La top 10 dei Paesi che invertono il trend “Carbon emissions alert”

Giovanni Lorino, Ad Kone Italia e Iberica

La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge sè stessa”: con queste parole Franklin Delano Roosevelt esprimeva un concetto mai così attuale. Si tratta del benessere ambientale, sempre più messo a rischio dall’inquinamento, dal riscaldamento climatico e, nello specifico, dalle emissioni di carbonio. A questo proposito, The Guardian lancia un vero e proprio “carbon emissions alert”, secondo il quale, in occasione dell’anno corrente, il più caldo mai registrato, le stesse emissioni hanno giocato un ruolo estremamente importante. Infatti, al fine di evitare scenari ancora più preoccupanti, risulterebbe fondamentale azzerare le carbon emission entro il 2034. Vista la situazione, le principali potenze globali tentano di correre ai ripari con misure all’avanguardia e investimenti mirati. Le prime conferme in merito giungono da GlobeNewswire, secondo cui il mercato globale della carbon neutrality, alimentato dagli investimenti e dai progetti sostenibili delle imprese, ha raggiunto quota 10 miliardi di ricavi nel 2022 e raddoppierà il proprio fatturato, arrivando a 20 miliardi entro il 2031 con una crescita media annuale composta pari all’8%. Entrando più nel dettaglio, negli USA il Dipartimento dell’Energia, stando a quanto indicato da ESG News, ha investito oltre 23 milioni di dollari al fine di ridurre le emissioni dell’intero continente nel più breve tempo possibile. Il Regno Unito, secondo Sustainaible Future News, ha stanziato ben 80 milioni di sterline a favore delle aziende del territorio per spingerle ad abbandonare i combustibili fossili a favore di alternative più pulite. E in Italia? Ben 6 aziende su 10 (59%) hanno un comitato ESG e puntano ad accrescere i propri investimenti green oriented.

Al termine di questa prima analisi di scenario una domanda sorge spontanea: qual è il paese più attento alla tematica? Una vera e propria top 10 è stata realizzata dal World Economic Forum che ha messo al primo posto la Svezia (), seguita dalla Norvegia () e dalla Danimarca (). All’interno della graduatoria in 6° posizione troviamo un altro paese nord europeo, ovvero la Finlandia, spinta anche dalle iniziative di aziende virtuose come KONE – multinazionale leader nel settore di ascensori e scale mobili – che ha raggiunto l’obiettivo zero emissioni delle proprie unità operative a livello globale. “La sostenibilità e l’occhio di riguardo verso il Pianeta sono sempre stati valori di grande importanza all’interno della nostra realtà – afferma Giovanni Lorino, AD di KONE Italy & Iberica – A testimonianza di quanto appena affermato, in 8 fabbriche su 10 abbiamo sostituito i carrelli elevatori con impianti elettrici. E non è tutto perché sono stati installati dei pannelli solari in 9 unità produttive e tutte acquistano elettricità rinnovabile al 100% dall’inizio del 2023. Entro il 2030 prevediamo anche ulteriori significativi tagli delle emissioni di gas serra, contribuendo alla limitazione del riscaldamento globale a 1,5° C. Entro la medesima data, puntiamo anche a ridurre del 40% le emissioni legate ai materiali e al consumo energetico dei nostri prodotti durante il loro intero ciclo di vita. Ma non è tutto perché, ad esempio, in Italia, per ogni ascensore KONE MonoSpace DX comprato, l’azienda compensa completamente le emissioni di anidride carbonica non eliminabili, dal ciclo produttivo fino alla consegna dell’impianto, acquistando crediti di carbonio dal suo partner riconosciuto a livello internazionale (South Pole). La nostra attenzione alla sostenibilità, per concludere, è stata anche promossa dalla recente partecipazione alla Global Elevator Exhibition, manifestazione in cui abbiamo messo in mostra le nostre soluzioni amiche dell’ambiente”.

Tornando alla classifica del World Economic Forum, fuori dal podio in 4° posizione, troviamo la Svizzera che risulta il paese con la più bassa carbon intensity, ovvero il rapporto tra la quantità di carbonio emessa per unità di energia consumata. Un gradino sotto () c’è l’Austria che scommette sui biocarburanti. E le ultime quattro posizioni? Al di là della già citata Finlandia, figurano il Regno Unito () che mira a raggiungere quota zero emissioni nette entro il 2050, la Nuova Zelanda (), la Francia () e infine l’Islanda (10°) che punterà sempre più sulle energie rinnovabili, le quali sono destinate a diventare la principale fonte di generazione di elettricità entro i prossimi due anni.

Mario Furlan, life coach – Il 2024 fa paura, ma così potrà essere meraviglioso

Quando un nuovo anno sta per iniziare è consuetudine illudersi che, per chissà quale congiunzione astrale, l’anno in arrivo sia più fortunato di quello che si sta chiudendo. Per qualcuno l’arrivo dell’era dell’Acquario, all’inizio del 2020, avrebbe dovuto aprire la porta ad un’epoca di pace, amore e prosperità: mai previsione fu più sbagliata! Siamo infatti entrati nell’era dell’assoluta incertezza sul futuro. Vent’anni fa le aziende per le quali lavoravo mi esponevano i loro piani decennali di crescita; oggi non sanno cosa potrà succedere nel giro di pochi mesi.
E tu, credi davvero che nel mondo, in Europa e in Italia il 2024 sarà migliore del 2023?
Io, lo confesso sinceramente, nonostante sia un motivatore, temo che sarà ancora peggiore.
Guerre, stragi e massacri continueranno, e forse ne scoppieranno di nuove: ci sono preoccupanti avvisaglie a Taiwan, in Guyana, nel Kosovo, in Moldavia…
I cambiamenti climatici, di cui ancora molti non si rendono conto, si faranno sentire sempre di più, e forse è già troppo tardi per evitare la catastrofe. E’ probabile che avremo, anche da noi, fenomeni meteo sempre più estremi: un’estate torrida, incendi furiosi, alluvioni terribili, precipitazioni devastanti… con gravi conseguenze umane ed economiche.
La tenuta delle democrazie, sempre meno unite e più polarizzate, sarà sempre più a rischio. Soprattutto se Trump, come si prevede, vincerà le prossime elezioni presidenziali americane. Ha già giurato vendetta contro i suoi avversari e di volere tutto per sé e per i suoi fedelissimi, eliminando la divisione dei poteri che è alla base dello Stato di diritto; e in questo caso sarà un uomo di parola. E’ evidente che se gli Usa si avvieranno ad essere uno stato autoritario, oltre che isolazionista, questo avrà enormi ripercussioni in tutto  l’Occidente.
La povertà, la crisi, l’immigrazione incontrollata, la criminalità, il terrorismo, i delitti assurdi? Come prima, e più di prima. L’intelligenza artificiale? Sarò retrogrado, ma temo che i danni che arrecherà – perdita di posti di lavoro, controllo degli Stati e delle multinazionali sugli individui – saranno superiori ai benefici che porterà.
Ho scarsissima fiducia in chi regge le sorti del pianeta, che siano politici o magnati come Elon Musk, Jeff Bezos o Bill Gates: tanti proclami roboanti, tante bellissime parole, ma poi, se vai a vedere i fatti, capisci che operano pro domo loro. E se anche volessero fare del bene non so quanto riuscirebbero a farlo, vista la spirale in cui siamo avvitati.
Eppure il 2024 potrà essere un anno bellissimo, per te e per chi ami. Un anno da incorniciare, da ricordare con un sorriso.
Potrà esserlo, però, ad una condizione: se diventi una persona migliore. Se cresci interiormente, e spiritualmente. Se ti ami. Se hai autostima, e credi in te stesso. Se ti poni obiettivi luminosi, motivanti, concreti. Ti impegni con passione. E ti convinci che potrai farcela.
Non puoi affatto cambiare il mondo, ma puoi benissimo cambiare, e in meglio, il tuo mondo. E allora, qualunque cosa accadrà nel 2024, tu potrai mietere successi. E avere successo nella cosa che conta di più: vivere con amore.

Su Facebook  i consigli del life coach e business coach, formatore e motivatore Mario Furlan per la tua motivazione e la tua crescita personale!
Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Mario Furlan, life coach – Come fare buona impressione in tre secondi

Mario Furlan, life coach e fondatore dei City Angels

Mario Furlan, life coach e fondatore dei City Angels

In cosa consiste fare buona impressione? Semplice: consiste nel suscitare emozioni positive.
Sul lavoro cerchiamo persone che abbiano le due C: calore umano e competenza. Le due domande che, invariabilmente, ci poniamo sono: Posso fidarmi? E, subito dopo: E’ capace?
Le conoscenze professionali sono essenziali, ma prima ancora viene la fiducia: se manca, le competenze sono inutili, perché temiamo la fregatura.
Pertanto ricordiamoci di presentarci con una postura aperta ed eretta, di guardare negli occhi (senza fissare), di sorridere e di stringergli la mano con cordialità. Se nei primi tre-cinque secondi il nostro interlocutore intuisce di potersi fidare di noi, e gli siamo simpatici, il resto del percorso sarà in discesa!

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Nasce Payrocks, il network made in Italy di HR e payroll provider

Ivan Moretti

NASCE “PAYROCKS”, IL NETWORK INTERNAZIONALE MADE IN ITALY DI HR E PAYROLL PROVIDER: IL PROGETTO DI ZETA SERVICE COINVOLGE 13 PAESI

Secondo alcuni studi il mercato multinazionale del payroll crescerà del 27% fino al 2027, contro il 5% del mercato interno: questo testimonia la radicata convinzione che possa esistere “una soluzione di servizio globale”. Tuttavia le aziende che operano in diversi paesi, spesso criticano la qualità dei servizi payroll offerti dai fornitori internazionali, lamentando spesso un contatto diretto con esperti locali e affidandosi a centri di competenza off-shoring. Questa complessità può comportare perdite significative. È in questo contesto che nasce “Payrocks”, il network internazionale made in Italy costituito da esperti locali, che seguono il cliente con l’attenzione giusta e garantiscono il pieno rispetto delle normative locali. Una vera e propria rivoluzione nata per volontà dell’azienda italiana Zeta Service, specializzata nei servizi Payroll e HR, premiata peraltro nell’ambito dei Global Payroll Awards lo scorso anno come miglior payroll provider tra quelli che operano a livello nazionale nel 2022 e quest’anno menzionata come Highly Commended In-Country Payroll Provider. “Volevamo creare un network di aziende che avessero il nostro stesso DNA, gli stessi valori, molto esperte e leader nelle loro country di competenza, al fine di soddisfare le esigenze di clienti internazionali attraverso consulenti locali. Questo per i clienti significa un alto livello di professionalità – ha dichiarato l’ideatore del progetto Ivan Moretti, Co-Owner & Board Member di Zeta Service – Abbiamo infatti rilevato la difficoltà di alcuni clienti nel trovare servizi payroll al di fuori dell’Italia che fossero caratterizzati dall’alta qualità locale garantita dalla nostra esperienza: i nostri partner si trovavano nella stessa situazione e così è nata l’idea di Payrocks”. Dunque lo scopo della partnership è duplice per l’azienda: da un lato fidelizzare i clienti offrendo la possibilità di avere un servizio in più, dall’altro avere accesso a nuove opportunità di business e nuovi clienti, sempre in un’ottica sinergica, consentendo così alle aziende coinvolte di aumentare attrattività e visibilità sul mercato. “Zeta Service sta crescendo, vuole ampliarsi, così come vuole allargare quest’alleanza, ma senza perdere di vista il principio che ci ha ispirato e guidato in questi anni: l’attenzione al cliente”, conclude Moretti.

Ma chi sono i “payrockers” con cui Zeta Service ha deciso di allearsi? La partnership ha coinvolto 7 HR e Payroll Provider operanti in 13 paesi, per un totale di oltre 3000 dipendenti e circa 1 milione di buste paga mensili. Tra questi troviamo Atisa (attiva in Spagna, Portogallo e Andorra), Contract Administration (attiva in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), Paychex (attiva in Germania), Securex (attiva nella zona del Benelux), PayCaptain (attiva nel Regno Unito) e Nibelis (attiva in Francia). I founding member hanno nominato Thierry Vanbever come Project Director, un top leader con molti anni di esperienza internazionale nei servizi HR e payroll, nonché fondatore di LetzHR. “È per me un onore sostenere questo grande progetto. L’attenzione si concentra su una maggiore qualità locale e un servizio migliore per i clienti globali. Questa è la missione in cui tutti i nostri membri sono impegnati. Agiamo insieme a vantaggio di molti clienti. Let’s rock it!”, ha commentato Vanbever.