Mario Furlan, life coach – Il metodo giusto per affrontare i problemi

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Mario Furlan, life coach e motivatore

Quando hai un problema dovresti usare
– il 20% del tempo per analizzare il problema;
– l’80% per trovare la soluzione.
Di solito facciamo il contrario. Anzi, di peggio. Passiamo l’80% del tempo non a esaminare il problema, ma a piangerci su. E ci poniamo domande come “Perché è capitato proprio a me?”, “Perché sono così sfortunato?”. Oppure ci colpevolizziamo: “Come ho fatto ad essere così cretino?” A domande demotivanti corrispondono risposte altrettanto distruttive: “Perché sei un idiota”, “Perché sei sfortunato”, “Perché tutti ti sono nemici”. Prova, invece, a formulare altre domande:
– Cosa c’è di buono in questa sfida?
– Cosa posso imparare?
– Come posso vincerla?
Ponendoti le domande giuste troverai le risposte giuste. Lo dice anche la Bibbia: chiedete, e vi sarà dato. Chiedi le domande giuste, e ti sarà data la risposta giusta.

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Francesco Arrighetti di Oniro Agency: ecco cos’è il digital marketing

Francesco Arrighetti, Ceo di Oniro Agency

Francesco Arrighetti, Ceo di Oniro Agency

Ciao Francesco, raccontaci chi sei.

Mi chiamo Francesco Arrighetti e sono il fondatore di Oniro Agency, un’agenzia di Milano specializzata in digital marketing, in particolare in inbound marketing, ovvero una serie di attività mirate ad attrarre utenti interessati ad un determinato prodotto o servizio sui siti web.

Come riuscite ad indirizzare questo pubblico?

Sfruttando gli strumenti pubblicitari messi a disposizione dai social media, da Google e attraverso la SEO, ovvero l’ottimizzazione per i motori di ricerca che permette di indirizzare traffico profilato e in target sui siti dei nostri clienti.

Qual è la differenza tra l’inbound e il digital marketing?

Il digital marketing comprende anche altri tipi di attività, come la gestione dei social media, l’e-mail marketing, la creazione dei siti web e molto altro. Per scelta ho deciso di verticalizzare Oniro Agency solo sull’inbound marketing in modo da specializzarci e offrire il servizio migliore possibile.

Com’è iniziata questa avventura?

L’azienda è nata da pochissimo, a giugno del 2021, ma la mia avventura nel mondo del digital marketing è iniziata anni fa, più o meno nel 2013.

All’epoca lavoravo per una banca importante ma per quanto fossi in una bolla dorata molto sicura non ero felice. Non c’era spazio per il mio lato creativo e per il mio spirito imprenditoriale latente, che cercava di farmi fare la differenza. Lì ero solo uno dei tanti, un numero tra mille.

Quindi hai deciso di cambiare strada

All’epoca stavo già con mia moglie, lei è una persona molto forte che mi ha sempre stimolato, ricordo una discussione in cui mi disse: “É inutile che ti lamenti senza fare niente per cambiare le cose, se tu ci provassi senza ottenere risultati avresti ragione, ma così non ha senso. Fai qualcosa.”

Ero bloccato, come se avessi i piedi dentro il cemento, mi sembrava impossibile cambiare. Lottavo contro me stesso per cercare una soluzione, ma da solo non ci riuscivo, quindi ho cercato un aiuto. Sono andato su internet e ho trovato una consulente di carriera molto brava che mi ha seguito in questo percorso di crescita e consapevolezza.

Lei è riuscita a farmi capire che alcune mie competenze potevano avere un valore sul mercato. Il web mi aveva sempre affascinato e alcune professioni legate al digitale non erano ancora così sdoganate, così ho cercato un Master in Reputation Management – il primo in Italia – e da lì è cambiata la mia vita.

Come sei arrivato dal Master in Reputation Management alla tua agenzia?

Oniro Agency è stata l’evoluzione naturale del mio percorso come professionista. Una volta terminato il Master sono stato assunto prima in un paio di agenzie, poi ho deciso di mettermi in proprio come libero professionista perché volevo realizzare qualcosa di mio. Ho proseguito così per un paio di anni fino a quando la pandemia non ha dato un’accelerata al digital marketing e sono esplose le richieste. Allora ho cercato un collaboratore, poi un altro e così è nata l’agenzia.

Cosa pensi che distingua Oniro dal resto delle agenzie di questo tipo?

La cura della persona sia nei confronti dei dipendenti, anche se non mi piace parlare di dipendenti, preferisco collaboratori, sia nei confronti dei clienti. Ci mettiamo nei loro panni quando dobbiamo realizzare un lavoro, il cliente investe del denaro per un progetto in cui tutti crediamo e che desideriamo abbia successo.

Allo stesso modo, in primis, mi metto nei panni di chi lavora per me, desidero che si trovino bene, a suo agio e che venga retribuito adeguatamente. Se dovessi riassumere in poche parole ciò che ci differenza rispetto alle altre agenzie tradizionali direi: alta qualità dei lavori, cura della persona, è ammesso sbagliare per crescere e lavoriamo full remote.

Riesci a gestire il tuo team totalmente da remoto?

Sì, grazie al rapporto che si è instaurato. In primis, a livello di fiducia, perché per avere una persona che lavora da Roma o dalla Sicilia e che non puoi controllare come in un ufficio deve esserci un rapporto di massima fiducia. Questo però ha anche un risvolto positivo perché siamo un po’ imprenditori di noi stessi.

È come passare dal liceo all’università, quando si è al liceo la professoressa controlla gli alunni e li sgrida se non hanno fatto i compiti, all’università sei tu a gestirti il carico di lavoro, sai di avere degli esami e di doverli portare a termine. Noi abbiamo la stessa visione.

Pensi che ci sia una differenza tra una azienda nata full remote e le altre che durante il periodo della pandemia sono state costrette ad applicare questa modalità?

Si credo che le aziende che non siano nate con questa visione abbiano un modo diverso di pensare il rapporto lavoro-dipendente. Per me è proprio una questione di fiducia, non mi interessa che una persona lavori 8-10-15 ore, l’importante è che porti i risultati. Il focus si sposta non sulle ore di lavoro, ma sull’obiettivo. Se la variabile diventa l’obiettivo, tutto il resto è ininfluente.

Capisco che le aziende siano abituate ad un certo tipo di struttura e che durante la pandemia molte persone abbiano patito la solitudine nel lavorare da sole a casa. In realtà noi ci sentiamo tutto il giorno, tramite messaggi e videochiamate. Quello che cambia è l’atmosfera. Avendo questo tipo di rapporto di fiducia ogni collaboratore si sente parte importante di quella che è la nostra realtà e fa davvero la differenza.

Quindi rendi felice il dipendente in modo che lui stesso sia più motivato?

Esatto, per aumentare la sua motivazione credo che sia importante coinvolgerlo, ad esempio, facendolo partecipare alle riunioni con i clienti, chiedendo il suo parere per prendere determinate decisioni e così via. Non è un modo per mettere in difficoltà, ma credo sia utile per aumentare la fiducia in se stesso e farlo sentire parte integrante di Oniro.

Ci sono stati dei momenti bui durante il tuo percorso professionale?

Sì, due in particolare. Il primo quando sono passato da dipendente a libero professionista, in quel momento si hanno mille dubbi “Ce la farò a mantenere me e la mia famiglia?”, io avevo già un figlio, una casa. Di fronte a tutte queste paure ho chiuso gli occhi e mi sono buttato a capofitto per trovare la soluzione.

Poi ci sono stati molti momenti in cui le cose andavano talmente veloci che avevo paura di non riuscire a stare dietro a tutto. “Sarò in grado? Nessuno mi ha insegnato a farlo.” All’inizio di questo percorso la strada non era così chiara, non c’era una visione aziendale così netta, si è creata nel tempo.

Cosa diresti ad un ragazzo che non è soddisfatto del suo percorso di studio o di carriera?

Se ti trovi in quella condizione significa che ti sta già ponendo un grosso dubbio, quello è il seme per il cambiamento. Se ti senti fuori posto nel luogo in cui ti trovi vuol dire che hai bisogno di più o semplicemente di cambiare: è la prima leva che ti spinge a lottare per trovare la tua strada.

Poi non è facile, è un percorso lungo: bisogna capire innanzitutto in che direzione andare, provare finché non si trova ciò che ti piace, cercare di approfondire le conoscenze che ti permettono di fare il lavoro che desideri.

Se dovessi dare un consiglio pratico?

Trova qualcuno che ti aiuti a trovare la tua strada. Ci sono professionisti che ti possono supportare nel tuo percorso di cambiamento, come life coach e consulenti di carriera, poi provare, non arrendersi mai e impegnarsi fino a quando non si raggiunge l’obiettivo prefissato. Sono 4 in realtà😉.

Quali sono i tuoi desideri per il futuro?

A livello di business continuare a far crescere l’azienda, in modo che ognuno riesca a lavorare bene e sia soddisfatto. Il successo per me non si misura solo in termini di crescita aziendale, ma anche nel riuscire a rendere contenti i clienti e felici noi stessi dei risultati raggiunti.

Ognuno è importante. In passato mi è capitato di sentirmi dire “Francesco, nessuno è indispensabile, tutti sono sostituibili” io non sono di questa idea, credo che in una squadra tutti i componenti giochino un ruolo importante.

Le persone che lavorano per Oniro sono le prime che si mettono in gioco, cercando costantemente di migliorare e di crescere sia come professionisti che come agenzia. Siamo i primi fan del nostro brand.

Mario Furlan, life coach – Il bello è nella salita

Mario Furlan è formatore e life coach

Il formatore, motivatore e life coach Mario Furlan

Scali una montagna. L’obiettivo è arrivare alla vetta. Ma è la salita che ti forgia. Che ti mette alla prova. Che ti dimostra di che pasta sei fatto. E che ti rafforza, nel corpo e nello spirito.
L’arrivo in cima non è altro che il culmine del percorso. Il risultato dei tuoi sforzi. Ci resti pochi minuti. Mentre l’ascesa è durata ore.
Così è la vita. La strada che porta al raggiungimento dei nostri traguardi è ciò che conta veramente. Non sappiamo se li taglieremo o no, i traguardi. Ma sappiamo che avercela messa tutta, con impegno e passione, ci rende persone migliori. Ci tempra. Ci irrobustisce, moralmente e spiritualmente. Indipendentemente dal risultato finale.
Certo, se ce la facciamo a raggiungere l’obiettivo siamo tutti più felici. Ma se non ce la facciamo non sarà, comunuque, stato inutile.

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Mario Furlan, life coach – Perché nessuno è profeta in patria

Nessuno è profeta in patria. Infatti Gesù Cristo venne deriso dagli abitanti di Nazareth, il villaggio dove abitava, quando disse loro che lui era il messia. “Figurati se ti crediamo, ti conosciamo da quando eri piccolo!” gli risero in faccia i suoi concittadini.
E’ il motivo per cui spesso i genitori non vengono ascoltati dai propri figli, il principale dai suoi collaboratori, e così via. E’ la “legge della familiarità”: capita di avere difficoltà ad emergere in ambienti familiari. Nel mondo della crescita personale, ad esempio, i formatori americani vengono considerati i migliori. Anche se dicono le stesse cose di quelli italiani. Perché hanno il fascino di chi viene da oltreoceano. E spesso, quando vengo contattato per uno speech motivazionale in un’azienda, il titolare mi confida di avere bisogno di una terza persona per spiegare certi concetti ai suoi. “Se glieli dico io – ammette – non mi ascoltano”.
Se, pertanto, ti trovi in questa situazione, cioè chi ti sta intorno prende sottogamba le tue indicazioni, cerca una persona esterna e autorevole che sia capace di darle. Conosco un padre che per anni ha cercato, inutilmente, di convincere suo figlio a smettere di fumare. Poi, un bel giorno, il figlio ha visto sui social il suo influencer preferito affermare che fumare è da sfigati. E da allora ha smesso.

Ecco i migliori luoghi di lavoro in Italia

La classifica dei Best Workplaces Italia 2022

La classifica dei Best Workplaces Italia 2022

IMPRESE, SVELATA LA CLASSIFICA DEI 60 “BEST WORKPLACES” IN ITALIA: ECCO I MIGLIORI LUOGHI DI LAVORO ELETTI DA OLTRE 94MILA DIPENDENTI

Ben 210 aziende analizzate, 94mila collaboratori ascoltati e 70mila commenti raccolti: questi sono solo alcuni dei numeri che contraddistinguono l’operato di Great Place to Work Italia, azienda leader nel settore dell’analisi del clima aziendale, della trasformazione organizzativa e dell’employer branding, che lancia per il 21° anno consecutivo la classifica delle imprese nominateBest Workplaces Italia 2022”. Il ranking, integralmente consultabile sul sito Greatplacetowork.it, è frutto di un attento e accurato lavoro di ricerca durato un anno. A tal proposito emerge l’incremento del Trust Index, valore relazionato alla fiducia dei singoli collaboratori, che sale dell’1% rispetto a un anno fa. Restando sempre in ottica Trust, le aziende italiane si pongono al di sopra della media europea (85%), dietro solo a Germania, Olanda, Finlandia e Danimarca. E ancora, le imprese intervistate, comprese quelle non entrate in classifica, hanno comunque registrato una media di Trust Index intorno al 70% con un salto del +2,5% rispetto al 2021. La parola crescita non riguarda solo la fiducia, ma anche il fatturato: negli ultimi 10 anni, infatti, si registra un incremento annuo pari quasi al 13% per le organizzazioni che sono entrate nella classifica dei Best Workplaces. Entrando ancora più nel dettaglio, il ranking è stato suddiviso e organizzato in 4 categorie differenti sulla base del numero di collaboratori: aziende con oltre 500 collaboratori, con un numero di dipendenti compreso tra 150 e 499, tra 50 e 149 e tra 10 e 49.

“La classifica è il risultato di un lungo percorso fatto di ricerca e analisi – afferma Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia – Confrontando i risultati ottenuti con quanto raccolto un anno fa, emergono numerosi scenari positivi: i singoli collaboratori registrano meno casi di favoritismo e più situazioni in cui emerge un trattamento imparziale a prescindere dall’età. Inoltre, cresce il numero di responsabili che coinvolgono il proprio team sulle scelte che influiscono poi dal punto vista organizzativo. I settori traino, invece, sono quelli dell’information technology, del manufacturing, dei servizi professionali, finanziari e della farmaceutica”.

Ascoltare, analizzare, trasformare e celebrare: questi sono e saranno sempre i tratti distintivi del nostro operato – dichiara Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia – Il mondo del lavoro e delle imprese è sempre più soggetto ad un serie di processi incentrati sulla trasformazione aziendale e sul change management. E proprio questi fattori rendono l’ascolto delle opinioni ancora più importante: al giorno d’oggi non si parla quasi più di soddisfazione, mentre si conferma forte il Trust, ovvero la fiducia sia nei confronti delle persone all’interno delle aziende sia nei confronti del mercato. Restando sulla stessa lunghezza d’onda, l’esperienza risulta un’altra parola chiave perché ogni collaboratore deve essere capito, stimolato, compreso e rispettato proprio come un cliente”.

Mario Furlan, life coach – Per ogni Sì c’è un No

Mario Furlan, life coach

Per dire di Sì a qualcosa, devi per forza di cosa dire di No a qualcos’altro.
Vuoi ottenere qualcosa? Devi dire di no a qualcos’altro.
Vuoi dimagrire? Devi dire di no ai dolci.
Vuoi raggiungere risultati nella professione? Devi evitare di perdere tempo.
Vuoi una vita di coppia solida? Devi rifiutare i flirt occasionali.
Per ogni sì c’è un no. Per ogni conquista, cioè, c’è una rinuncia.

Rinunciare costa fatica. E’ più facile fare ciò che ci costa meno impegno, piuttosto che stringere i denti e dire di no a quello che ci allontana dalla strada prefissata. Ci vuole disciplina. Ci vuole carattere. E ci vuole una fortissima motivazione. Quella che ci aiuta a superare tentazioni e momenti difficili; quelli in cui ci sembra che i nostri sforzi siano stati inutili, e che tanto vale lasciar perdere e tornare a comportarci come prima. Ma alla lunga l’impegno costante paga. E col tempo, visti i risultati, non è più una rinuncia. Bensì un viatico per la felicità.

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