Informazioni su Mario Furlan

Mario Furlan è docente universitario di Motivazione e crescita personale all'università Bicocca di Milano. Ha scritto vari best-seller motivazionali, tra cui "Risveglia il campione in te!", "Tu puoi!" e "Felici per sempre". E' stato eletto "miglior life coach italiano" dall'Associazione Italiana Coach. E' noto anche come creatore del Wilding, l'autodifesa istintiva, e dei City Angels. www.mariofurlan.com

Solo 2 manager su 10 utilizzano l’IA: ecco come invertire il trend

Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti_fondatori IA Spiegata Semplice

Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori IA Spiegata Semplice

TECH, SOLO 2 MANAGER SU 10 NEL MONDO UTILIZZANO REGOLARMENTE L’IA GENERATIVA: DAGLI ESPERTI ECCO IL VADEMECUM PER INVERTIRE IL TREND

Il nuovo, all’inizio, sembra quasi pericoloso, ma, una volta analizzato e scoperto nei minimi dettagli, risulta appagante oltre che necessario al fine di abbandonare modelli datati e obsoleti: non esistono parole più chiare e impattanti per definire nel migliore dei modi l’intelligenza artificiale generativa, nuova branca della ben conosciuta tecnologia del momento, utilizzata per la creazione di contenuti come testi o immagini, che, al giorno d’oggi, fa sempre più rima con il termine novità. Infatti, secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, la cosiddetta “Gen-AIrisulta ancora un territorio quasi del tutto inesplorato, soprattutto, a livello lavorativo e imprenditoriale. Le prime conferme in merito giungono da un recente report stilato da McKinsey, secondo il quale solo 2 manager su 10 nel mondo utilizzato regolarmente l’intelligenza artificiale generativa al fine di accrescere il proprio business e velocizzare i singoli processi operativi. Le motivazioni dietro a questa scelta? Innumerevoli, dalla paura di affidarsi a tecnologie sempre più evolute alla volontà di restare nella cosiddetta comfort zone, fino alla decisione ultima di affidarsi solo ed esclusivamente al proprio capitale umano. Eppure, la Gen-AI, nonostante titubanze e preoccupazioni di vario genere, risulta una grande opportunità in vista dei prossimi anni. A questo proposito, Linkedin fa chiarezza e mette in risalto il fatto che il mercato di riferimento risulta in grande crescita: si prevede un incremento pari a 257 miliardi di dollari entro i prossimi 9 anni, ovvero una cifra di venti volte superiore rispetto agli 11 miliardi raccolti nel 2022. Restando sulla stessa lunghezza d’onda, quali saranno quindi i settori operativi maggiormente toccati da quest’onda anomala targata Gen-AI? Stando a quanto specificato sempre da McKinsey, in primo piano c’è il marketing (14%), seguito dal reparto produzione (13%) dalla customer care (10%). Fuori dal podio, e anche di parecchio, la finanza (4%), le risorse umane (3%) e il settore manifatturiero (2%).

E in Italia come procede? Secondo Ambrosetti il Bel Paese è ritardo ed è necessario accelerare per diffondere l’utilizzo di questa tecnologia perché la Gen-AI è in grado di generare fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto ogni anno (una cifra pari al 18% del PIL italiano). Come? Ad esempio, incrementando la digitalizzazione di oltre 110mila PMI made in Italy. Oppure, investendo in eventi o corsi di formazione ad hoc come la Generative AI Week, un appuntamento, in programma dal 6 al 10 novembre e 100% da remoto, organizzato dai founder di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice per avvicinare manager e imprenditori a questa branca dell’AI, spiegando loro le sue incredibili potenzialità. “La Generative AI è un vero e proprio tesoro dalle infinite potenzialità – affermano Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, founder di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice – L’obiettivo del nostro evento, oltre che fare cultura, è far capire che la Gen-AI non è solo americana, ma anche italiana. Infatti, ci sono già alcune startup e realtà aziendali che si stanno aprendo a questo nuovo mondo. Però, possiamo e dobbiamo fare meglio. A livello organizzato, il nostro evento sarà interamente gratuito e disponibile sulla piattaforma AI Play (aiplay.it/gen-ai). Ogni giornata sarà suddivisa in due momenti, ovvero la mattina in cui gli iscritti potranno ascoltare delle interviste formative rilasciate da grandi esperti del settore, mentre per il pomeriggio sono previste delle demo che spiegheranno come questa tecnologia può realmente aiutare i professionisti ad abbracciare il futuro. Al momento abbiamo già 1500 iscritti all’appuntamento, ma contiamo di superare quota 7mila”.

Fanno seguito alle parole di Fiore e Viscanti ulteriori indicazioni più precise in merito all’intelligenza artificiale generativa, anzi dei veri e propri consigli a supporto di manager e imprenditori italiani per abbandonare il porto sicuro e prendere parte al cambiamento. In primis, l’informazione è l’arma più importante per conoscere una tecnologia che risulta così nuova persino agli occhi dei professionisti del settore. In secondo luogo, il manager o l’imprenditore in questione deve identificare le esigenze della propria azienda per capire se e come applicare la Gen-AI. Ma non è tutto perché può essere interessante arricchire il team operativo con l’inserimento di un AI Expert. Inoltre, risulta fondamentale scegliere il partner o il fornitore adatto agli obiettivi prefissati o eventualmente buttarsi e lanciare un semplice progetto pilota per verificare l’attitudine della propria impresa ad utilizzare tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa. E perché non promuovere una vera e propria Gen-AI culture interna? Si potrebbero anche organizzare degli eventi o dei corsi ad hoc per formare il proprio personale e farne degli esperti in carne ed ossa. Dopo aver fatto il primo passo, però, bisogna precisare che ci sono delle leggi, in particolar modo in ottica privacy, da rispettare, e che, man mano che le settimane passano, si dovrebbero monitorare i traguardi tagliati e gli obiettivi raggiunti grazie all’impiego della tecnologia descritta.

Mario Furlan, life coach – Lo screenshot che ti rovina dopo anni

Perdi la pazienza, ti arrabbi, dici qualcosa di troppo e… patatrac! Hai rovinato una relazione. Magari per sempre.
Troppo spesso non serve, poi chiedere scusa: ormai il danno è fatto. Soprattutto se quelle parole le hai scritte, ad esempio in una mail o in una chat. L’altro farà lo screenshot, che conserverà tra le sue foto. E ogni volta che lo rivedrà, tornerà a offendersi con te.
Imparare a non perdere il controllo dei nervi, e della lingua, è fondamentale per avere rapporti sereni. Chi perde la pazienza facilmente, chi urla e sbraita finisce per l’essere considerato insopportabile. Un incontinente verbale. Una persona difficile. E nessuno ama frequentare la gente difficile, visto che la vita è già difficile di suo…

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Luciano Bassani, l’esperto in medicina rigenerativa

Il Prof. Luciano Bassani, esperto in medicina rigenerativa

Il Prof. Luciano Bassani, esperto in medicina rigenerativa

“Per curare qualcuno che soffre di mal di schiena, o ha un problema a qualche articolazione, bisogna valutarne il corpo nella sua interezza. Per questo sono scettico nei confronti dei medici settoriali, che curano soltanto il punto dove senti dolore. E sono scettico anche nei confronti dei medici che seguono, pedissequamente, i protocolli. Perché ogni persona è diversa dalle altre, e ciò che fa bene ad uno potrebbe nuocere ad un altro”.
Il Prof. Luciano Bassani è un fisiatra esperto in in medicina rigenerativa. Ma definirlo fisiatra  sarebbe troppo poco: è il pioniere italiano della proloterapia, la scienza che consente di attivare un processo di guarigione ai tendini, ai legamenti e alle articolazioni attraverso l’iniezione di sostanze irritanti come il glucosio ipertonico. Queste sostanze, infatti, causando una piccola irritazione, stimolano la produzione di collagene e favoriscono  attraverso la rigenerazione la remissione della patologia. Il che è molto utile sia per la cura delle forme degenerative, sia per aiutare gli sportivi affetti da problemi al sistema muscolo scheletrico..
Nel suo studio milanese di viale Majno si praticano, oltre alla classica osteopatia, varie terapie innovative, come l’ossigeno ozonoterapia  utile per  la cura delle ernie discali  ma anche per migliorare  il sistema immunitario perché fortifica la nostra reazione di difesa contro virus, batteri e funghi. E come l’auricoloterapia, che attraverso stimolazioni di vari punti dell’orecchio rafforza l’organismo.
Ma il Prof. Luciano Bassani è anche un filantropo: è stato due volte nella foresta dell’Honduras, per praticare infiltrazioni di proloterapia agli indigeni; è impegnato in missioni umanitarie in Grecia e  Bulgaria; e si prende cura degli anziani tramite il suo ruolo di Assessore all’rsa della Comunità ebraica di Milano.

Sono arrivati i Colpitori

Il poeta Dome Bulfaro

Il poeta Dome Bulfaro, con Federica Guglielmini promotore del Manifesto dei Colpitori

Difendiamo e colpiamo! Nasciamo come forma di difesa in reazione a questa società liquefatta. Ci ribelliamo al degrado sociale, culturale e umano a cui assistiamo… mai saremo schiavi degli algoritmi”.
Inizia così il “Manifesto dei Colpitori”, che si richiama vagamente a quello del futurismo di inizio Novecento di Filippo Tommaso Marinetti, ma che si presenta diametralmente opposto nel suo essere apartitico, laico e soprattutto nato da un’idea sogno di una intellettuale donna che non manca di carattere, talento e carisma, tutte doti che sono appartenute al fondatore dei Futuristi.
 Ideatori di questo movimento, che vuole scuotere la società usando il pugilato,la sua nobile arte come metafora e simbolo, sono Federica Guglielmini educatrice e scrittrice e l’artista e docente Dome Bulfaro, considerato da molti il professor Keating italiano. “I colpitori sono i guanti rigidi che servono ad attutire i colpi negli sport da combattimento. Questi sport, e la boxe in particolare, rappresentano il mondo in cui crediamo: un mondo con valori, dove si raggiungono gli obiettivi con quel sacrificio, che si fa opera d’arte nella ricerca del miglioramento di se stessi e che poi si riflette in società. Senza un incontro di idee, di visioni culturali che riescano a vedere le ferite sociali (anche quelle che non si vedono) non potremo mai dirci migliori. L’icona culturale del pugile può essere di ispirazione per un’intera generazione che si mostra più violenta, senza confini emotivi, fragile tanto quanto è la società in cui viviamo. La boxe nel suo linguaggio scenico ti insegna a tirarti su quando finisci al tappeto. I maestri di boxe fanno la stessa fatica e hanno lo stesso valore educativo dei docenti a scuola: devono saper tirare fuori il meglio dai ragazzi e dalle ragazze di oggi, allenandoli a difendersi dai colpi della vita”.
Federica frequenta corsi di pugilato presso la suggestiva palestra “Heracles Gymnasium” di via Padova a Milano che colpisce il cuore di chi entra per la sua bellezza, decorata da arazzi e illustrazioni di artisti. La palestra è dell’ex campione italiano di boxe Renato De Donato, un pugile laureato, professore universitario amante della cultura dell’antichità e musica classica: la sua palestra unica in tutta Italia e Europa ha una grande biblioteca dove accoglie i ragazzi per studiare dopo la scuola e dove possono anche allenarsi. Si tratta di un vero e proprio avamposto culturale in grado di leggere i bisogni della città, in quella unione fra pugilato e cultura che ha sempre fatto la differenza nella storia contro il degrado culturale e sociale. Renato De Donato è fra i firmatari del Manifesto dei Colpitori con altri grandi artisti e professionisti come Mario Ireneo Sturla, Mauro Cicarè, Riccardo Mauri e Michele Carrieri.
Noi abbiamo fatto nostro il sudore del pugile, la sua capacità di coltivare il dolore a favore di un progetto di vita” recita il Manifesto.  Che continua: “La preparazione, l’iniziazione e l’ascesi del boxeur rappresentano il nostro codice etico e pedagogico” volto all’educazione dei giovani, “manipolati da una tecnologia sempre più disumanizzante”.
Il movimento dei Colpitori vuole dunque essere quello sparring partner culturale dei nostri tempi troppo veloci, dopaminici, dove il rispetto verso il prossimo deve risaldarsi in un quadrato sociale e in cui sfatare il mito manzoniano: “il coraggio uno se non ce l’ha non se lo può mica dare”.
I rapporti umani, gli ideali, si rarefanno a vantaggio del mondo digitale e virtuale. Qual’ è l’icona culturale e sportiva in cui gli italiani possono dire di sentirsi rappresentati, non patinata, ma esemplare nella vita di tutti i giorni?
Non sempre il cosiddetto progresso porta vantaggi, stiamo pagando il prezzo della macchina veloce futurista; oggi siamo di fronte a questa involuzione e noi ci difendiamo. Per inseguire i nostri sogni, per non farceli strappare via ognuno di noi deve trovare il proprio pugile interiore, ma soprattutto qualcuno deve fare il primo passo perché gli altri credano che sia ancora possibile, questo fanno le icone culturali, questa è la storia del viaggio dell’eroe che abbiamo bisogno di sentire ancora e ancora, sia che si vinca o si perda. Seppur manchi la figura del grande campione come ai tempi dei Parisi, Stecca, Damiani ecc., questo non ci ha impedito di trarre dal messaggio della nobile arte quel coraggio per iniziare questa impresa che ci sta facendo dialogare con gli intellettuali, artisti, atleti, giornalisti e docenti in tutta Italia che si sentono Colpitori e che rivedono nel manifesto un’opera d’arte nata dai sogni e dalle ferite del nostro tempo.”

Mario Furlan, life coach – Ecco da cosa dipende la tua reputazione

Mario Furlan è un formatore, un life coach ed è anche il fondatore dei City Angels

Mario Furlan è formatore, life coach e fondatore dei City Angels

Stai attento a cosa dici degli altri, perché questo influenza il modo in cui ti vedono!
Sembra strano, eppure è proprio così. In psicologia si parla di “trasferimento spontaneo di tratti”: se sei abituato a sottolineare le qualità positive delle persone, i tuoi interlocutori ti vedranno sotto una luce migliore. Perché ciò di cui parli si trasferisce, nella loro mente, a te. Vieni associato a quelle caratteristiche.
E’ vero anche l’opposto. Per cui chi ha il vizio di parlare male degli altri giudicato negativamente da chi lo ascolta. Anche perché si domanderà se, quando non c’è, parli altrettanto male di lui.
Comincia a cercare il bene negli altri. Lo so, è più facile trovare il male. Ma fallo. Non per il loro bene, ma per il tuo!

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

L’automatizzazione delle risorse umane aiuta gli HR leader a fare scelte migliori

L’automazione delle Risorse Umane aiuta gli HR leader a fare scelte migliori per le proprie organizzazioni

Workday, Inc. (NASDAQ: WDAY), fornitore leader di applicazioni cloud aziendali per la gestione finanziaria e delle risorse umane, ha recentemente incaricato IDC di condurre uno studio, i cui risultati sono consultabili in questo IDC InfoBrief. Lo studio mirava a indagare il sentiment circa l’automazione nella funzione HR e a supportare le organizzazioni nella loro transizione verso un futuro orientato ai risultati.

Il mondo HR si è evoluto notevolmente negli ultimi anni e non si limita più all’esecuzione di processi centrali come l’amministrazione, il reclutamento, l’assunzione o il licenziamento del personale e la valutazione delle performance dei dipendenti.

Oggi le Risorse Umane si concentrano principalmente sull’ottimizzazione dell’esperienza complessiva dei dipendenti, promuovendo diversità, equità ed inclusione, oltre che sulla formazione e la riqualificazione dei dipendenti, fornendo consulenza e reporting dettagliati, e sulla guida della comunicazione interna.

La sfida principale per i dipartimenti HR è che non riescono ad aumentare l’organico per far fronte a questi nuovi carichi di lavoro, oltre ad avere difficoltà a trovare il personale per svolgere le tradizionali attività HR. Ecco perché i leader HR considerano l’automazione essenziale nel supportare i propri dipartimenti, che sono sempre più impegnati ad affrontare le nuove sfide in modo efficace e spostare l’attenzione su attività che creino valore.

Aree chiave per l’automazione HR

Secondo l’InfoBrief, le aziende che desiderano abbracciare l’automazione delle Risorse Umane e la transizione verso un futuro orientato ai risultati devono concentrarsi su cinque aree chiave:

  1.  Workforce Operations: garantire l’efficienza nell’amministrazione dei dipendenti, l’accuratezza delle buste paga, l’impiego dei dipendenti adeguati al momento e nel luogo giusti e una visione inclusiva dei lavoratori temporanei sono aree fondamentali, perlopiù caratterizzate da compiti ripetitivi. L’automazione può apportare miglioramenti notevoli in ciascuna di queste aree.
  2.   Attraction & Retention: l’attraction è passata dall’identificazione e selezione dei candidati migliori alla semplice acquisizione di nuovi dipendenti in un mercato del lavoro sempre più ristretto. In un contesto HR orientato ai risultati, significa che le organizzazioni devono essere attrattive sul mercato, il processo di reclutamento deve essere snello e l’onboarding produttivo e rapido.
  3.     Workforce Transformation: aiutare i dipendenti a crescere attraverso l’apprendimento e la formazione per soddisfare i nuovi requisiti richiesti dalle aziende. Questo processo dovrebbe essere guidato dalle competenze e dalle esperienze dei dipendenti, dalle posizioni aperte disponibili, dai lavori e dai progetti in corso, nonché dalla direzione in cui ciascun dipendente vorrebbe evolvere la propria carriera. Molte organizzazioni preferiscono riqualificare e migliorare le competenze dei propri dipendenti piuttosto che reclutare nuove risorse che abbiano le competenze desiderate.
  4.     Measurement, Insights & Agility: la misurazione e gli insight sono fondamentali per l’HR, poiché consentono di migliorare sia l’efficacia sia la rilevanza della strategia aziendale. Le temute valutazioni delle performance dovrebbero trasformarsi da valutazioni annuali a un coaching continuo basato sui dati. Una rigida gerarchia dovrebbe essere abbattuta e sostituita da team inter-funzionali orientati ai risultati aziendali e al benessere del cliente. La gestione delle retribuzioni evolve da accordi individuali complessi a politiche retributive più chiare ed equamente applicate.
  5.     Future-Proofing HR Department: l’AI diventa determinante per il monitoraggio delle metriche HR in tempo reale. Questa progressione richiede una collaborazione più stretta tra risorse umane, IT e altri dipartimenti per integrare perfettamente le tecnologie e consentire un’interpretazione efficace dei dati. In questo contesto è essenziale migliorare le competenze del team HR nell’analisi dei dati, nell’apprendimento automatico e nella tecnologia HR.

Mario Furlan, life coach – Quando serve pensare a rutti e scoregge

Da come reagisci a chi ti insulta si capisce che persona sei!

Da come reagisci a chi ti insulta si capisce che persona sei!

Se io ti insulto e tu ci resti male, di chi è la responsabilità? Mia?
Risposta sbagliata: è tua. Perché sei tu che mi consenti di ferirti. Mi dai, cioè, il potere di farti male. Mentre un altro potrebbe infischiarsene.
Segui il mio consiglio: se qualcuno ti vomita addosso ingiurie o cattiverie, restaci male soltanto se stimi quella persona, e se capisci che ti vuole bene. In tal caso è giusto che tu presti attenzione alle sue parole. Ma se non la stimi, e sai che gode nel ferirti, non darle questa soddisfazione. Immagina, quindi, che le sue parole siano rutti, o scoregge. D’altronde non hanno più valore di queste eruttazioni, a meno che non sia tu a dar loro valore restandoci male.
Come vedi, la scelta su come reagire è tua! Non sono gli eventi esterni a farci stare bene o male, ma il senso che attribuiamo loro. Non possiamo controllare gli eventi. Ma possiamo controllarne il significato.

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Mario Furlan, life coach – Come riacquistare la fiducia persa

Mario Furlan è un formatore, un life coach ed è anche il fondatore dei City Angels

Mario Furlan è formatore, life coach e fondatore dei City Angels

Perdere la fiducia di una persona è velocissimo: basta una parola, un gesto, un’azione che appaia come un tradimento. O un’offesa. O, più comunemente, scarso interesse e rispetto nei confronti dell’altro. Invece ci vuole molto tempo per costruire un rapporto di fiducia; e ancora più tempo per ricostruirlo quando è stato incrinato. Ecco come fare.
Giurare che non abbiamo tradito la fiducia, che non abbiamo agito o parlato alle spalle, che non è vero che ce ne siamo infischiati serve a ben poco. Le parole stanno a zero. Quando la fiducia viene meno, dobbiamo ricostruirla con i fatti.
Innanzitutto è bene chiedere scusa, apertamente e sinceramente, se abbiamo sbagliato. E poi serve anticipare cosa faremo, e poi farlo sul serio, e nei tempi prefissati. “Farò così e così”: dirlo e poi farlo davvero aiuta a renderci credibili. Soprattutto in una società dove tanti (e non solo i politici) promettono a vanvera. Assicurano che faranno, e poi non fanno nulla. Risultando, così, inaffidabili.
Se promettiamo, dobbiamo mantenere ogni singola promessa. Fino all’ultima virgola. Anche la più insignificante. Insignificante per noi, forse. Ma non per l’altro. Che ha bisogno di essere sicuro che può riprendere a fidarsi.

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Mario Furlan è stato eletto “miglior life coach d’Italia” dall’Associazione Italiana Coach.

Mario Furlan, life coach – Perché ci sono tanti stronzi in giro?

Il life coach e motivatore Mario Furlan

Mario Furlan, life coach e motivatore

Ti svelo un segreto: sai perché ci sono tanti stronzi in giro? E sai come liberarti di loro? Non ti offendere se ti dico la verità: forse è perchè… lo stronzo sei tu!
Gli altri sono, quasi sempre, il nostro specchio. Riflettono il nostro comportamento. Certo, esiste qualcuno che si comporta male con noi anche se noi siamo positivi, e qualcuno che si comporta bene anche se siamo negativi: ma si tratta di eccezioni. La grande maggioranza delle persone non ce l’ha con noi, ma si limita a riflettere il nostro atteggiamento. Siamo noi, a seconda di come ci comportiamo, a provocare la loro reazione. Quindi se non ti piace come gli altri ti trattano, cambia il modo in cui li tratti! E ricordati la regola evangelica: Fai agli altri quello che vorresti facessero a te.

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Scuole italiane bocciate in sicurezza: i due terzi non rispettano le norme antincendio

Le vacanze sono finite e anche per i giovani italiani è arrivato il momento di tornare sui banchi di scuola. Ad accoglierli, però, ci sono edifici datati e in gran parte privi dei principali requisiti di sicurezza. Secondo il Rapporto Annuale 2023 pubblicato dall’ISTAT, relativo all’anno scolastico 2021-2022, soltanto il 35,5% degli edifici scolastici statali rispetta le normative antincendio. Questo significa che più di 6 istituti su 10 non sono in regola (64,5%), una percentuale che aumenta al Sud, dove il 70,9% degli edifici è privo di certificato di prevenzione incendi, e al Centro (69,2%). Situazione leggermente migliore al Nord, ma ugualmente insufficiente, con il 55,4% degli edifici non a norma. “Oltre al certificato antincendio ogni scuola necessita di personale formato per affrontare determinate emergenze – spiega Tommaso Barone (tommasobarone.it), HSE advisor e coach, che negli ultimi 25 anni ha collaborato con oltre 350 istituzioni pubbliche e scolastiche – I lavoratori devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. La scuola ha un valore umano e sociale fortissimo. Per questo è necessario costruire una concreta cultura della sicurezza promossa dai docenti e assimilata dagli studenti. Questo contribuirebbe a formare alla sicurezza i futuri lavoratori”.

Agibilità e accessibilità sono altri due tasti dolenti degli edifici scolastici italiani. Il certificato di agibilità è assegnato solo al 37% degli edifici scolastici statali. Anche in questo caso al Nord si registra una situazione meno drammatica con il 49,9% degli istituti in regola, molto peggio al Centro (29,9%) e del Mezzogiorno (28,1%). Questo nonostante l’età anagrafica degli edifici delle regioni settentrionali sia più alta rispetto alla media nazionale. Al Nord le scuole hanno un’età media pari a 57,4 anni contro i 51,9 del Centro e i 48,6 del Sud per una media nazionale di 53,1 anni. Le scuole italiane sono anche poco accessibili per gli oltre 300mila alunni con disabilità. Sempre secondo il Rapporto Annuale 2023 dell’ISTAT, soltanto una scuola su tre (statali e non, pubbliche e private) risulta priva di barriere fisiche per gli alunni con disabilità motoria. La situazione appare migliore al Nord, dove si registrano percentuali superiori alla media nazionale (39,5% di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli minimi, nel Mezzogiorno (31,8%). “L’accessibilità non deve fermarsi alle infrastrutture, ma deve coinvolgere tutti gli operatori scolastici – conclude Barone – Devono essere in grado di fornire assistenza di base agli alunni disabili all’interno del disegno formativo che la norma definisce come PEI: Piano Educativo Individualizzato. L’assistenza di base agli alunni disabili è parte fondamentale del processo di integrazione scolastica. La sua concreta attuazione contribuisce a realizzare il Diritto allo Studio costituzionalmente garantito”.