I 10 consigli per sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale

Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti_fondatori IA Spiegata Semplice

Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori della società IA Spiegata Semplice

ALLARME SICUREZZA, PER 8 AMERICANI SU 10 L’IA È TERRENO DI CACCIA PER MALINTENZIONATI: DAGLI ESPERTI ECCO I 10 CONSIGLI PER SCACCIARE LA PAURA E SFRUTTARNE LE POTENZIALITÀ

Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri”: le parole dello psichiatra Carl Gustav Jung risultano più che azzeccate per descrivere un momento in cui la paura, a livello globale, ha un nome ben preciso. Si tratta dell’intelligenza artificiale che, secondo un serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, la più grande community italiana dedicata proprio alla scoperta della tecnologia sopra descritta, risulta un terreno di caccia per malintenzionati per circa 8 americani su 10 (78%). E in Europa? La situazione si conferma drastica: stando a quanto indicato da Eurostat, infatti, solo l’8% delle organizzazioni del Vecchio Continente utilizza tecnologie basate sull’IA. Tra queste, ben 7 multinazionali su 10 non sono in grado di applicare correttamente l’intelligenza artificiale in modo tale da accrescere il business e perfezionare l’operatività. All’interno dell’approfondimento di Eurostat è presente anche una classifica dei paesi in cui è presente il maggior numero di imprese AI addicted e l’Italia risulta persino fuori dalla top 15.

Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche il Polimi che, per l’occasione, ha realizzato un’indagine accurata che non lascia spazio a dubbi: ben il 94% delle imprese italiane non utilizza l’IA. Ora una domanda sorge spontanea: è possibile invertire questo trend e mettere al corrente imprenditori e manager che l’IA è un’opportunità e non il classico incubo notturno? La risposta è sì e proviene da una realtà 100% made in Italy: si tratta di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, ovvero la più grande community italiana interamente dedicata alla scoperta dell’IA e delle sue incredibili applicazioni. “Immaginiamo un mondo in cui le aziende collaborano con l’intelligenza artificiale per prendere decisioni strategiche utili alla crescita del business – affermano Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week – È importante, però, concentrarsi sul valore offerto ai clienti, non dovendo rincorrere gli obiettivi di fatturato. L’IA non è un nemico, bensì un’innovazione avveniristica di cui siamo chiamati a fare tesoro al fine di rivoluzionare il presente e il futuro di tutte le principali industrie produttrici: di questo e molto se ne parlerà in occasione dell’AI Week, ovvero l’evento made in Italy dedicato proprio agli imprenditori che vogliono scoprire il mondo AI centered”.

Ecco, quindi, il decalogo stilato dagli esperti con i consigli più sorprendenti per applicare l’IA in ottica aziendale in modo del tutto innovativo e futuristico:

  • C’è un’intelligenza artificiale adatta ad ogni impresa
  • Si parte sempre da un problema
  • Se l’erba del vicino è più verde, dare un’occhiata non guasta mai
  • Esiste un’intelligenza artificiale 100% made in Italy
  • Dati, dati e ancora dati
  • Pronti, partenza, via
  • L’azienda intera deve sapere dell’IA
  • L’IA a supporto di ingegneri e non solo
  • Se non esiste una strada percorribile, bisogna crearla
  • In assenza di conoscenze, è fondamentale informarsi

 

Mario Furlan, life coach – Perché il mondo è degli idioti

Charlie Chaplin nel film "Il grande dittatore"

Charlie Chaplin nel film “Il grande dittatore”

Hai anche tu l’impressione che a volte non siano i più intelligenti, ma i più stupidi a raggiungere posizioni di potere?
E sai perché? Perché hanno certezze assolute. L’intelligente si interroga. Coltiva il dubbio. Accetta la critica. Mentre lo stolto è sicurissimo di avere sempre ragione. Chi ha un parere diverso dal suo diventa un nemico. E così gli idioti si fanno largo a gomitate, con arroganza e aggressività.
Soprattutto le persone deboli, insicure sono attratte dall’uomo (o dalla donna) forte, che alza la voce e batte i pugni sul tavolo: lo dimostra (purtroppo) l’immarcescibile fascino esercitato dai dittatori. Piacciono a quanti si sentono persi, smarriti e cercano una guida; infatti con i suoi incrollabili dogmi l’autocrate compensa la loro fragilità interiore: li rassicura, si sentono protetti. Lo vediamo in politica, ma anche nelle aziende private, nella pubblica amministrazione, nelle associazioni e perfino nei gruppi di amici: fa parte della natura umana.

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Mario Furlan, life coach: Così ci prendiamo in giro

Spesso siamo come Pinocchio: mentiamo. Anche a noi stessi.

Talvolta siamo come Pinocchio: mentiamo. Anche a noi stessi.

L’hai notato? Tendiamo a sopravvalutare quanto riusciremo a fare in anno, e a sottovalutare quanto possiamo realizzare in un giorno. Il motivo è semplice: abbiamo l’abitudine a rimandare ciò che richiede fatica, o che non ci piace.

“Lo farò, prima o poi…” Quante volte hai sentito, o pronunciato, questa frase? Molte. E quante volte l’impegno è stato mantenuto? Mai, o quasi. Perché tanto c’è tempo…
Invece la giornata di oggi è qui, davanti a noi. Potremmo sfruttarla meglio. Invece è facile cadere nella tentazione di perdere tempo, ad esempio sui social. Arriva la sera, e ci giustifichiamo: Va beh, non sono riuscito a sbrigare questo compito oggi, ma poi lo farò… e quel poi arriverà sempre dopo. Perché non ha una scadenza, non ha un vincolo.

Così ci prendiamo in giro. Non ci rendiamo conto quando lo facciamo, ma spesso intuiamo quando lo stanno facendo gli altri. Quando, ad esempio, ci dicono “Stai tranquillo, abbi fede, ti verrò a trovare, un giorno…” Per essere cortesi fingiamo di crederci, ma ci verrebbe da rispondere: “Sì, nel giorno di poi e nell’anno di mai!”
La soluzione? Avere una tabella di marcia. Programmare le giornate. E non sperare che, prima o poi, ci verrà voglia di affrontare quella cosa. Perché la voglia non arriverà mai…

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Sostenibilità: il 90% delle aziende incrementerà gli investimenti green

SOSTENIBILITÀ, IL 90% DELLE AZIENDE GLOBALI INCREMENTERÀ I PROPRI INVESTIMENTI “GREEN ORIENTED” NEL 2023: I SETTORI AL TOP SONO COSTRUZIONI E TECNOLOGIA

Una delle prime condizioni di felicità è che il legame tra l’uomo e la natura non si rompa”: con queste parole Lev Tolstoj definì il concetto di sostenibilità ambientale, il quale risulta sempre più attuale e riconosciuto all’interno del panorama imprenditoriale e lavorativo. Stando, infatti, a una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per KONE (kone.it), leader globale nel settore degli ascensori e delle scale mobili, la “green revolution” è in pieno sviluppo e coinvolge i leader d’impresa di tutto il mondo. Le prime conferme in merito giungono da un recente approfondimento di ESG Today, secondo cui oltre il 90% delle organizzazioni globali conta d’incrementare i propri investimenti sostenibili nel corso dell’anno corrente. Inoltre, all’interno dello stesso approfondimento, c’è anche un vero e proprio elenco di priorità sostenibili stabilite dalle organizzazioni: il gradino più alto del podio è occupato dall’efficienza energetica (73%), seguita dalla riduzione delle emissioni di carbonio (con il 46%) e dal riciclo dei materiali produttivi grazie all’economia circolare (con il 38%). Sulla stessa lunghezza d’onda si conferma il report di Deloitte, il quale mette in risalto il fatto che già nel 2022 il 75% delle imprese nel mondo ha incrementato i propri investimenti sostenibili, il 20% delle stesse persino in maniera significativa. Inoltre, più di 8 datori di lavoro su 10 (82%) affermano che il cambiamento climatico ha influenzato sia le loro abitudini personali sia l’operatività e il benessere economico delle aziende di appartenenza. E ancora, l’84% dei leader d’impresa è fermamente convinto che la crescita futura dell’economia globale dipenderà solo ed esclusivamente dalle iniziative che verranno messe a terra per salvaguardare il Pianeta e raggiungere gli obiettivi relazionati al cambiamento climatico.

Ora una domanda sorge spontanea: quali sono i settori industriali più coinvolti da questa green wave? Secondo Times of India la prima industria a essere posta sotto la lente d’ingrandimento è quella edilizia. Nello specifico, oltre alla scelta dei materiali e allo smaltimento dei rifiuti, l’attenzione si concentra sugli ascensori che, come indicato anche da Entrepeneur.com, saranno sempre più richiesti in una versione a elevata efficienza energetica proprio per spingere la construction industry verso una nuova e performante “sustainable age”. Restando nell’universo dei green elevator, emerge KONE in quanto unica azienda del proprio settore ad essere stata inserita nella top 20 della classifica mondiale di Corporate Knights dedicata alle imprese più sostenibili. “Dietro a questo importante piazzamento c’è la realizzazione e il perfezionamento del nostro programma di eccellenza climatica e ambientale – afferma Giovanni Lorino, amministratore delegato di KONE Italia – Grazie a esso, infatti, ci impegniamo a rendere le nostre operazioni carbon neutral entro i prossimi 7 anni e abbracciamo la green culture anche all’interno delle mura aziendali attraverso una serie di attività e iniziative mirate ed efficaci. L’industria mondiale degli ascensori, così come i tutti i principali settori operativi globali, necessita di modernità e sviluppo: solo così saremo in grado di tutelare l’ambiente che ci circonda”.

Mario Furlan, life coach – Perché devi terrorizzare la tua mente

Blanco, in preda all'ira, prende a calci i fiori sul palco del festival di Sanremo

Blanco, in preda all’ira, prende a calci i fiori sul palco del festival di Sanremo

Al festival di Sanremo il cantante Blanco, che per la stizza ha preso a calci le rose sul palco, si è comportato da bambino piccolo piccolo. E per questo è stato fischiato e criticato. Ma in fondo anche noi, spesso, siamo come lui: degli immaturi. Anche se abbiamo 60 anni, ci comportiamo come se ne avessimo 6. Perché reagiamo impulsivamente, senza riflettere, sull’onda delle emozioni, senza pensare alle dolorose conseguenze.

Pensaci: tutti sappiamo benissimo cosa dovremmo fare, cosa è giusto e cosa è sbagliato per noi. Sappiamo, ad esempio, che sbottare sul lavoro, o arrabbiarci con gli amici, ci penalizza. Ci fa perdere la stima degli altri. E sappiamo anche, ovviamente, che dovremmo smettere di fumare. O non mangiare porcherie. Eppure non lo facciamo. Sembra strano, ma sai qual è l’unico modo per spingerci a fare ciò che dovremmo? E’ terrorizzare la mente.

Pensa, quindi, a cosa potrà accadere se perdi le staffe sul lavoro: potresti essere licenziato, o emarginato. E pensa a cosa potrebbe succedere se continui a fumare: ti viene un tumore ai polmoni. Se ti concentri sulle possibili drammatiche conseguenze di queste tue azioni il tuo cervello, che è preposto a farti sopravvivere, si allarma. Ti trasmette angoscia, stress, paura. E quella paura è, realisticamente, l’unica cosa che può davvero costringerti a cambiare. Sembra sconcertante, eppure è vero: ragionamenti e riflessioni sono inutili, serve soltanto provare paura.

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Lorenzo Ruzza, l’orologiaio geniale

Lorenzo Ruzza con i suoi orologi

Lorenzo Ruzza nel suo negozio con i suoi orologi

Lorenzo Ruzza è il settimo di 10 fratelli.

Inizia a lavorare a soli 16 anni, arrivando a destreggiarsi nei settori più disparati, tra fattorino per la pizza e consegne di materassi. Infatti la vita di Lorenzo non è mai stata facile.

Le cose iniziano a migliorare quando si mette in proprio, avviando la sua web agency, business che gli svela la sua vena imprenditoriale, anche se la vita aveva altro in riservo per lui. Infatti la vera svolta avviene quando entra nel mercato dell’orologeria di lusso.

Lorenzo acquisisce un piccolo negozio di orologi di Milano, che grazie alla posizione strategia, al suo intuito e al potere dei social network riesce a far crescere in maniera considerevole.

In pochi anni “Ruzza Orologi” diventa un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli appassionati di orologeria, o semplicemente per chi vede negli orologi di lusso un bene rifugio in tempi incerti.

Oggi la sua società vanta un fatturato di oltre 20 milioni di euro l’anno e vende ogni mese centinaia di orologi, garantiti nella qualità e originalità, ma Lorenzo non ha dimenticato le sue umili origini, ed è per questo motivo che si impegna frequentemente in iniziative di beneficienza, aiutando le persone in difficoltà e condividendo queste gesta sui propri canali social, insieme ai contenuti relativi all’orologeria e alla propria vita privata, incentivando i fan a fare lo stesso.

Il successo di questo business deriva anche e soprattutto dalla scarsità dei modelli più celebri di Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet. Ti basta andare in una qualsiasi boutique di questi grandi marchi d’alta orologeria e nessun prodotto è acquistabile, mentre a pochi minuti a piedi dalla celebre Via Montenapoleone è possibile trovare un vasto assortimento, seppur ad un prezzo maggiorato rispetto a quello di listino.

La sede di Milano di Ruzza Orologi è ormai diventata una vera e propria mecca per gli appassionati dell’orologeria, che accoglie ogni giorno, oltre ai numerosi clienti, anche tantissimi fan che entrano per chiedere a Lorenzo foto e autografi.

Lorenzo è inoltre l’ideatore e creatore del Ruzza Watch, il celebre segnatempo ormai divenuto uno status symbol tra i fan e gli appassionati.

Celebre è inoltre ormai anche la sua Lamborghini verde, oggetto di numerose storie Instagram realizzate dai suoi fans in giro per l’Italia. Un vero e proprio segno distintivo che Ruzza è riuscito a trasformare nell’ennesima (efficace) trovata di marketing.

L’ultima genialata di Ruzza? Un negozio di borse di lusso, così da andare ad intercettare un ulteriore target: quello delle donne dell’alta borghesie, pronte a spendere cifre da capogiro per assicurarsi una Chanel o Hermés altrimenti introvabile.

Giordano Guerrieri, Ceo di Finera: ecco come affrontare il credit crunch con la finanza alternativa

Giordano Guerrieri

Giordano Guerrieri, Ceo di Finera

Giordano Guerrieri è CEO di Finera, società del Gruppo Allcore S.p.a. specializzata in finanza per PMI.

Secondo l’aggiornamento di novembre 2022 del Barometro Crif, il numero delle richieste di credito presentate dalle imprese italiane nel terzo trimestre 2022 ha avuto una flessione del -4,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.

A questo si aggiunge un altro dato che suona come un campanello d’allarme: l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese è risultato pari a 36.374 euro, registrando quindi un calo del -2,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Questi numeri sono l’ulteriore prova che l’economia italiana inizia a vivere un altro periodo di Credit Crunch. Il nostro Paese è all’inizio di una stretta creditizia da parte delle banche nei confronti delle imprese. Senza considerare che nel biennio 2020-2022 la situazione economica delle aziende si è ulteriormente aggravata a causa della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina.

Diventa dunque vitale per le piccole e medie imprese conoscere le cause e le conseguenze del Credit Crunch, non solo per affrontare con più consapevolezza le richieste di finanziamento, ma anche per capire quali sono opportunità a loro disposizione per ottenere liquidità in un momento in cui le banche faticano a concedere prestiti. Il credit crunch, infatti, spinge le PMI in direzione degli strumenti della finanza alternativa, come i minibond e il fintech.

Ne abbiamo parlato con Giordano Guerrieri, CEO di Finera, azienda specializzata a 360° in finanza aziendale.

Come anticipato, iniziamo a vivere un periodo di credit crunch, che ci ha spinti verso la finanza alternativa. Ma in che modo, quest’ultima, può rappresentare una soluzione?

Il credit crunch è un periodo di difficoltà nell’erogazione di prestiti da parte delle banche e dei tradizionali canali di finanziamento. Questa situazione, nell’ultimo biennio, ha comportato un boom degli strumenti di finanza straordinaria (o alternativa): solo nel primo semestre del 2022, ad esempio, dalle PMI italiane sono stati emessi minibond per un valore totale di 559 milioni di euro. Anche il factoring ha continuato la sua crescita nel 2022, chiudendo l’anno con un volume d’affari di quasi 229 miliardi di euro (+17% rispetto allo stesso periodo del 2021). E non possiamo non citare il fintech: la raccolta delle startup italiane dell’ambito, nel 2022 è stata da record e i ricavi hanno visto una crescita di circa il 70%. Non dimentichiamo poi i prestiti garantiti dallo stato e i numerosi aiuti stanziati che sono stati percepiti dalle aziende nel periodo Covid, e che da un lato hanno aiutato, mentre dall’altro hanno forse incastrato le aziende che vogliono investire maggiormente. La finanza alternativa (o straordinaria) rappresenta dunque una soluzione in quanto permette alle piccole e medie imprese che stanno crescendo ma che hanno poca liquidità, di accedere in tempi brevi alle somme necessarie per portare avanti l’attività o svilupparla ulteriormente.

Quali sono i principali fattori che penalizzano le aziende italiane per una corretta gestione dell’indebitamento e dell’accesso al credito?

 Sicuramente ogni situazione ha le sue peculiarità, ma in generale possiamo dire che la scarsa liquidità è data in primis dal contesto in cui ci troviamo, oltre che da una bassa patrimonialità che non rafforza le aziende e non le rende appetibili né sicure. A questi fattori si aggiunge senza dubbio l’alto indebitamento, ma anche il cambiamento delle regole del sistema bancario che si è verificato in questi anni. Ad esempio, le banche hanno adottato nuovi principi contabili come il noto IFRS 9, penalizzando la gestione bilancistica bancaria per l’assunzione di nuovi rischi. Consideriamo che gli istituti bancari devono gestire le posizioni relative ai finanziamenti concessi sia alla concessione che durante il periodo di restituzione, monitorando attentamente e costantemente la situazione dell’azienda, che in caso di cambiamento può adoperare nuove richieste di garanzie o persino la chiusura delle posizioni concesse.

Queste nuove regole hanno impattato anche sulle imprese. Le banche ora hanno la capacità di intercettare preventivamente le situazioni di rischio, perciò le imprese non solo devono avere ancora più sotto controllo la propria situazione economica e finanziaria, ma devono  imparare a dirigersi verso metodi e strumenti finanziari alternativi per sviluppare il proprio business.

La finanza straordinaria diminuisce la dipendenza dalle banche proprio su quelle aziende che vogliono crescere e investire. Ma come funziona esattamente?

Ci vorrebbe un webinar intero per rispondere in modo completo a questa domanda. In breve, la finanza straordinaria può assumere diverse forme, a seconda delle esigenze specifiche. Ogni strumento finanziario, che sia alternativo come minibond, crowdlending ed M&A, o innovativo come il fintech, deve essere conosciuto al meglio per poterlo sfruttare al massimo e per portare un boost di accelerazione alle aziende che li utilizzano.

Quali sono le difficoltà che le PMI italiane incontrano nell’accesso al credito alternativo o a strumenti di credito innovativi?

Si tratta di una difficoltà legata in realtà alla poca conoscenza degli strumenti di credito alternativo da parte delle imprese stesse. Inoltre, senza intento di fare critica, molti imprenditori hanno difficoltà ad abbandonare gli strumenti e le modalità adottate fino ad oggi. Il “si è sempre fatto così” è molto diffuso e sono tante le imprese che, non avendo una situazione finanziaria critica, continuano anche giustamente ad affidarsi ai tradizionali canali di finanziamento.

Le piccole e medie imprese che invece necessitano rapidamente di liquidità e hanno difficoltà a ottenere prestiti dalla banca, magari a causa di un basso rating o a tempi d’attesa troppo dilatati, vanno alla ricerca di soluzioni alternative e spesso anche complementari alle banche. Alternative che, se vogliamo, risultano più trasparenti e rendono più democratico l’accesso al credito.

La finanza straordinaria può aiutare a prevenire future crisi finanziarie?

 Prima di parlare di future crisi, è opportuno focalizzarsi su quanto sta accadendo; il caro-energia e l’inflazione sono motivi di forte preoccupazione per le piccole e medie imprese italiane perché attaccando direttamente i flussi di cassa. “Incertezza” è la parola che risuona su tutto il tessuto imprenditoriale e spinge le nostre aziende a essere più prudenti, facendo calare la propensione agli investimenti. Per questo motivo il PNRR e gli strumenti agevolativi come transizione 4.0 e Nuova Sabatini rimangono strategici e  fondamentali.

È in questo contesto di incertezza sul futuro che si va a incastonare anche la finanza straordinaria. Ora che siamo in un momento difficile, le imprese devono essere supportate e formate correttamente in merito alle nuove possibilità di accesso al credito a loro disposizione. Solo attraverso una trasparente conoscenza di ciò che la finanza alternativa può offrire, gli imprenditori possono avere gli strumenti necessari non solo per fronteggiare la situazione attuale, ma anche per essere preparati in caso di crisi future.

In conclusione, la finanza straordinaria, non è la “pozione magica” che permette di risolvere la mancanza di liquidità attuale. Essa è lo strumento, il mezzo, “l’asso” che le imprese italiane possono usare a proprio vantaggio per avere una spinta verso una crescita veloce e ben strutturata.

Milano accoglie il primo “virtual human” made in Italy

Alessio Di Rienzo, ricercatore del Cnr

Alessio Di Rienzo, ricercatore del Cnr

MILANO ACCOGLIE IL PRIMO “VIRTUAL HUMAN” MADE IN ITALY CAPACE DI PRODURRE E COMPRENDERE LA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA GRAZIE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 Il linguaggio, prima di significare qualcosa, significa per qualcuno”: le parole dello psicanalista e filosofo francese Jacques Lacan mettono in risalto l’importanza di un concetto che, nella maggior parte dei casi, viene riconosciuto come un insieme di parole. In questo caso specifico, però, non sono le parole a fare la differenza, bensì i segni perché l’attenzione è totalmente focalizzata sulla LIS, ovvero la Lingua dei Segni Italiana. Quest’ultima, dopo essere stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato il 19 maggio 2021, può aggiornare la propria storia con una nuova data. Si tratta del 17 gennaio 2023, giorno in cui la stessa LIS abbraccia ufficialmente la contemporanea rivoluzione tecnologica grazie al lancio del primo virtual human in Italia capace di produrre e comprendere i segni della lingua che, al giorno d’oggi, è conosciuta da circa 100mila persone su scala nazionale. Com’è possibile? Grazie all’intelligenza artificiale che rende l’innovazione estremamente empatica. Dietro alla realizzazione di questo assistente virtuale avveniristico c’è QuestIT, company nata come spin-off dell’Università di Siena, che per l’occasione ha stretto una partnership strategica proprio con il Santa Chiara Fab Lab dell’Ateneo toscano e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Per innovare il presente serve tanta ricerca e, soprattutto, la tecnologia giusta – afferma Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT – Per questo motivo abbiamo sfruttato le incredibili potenzialità dell’intelligenza artificiale per strutturare un avatar di ultima generazione che conosce alla perfezione la Lingua dei Segni Italiana. Grazie ad esso, potenziamo la «digital accessibility» e diamo l’opportunità ai cittadini sordi di accedere autonomamente ad informazioni e servizi offerti da enti e realtà del territorio come la Pubblica Amministrazione e le banche, ma i potenziali campi d’applicazione sono innumerevoli: dall’organizzazione degli appuntamenti negli ospedali alla spiegazione di mostre o eventi culturali nei musei fino al chiarimento di materie o singoli concetti nelle scuole o nelle aule universitarie”.

Attualmente il virtual assistant può essere inserito all’interno di siti web, applicazioni, sistemi proprietari e persino totem interattivi. Una volta che la persona in questione si presenta dinanzi allo schermo e inizia ad interagire a suon di segni, l’invenzione analizza le espressioni facciali del singolo, oltre ai suoi movimenti, e risponde utilizzando la LIS. In questo modo è in grado di offrire consulenze mirate ed efficaci, a seconda del contesto di riferimento, ai clienti sordi. Ma non finisce qui, infatti, sono previste a stretto giro una serie di lavorazioni utili a perfezionare lo stesso umanoide. “Stiamo già lavorando su quello che può essere l’evoluzione della tecnologia – aggiunge Di Iorio – L’obiettivo è quello di offrire un avatar capace di tradurre simultaneamente le parole in segni. Già oggi, dopo una prima fase di training, è in grado di gestire le richieste della clientela in totale autonomia e offrire così l’assistenza di cui le persone necessitano. Per l’organizzazione di questo progetto così ambizioso non potevamo che coinvolgere il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena oltre all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e al Gruppo per lo studio e l’informazione della Lingua dei Segni Italiana”.

L’impresa del formatore Matteo Salvo: da Torino a Campobasso in bicicletta

Matteo Salvo in bicicletta

Il noto formatore Matteo Salvo in bicicletta da Torino a Campobasso

Ogni promessa è debito. Matteo Salvo – autore, divulgatore esperto di tecniche di apprendimento e di memoria – ne ha appena mantenuta una importante, di quelle che lasciano il segno. Una promessa fatta al Rettore Rossella Gianfagna e agli insegnanti del Convitto Nazionale Mario Pagano di Campobasso: percorrere in bicicletta la strada da
Torino alla sede della scuola molisana.
La storia inizia un po’ di anni fa, con una ricerca realizzata presso il
Convitto Mario Pagano. Obiettivo: testare i risultati ottenuti dagli allievi
che avevano studiato seguendo il metodo di studio MindPerformance
trasmesso da Matteo Salvo. Gli esiti avevano superato tutte le
aspettative dei ricercatori, con miglioramenti delle prestazioni
scolastiche dal 46 al 54%.
Scatta la promessa. Se gli insegnanti che avevano acquisito il metodo si
fossero impegnati a metterlo in pratica quotidianamente durante le loro
lezioni, Matteo Salvo avrebbe fatto qualcosa di davvero impegnativo per
ringraziarli. Da lì nacque l’idea di scendere in bici da Torino a
Campobasso.
Idea che si è concretizzata nei giorni scorsi: da mercoledì 11 a venerdì
13 gennaio, Matteo Salvo ha percorso in bicicletta gli 878 km che
separano gli uffici di MindPerformance a Torino dalla sede del Convitto
Mario Pagano a Campobasso. Una pedalata quasi ininterrotta, di giorno
e di notte, con poche soste lungo il percorso.

Un’impresa pensata per sensibilizzare il mondo della scuola e veicolare
diversi messaggi:
– imparare con entusiasmo si può;
– benessere del corpo è alla base di qualunque prestazione, anche di
quella scolastica e a scuola molte volte non si dà la dovuta importanza
all’educazione fisica e al mens sana in corpore sano;
– la preparazione mentale è fondamentale per ottenere risultati
importanti;
– ciascuno di noi può fare cose straordinarie se crea le condizioni per
farle;
– per far passare il messaggio che per fare cose straordinarie – come
questo percorso in bicicletta – non ci vanno doti naturali, ma sono
necessari impegno, gli strumenti giusti e il supporto di un team.

Mario Furlan, life coach – Così la tua vita sarà più facile

Il life coach e formatore Mario Furlan

Il life coach e formatore Mario Furlan

Quando avrò finito la scuola, la vita sarà più facile.
Quando sarò laureato, la vita sarà più facile.
Quando avrò un lavoro, la vita sarà più facile.
Quando i figli usciranno di casa, la vita sarà più facile.
Quando andrò in pensione, la vita sarà più facile.
E’ falso!
Non illuderti che la tua vita diventerà più comoda: non succederà mai. Nemmeno da pensionato: potresti ritrovarti con gli acciacchi, e con il problema di come sbarcare il lunario con una pensione da fame…
Ogni età della vita ha i suoi vantaggi e svantaggi. E ogni momento è sempre duro. Quindi non aspettarti che le cose si semplifichino; sii tu, invece, a diventare più forte. Più capace di affrontare le sfide quotidiane. Solo se ti rafforzerai, e diventerai più determinato, deciso e resiliente, ti sembrerà che la vita sarà diventata più facile. Ma non sarà lei ad essersi trasformata, bensì tu!

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.