
Nel tempo potrai fare qualcosa in più. Ad esempio, portare le flessioni a 10. O preparare la spremuta anche per una persona che vive con te. L’importante è iniziare. E lo farai solo se intraprendere queste azioni sarà qualcosa di talmente facile che sarà quasi impossibile non riuscirci.

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Mario Furlan, life coach – Quando serve tagliare i ponti

Mario Furlan è un life coach e un motivatore

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Hai perso soldi in un affare che sembrava vantaggioso, e continui a investirci danaro perché ti dispiacerebbe archiviare l’operazione con una perdita? Fai male. Infatti se quella situazione è perdente, proseguire non farà che accentuare il danno.
Non pensare più a quello che hai già perso: ormai non esiste più, fa parte del passato. Si tratta di costi sommersi, ormai calati a picco. Pensa, invece, ai costi emersi. Cioè a quelli su cui hai ancora la possibilità di influire. Pensa, dunque, al futuro: hai davvero la possibilità di guadagnare? Se tu dovessi investire oggi, lo faresti ancora?
Troppe volte facciamo fatica a tagliare i ponti con il passato. Perché abbiamo la speranza di rifarci delle perdite, oppure per il semplice fatto che abbiamo dedicato tanto tempo a quella persona, o a quella situazione. Ad esempio, conservi vestiti, scarpe, libri, dvd o altre cose che non tocchi da anni, e che sai che non prenderai più in mano nella tua intera vita? Buttali via, occupano spazio inutilmente!
Lo stesso vale per le persone che frequentiamo. A parte i familiari, ci sono persone che vedi senza che questo arrechi beneficio né a te, né a loro? Se dovessi conoscerle oggi, sapendo tutto ciò che hai scoperto di loro, avresti ancora voglia di avere una relazione con loro? Se la risposta è no, taglia i ponti. Non conta il tempo trascorso con loro, ma che tu possa usare bene il tuo tempo futuro!

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Mario Furlan, life coach – Il bello è nella salita

Mario Furlan è formatore e life coach

Il formatore, motivatore e life coach Mario Furlan

Scali una montagna. L’obiettivo è arrivare alla vetta. Ma è la salita che ti forgia. Che ti mette alla prova. Che ti dimostra di che pasta sei fatto. E che ti rafforza, nel corpo e nello spirito.
L’arrivo in cima non è altro che il culmine del percorso. Il risultato dei tuoi sforzi. Ci resti pochi minuti. Mentre l’ascesa è durata ore.
Così è la vita. La strada che porta al raggiungimento dei nostri traguardi è ciò che conta veramente. Non sappiamo se li taglieremo o no, i traguardi. Ma sappiamo che avercela messa tutta, con impegno e passione, ci rende persone migliori. Ci tempra. Ci irrobustisce, moralmente e spiritualmente. Indipendentemente dal risultato finale.
Certo, se ce la facciamo a raggiungere l’obiettivo siamo tutti più felici. Ma se non ce la facciamo non sarà, comunuque, stato inutile.

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Mario Furlan, life coach – Come demotivare, senza volerlo

Mario Furlan è un life coach e un motivatore

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Quando andavo a scuola, se prendevo sette o otto i miei genitori mi chiedevano, seri seri, perché non avessi preso nove o dieci. E se in un compito in classe, o in un’interrogazione, prendevo dieci la loro risposta era: “Uh, com’era facile!”

Naturalmente ci restavo malissimo. E mi chiedevo se valesse la pena studiare tanto per non essere mai ricompensato con una parola buona.

Quando, anni dopo, chiesi loro come mai fossero stati così parchi di complimenti, la loro risposta, in perfetta buona fede, fu: “Quando fai bene qualcosa, la soddisfazione più grande è la consapevolezza del proprio lavoro ben fatto. I complimenti degli altri non servono, servono solo quelli che vengono dal tuo cuore. Non dobbiamo essere noi a motivarti; se tu che ti motivi da solo”.

E’ falso. Tutti abbiamo bisogno di complimenti sinceri da parte degli altri. E soprattutto da parte delle persone cui teniamo di più. E’ facile – sul lavoro come in famiglia – cogliere nell’altro qualcosa di sbagliato: gli errori saltano subito all’occhio. E’ meno immediato accorgerci che sa facendo qualcosa di giusto. Diciamoglielo. Lodiamolo. Lo motiverà a farlo ancora.

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Mario Furlan, life coach – Cosa fare di fronte alla tragedia

Walker, ViceCoordinatore dei City Angels di Campomarino, in un momento felice

Walker, ViceCoordinatore dei City Angels di Campomarino, in un momento felice

L’ultima settimana è stata particolarmente difficile per me. Perché nell’arco di cinque giorni sono morti sia mio padre, sia un caro amico: Walker, il ViceCoordinatore dei City Angels di Campomarino. Il primo di tumore al cervello, il secondo di coronavirus.
Parlarti di motivazione e fare il life coach e il motivatore può essere difficile quando ti senti a terra. Ma credo che proprio questa situazione possa aiutarmi e aiutarti a comprendere meglio cosa è bene fare in casi del genere.
Innanzitutto sfatiamo il mito che sia possibile essere sempre carichi e motivati. Non è vero. In questo momento, pur essendo un motivatore e un life coach, mi sento piuttosto scarico e demotivato. Come recita l’Ecclesiaste nella Bibbia, per ogni cosa c’è il suo tempo. C’è un tempo anche per il lutto e per il dolore.
Va rispettato.
Quello che possiamo fare non è eliminare questo tempo: non è possibile, e non sarebbe nemmeno giusto. Sarebbe inumano. Ma possiamo ridurre il tempo della inevitabile sofferenza. Anziché starci male per settimane, mesi o – come capita ad alcuni – per il resto della vita, possiamo soffrire per un periodo molto più breve.
Quando mio padre è morto, martedì scorso, mi sono sentito scosso. Sradicato. Rintronato.
Sono rimasto a casa con mia madre e i miei fratelli dal mattino, quando è deceduto, fino al pomeriggio. Muto. Avvolto nei miei pensieri. Poi sono andato a fare la spesa per mia madre. E al supermercato mi sono concentrato su ciò che dovevo prendere. Poi ho cominciato a pensare a quanto avrei dovuto fare l’indomani, e nei giorni successivi.
Se avessi continuato per giorni a rimuginare il dolore della perdita di mio padre, e poi quello della perdita dell’amico City Angel, non avrei la forza di parlare ora con te. E allora, quando mi capita una disgrazia tra capo e collo, faccio così: mi trincero nel mio dolore per qualche ora. Piango: non mi vergogno a dirlo. E le lacrime mi aiutano a scaricare la tensione. Dopodiché le asciugo e mi concentro su due cose.
La prima: cosa posso imparare da quanto è successo. E cosa posso fare, in questi due casi specifici, per tenere viva la memoria della persona cara che mi ha lasciato.
La seconda: cosa posso fare per rendermi utile. E per continuare a vivere. Se non fossi andato a fare una cosa banale come la spesa perché chiuso in camera a singhiozzare avrei causato un problema a mia madre anziana, che non può uscire di casa.
L’incontro con la morte ci può aiutare a vivere meglio. Perché ci ricorda di quanto sia breve la nostra vita. E di quale sia la nostra missione da compiere qui, su questo pianeta, prima di lasciarlo.

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Mario Furlan, life coach – Perché i più stupidi fanno più carriera

Mario Furlan, life coach e motivatore

Hai anche tu l’impressione che a volte, nelle aziende come in politica, non siano i più intelligenti, ma i più stupidi a raggiungere posizioni di potere?
E sai perché? Perché hanno certezze assolute. E noi esseri umani siamo attratti e affascinati da chi ha certezze assolute.
L’ho notato mille volte, come life coach e motivatore. L’intelligente si interroga. Coltiva il dubbio. Accetta la critica. Vuole correggersi, per fare sempre meglio. Mentre lo stolto è sicurissimo di avere sempre ragione. La sua parola è il Vangelo. E chi ha un parere diverso dal suo diventa automaticamente un nemico.
Soprattutto le persone deboli, insicure sono attratte dall’uomo forte. Che non ha mai incertezze, mai titubanze. E che è dogmatico nelle sue affermazioni. Ma non sempre l’uomo forte è anche un uomo intelligente.  Appunto perché rifiuta i pareri contrari e si bea delle sue inconfutabili, matematiche e granitiche certezze.

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